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Autore: LadyMikaelson    18/01/2015    1 recensioni
Immersa contro la sua volontà in un mondo che non era il suo,un mondo che lei pensava che esisteva solo nei libri ma in realtà adesso ci era dentro come un brutto incubo dal quale non si poteva più risvegliare. Ora era dentro un mondo fatto solo di oscurità anche la luce del giorno sembrava buia e senza più calore pieno di freddezza in mezzo ad una guerra dove lei non c’entrava nulla.
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Camille, Elijah, Marcel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                       Vampires Struck


-Welcome To New Orleans
 
Quando finalmente giunsi all’aeroporto di New Orleans sorrisi sembrando una bambina di pochi anni che per la prima volta nella sua vita vedeva la neve finalmente dopo anni di lavoro ero finalmente riuscita ad arrivare alla somma per poter venire a vivere qui in questa splendida città.
Beh ci avevo messo esattamente 4 anni lavorando giorno e notte senza mai fermarmi ma alla fine potevo dire che ci ero riuscita ed ne ero fiera per la prima volta avevo fatto qualcosa da sola con le mie mani senza l’obbligo di cosa dovevo fare e non fare,andai a prendere tutte le mie valigie ed cominciai ad camminare uscendo fuori sentendo subito l’aria fresca che mi accarezzava con dolcezza il viso ero curiosa di come sarebbe stata la mia permanenza qui anche se per adesso dovevo trovare subito un appartamento anche in periferia e poi sarei dovuta andare a cercare un lavoro ma vabbè man mano avrei fatto ogni cosa.
Non ero mai stata il tipo di ragazza che si metteva ordinata con vestiti adatti ad ogni giorno della settimana e questo credo che è una delle ragioni per cui io e mia nonna non siamo mai andate d’accordo; lei mi voleva sempre vestita bene elegante con abiti che io detestavo io invece mi vestivo sempre con: jeans,giubbini di pelle,felpe oppure magliette ma soprattutto vestito sempre sportiva e cosi mi piaceva. Sull’aereo molto prima di arrivare mi ero fatta la classica cipolla,beh almeno in italiano si chiama cosi purtroppo non ero fortunata come molte ragazze americane purtroppo ero nata in una squallida cittadina dove quello che sapevano fare era giudicare,ma lasciamo stare comunque se in quel momento mi avrebbe visto so già che si metteva a borbottare che per la famiglia “Sorrentino” io ero un disonore e poi avrebbe aggiunto “sei uguale a tuo padre non capisco perché tua madre se lo abbia sposato a quel criminale” ed io mi mettevo le cuffie alle orecchie fino a quando non avrebbe finito di blaterare,per loro ero sempre stata un completo disastro in molte discussioni io gli chiedevo perché visto che non ero “miss perfezione” non mi mandavano dalla famiglia di mio padre o direttamente da lui ma non mi avevano mai fatto questo favore.
Io comunque delle altre mie cugine ero uscita veramente male tutte stavano all’università chi stava diventando medico e chi invece stava per diventare un avvocato quando erano adolescenti leggevano libri con storie d’amore,ascoltavano della pessima musica ed a scuola avevano ottimi voti io invece ero il contrario: volevo diventare una chitarrista ed di nascosto stavo studiando musica,leggevo libri di vampiri lupi mannari ecc. a scuola non ero una secchiona però nemmeno chi stava sempre con un bel 3 ma ovviamente per la mia famiglia non andava per niente bene o almeno si fino a quando mio nonno era vivo mi faceva fare quello che desideravo ma purtroppo aveva raggiunto mia madre troppo presto. Per farla breve quando ho compiuto 16 anni mi hanno sbattuto fuori di casa ma per me era stato un sollievo se non lo avessero fatto loro a breve sarei scappata io da quella gabbia di matti,ma avevo avuto la fortuna che una mia amica di Mantova era nei pressi di Roma perciò quando ha saputo tutto mi ha portato con sé ed di quelli che dicevano di essere la mia famiglia non ho avuto più notizie ed io nemmeno mi ero più interessata.
Il Taxi mi lasciò in una zona di periferia consigliandomi il Motel di fronte che non era nemmeno caro lo ringraziai pagandolo e dandogli anche una mancia a quella vista sorrise subito aiutandomi anche a scaricare le valigie dalla macchina,entrai subito e mi guardai intorno facendo una smorfia ci credo che in quel posto non chiedeva molto chi ci sarebbe andato a vivere? Ad una specie di bancone trovai una donna di mezza età vicino al computer che fumava una sigaretta mi avvicinai piano. -Buongiorno.- dissi sorridendole gentilmente lei alzò il viso verso di me e mi guardò.
-‘Giorno.- disse la sua voce era roca per via del fumo si portò la mano alla bocca tossendo un paio di volte. –Cosa posso fare per lei?- mi domandò cercando di essere cordiale ma dalla sua faccia non lo era molto. Sicuro che quel taxista non si era sbagliato?!
-Cerco una camera per cui passare un paio di notti..Mi hanno detto che è un motel..- dissi e mi guardai intorno vedendo dei uomini ubriachi uscendo da quello che era chiamato un bar e poi mi risolvi lo sguardo di nuovo alla donna. –Il taxista che mi ha portato qui mi ha detto che non siete molto cari come in città-.
La donna si mise comoda sulla sedia che cominciò a scricchiolare e mi guardò. –Si eravamo un motel il meno caro ma gli affari non vanno granché.- disse facendo un tiro con la sigaretta buttando la cenere su un portacenere pieno. –Adesso affittiamo le stanze sempre ad un costo ragionevole. Volete che continuo?- disse guardandomi,purtroppo non avevo molta scelta non potevo girare per un intera città con tutte queste valigie e in aereo non avevo dormito molto per colpa di quel signore che non la smetteva mai di russare dissi di si. –Perfetto. Allora ci sono due metodi di pagamento: settimanale sono 50 dollari ogni settimana ovviamente però nella camera c’è tutto e poi infine c’è quello mensile che sono 300 dollari.. E se lasciate prima della scadenza del mese e del contratto pagate una multa di almeno 600 dollari-. Mi guardò. –Allora accetti?-
Spalancai per un momento gli occhi ma purtroppo non avevo scelta. –Va bene prendo quello mensile.- borbottai tirando fuori il portafoglio prendendo i documenti. –Le devo lasciare qualcosa?- chiesi guardandola.
-No pagatemi solo questo mese e poi datemi il nome e cognome che vi aggiungo nella vostra stanza.- disse prendendo un enorme quaderno aprendolo mettendosi degli occhiali da vista e alzò di nuovo lo sguardo su di me aspettando una risposta.
-Cora.. Cora Sorrentino.- dissi guardando nei occhi la donna che li spalancò per un attimo alzai un sopracciglio prendendo la cifra che mi ha chiesto porgendogliela. –Qualche problema?- domandai infastidita dal suo sguardo che mi fissava per ciò che avevo detto,adesso che aveva il mio cognome di strano? O addirittura il mio nome.
-Sorrentino.- ripete il mio cognome non togliendo lo sguardo dal mio viso inclinai per un attimo la testa. –Qui ce ne sono molti e non sono della brava gente se non ti comporti bene ti caccio via o meglio chiamo le autorità.- disse in tono minaccioso e questa volta mi rivolse uno sguardo freddo e per nulla cortese.
Risi piano sentendo il nervoso aumentare un altro mio difetto che non era elencato per diventare una “Miss Perfezione” era che se dovevo dire qualcosa in faccia lo facevo e basta non mi facevo nessun problema ed non m’interessava risultare maleducata non mi facevo mettere i piedi in testa da nessuno ma soprattutto non mi sarei mai lasciata minacciare,la guardai quasi storto e mi misi dritta e composta. –Non so di cosa stiate parlando signora.-  dissi fredda. –Non si possono giudicare una persona che avete visto da pochi minuti il che vi rende maleducata e poi si il mio cognome è Sorrentino ma sono nata e cresciuta in Italia ed mio padre è italiano al 101% se volete scusarmi vorrei vedere la mia stanza.- sbottai tutto ad un fiato la vidi sbiancare e poi borbottare qualcosa che sembravano fossero delle false scuse ma poco mi importava volevo solo andare a riposare e togliermi tutto quella giornata appena passata da dosso,mi disse di seguirla annuisco piano salimmo una rampa di scale poi andammo verso un corridoio lungo trascinai i miei due trolley si sentiva una puzza di chiuso e di sporco come se gli altri delle stanze non sistemavano mai dubitavo molto che aveva assunto qualche donna che pulisse quel posto. Ad un tratto girammo andando fino in fondo dove c’era una porta mi guardai intorno notando che era l’unica prese un mazzo di chiavi dalla tasca dei pantaloni e si sposto per farmi entrare feci capolino nella stanza e poi entrai rimanendo vicino la porta appoggiando le valigie mi guardai più volte intorno notando che la stanza era un colore tipo giallo e dentro c’erano: quattro banconi in cui c’era un lavandino e l’altro un fornello dove si poteva cucinare insieme ad un mini frigorifero,poi un divano letto con due cuscini era al centro della stanza con di fronte una tv piccola affianco un piccolo tavolo con due sedie.
-Laggiù c’è un piccolo bagno con doccia.- dice seccata come di continuare quel discorso la stancasse e voleva stare di nuovo a fumare una sigaretta la guardai. –E’ tutto nuovo se non ti fidi abbiamo dovuto purtroppo rifare la camera per un grave incendio. Queste sono le chiavi.- disse mentre storceva il naso porgendomi le chiami le presi dicendo un grazie. –Ti consiglio di non sbattere troppo forte le porte perché i muri non sono troppo forti. Buona permanenza-.
Disse uscendo dalla stanza spalancai gli occhi e lei se ne andò chiudendo “piano” la porta andai dietro chiudendola a chiave appena non sentì più i passi,mi guardai di nuovo intorno rimanendo scioccata. –Perfetto Cora.- borbottai tra me e me. –Una stalla sarebbe molto più accogliente di questa stanza.- conclusi e poi incominciai a mettere ogni mia cosa apposta curiosando un po’ in giro notando che nell’armadio era tutto pieno di polvere,dopo aver pulito la stanza per più di un ora sistemando ogni cosa lasciando da parte quello che dovevo mettere questo pomeriggio passata un’altra ora mi buttai sul letto sospirando almeno quello era comodo e non scomodo come le sedie presi.
Da oggi avrei iniziato una nuova vita ed non vedevo l’ora,mi alzai prendendo un telo con il bagno schiuma e lo shampoo mi diressi in bagno meravigliandomi che era l’unica parte della stanza che avevano pulito appoggiai tutto su una sedia affianco la doccia,mi avvicinai al lavandino togliendo il codino lasciando cadere i miei lunghi capelli color corvino osservai a lungo il mio volto allo specchio i miei occhi nocciola erano esausti da tutte le corse che in quei giorni avevo fatto volevo davvero una “pausa” e sapevo che la potevo avere solamente quando avrei trovato un lavoro e una sistemazione più adeguata.
Tolsi subito i vestiti buttandoli ad un lato della stanza aprendo il getto dell’acqua calda entrai subito chiudendo gli occhi lasciando che il mio corpo si rilassasse al contatto dell’acqua sospirai mi appoggiai al muro sussultando per il freddo al contatto della mia pelle calda.
 
Dopo una bella ora che ero sotto la doccia usci asciugando velocemente il corpo prendendo un mio nuovo vestitino rosso scozzese lo adoravo ho fatto di tutto per prenderlo in un negozietto che vendeva ogni capo americano o londinese ma finalmente ero in America e non avrei più indossato dopo cent’anni i vestiti che volevo io,non seguivo la moda però avevo un gusto particolare.
Apri l’armadio guardando in fondo dove c’erano qualche paio di scarpe che preferivo e che non potevo farne a meno decisi di mettere gli stivaletti neri almeno avrei potuto camminare con tranquillità per le strade di New Orleans senza avere il mal di piedi con i tacchi quei stivaletti erano comodissimi ed rendevano perfettamente la mia personalità. Mi alzai riandando di nuovo in bagno asciugandomi velocemente i capelli pettinandoli in modo che si asciugassero subito presi la mia vecchia adorata trousse dovevo decidermi a comprarmene una nuova ma ogni volta me ne dimenticavo,misi l’eye-liner nero con qualche ombra di grigio chiaro aggiungendo alle labbra il mio lucidalabbra chiaro non mi erano mai piaciuti colori troppo forti al trucco,mi piaceva avere sul viso un trucco semplice.
Anche se non poteva essere da me per come mi vestivo,ma una cosa che detestavo del trucco o farmi un trucco particolare era stare per ore davanti allo specchio io in 5 massimo 10 minuti ero pronta lasciai i miei capelli un po’ mossi e ribelli ero cosi emozionata di visitare questa città che aspetto di vedere da 4 lunghissimi anni. Presi la mia borsa infilando il mio telefono mezzo morto dentro e usci dalla stanza chiudendo a chiave scesi di sotto domandando qualche informazione a quella donna che non si era nemmeno presentata,mi disse di andare sempre dritta per un vicolo qui di fronte ed sarei arrivata direttamente in centro,beh almeno qualcosa di positivo c’è l’ha questa specie di Motel o come si chiamava.
Segui le sue indicazioni e in due minuti mi trovai nel centro animato di New Orleans un sorriso ingenuo e un po’ da bambina si disegnò sul mio volto,finalmente avevo realizzato il mio sogno finalmente ero venuta in un posto dove nessuno mi conosceva e potevo vivere la mia vita senza una famiglia che mi ordinava quello che dovevo fare,il mio cuore batteva forte felice da tutto quello che mi era intorno come avevo visto su video di questa città era piena di musica e di artisti e c’era anche gente che credeva che in questo posto c’erano vampiri,streghe e anche lupi mannari io leggevo molti libri su di loro ma non credevo che potevano esistere per davvero non mi ero mai illusa.
Camminai per le strade affollate di New Orleans sembrava che oggi era carnevale molti erano travestiti dai loro idoli o semplicemente si travestivano cosi per divertirsi ogni volto che guardavo c’erano sorrisi alcuni mi salutarono anche,non sembrava come nella cittadina dove vivevo che se ti guardavano in faccia ti giudicavano subito qui invece era tutto diverso ed mi piaceva non sentivo quel peso al petto che ho sentito sempre in questi 20 anni.
Dopo un po’ entrai in qualche negozio prendendo una scheda telefonica nuova ricordandomi che quella italiana qui non poteva funzionare,dovevo mandare anche delle mail alle mie amiche infondo era anche grazie a loro che io ero riuscita a venire qui.. Se loro non mi avrebbero ospitato e dato un tetto sulla testa forse a quest’ora tutto ciò sarebbe solo un sogno,sorrisi al commesso ed usci fuori dal negozio inserendo la scheda nel telefono alzai la testa verso il cielo notando che ormai si era fatto buio ero cosi immersa nelle meraviglie che non me ne ero affatto accorta che fosse tardi,ad un tratto uno strano sentimento busso alla mia porta mi misi subito dritta guardandomi intorno ma c’erano solo persone che ridevano e scherzavano scossi piano la testa e camminai un po’ fino ad arrivare in un bar locale della zona da com’era pieno sembrava il più famoso.. O il più economico.
Appena vidi un piccolo palco dove c’era un cantautore sorrisi avevo trovato il posto giusto e potevo anche propormi un lavoretto cercai un posto ma alla fine trovai uno sgabello libero mi ci fiondai subito sedendomi lasciando che le gambe riposassero un po’ dopo la lunga camminata di oggi pomeriggio mi guardai intorno notando un ragazzo dietro al bancone di circa 30 o 35 anni che serviva e una ragazza bionda non troppo alta ne troppo magra che prendeva vassoi e serviva hai tavoli.. Forse avevano bisogno di una cameriera infondo quel anno me l’ero cavata piuttosto bene,ordinai un rum e lime con qualcosa da mangiare il barista mi fece scegliere ciò che volevo lo ringraziai scegliendo subito annui sparendo mi rilassai sul sgabello stiracchiando un po’ la schiena,dopo circa 5 minuti ritornò il barista con tutto quello che avevo ordinato lo ringraziai e cominciai a mangiare sorseggiando il mio drink.
Il locale era ben popolato e si vedeva che faceva molti affari molti venivano a sentire della buona musica invece di andare alle feste dopo le 23.30 appena finiva l’esibizione il locale man mano si svuotò rimanendo solo alcuni ubriaconi o alcuni amici che stavano parlando si avvicinò di nuovo il barista asciugandosi la fronte piena di sudore con un strofinaccio chiedendomi se volevo ordinare qualcos’altro oppure il conto presi il portafoglio. –Per caso assumete qualcuno?- chiesi speranzosa e il ragazzo mi guardò sorpreso alzando un sopraciglio. –Sa mi sono appena trasferita a New Orleans da poche ore.. Ed sto cercando un lavoro sono molto brava a suonare anche se io preferisco molto il blues.. Però vi posso dare anche una mano sia come cameriera che come cuoca questa sera ho visto che avevate bisogno di aiuto.- aggiunsi subito guardandolo nei occhi.
-In realtà per adesso come cameriera o cuoca non cerchiamo nessuno c’è la caviamo bene da soli.- disse rivolgendomi un sorriso gentile non come quello della signora che mi aveva affittato la stanza. –Però se vuoi suonare potremo metterci d’accordo..- il ragazzo non fece nemmeno finire di parlare che arrivo la ragazza bionda esausta dal suo turno di lavoro.
-Forse tu te la puoi cavare John.- disse dandogli un occhiataccia e poi mi rivolse un sorriso dolce e poi torno subito a guardare il suo capo. –Ma io ho bisogno di alcune pause ti ricordo che studio e devo dare anche una tesi e fare molte altre cose sai che sono impegnata specialmente dopo la morte di mio zio.. E tu lo sai benissimo! Quindi certo che ci serve una mano!- esclamò subito portandosi le mani sui fianchi.
Li guardai seguendo i loro sguardi alla fine John sospirò portandosi una mano fra i capelli chiuse per un attimo gli occhi ma poi li riaprì subito. –Si Camille.. Hai ragione abbiamo bisogno di aiuto non c’è la possiamo fare da soli.- dice facendo una pausa e notai un sorriso soddisfatto di Camille. –Facciamo  cosi prepara tutto per la tua residenza di New Orleans e quando hai fatto vieni con il tuo curriculum e fai un periodo di prova.. Ovviamente ti pago ma la metà. Ti va bene?- mi guardò nei occhi.
Annui sorridendo dicendo che andava benissimo li ringraziai specialmente alla ragazza bionda lei mi fece un occhiolino di intesa non potetti a fare a meno di ridacchiare un po’,pagai il mio conto salutando dicendo che sarei ritornata presto con il mio curriculum usci dal locale sentendo l’aria fredda colpirmi in viso mi ero dimenticata di prendere il mio giacchino ero cosi emozionata ed felice che sono corsa subito fuori in città mi strinsi fra le spalle incrociando le braccia intorno al mio petto sperando di sentire un po’ di calore le strade ormai erano vuote si sentiva un po’ di musica provenire da alcuni locali notturni sotterranei ma a quell’ora in pochi erano in giro anche le finestre alcune erano spente,ritornò di nuovo quella strana sensazione ma l’ignorai girando per il vicolo accanto al bar forse era meglio che per oggi non mi allontanavo molto dal motel era facile perdersi di notte.. Ed io non ero molto amica con l’orientamento continuai a camminare a passo svelto presi il mio telefono aprendo il navigatore inserendo la via del motel ad un tratto senti un rumore sussultai saltando guardandomi intorno il mio cuore stava battendo forte come non mai sentivo la mia paura che cresceva sempre più forte.
Oh Cora,pensai tra me e me senza aprire bocca,in che guaio ti sei cacciata?
Alla fine un gatto spuntò dal nulla guardandomi mi rilassai subito,davvero avevo avuto paura di un gatto? Scossi la testa incredula ma mi senti osservata da qualcuno o da qualcosa mi ritornai di nuovo a guardarmi intorno questo vicolo era cosi inquietate non c’era nessun rumore o segno di vita se non quel gatto che mi aveva fatto prendere un colpo tremendo,ma io non avevo paura perché devo averne? Me la sono sempre cavata da sola di notte quando ero bambina mio padre lo avevano portato in prigione e una cosa che mi ricordavo di lui era che dovevo prendermi cura della mamma mentre lui non c’era e io lo avevo fatto quando aveva quei attacchi forti non avevo più paura dovevo andare in ospedale con lei ed spiegare ogni cosa hai dottori. Non ho nemmeno avuto paura quando i miei zii fratelli di mia madre mi avevano fatto del male insomma.. Non potevo avere paura di un gatto o di qualche ubriacone che voleva divertirsi mi diedi un'altra occhiata in giro e poi sbottai. –Okay. Chiunque tu sia io non ho paura di te chiaro?- dissi alzando il tono della voce chi mi avrebbe visto poteva prendermi per matta ma poco mi importava. –Se voglio farti a KO posso farlo benissimo. Quindi gira alla larga.- continuai in tono minaccioso e borbottai a voce bassa tra me e me un “ubriacone” ricominciai a camminare un po’ più tranquilla cercando la via di casa con il telefonino.
 
Pov. Narratore
 
Due giovani uomini si guardarono nei occhi sorridendo nell’oscurità guardando la giovane ragazza che camminava immersa con il telefono in mano uno dei due il capo di loro la guardò per un tempo che sembrava non passare mai. –Buon lavoro,Marcus!- disse in tono basso. –Lei è la nostra ragazza è adatta per far parte della nostra famiglia.- il sorriso aumentò sempre di più mentre diede di nuovo una pacca alla spalla del suo amico.




Buonasera!
Eccomi con questa nuova avventura! E' già da qualche settimana che ho scritto questa nuova fanfiction su questo personaggio inventato da me,una ragazza italiana che da come avete letto nella piccola introduzione ma non voglio anticiparvi nulla! u.u
Nella copertina per chi non la conoscesse è la bravissima attrice Adelaide Kane (ecco qui una foto dove si vede meglio: https://40.media.tumblr.com/ecc1dfca105628e784afe0ff3d7c61de/tumblr_n623xhTFr01r7o7cko2_400.jpg) ha partecipato a Teen Wolf ovviamente ha fatto anche altri telefilm e film ma se li scrivo tutti ci vuole un papiro ahahah! E adesso è protagonista della serie Reign che consiglio di vedere assolutamente! Detto questo beh continuerò anche la mia fanfiction dove c'è da protagonista: Tatia Petrova ecco il link -> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2868496&i=1 .
Detto questo..
Buonanotte e sognate dei bei Originali! Ahah io proverò a sognare Daniel Gillies! O almeno spero. xD
A presto,
DenyDF.

 
  
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