«Ritornerò, te lo prometto.»

Che bugia. Mi hai mentita. In realtà non sei ritornato. Non hai mantenuto la tua parola.
Così non è giusto. Così mi fai solo altro male.
Perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciata? Ero talmente stupida e insignificante per te, talmente tanto da fartene scappare? Scappare… è questo il termine giusto?
Com’è brutto quando non puoi fare nulla. Com’è brutto quando vedi il mondo che ti crolla addosso, e vorresti morire, ma sei ancora viva, respiri, bevi, mangi, dormi…
Vivi.
Poi ti ci abitui. Te ne fai una ragione, sai che non sarai il cambiamento che vorresti. Sai che non riuscirai a fare nulla.

Te ne fai una teoria.

Tu, stupida piccola insignificante essere umana, contro lui, che non è né stupido, né insignificante, né umano.
Quante possibilità hai?
0%. Ecco, brava , ti dai anche una risposta da sola.
Lo trovi divertente? Lo trovi simpatico, stupido, divertente, patetico, come lo trovi?
Puoi darmi una risposta?
Qualcuno può?

Il mondo è cambiato per mezza tua. Sì, sto parlando proprio a te, e tu lo sai. Non ti nascondere! Non dare la colpa al troppo potere! Vorrei difenderti, lo sai. Ma dammi le possibilità. Dammi una via di scampo da questo labirinto di ritardi, di “aspetta, aspetta”, aspetta, aspetta, ma aspetta quanto? Quanto ancora dovrò aspettare?
Che la tua testolina capisca il tuo incredibile sbaglio e rimetta tutto a posto? Quanto ci vorrà? Ah sì, certo. Dovrò ancora aspettare.
Come sempre , d’altronde.

Dimmi che fine hai fatto. Dimmi dove sei andato a finire. Dimmi dove sono tutti i tuoi buoni propositi. E dimmi, per favore, dimmi dove sono andata a finire io.

Era così difficile farmi felice?

Cavolo, quanto dovevo sembrare patetica, vero? Ma se ti avessi mostrato ciò che so, che sono, saresti scappato entro un arco di tempo di quindici secondi. Il tempo di pensare “Questa è pazza.” o "ma che vuole da me?” e te ne saresti andato.
Grazie. Grazie davvero. Quanto mi sei stato vicino!

Sì, hai capito bene, mi sto arrabbiando con te. E mi sembra pure logico! Devo dirti che tu sei patetico. Sì! E anche poco responsabile. Ti saresti dovuto prendere le responsabilità. In fondo, sono una ragazzina, no?
Per te, lo sono. E lo sarò sempre.
Grazie tante.
Non mi sarei dovuta fidare. Io non mi dovrei fidare di nessuno, invece mi fido di tutti. Ma a te avevo donato il mio cuore. E tu non ne hai fatto buon uso. No, prima l’hai riempito di felicità, poi l’hai stracciato, senza alcuna pietà, senza pensare alle conseguenze.

E non dare la colpa a lui! Tu non me lo avresti manco detto se non ci fossi arrivata io, se non lo avessi saputo.

Il problema sei tu.

Il problema è che sei diventato il mio ossigeno, la mia droga.
Il problema è che non leggerai manco questa lettera.
A te non importa di quello che pensa una piccola insignificante ragazzina, vero?
E a te non importa che sto per scoppiare in lacrime. No, non t’importa niente.
Ma, in fondo, cosa dovrebbe tenerti dall’andartene? Tu non hai niente qui. Io avevo te, ma tu niente.
Allora va, ma ritorna. Continua pure a stracciarmi il cuore, sopporterò.
Ti avevo detto che sei la mia droga, e so che mi dirai “Quello che dici è infantile, non puoi capire.”.

Ma in fondo sono solo una ragazzina, cosa potevi aspettarti da me?