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Autore: Little Wings    18/01/2015    4 recensioni
É lo stesso sorriso triste che mi muove le labbra, lo stesso sorriso triste che cerco di nascondere con le risate, perché è l'unico modo che ho per mascherare la mia tristezza. Ridere, scherzare, fare stupidi scherzi, è l’unico modo che ho per nascondere quello che provo. E lo so che è un controsenso, nascondo la mia tristezza, ma vorrei che le persone che mi stanno intorno se ne accorgessero. Che stupido sono. Ma per quanto io cerchi di seppellire tutta la mia sofferenza, questa trova sempre il modo di torturarmi. Perché è questo il problema del dolore: esige di essere sentito.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leo Valdez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nick dell'autore: Little Wings (sia su EFP che sul Forum)
Titolo: Dear Loneliness
Fandom: Percy Jackson
Pacchetto scelto (+ personaggi, prompt, canzone & citazione che contiene): Nachos (Leo/solitudine, pioggia, Astronaut dei Simple Plan, “E’ questo il problema del dolore: esige di essere sentito”)
Elementi utilizzati: Tutti, in teoria, ma non sono molto sicura di aver utilizzato decentemente la canzone, ne ho preso alcuni versi tradotti e li ho inseriti verso la fine (sono in corsivo).
Genere: Angst, Introspettivo
Avvertimenti: AU
Rating: Verde
Introduzione: É lo stesso sorriso triste che mi muove le labbra, lo stesso sorriso triste che cerco di nascondere con le risate, perché è l'unico modo che ho per mascherare la mia tristezza. Ridere, scherzare, fare stupidi scherzi, è l’unico modo che ho per nascondere quello che provo. E lo so che è un controsenso, nascondo la mia tristezza, ma vorrei che le persone che mi stanno intorno se ne accorgessero. Che stupido sono. Ma per quanto io cerchi di seppellire tutta la mia sofferenza, questa trova sempre il modo di torturarmi. Perché è questo il problema del dolore: esige di essere sentito.
N.d.A.: Allora, prima di tutto, voglio dire che la data è totalmente random, poi, il titolo significa “Cara Solitudine” e Solitudine ha la maiuscola perché è personificata. Forse Leo risulterà un po’ OOC, visto che non ha la grinta che lo caratterizza in questa ff, ma ho cercato di immedesimarmi in lui e dare libero sfogo ai pensieri. Ho dato la mia interpretazione sulla sua situazione, visto che secondo me Leo ha sofferto molto (troppo) e continua a farlo, in silenzio. Quindi questo è una specie di sfogo che Leo potrebbe fare (nella mia testa suonava meglio come frase…). Nella mia mente è nato come un AU (visto che non ci sono riferimenti mitologici), ma potete intenderla anche come una lettera scritta da lui in HOO, vedete voi. Ah, la persona citata che muore è ovviamente la madre di Leo.
 
 
 
 






 
 
Dear Loneliness
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Houston, 07-03-2014
 
Non so nemmeno cosa sto facendo.
Ho solo preso un foglio per scrivere quello che provo. A chi lo scrivo? A tutti e nessuno. Vorrei far capire a tutti cosa provo, come sto, ma a nessuno importa. A nessuno importa, solo tu sei rimasta, vero? Sei l'unica compagna che ho, l'unica che non mi ha mai abbandonato e mai lo farà. Staremo sempre insieme, noi due? Solo noi. Io e te, Solitudine. Sai che ti immagino come una persona? Una donna, per l'esattezza. Sarà che la parola "solitudine" è femminile. Sei una donna giovane, che porta sempre un lungo vestito di colore chiaro, tra l'azzurro e il violetto. E mi sorridi. Mi sorridi sempre. Ma il tuo è un sorriso triste, come se capissi come mi sento. É lo stesso sorriso triste che mi muove le labbra, lo stesso sorriso triste che cerco di nascondere con le risate, perché è l'unico modo che ho per mascherare la mia tristezza. Ridere, scherzare, fare stupidi scherzi, è l’unico modo che ho per nascondere quello che provo. E lo so che è un controsenso, nascondo la mia tristezza, ma vorrei che le persone che mi stanno intorno se ne accorgessero. Che stupido sono. Ma per quanto io cerchi di seppellire tutta la mia sofferenza, questa trova sempre il modo di torturarmi. Perché è questo il problema del dolore: esige di essere sentito.
Ogni volta che vieni a trovarmi, Solitudine, mi prendi la mano e mi consoli. Me l'hai presa quando avevo otto anni, quando quel maledetto incendio si è portato via l'unica persona che mi aveva mai amato veramente. Quando zia Rosa mi ha sbattuto in faccia la porta urlandomi "Diablo!", tu eri al mio fianco, hai preso la mia mano e mi hai accarezzato una guancia. Quando sono scappato dalla mia terza famiglia affidataria hai pianto con me.
Non so perché ti immagino così. Forse ho le allucinazioni. O forse sono pazzo. Questo spiegherebbe tante cose, tra cui anche il motivo per cui sto scrivendo questa lettera. Non ha senso, come la maggior parte delle cose che faccio, come la mia vita.
Fuori piove e io sono seduto sul davanzale della finestra con la testa appoggiata al vetro. Guardo le gocce che vi scorrono e non posso fare a meno di pensare a quanto mi somiglino. Tutti non fanno che paragonarmi al fuoco, così vivace e caldo, ma non riesco più ad assimilarmi ad esso, non dopo che si è portato via la persona più importante della mia vita. La pioggia non piace alle persone, quando arriva crea danni e disagi, proprio come me. Quando arrivo, la gente è tentata di andarsene, scappando da me.
E poi, si dice che le gocce di pioggia siano le lacrime degli angeli, no? Anch'io ho versato tante lacrime e continuo a versarle, anche se nessuno lo sa. Nessuno, a parte me e te, vero? Tu sai tutto di me.
La pioggia mette tristezza, perché quando arriva lei il cielo si oscura e il sole si nasconde. E tutti amano il sole. Il fuoco che avevo dentro si è spento, ormai il mio essere è costituito solo da tristezza. E, ancora una volta, a nessuno interessa.
Mi sembra di essere al posto del cantante dei Simple Plan quando canta Astronaut.
Qualcuno riesce a sentirmi? O sto parlando da solo? A qualcuno importa di me? Qualcuno vuole sapere come sto? Oppure sto portando avanti solo una stupida esistenza solitaria?
Adesso sono bloccato qua fuori e il mondo mi ha dimenticato. Vi siete dimenticati di me? Tutti quanti? Ma è possibile dimenticarsi così di una persona, cancellandola completamente dalla propria vita? Eppure mi sembra che solo tu, Solitudine, ti ricordi di me.
Sono assordato da tutto questo silenzio, ma ho fatto qualcosa di male? É questa la vera domanda: ho fatto qualcosa di male? Ho fatto qualcosa per meritarmi tutto questo? O è solo un'ingiustizia?
L'unica cosa che mi resta da fare è sperare: forse, io e te non saremo soli, non sempre. Dopotutto, dopo la pioggia c'è l'arcobaleno.





 
  
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