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Autore: ELIOTbynight    22/11/2008    3 recensioni
"Tutto intorno ai ragazzi c’era tanto lavoro e fatica, una vita difficile e movimentata non-stop. Ma una cosa era certa, i Tokio Hotel non si separavano mai. Però qualcosa avrebbe tentato presto di dividerli … qualcosa che sembrava più grande di loro … Appoggiata a un bracciolo del divano della hall c’era una felpa bianca con una toppa dei Tokio Hotel attaccata alla tasca … "
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La FFFEP (Fan Fiction Film Eliot Production)
Presenta

Fur immer zusammen

introduzione
Tutto iniziò con una figura incappucciata che sorseggiava lentamente un cappuccino con un velo di schiuma seduta al tavolino di un locale serale di Amburgo …
No, no, aspetta un attimo … un momento, questo viene dopo! Meglio iniziare dal vero principio.
Tutto iniziò con una figura incappucciata che sorseggiava lentamente un cappuccino con un velo di schiuma seduta al tavolino di un locale serale di Torino
La pioggia scendeva copiosa sui grandi vetri, sfocando la vista delle luci della città. La tazza di cappuccino si appoggiò con un lieve tintinnio sul piattino, una mano smaltata di nero si infilò in una tasca bianca e tirò fuori una toppa. Due occhi verdi incredibilmente penetranti fissarono la toppa comprata poco prima al Cantiere … una toppa bianca e nera … raffigurante una T e una H rovesciate … i volti di 4 ragazzi … e la scritta “Tokio Hotel” …

PRIMA PARTE - qualcosa sta per cambiare …

Ok, dopo aver iniziato la storia con questo bell’alone di mistero, entriamo nella storia vera e propria. Che non inizia granché bene …
Perché non inizia bene? Dunque, vi piacerebbe vedere Bill terribilmente depresso? Tom terribilmente nervoso? Georg terribilmente serio? Gustav terribilmente logorroico? Direi di no …
E’ così che inizia la storia. Siamo a Berlino, alle sette del mattino, sul bus che vaga per la città in cerca di un albergo. Ultimamente le cose stavano cambiando per i ragazzi, apparentemente in meglio, ma non erano tutte rose e fiori …
Bill era sdraiato sul divano al piano di sopra. Non aveva voglia di mettersi a sedere e guardare il paesaggio urbano della città. Lo faceva sempre, voleva tenere d’occhio la strada per riuscire a vedere per primo quando sarebbero arrivati a destinazione. Ma ora, invece, se ne stava con una mano sulla fronte e gli occhi chiusi, in preda a una pesante stanchezza mentale che lo sopprimeva ormai da giorni. Si sentiva molto stanco e stressato, sembrava che non potesse più sopportare quella pesante routine da rockstar.
Tom era seduto al tavolo di sotto e guardava fuori. Anche lui si sentiva stanco in quei giorni e si sentiva cadere le braccia dallo stress. Sconsolato fissava il cielo di Berlino sospirando e pensando come sarebbe bello prendersi una bella vacanza ai Caraibi. Nemmeno lui che era lo spirito ottimista del gruppo riusciva ad essere di buonumore, sotto il cielo grigio della città, con il naso attaccato al vetro, senza la forza di alzare un dito.
Stessa cosa per Georg e Gustav, buttati stancamente in poltrona a fare zapping. Anche loro erano tesi e stressati, non avevano un attimo di tregua. Raramente trovavano dei momenti in cui potevano rilassarsi e stare tranquilli in pace e in silenzio per conto loro. Da un po’ di tempo tutto quello che una volta era quello che i Tokio Hotel avevano sempre desiderato, cominciava ad incrinarsi e a sembrare non più così straordinario.
Il bus si fermò davanti all’hotel più chic della metropoli. La porta si aprì ed entrò David, sbraitando nei timpani dei ragazzi che erano arrivati. Tom, Georg e Gustav si diedero quattro schiaffi per tornare svegli e pimpanti, e saltarono fuori. Bill si mise a sedere e dopo un respiro profondo sorrise e pensò “dai, che le fan ti aspettano!”. Si decise ad alzarsi e uscire anche lui per raggiungere gli altri. I quattro si guardarono e dissero: - oggi bisogna roccheggiare! Si va in scena, ragazzi! -.
E con un sorrisone a trentacinque denti impugnarono i loro pennarelli e firmarono gli autografi per il gruppo di fan che li aspettava.
I contatti diretti con le fan faceva dimenticare loro lo stress e la tensione. Così come i concerti, perchè lì potevano fare musica e stare a contatto con la gente, che era la cosa che desideravano di più. Il resto era meno importante, interviste e premi venivano dopo. Quello che contava era fare la propria musica e avere qualcuno che ti sostiene e che crede in te.
Arrivati alla reception Tom e Bill si guardarono e risero.
- Eh, sì, Bill … è così bello avere gente che ti adora!-
- Concordo, è meraviglioso!-
Subentrò nella conversazione Georg.
- Già, tutte lì che urlano e fanno i salti mortali solo per vederci, straordinario!-
Tom sporse la testa oltre il bancone della reception per comunicare con Gustav.
- E tu? Che ne dici Juschtel?-
- Lo trovo fantastico … -
- Che hai? Ti vedo un po’ titubante!-
Bill intervenne.
- Se credi che io e Tom abbiamo più fan di te non è assolutamente vero!-
Gustav inarcò un sopracciglio.
- Davvero?-
Tom rispose:
- Certo! Proprio l’altro giorno andavo gironzolando su youtube e vedevo un casino di video dedicati a te!-
Georg confermò la versione dell’amico rasta.
- Anche io l’ho notato! Pure te hai il tuo gruppo consistente di fan! Forse non lo sai, ma sei più irresistibile di quanto credi.-
Gustav faceva difficoltà a credere alle parole del bassista e aggrottò la fronte.
- Non lo dici così per dire, vero?-
Tom e Bill lo tranquillizzarono per evitare di fargli credere che lo dicevano solo per pietà.
- Seriamente, Gustav, sei super sexy per alcune persone!-
- E non solo alcune, credimi! Cosa pensi, che le ragazze si sgolano solo per me? Io sono il leader e di conseguenza attiro di più l’attenzione, ma una volta che l’attenzione è attirata i tuoi modi di fare conquistano una miriade di ragazze!-
Gustav era diventato rosso paonazzo per effetto di tutti quei complimenti.
- wow … se lo dite voi … va bene, mi fido … -
Gli altri tre diedero delle pacche d’affetto sulle spalle di Gustav, che sorrise teneramente.
Arrivò il fattorino del bancone e consegnò loro le chiavi delle camere.

Tutto intorno ai ragazzi c’era tanto lavoro e fatica, una vita difficile e movimentata non-stop.
Ma una cosa era certa, i Tokio Hotel non si separavano mai.

Però qualcosa avrebbe tentato presto di dividerli … qualcosa che sembrava più grande di loro …

Appoggiata a un bracciolo del divano della hall c’era una felpa bianca con una toppa dei Tokio Hotel attaccata alla tasca …



allora, l'inizio vi ha incuriosito?  Aspetto commentini!
salutoni by Eliot

   
 
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