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Autore: eli_s    18/01/2015    3 recensioni
Questa storia è ambientata trascorsi tre anni dalla fine di The Vampire Diaries, è totalmente un mio punto di vista che non intende offendere ne insinuare niente rispetto ai fatti realmente accaduti.
Ho voluto raccontare, in un mio momento di pazzia, dove mi immagino il nostro cast a distanza di tempo e soprattutto cosa ne sarà stato dell'amore di Ian e Nina. Il titolo si ispira alla canzone degli Sleeping at last -Saturn, perchè è così che vedo il loro amore come la luce di una stella che va avanti all'infinito nonostante muoia.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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How light carries on

 

 

 

“You taught me the courage of stars before you left.

How light carries on endlessly, even after death.

With shortness of breath, you explained the infinite.

How rare and beautiful it is to even exist.

I couldn’t help but ask

For you to say it all again.

I tried to write it down

But I could never find a pen.

I’d give anything to hear

You say it one more time,

That the universe was made

Just to be seen by my eyes.

With shortness of breath, I’ll explain the infinite

How rare and beautiful it truly is that we exist.”

 

Saturn – Sleeping at last

 

 

Sono passati già tre anni dall’ultima stagione di The Vampire Diaries, tre anni in cui ho perso di vista molti della grande famiglia che eravamo, riuscendo invece a mantenere rapporti con altri come Julie, Kat e Candice. Per non parlare di Paul e Phoebe che, finalmente, convoleranno presto a nozze. Cioè tipo tra due settimane.

Quando passi ogni giorno della tua vita per sette anni con delle persone, diventano la tua famiglia e non ce la fai a staccarti da loro così, come se nulla fosse, quindi alla prima occasione è un chiamarsi, un intasare la chat di Whatsapp “TVD survivors dove ci teniamo aggiornati sulle nostre vite.

Quando ci sono eventi pubblici cerchiamo di andare insieme o comunque di informarsi sulla presenza dell’altro; per le feste e le occasioni che lo richiedono ci sentiamo, tifiamo e supportiamo le rispettive carriere.

 

Il matrimonio di Paul sarà un’altra occasione per ritrovarsi, così come lo è stata qualche mese fa la nascita della primogenita di Candice e Joe, Marie -Nikolina di secondo nome in onore della donna senza la quale la piccola non sarebbe nata perché i suoi genitori non si sarebbero mai incontrati senza di me- parole di Candice non mie.

Io ho solo pianto come una fontana.

 

Kat ha trovato un nuovo amore ed è ormai lanciata come giudice in talent show di ballerini, Candice è mamma a tempo pieno e Paul ha fatto qualche piccola comparsa in alcuni film e anche nel nuovo progetto di Julie e Kevin, talvolta come guest star in The Originals, giunto alla sua sesta stagione.

Era bello poter vivere anche il cast di The Originals grazie a Phoebe con la quale ormai sono legata da tanti anni e sono felice di vedere che lei e Paul si sono dati il giusto tempo, a differenza del suo matrimonio lampo con Torrey, per fare il gran passo. Ed è bello ogni tanto ritrovare anche Claire, come appunto è successo alla festa per Marie dove abbiamo parlato per ore come non facevamo da tempo, soprattutto quando ho scoperto che pure lei è in dolce attesa del suo fidanzato e convoleranno presto a nozze, tanto che ha estratto la mia partecipazione facendomi quasi svegliare Marie con un urlo.

Insomma, un momento molto da fiori d’arancio per i vampiri preferiti di Julie.

Io invece rimango la single incallita di sempre, qualche storia casuale ma non di una importanza tale da farmi beccare e sbattere in prima pagina; per le testate di gossip ho avuto più uomini io di Pretty Woman.

 

C’è solo una persona della quale ho smesso da tempo di seguire le tracce e di cui non sento più molto parlare dalla fine di TVD.

La mia vita invece è costantemente sotto i riflettori, dopo il mio film di un anno fa, che ha avuto un successo inaspettato, ho ricevuto tantissime richieste soprattutto per personaggi dalla personalità sdoppiata.

Pare che il marchio ‘Doppelganger’ me lo porterò dietro tutta la vita.

Forse la migliore interpretazione di sempre, sono molto fiera dei miei anni e delle mie performance in Tvd considerato soprattutto quanto io mi sia impegnata. Julie ci ha provato talvolta a trascinarmi in flashback di The Originals e qualche volta ho dovuto accettare per esigenze di trama, ma ho smesso quando mi ha tirato il brutto scherzo di farmi trovare compagnia sul set. Perché anche qualcun altro era stato richiamato alle armi dai capi.

Ma da allora, quasi tre anni ormai, non l’ho più visto.

 

Non è volontaria la cosa, non è che mi impegni per essere ostile o per provare questa specie di ansia che avvolge il mio stomaco, mi succede e non lo controllo, lo so non lo controllerò mai ci ho fatto i conti e ho accettato che questa è un ferita che mi porterò dietro tutta la vita.

 

Quante ne hanno dette su di noi, non ho mai voluto leggere niente neanche mezzo articolo, solo quelli in cui so di aver rilasciato io personalmente delle dichiarazioni, mai dare spago al gossip è la legge di sopravvivenza dello show biz. Sospiro pesantemente e ringrazio che nel gruppo lui non ci sia più, che si sia tolto quando è finito TVD perché non avrei potuto sopportarlo, uno dei due avrebbe dovuto mollare e lo ha fatto lui. Anche perché non credo che la sua, non so cosa sia o meglio lo so perché purtroppo finì su tutti i giornali che si erano sposati in gran segreto, come se poi gliene importasse a qualcuno se non alle quindicenni ormonali che li seguono, insomma dicevo non credo che a lei stia bene che mantenga una sorta di contatto con me.

Tanto meglio così.

Adesso mi trovo ad aspettare che mi chiamino per un provino e ho dovuto spengere il telefono per evitare che Kat e Candice mi scaricassero la batteria a forza di messaggi, tra foto della bambina e il bollettino delle scommesse su quanto berrà Paul al suo matrimonio e gli scherzi che potremmo fargli.

 

Sono stata scritturata per un film, onestamente la trama non mi coinvolgeva per nulla, ma quando il mio agente mi ha portato lo script e ho iniziato a leggerlo sono rimasta affascinata. D’istinto mi ero messa a cercare tra gli scrittori se per caso un tale Kevin Williamson avesse prestato il nome per certe battute o modi di descrivere i personaggi, o magari sono semplicemente TVD condizionata. La trama è delle più scontate possibili, ma come mi è stato insegnato non è la trama, ma i personaggi che fanno la storia, insomma TVD non aveva nulla di eccezionale, eravamo noi con i nostri personaggi a renderlo tale.

Rileggo un attimo la mia parte, non ho per nulla idea di chi sia la mia co-star. In realtà non è assolutamente detto che mi prendano, mi hanno scritturata sì ma poi quando si arriva al dunque, a scoprire se quella parte è per te, è li che si gioca tutto. Il mio agente mi ha spiegato che hanno voluto mantenere estrema riservatezza sui nomi degli attori selezionati per non far trapelare informazioni ancora non certe e soprattutto perché, per selezionarci, vogliono un vero effetto sorpresa. La mia prova sarà appunto l’incontro con il protagonista, il personaggio maschile verso il quale proverò prima una curiosità mista ad attrazione, con un velo di pericolo -suona familiare- e poco dopo inizierò a trovarlo insopportabile.

Ero scettica, ma leggendo lo script in realtà il mio personaggio è complesso la cui storia si intreccia ed emergerà nel rapporto con il protagonista, un uomo della politica americana invischiato in qualche complotto internazionale, al quale vengo affiancata per la campagna elettorale dal suo segretario. Ci sono tanti aspetti misteriosi del mio personaggio; è una donna forte, risoluta, fragile al tempo stesso e che mostrerà spesso una doppia faccia non perché ingannatrice, ma come scudo dai sentimenti che inizierà a nutrire per il protagonista. Ci vorrebbe una bella “doppelganger modalità” allora, ci butterò dentro un po’ di Kathrine, che sembra essere calzante, mentre di Elena non c’è molto.

Accidenti quanto mi ha condizionato la vita indossare per sette lunghi anni i panni di qualcuno che ti sembra strano non sia vivo da quanto lo conosci bene; alla fine è questo, sei talmente sotto la pelle di un personaggio che inevitabilmente ne prendi i tratti, le caratteristiche, da Kathrine ho imparato molto sull’arte della seduzione, sulla cattiveria e sulla paura di amare.

Da Elena ho imparato l’opposto, il coraggio di amare e buttarsi sempre, senza riserve. E certe cose te le porti dietro tutta la vita, diventano parte di te e ti rendono chi sei.

Io di me, ad entrambe, non ho dato solo il volto e la voce, ma anche il cuore e la passione per la vita, in tutti i suoi sensi.

Secondo Kevin era per via dei miei occhi che sono grandi e di un colore quasi innaturale che perforano in qualche modo la telecamera.

Mi torna in mente una frase di un certo qualcuno sui miei occhi che tento di rimuovere, ma come la voce della donnina del supermercato me la ripete violenta nella testa

è impossibile non sciogliersi quando ti guarda con i suoi occhi da cerbiatta

Ok, respiro e ricaccio all’inferno i miei ricordi insieme al mio stomaco che hanno il brutto vizio di perseguitarmi nei momenti sbagliati.

 

D’un tratto la porta davanti a me, seduta su una sedia di finta pelle nel corridoio degli studios di Los Angeles con l’aria condizionata a mille a trafiggermi la testa, si apre e uno dei produttori mi fa cenno di entrare. Passiamo per un corridoio piuttosto corto che divide due stanze, lui va a collocarsi sulla sedia accanto all’altro produttore e al regista che mi fissano curiosi, puntando poi gli occhi sul vetro davanti a loro. Vogliono restare fuori per farci provare in tutta tranquillità nella stanza che sarebbe stata un set provvisorio dell’ipotetico studiolo del protagonista, dove il mio personaggio lo avrebbe conosciuto la prima volta. Li guardo un istante, poi metto lo script in borsa e la poggio a terra preparandomi a rivestire i panni della super p.r. pronta per gestire la campagna elettorale di un noto politico del momento.

 

Apro la porta ed entro con fare sicuro, ma allo stesso tempo con delicatezza, non so cosa mi aspetti; come supponevo c’è uno studio rimediato alla meno peggio giusto per fare i provini, mi guardo un attimo attorno per cogliere dei particolari della stanza fin quando non direziono lo sguardo sulla figura di spalle.

Lui probabilmente sta provando la sua parte da prima di me, è poggiato in piedi alla scrivania mentre con una mano fa ruotare la poltrona e nell’altra stringe un cellulare fingendo di parlare con qualcuno. Sono immagini che registro in mezzo secondo perché poi mi pianto non appena, dalle spalle forti, i miei occhi si posano sui capelli neri e qualcosa dentro di me inizia pericolosamente ad attorcigliarsi; faccio piccoli passi schiarendomi la voce. Ancora non riesco a sentire la sua, fin quando non arrivo a un metro e qualcosa dalla scrivania e riconosco il timbro.

Mi sento gelare il sangue nelle vene e schiudo la bocca per urlare, ma esce solo un suono strozzato non udibile.

Vorrei andarmene, correre più veloce del vento prima che succeda l’inevitabile, prima che mi condanni ad un azzurro che non volevo più vedere.

 

Ian.

 

Quanto tempo è che nella mia testa non penso a quel nome.

Lui percepisce la mia presenza e si volta di tre quarti continuando a fingere una conversazione telefonica, ma io non connetto più e non riesco a ricordarmi cosa devo dire o fare.

Bene al massimo mi brucio la parte, tanto meglio.

 

Ed ecco che pure lui rimane di sale nel vedermi li, lo capisco perché le sopracciglia sono crucciate e gli occhi celesti si sgranano, perplessi e stupiti. Tiene il telefono a mezz’aria e la bocca semi aperta sulla quale mi permetto di indugiare per scappare dalle iridi chiare che mi fissano inchiodandomi.

Non so che fare, sono ferma a mani conserte davanti al busto, con la bocca schiusa frugando nella mia testa alla ricerca del testo, ma vorrei solo dire che è tutto un grande errore e che non posso, non posso proprio stare li a farmi mangiare dal parassita che mi ha infettata e non mi molla. Iniziano a farmi male gli occhi, non riesco a sbatterli accecata da quel suo stramaledetto modo di illuminare la stanza solo respirando.

 

E non posso proprio evitare di guardarlo, era veramente troppo tempo che i miei occhi non correvano sul suo corpo, avvolto nell’abito blu notte -grandioso ci siamo vestiti dei soliti colori- ma perché lui lo sa che quel colore gli risalta gli occhi cerulei.

Quegli occhi che per me sono stati paradiso e inferno al tempo stesso.

 

Indugio sul suo volto, più invecchia più diventa bellissimo, ha la barba fatta e qualche ruga in più, ma c’è qualcosa di diverso che non riconosco, non è più l’uomo di cui mi sono innamorata follemente, c’è un velo di qualcosa che non so sui suoi occhi e mi stringe il cuore. E’ doloroso realizzare quando non sei più parte di qualcuno, quando quello che rimane è un vuoto e un senso di estraneità.

Lui si muove lentamente, abbassa il telefono e lo posa sulla scrivania senza mollare i miei occhi, è totalmente voltato verso di me e non mi parla, si limita a fissarmi tra lo stupito e l’imbarazzato, ma vedo che sta per sfuggirgli un mezzo sorriso non sarcastico semmai dispiaciuto, e so che la fossetta che gli si formerà all’angolo destro della bocca mi potrebbe uccidere.

 

Fa un passo di lato per spostarsi e venire verso di me e questo mi fa istintivamente indietreggiare in modo impercettibile, quanto basta per guadagnare due centimetri dell’aria che adesso mi manca.

Che devo dire? Salve qualcosa...non ricordo, e lui lo sa che il mio cervello è in panne.

 

-Cosa posso fare per lei?-

 

La sua voce mi investe e mi graffia, spogliandomi di tutto, riuscendo al tempo stesso a farmi recuperare lucidità. Ha esitato, il tono incrinato lo ha strozzato, io lo conosco troppo bene il suo tono di voce.

D’istinto mi ravvio i capelli dietro l’orecchio.

 

-Io….sono la sua nuova assistente, per la campagna-

 

Non ho nemmeno sentito la mia voce uscire, so solo che non riusciamo a distogliere lo sguardo. E mi pento di aver deciso di lisciarmi i capelli come la vecchia Elena, ma la protagonista quando inizia a lavorare con lui è una donna integra, solida, determinata, non una femme fatale. I capelli lisci si addicono, così come il tailleur che non sono solita portare nel quale mi sono strinta, e ora d’istinto mi viene voglia di chiudere il blazer blu e nascondere il top di pizzo bianco che appare in trasparenza da sotto la camicetta dal tessuto particolarmente sottile.

E lo vedo che lui fa quella cosa, quella cosa che mi ha sempre messa in estrema difficoltà.

Si perde sul mio corpo, lascia un istante i miei occhi e scende giù, lungo la linea del mio esile collo fino a sfiorare le clavicole e accarezza l’incavo tra i miei seni lasciato intravedere appena dalla camicia, in modo involontariamente sensuale. I suoi occhi mi percorrono come una goccia fredda che mi scivola sulla pelle facendomi rabbrividire ad ogni tocco. Deglutisco annaspando per quell’aria che mi sta rubando.

Lui sta recitando, ricordatelo dannazione.

 

-Hai un nome, assistente?-

 

Si poggia contro la scrivania e incrocia le braccia sfoderando un’espressione degna di Damon. Mi sta sbeffeggiando e questo è il momento in cui la protagonista si irrita e non mi risulta difficile stizzirmi e rappresentarmelo in volto. Socchiudo appena gli occhi e inarco le sopracciglia, ringraziando per un momento di non sentirmi violata da lui.

Sono certa che le mie gote siano di cinque tonalità di rosso, sento il viso in fiamme e il cuore che batte all’impazzata.

 

-Per lei, solo Miss Cooper-

 

Lui alza un sopracciglio divertito e gli scappa un piccolo sorriso, di quelli che dicevo prima che mi ammazzano e piega appena il capo verso il basso. Poi ritorna su di me, cercando di mantenere un atteggiamento serio davanti alla mia espressione tronfia e fortemente indispettita.

 

-Allora, solo Miss Cooper, la prima riunione col team si terrà domattina alle nove...puntuale mi raccomando-

 

Annuisco silenziosamente e faccio per congedarmi, ho la netta sensazione di aver sbagliato tutte le battute nella confusione di Mr Somerhalder.

La sua voce mi ferma.

 

-Ah e il caffè….doppio, senza zucchero e un pezzo di crostata alle more-

 

Non sono certa che quella battuta fosse nel copione, onestamente ho problemi anche a respirare figuriamoci pensare.

Mi volto lentamente.

 

-Lo farò sapere alla sua cameriera-

 

Lo gelo senza troppi complimenti. Riparto e sparisco oltre la porta chiudendomela alle spalle.

Finalmente respiro, il mio cuore inizia lentamente a decelerare e sto pure smettendo di sudare freddo.

Oddio voglio urlare, il primo pensiero è chiamare Kat, Jules o Candice, qualcuno con cui sfogare la frustrazione che mi stringe il petto, ma non posso fare niente di tutto questo perché la porta alle mie spalle scatta e vedo arrivare nella mia direzione i produttori.

Mi scanso permettendo a Ian di uscire, i suoi occhi sono di nuovo su di me e lascio che mi affianchi. É così vicino che il mio corpo si scalda sentendo il suo inconfondibile profumo pizzicarmi il naso.

Un altro colpo basso.

 

-Bene, ottimo-

-Direi che la parte è vostra-

 

Entrambi alziamo la testa di scatto verso di loro con gli occhi sgranati e nessuna espressione felice a illuminarci il volto. Poi ci guardiamo di sbieco e forziamo entrambi un grande sorriso di gratitudine e ringraziamo i produttori che ci danno la scaletta delle riprese, avvertendoci che devono finire di selezionare parte del cast e che le riprese sarebbero cominciate da lì a un mese, molto probabilmente qualcosa meno.  

Una volta soli, mi chino a recuperare la borsa, voglio fuggire da lui in tutti i modi possibili e mi affretto a mettere via il programma quando un brivido mi percorre la schiena.

 

-Nina-

 

E’ un soffio che mi arriva dritto al cuore come una stilettata; il mio nome sulle sue labbra mi è sempre sembrato la cosa più perfetta del mondo, non ho mai amato così tanto il mio nome. Soprattutto quando si divertiva a pronunciarlo per intero rompendomi le scatole per insegnargli l’accentazione bulgara.

Mi faccio violenza e ravviando i capelli mi volto verso di lui.

E’ pericolosamente vicino, dopo tutti questi anni in cui mi ero disintossicata dalla sua presenza, in cui ormai avevo imparato a farne a meno ora tutto insieme è come un’indigestione e fa male.

 

-Em, come....-

-Bene-

 

Lo precedo, voglio chiudere in fretta qualunque argomento voglia tirare fuori. Lo vedo deglutire e decido di ignorare la fitta che attraversa i suoi occhi, procurata dal mio atteggiamento. Evidentemente siamo condannati a rapportarci attraverso i nostri personaggi, è sempre stato così tra noi.

 

-Immagino che ci vedremo al matrimonio di Paul-

 

Ecco che un’altra amara constatazione mi colpisce dritta in faccia.

Certo che ci avevo pensato al fatto che ci sarebbe stato anche lui, ma inconsciamente avevo scelto, per istinto di autoconservazione, di procrastinare quel momento fin quando non me lo fossi trovato davanti alla cerimonia. Devo pur tutelare il mio cuore in qualche modo.

 

-Già, ora devo andare-

 

Scappo da lui, ho bisogno di respirare e i suoi occhi non me lo permettono. Lo sento, mentre accelero il passo verso l’uscita, che mi sta guardando, che gli si sta incrinando qualcosa dentro, lo so fin troppo bene, ma lui non ha alcun diritto di sentirsi così.

Lui ha scelto altro, non me.

 

***

 

Sono sdraiata sul mio letto da quasi due ore, ho ignorato le diecimila chiamate di mezzo mondo a cominciare da mia madre che probabilmente è già in volo dal Canada per capire come mai non le rispondo. Ora non ho la testa, sto cercando di sopprimere quel macello di sensazioni che si sono scatenate tipo tsunami dentro di me quando l’onda azzurra di Ian mi ha travolta.

Ancora.

Finirà mai questa storia? Smetterò mai di subire lui in un modo così violento? Ho avuto la possibilità di rapporti più sereni, più tranquilli, ragazzi perfetti.

"Smettila di paragonarli a lui" è la classica occhiata silente che mi schiocca Riawna ogni volta che mi presenta uno dei suoi mille amici.

Ma nessuno, nessuno mi scombussolava a tal punto, nessuno era capace di farmi impazzire come lui. E questo era più che sufficiente, se un rapporto non mi rende viva non mi interessa.

Non è la tranquillità che cerco.

Respiro a fondo e poi decido di allungarmi verso la borsa gettata sul letto e frugo alla ricerca del telefono, non ho voglia di affrontare il mondo; lo sblocco e appena apro whatsapp sono investita da ottomila notifiche. Rispondo un po’ a caso senza dare troppo peso fino a che Kat non mi propone una serata da lei per parlare del matrimonio di Paul - altro cazzotto- e vorrei tanto dire che io non ho assolutamente intenzione di andare, ma non posso. Le rispondo un distratto “ok” che le fa presagire qualcosa, perché mi chiede del provino e io strizzo gli occhi come per fermare il ricordo di quel pomeriggio che sta per investirmi come un treno. La liquido con la promessa di raccontarle tutto quella sera da lei, e finalmente mi appresto a rispondere a mia madre, la sua voce squillante è un misto tra emozione e preoccupazione.

 

-Non so se accetto-

-Cosa? Perché?-

 

Lei sa tutto, puoi dirglielo.

 

-Perché il protagonista maschile è…-

 

La solita fatica nel pronunciare quel nome.

 

-Ian, mamma, Ian sarà la mia co-star-

 

Un silenzio di tomba si protrae per qualche secondo e non mi dispiace che non dica niente, ma mi insospettisce perché non è da lei.

 

-Fai quello che ti senti-

-In realtà il mio silenzio coi produttori è stato inteso come assenso-

-Ni-

-Mamma, non ti preoccupare, sono grande è passato tanto tempo-

-D’accordo, come procedono i preparativi del matrimonio di Paul?-

 

Ci perdiamo in chiacchiere di altro genere, so che vuole distrarmi da questa situazione. Non vuole vedermi come anni fa quando mi sono chiusa in casa in Canada per tipo un mese dopo aver saputo che si sposava.

Questa parola mi fa ancora cosi male, che cosa stupida Nina, smettila la tua vita, la sua vita sono andate avanti.

Get over.

Chiudo con mia madre e mi fiondo in doccia, ho bisogno di lavare via questa giornata dalla pelle.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti,

eccomi qui con la mia prima storia dedicata a Ian e Nina. Spero di non offendere o urtare la sensibilità di nessuno, come ogni fan fiction che si rispetti racconto ciò che immagino io nella mia folle testa da disturbata fan Nian.

Tralasciando ogni commento sulle vicende che gli interessano, la mia storia come avrete letto si svolge tre anni dopo la fine di TVD e vi dico già che durerà solo due capitoli.

E’ totalmente Nina Pov quindi non saprete mai cosa pensa Ian o cosa senta, cercherò di mostrarlo attraverso quello che vive lei sulla sua pelle.

Nella storia c’è molto di mia invenzione a livelli di fatti futuri, tranne piccole cose come alcune frasi che Nina ricorda e che Ian ha detto davvero su di lei.

Spero possiate apprezzare, commentare e leggere e che in qualche modo io riesca ad emozionarvi.

Grazie!!

Eli

   
 
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