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Autore: sunnie13    18/01/2015    0 recensioni
Ma c'erano anche quelle giornate in cui, cavolo, l'unica cosa che aveva voglia di fare era rimanere al letto. Odiava il sole solo per il semplice fatto di essere sorto ed averlo costretto a passare una giornata di schifo. Come sempre, d'altronde.
Si puo' essere forte quanto si vuole, ma si sa, inevitabilmente si crolla.
Kurt Hummel era crollato, in quel momento.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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It's so cold with nobody to hold me.

 

 

 

Non sapeva come tutto fosse successo così velocemente. Tutto ciò di cui si era reso conto era che si trovava seduto con le ginocchia al petto. Il parquet era scomodo senz'altro, ma non gliene fregava niente. Sentiva che il freddo gli entrava dalla camicia che si era messo per andare a scuola.

Si teneva la testa fra le mani, e respirava profondamente. Sentiva di essere sott'acqua, cercava di trovare uno spiraglio di aria, ma non ce la faceva. Ultimamente, non riusciva a fare niente.

La testa girava vorticosamente tanto che per un attimo non si era accorto di essere in camera sua. Quella maledetta camera che aveva visto ogni sua singola lacrima, ogni suo tremore, brivido.

Il fatto era che Kurt Hummel si sentiva così terribilmente vulnerabile, e molto probabilmente lo era anche.

Si chiedeva se il dolore avesse avuto una fine. Un giorno avrebbe mai potuto sussurrare “Ce l'ho fatta”?

Perchè se fosse esistito qualcuno che gli avesse detto che tutto sarebbe andato bene, allora lui avrebbe continuato in questo modo. Cadendo e alzandosi, nuovamente.

Ma ora, in quel momento, si sentiva distrutto, come non mai.

Passava le giornate a dire a se stesso che tutto avrebbe avuto una fine, e che lui ne sarebbe uscito con la vittoria in mano. Insomma, felice.

Ma c'erano anche quelle giornate in cui, cavolo, l'unica cosa che aveva voglia di fare era rimanere al letto. Odiava il sole solo per il semplice fatto di essere sorto ed averlo costretto a passare una giornata di schifo. Come sempre, d'altronde.

Si puo' essere forte quanto si vuole, ma si sa, inevitabilmente si crolla.

Kurt Hummel era crollato, in quel momento.

 

 

**

 

Quella mattina di Gennaio, Kurt Hummel avrebbe iniziato una nuova vita.

Dopo le vacanze di Natale, infatti avrebbe cambiato scuola. Da quando era piccolo era sempre stato deriso, allontanato e isolato dai compagni per il semplice fatto che era diverso. Loro non capivano che la parola diverso per lui era speciale. Non capivano che anche se, per esempio, a cinque anni lui preferiva giocare a prendere il tè invece che ai super eroi, in realtà aveva qualcosa da dire. Si era sempre sforzato di allargare le labbra in un sorriso, anche se arrivato a casa aveva chiesto alla madre cosa c'era di sbagliato in lui.

“Non c'è niente di sbagliato in te” ripeteva la madre “tu.. sei speciale. Hai un potere che gli altri non hanno.” E lui se ne andava al letto con il sorriso sulle labbra.

Quando aveva iniziato le medie, tutto era cambiato. Soprattutto per quel maledetto giorno di Ottobre quando la madre era morta.

Il mondo gli era crollato addosso. Lei era l'unica che l'avesse mai supportato, in tutte le decisioni. Lei era l'unica che l'avesse mai capito. Era l'unica che sapesse il suo piccolo grande segreto.

Kurt Hummel non sapeva che cosa significasse la parola gay, fino a quando, alle scuole medie un bambino lo aveva chiamato in quel modo, facendo riscuotere in lui un senso di vuoto ma di curiosità.

Quello stesso giorno era ritornato a casa con quella parola in testa, si era fiondato in camera e aveva cercato su internet il significato.

Secondo lui, non c'era niente di male ad amare un uomo invece che una donna. Non aveva nessun problema, ma gli altri sì. Si era reso conto, inoltre che alcuni bambini lo avevano chiamato con altre parole di cui non sapeva il significato. Erano parole dispregiative e offensive. Non voleva ripeterle o altro perché sapeva che infondo erano collegate al fatto che lui provasse interesse per i maschi.

Ma era un bambino, infondo.

Aveva convissuto quegli anni di scuola come se niente fosse. Si era unito ad un gruppo di amiche che erano indifferenti.

Il problema era sorto quando l'ultimo giorno dell'ultimo anno delle medie era andato a prendere tutta la sua roba dall'armadietto e aveva notato una scritta gigante e rossa che diceva “Frocio”.

Solo in quel momento aveva provato qualcosa di diverso. Si era appena ricordato di quella parola che ormai quasi tutti usavano per chiamarlo. Si era sentito vuoto, improvvisamente triste e non capito.

Se ne era andato dalla scuola senza dire niente a nessuno, neppure a suo padre. Non aveva intenzione di farlo preoccupare inutilmente.

Poi aveva iniziato il Liceo, finalmente, pensando che le persone avessero un modo di pensare diverso, più aperto. Cosa che risultò essere completamente il contrario.

Il primo giorno fu' il più bello per lui, perché come alle medie, stava da solo. Aveva intravisto quelle poche amiche che aveva frequentato, ma non aveva voglia di stare con loro dato che non si erano fatte sentire neanche una volta nell'estate.

I giorni a seguire furono quelli più devastanti. Tutti avevano capito. Tutti erano a conoscenza di Kurt, e del fatto che fosse gay, e mai nessuno si era permesso di rivolgergli la parola. Beh, tranne per un ragazzo che gli aveva reso la vita un inferno.

Si permetteva di buttarlo contro l'armadietto e di spingerlo quando lo aveva davanti. Senza contare telefonate di notte in cui lo spaventava dicendo che avrebbe potuto sputtanarlo davanti a tutta la scuola, senza scrupoli.

Quel primo anno era trascorso così. Tra spintoni, battutine e telefonate.

Ma quel secondo anno, era stato impossibile da reggere per lui. Così, aveva affrontato il problema con il padre e si era deciso di cambiare scuola.

Il motivo per cui si ritrovava sul pavimento a piangere era perché quel primo giorno di scuola si era svolto ancora peggio. Come benvenuto la squadra di football lo aveva buttato nel cassonetto della scuola.

Non aveva trovato nessuna persona con cui parlare, e tutti gli stavano alla larga.

 

**

 

Avete presente quando, siete da soli, o in compagnia e sembra che tutto il mondo sia nelle vostre mani ma improvvisamente vi crolla addosso?

Avete presente quando vi sembra di non riuscire più a respirare normalmente e siete chiusi in una stanza piena d'acqua senza un minimo di aria?

Oppure, quando non riuscite a vedere neanche una cosa positiva?

Vi siete mai sentiti così? Incapaci, inutili, non bravi abbastanza, non nella norma?

Kurt Hummel sì. Piangeva, si disperava in quella camera che non faceva altro che ricordargli tutti i momenti tristi della sua vita. E ora doveva aggiungerne un altro nella lista.

Il cuore batteva velocemente, il respiro era sempre più affannato, le mani sudavano, e non riusciva a vedere bene.

Gli occhi rossi, dal pianto, dalla disperazione.

Non importa se c'è quella persona che vi dice che siete perfetti così, se voi non siete convinti di esserlo. Siamo sempre così testardi da ascoltare solo noi stessi, e gli altri quando ci conviene, o quando non ci conviene. Dipende dalle occasioni.

Kurt, in quel momento stava ascoltando il parere delle persone. In quel momento, come non mai, era convinto che fosse sbagliato, e inutile.

Si contorceva sul pavimento, trovando un modo per fermarsi.

Aveva sempre fatto di tutto per sentirsi meglio, aveva sempre trovato il lato positivo delle cose. Si era imposto dei limiti, ed aveva fatto le cose con la sua testa.

In quell'istante, però, era crollato. Non si sentiva più di continuare in quel modo, perché tutti gli sforzi che aveva fatto non erano serviti a niente. Doveva- aveva il bisogno di trovare una meta, un obbiettivo per cui continuare la sua lotta.

Ma l'unica cosa che riusciva a pensare era come avrebbe passato gli anni del Liceo in quella scuola. Deriso, preso in giro da tutti.

Perchè la verità è che, anche sei siamo convinti di una cosa- una qualsiasi cosa, bella o brutta, la vita ce la sconvolge.

E' questo il dramma. Questa è la paura.

Allora le persone forti cadono in un burrone e per rialzarsi ci mettono tutta la forza possibile. Ma è una loro scelta, non della vita.

Hanno- abbiamo un potere: migliorare la nostra vita, nonostante le difficoltà.

Kurt Hummel, si era reso conto, che sì, non poteva continuare in quel modo, ma anche che se non si fosse rialzato ancora una volta avrebbe abbandonato tutto.

E lui non abbandona mai, lui affronta le cose a testa alta.




Angolo Autrice

Holaaa!
Here I aaam!
So che ancora devo pubblicare il 25esimo capitolo della long, ma avevo in cantiere questa OS e ho pensato "perchè non pubblicarla?"
Volevo già da tempo scrivere una cosa del genere, perchè you know il personaggio di Kurt mi è sempre piaciuto. E a chi non piace? Aggiungerei.
È AGNST PURO, lo so e mi dovete scusare. 
Sarei come al solito grata di sapere cosa ne pensiate.
E a chi troverà la frase di Chris Colfer che ho aggiunto nel testo, farò un regalino. NON MENTO NOOOOOO.
Anyway, vi amo. A presto con il capitolo della long.

 

  
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