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Autore: hanaemi_    19/01/2015    0 recensioni
"[...] Un lampo di delusione baluginò sul viso del portoghese, ma la bionda non se ne curò. Gli stava dicendo le cose come stavano."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nyotalia, Paesi Bassi, Portogallo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My weakness

 

{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: nyo!Olanda (Aartiënne), Portogallo (Afonso), Olanda (Laars)
Pairing: PortNed
Parole: 686 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)}


"Sei la mia debolezza, Scarface.." sussurrò l'olandese con voce strozzata, osservando come il ragazzo, chino su di lei, stesse tormentando ogni centimetro della sua pelle con la lingua, guardandola dritta negli occhi e provocandole così brividi di piacere che le percorrevano tutta la schiena.
Sollevò appena il capo, puntellandosi su un gomito e posando il mento sul palmo della mano, senza smettere di guardarla. Accennò un sorriso, mentre con l'altra mano la carezzò dalla guancia e poi giù, stazionando sul fianco.

"E tu la mia. Ma ho il timore che a tuo fratello non piaccia questa cosa."
"Lui cerca solo di proteggermi, anche se saprei farlo da sola. So che sono una tua debolezza, ma probabilmente sono solo una delle tante debolezze, uno dei tanti bei corpi da possedere e in cui ricercare piacere carnale."


Si sfilò da sotto il suo corpo e si sedette a gambe incrociate sul materasso, guardandolo dritto in faccia.
"Mi hai tradito fin troppe volte perché io possa vedere un briciolo d'amore in te."
Un lampo di delusione baluginò sul viso del portoghese, ma la bionda non se ne curò. Gli stava dicendo le cose come stavano.
"E mio fratello sta in guardia per evitare che io ricada nella tua trappola, che io venga accecata da un sentimento tanto impetuoso quanto distruttivo quale è l'amore. Ma io non sono stupida, non questa volta. Ti sto semplicemente usando, Port, come fossi la mia puttanella. Come facesti tu con me tanto tempo fa."

Si alzò, rimettendosi la biancheria sparpagliata per la stanza e reindossando l'abito azzurro al ginocchio, recuperando infine le scarpe.
"Mi ferisci, così. Credi davvero che l'abbia voluto io, tutto questo?"
La ragazza si voltò, braccia conserte e un sopracciglio inarcato, un sorriso quasi di scherno sulle sue labbra.

"Preferisco lasciarti col beneficio del dubbio."
E si diresse alla porta di ingresso, senza aggiungere altro. Il portoghese, seduto in mezzo al letto, sentì solo uno, anzi, due tonfi secchi: quello della porta e quello dell'ennesimo colpo inflitto al suo cuore già malandato.

 

****


La chiave scattò nella serratura e con cautela aprì la porta, che emise un debole cigolio.
Aartiënne entrò silenziosamente in casa, le scarpe in una mano per evitare il minimo rumore. Era notte inoltrata, e sperava vivamente che il fratello stesse dormendo; in quel momento, la voglia di uno dei suoi interrogatori a mo' di padre apprensivo era sotto lo zero. Sbatté un paio di volte le palpebre, abituando così gli occhi alla semioscurità dell'ingresso. Dinanzi a sé un lungo e stretto corridoio si diramava, e in fondo vi era la sua stanza. Poteva farcela, non era poi molto distante. Si incamminò piano, in punta di piedi, ma non ebbe fatto qualche passo che sentì uno scalpiccio provenire dalla stanza alla sua destra, il salotto. Si fermò, le braccia lungo i fianchi e le mani strette a pugno, e un sospirò abbandonò le sue labbra. Voltandosi di lato vide solo un leggero fumo chiaro innalzarsi in piccole volute verso l'alto, per poi disperdersi nell'aria.

"Sei stata di nuovo da Afonso."
"Che ti importa. E anche se fosse, so proteggermi da sola."
"Sei una donna forte, Aartiënne. Ma non con lui."

"Non più, Laars. Non mi fa più alcun effetto."

L'olandese le si avvicinò, allungando una mano verso il suo viso, ma l'altra si ritrasse. Suo fratello era silenzioso, ma molto loquace, capiva subito quando qualcosa non andava, anche con uno sguardo o una carezza.
Sentendola allontanarsi da lui per non farsi toccare, il ragazzo ritirò la mano.
"Tu menti, sorella."
"Può darsi. Sempre meglio che crogiolarmi nell'illusione che lui mi ami davvero mentre si scopa qualcun'altra, no?"


Laars sospirò pesantemente e si tolse la pipa dalle labbra, la miscela ormai quasi terminata, poggiandola sul basso mobile dell'ingresso. Le accarezzò i morbidi capelli biondi con una mano, in silenzio, senza dire nulla.

"Het spijt me1, Aartiënne."
"Non dispiacerti per me, davvero. C'ho fatto l'abitudine."
sussurrò, stringendosi nelle spalle. Si mordicchiò il labbro, sollevando finalmente lo sguardo a guardare negli occhi il fratello, quegli occhi tanto simili ai suoi, e un accenno di sorriso le si disegnò sulle labbra. Gli diede una pacca sulla spalla.
"Anzi, grazie per tutto. Ik hou van je, broer.2"



1 Het spijt me: mi dispiace
2 Ik hou van je, broer: ti voglio bene, fratello

   
 
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