Oggi è il giorno della Mietitura. O almeno lo era prima della mia nascita.
Sono ormai sedici anni che non si svolge più, come lo chiamo io, il rituale mortale al quale hanno preso parte i miei genitori e altre povere vittime.
Quando avevano più o meno la mia età, durante la cerimonia della Mietitura furono estratti i nomi di mia zia Prim e mio padre per andare in un luogo chiamato Arena, dove venivano mandati ventiquattro ragazzi da ogni Distretto ad uccidersi, fino a quando sarebbe rimasto un solo vincitore. Dicevano fosse un modo per ricordare a tutti i Distretti che non era possibile una ribellione contro Capitol City, poiché essa aveva tutto il potere per distruggerli. Quel che ho sempre pensato fosse il peggio è quando mia madre mi disse che a Capitol City gli Hunger Games erano considerati una festa e fonte di divertimento. Una cosa oltre ogni forma di umanità.
Mia madre, che al tempo era una sorella maggiore protettiva e coraggiosa, prese il posto di mia zia, offrendosi volontaria come Tributo, e tutti la ammirarono per ciò.
In seguito, i miei genitori furono portati a Capitol City per essere “istruiti” sullo svolgimento dei giochi e preparati ad essi. Erano entrambi spaventati, ma avevano Haymitch a sostenerli e mamma aveva Cinna, il suo stilista, che scommise su di lei dal primo momento.
Mamma mi ha spiegato com’era strutturata l’Arena: era una cupola al cui interno venivano rinchiusi i ventiquattro ragazzi Tributi con delle armi a disposizione fino a quando ne sarebbe rimasto solamente uno. Nella loro prima edizione, i miei genitori si trovavano immersi nel verde di una radura circondata da una fitta boscaglia, dove si nascosero per gran parte della durata dei giochi.
Ogni tanto si sentivano dei colpi di cannone. Significava che qualcuno era morto, e la sera mostravano il suo viso nel cielo finto dell’Arena.
Mamma si era fatta un’amica, Rue. Era più piccola di mia zia Prim, ma un giorno mi confessò che in Rue rivedeva sua sorella. Non mi raccontò altro di lei, ma parlandone vidi che cercava di trattenere le lacrime, così decisi di non insistere.
Mancavano ancora pochi tributi e mamma era sola, perché di papà non c’era traccia. Era spaventata ogni volta che sentiva il colpo di un cannone e la sera cercava il suo viso tra quelli dei tributi caduti.
Quando finalmente lo trovò mimetizzato e ferito a terra, lo portò al sicuro per curarlo. Fu in quel momento che si diedero il primo bacio.
Alla fine rimasero tre Tributi: i miei genitori e Cato, un ragazzo del Distretto 2. I miei si rifugiarono sulla Cornucopia quando Cato li attaccò. Fu uno scontro difficile, poiché Cato aveva molta esperienza di combattimento, ma alla fine i miei vinsero. Ma le regole prevedevano un solo vincitore. Dopo una discussione decisero che avrebbero fatto finire quella storia insieme, così presero una manciata di Morsi della notte a testa. Stavano per mangiare quelle bacche mortali quando la voce del Capo Stratega annunciò la vittoria dei due.
Questo mandò su tutte le furie l’allora presidente Snow. Non tanto per la vittoria dei due, piuttosto per il loro gesto. Il presidente l’aveva preso come un affronto, un gesto di ribellione, un gesto che non avrebbe mai dovuto verificarsi. Ma i miei genitori non lo sapevano, e questa fu la condanna alla loro vita da ribelli.