Un bacio
R
Il ritorno del re
Ginevra guardava fuori dalla finestra, persa, attendeva il ritorno del suo amato re. Un rumore, un sussurro, si volta e lo vede. Glorioso nella sua armatura, sudato, sporco di sangue Artù la osserva. Ricci i capelli della sua sposa, lunghi, castani come anche i suoi occhi, niente blu, niente nero, guance morbide e fini, niente zigomi pungenti niente sorrisi troppo larghi. Quelli che lo sa, gli riscaldano il cuore. Il cavaliere sorride, è la prima volta dopo settimane di battaglia. Le si avvicina e la stringe a se, è un abbraccio che sa di disperazione, è un abbraccio che sa quasi di amore. Gli toglie l’armatura, veloce, esperta come solo la figlia di un fabbro potrebbe essere, non le importa del sudore, del sangue, lo vuole. Si danno un bacio disperato, il bacio di chi è scampato alla morte, alla solitudine. Cadono sul letto, hanno fretta, adesso in un piccolo istante di nulla, voglioso sentire i rumori della vita. Le vesti cadono e rimangono solo loro, su delle coperte che presto non saranno più candide. I respiri veloci, la serva diventata regina, il principe che ora è un grande re. Lui le entra dentro veloce, rude, ascolta i suoi gemiti e ne gioisce in quella danza che dura troppo, la danza dell’amore. Ad un tratto si ferma, di nuovo vivo, lontano dal sangue che macchia il terreno oltre le foreste di Camelot e ricomincia la sua danza, più calmo adesso, più lento, ricordandosi di chi si trova sotto di lui.
Lei sussulta e lo guarda, il lungo istante in cui si osservano viene spezzato dalla sua voce “ mi sei mancato” troppo dolce, troppo lungo quel contatto, chiude gli occhi Ginevra, arrivando all’agognata meta, portando con se il re, liberandolo da un terribile peso che neanche lui sapeva di avere, lasciandosi stringere, stringendolo. Solo allora Artù gli risponde, è un sussurro “anche tu” e poi in fretta distoglie lo sguardo, si alza dal suo corpo e si distende vicino a lei, distante, l’ha capito dagli occhi sfuggenti, dalla risposta strozzata e Ginevra sa che forse lui non pensava a lei.
Angolo dell’autrice:
okay… Io faccio solo una precisazione. Quando Gwen alla fine dice che forse lui non pensava a lei potete pensare un po’ di tutto ma in realtà io mi riferisco soprattutto al “anche tu” perché chi lo sa a cosa pensa il caro re u.u
Ringraziamenti e Dediche:
A Giovanni che mi ha pregato di scrivergli questa storia, ma che sa che non posso vivere senza il Merthur. Alla mia beta che diciamo mi ha censurato, se no sarebbe molto più Argwen di quanto già non sia (infatti era tipo il doppio xD), alla mia mela che stava impazzendo per avere una mia storia (involontariamente è quasi una vendetta cara Eresseie ma lo sai che ti voglio bene!), a V per Vendetta che mi vuole tantooo bene! A tutti coloro che perdono 5 minuti per leggere la mia roba e a Elyxyz perché c’è stata sempre ^^
Grazie :*