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Autore: _Marty01_    20/01/2015    4 recensioni
-Se mio papà fosse ancora vivo, pensi che sarebbe stato un artista anche lui?- domandò Clary, una muta tristezza dipinta in viso. Luke spostò lo sguardo su quella runa che gli aveva tracciato l’ormai ex-amico anni fa. Parabatai... Ecco cosa furono. Cosa avrebbero dovuto per sempre essere stati. Ma “per sempre” non dura mai in eterno. Tutte le cose belle hanno una fine, loro avevano una fine.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Luke Garroway, Valentine Morgenstern
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«-Se mio papà fosse ancora vivo,
 pensi che sarebbe stato un’artista anche lui?-
Luke parve colto di sorpresa
 a quella domanda.»
Shadowhunters- Città di ossa
 
 


-Se mio papà fosse ancora vivo, pensi che sarebbe stato un artista anche lui?- domandò Clary, una muta tristezza dipinta in viso. E Luke si fermò a pensare, bloccandosi con uno scatolone ancora in mano. Si fermò, e migliaia di ricordi lo travolsero a sé. Trascinandolo con loro in quell’abisso nero che poteva diventare la mente di un uomo.
  A Valentine era sempre piaciuta l’arte. Prima di diventare il mostro che fu, non c’era giorno che passava senza amare come se fosse l’ultimo Jocelyn e la sua arte, la sua pittura. Amavi i suoi capelli rossi, i suoi occhi verdi e ancora innocenti, le sue mani affusolate e macchiate d’inchiostro nero, le matite sempre pronte e ben temperate nelle tasche. Arte... Per Valentine l’arte era lei, la vera arte.  
Luke spostò lo sguardo su quella runa che gli aveva tracciato l’ormai ex-amico anni fa. Era come se non fosse passata neanche un anno da quel giorno. A volte sentiva ancora la sua mano ben salda sul collo, intentata a tracciare quella runa che li avrebbe legati per sempre. Parabatai... Ecco cosa furono. Cosa avrebbero dovuto per sempre essere stati. Ma “per sempre” non dura mai in eterno. Tutte le cose belle hanno una fine, loro avevano una fine.
E poi i ricordi si susseguirono tra loro. Ricordi sfuggevoli, che si dissolvevano ogni volta che lui allungava le mani per afferrarli e trattenerli a se, beandosi di loro.
Conosceva tutto di lui. Tutto. Gli era sempre stato accanto, anche alla fine. Fino a quando la verità su di lui, sul vero lui, non gli fu chiara.
Lo conosceva più di chiunque altro al mondo, eppure, nonostante tutto, non sapeva rispondere, non sapeva che dire.
Ma lo conosceva?  Ne era più che sicuro?
Clary lo continuava a fissare, in attesa di una risposta. Assomigliava così tanto a sua madre. A Jocy. Eppure, a volte, riusciva a scorgere in lei la stessa fierezza di Valentine, la stessa testardaggine nel fare le cose, nel farle sempre e senza mai arrendersi. Ricordava tanto suo padre, come fu prima di essere quel mostro che tutti ricordavano e temevano. Cosa avrebbe dovuto essere: un amico, un fratello.
Luke avrebbe voluto piangere. Piangere lacrime amare, che mai si ricordava di avere versato.
Perchè sì, lui, Val, era un’artista.
Perché esistono vari modi di essere artisti. C’è chi è un artista in arte, chi in cucina, chi in musica, chi in amore...  E lui, prima di impazzire, sapeva amare. Amare come solo pochi sapevano fare.
Ma cosa rispondere a Clary? Cosa dirle? La verità? O soltanto un’altra patetica bugia?
Fu solo una fortuna che Jocelyn comparse all’improvviso davanti alla porta di casa, distraendo Clary da quel pensiero e interrompendo così il loro muto discorso.
 
   
 
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