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Autore: Niji Akarui    21/01/2015    1 recensioni
Realizzare i propri sogni e arrivare all’apice del successo?
Per le The Farawell tutto questo è stato possibile grazie al loro talento musicale.
Questa famosa rock band americaa ha stupito il panorama musicale e si accinge a completare il loro tour nazionale, ma le sorprese per queste cinque ragazze non sono ancora finite.
Sono in procinto di pubblicare il loro secondo full album, ma come ogni artista di grande fama che si rispetti sono costrette a fare una collaborazione, ed essendo l’hip hop il genere musicale che nell’ultimo periodo sta facendo incassare di più ai suoi produttori, si vedranno costrette a collaborare con un altro gruppo.
E così appena tornate a casa si rimettono subito in viaggio per Seoul e per incontrare la band con il quale faranno il loro featuring ossia i B.A.P.
Ma quanti inconvenienti ed inaspettate e imbarazzanti situazioni si susseguiranno al loro primo incontro?
Cinque ragazze e sei ragazzi potranno convivere pacificamente per il periodo durante il quale dovranno lavorare insieme?
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“New York è sicuramente la città nella quale i vostri sogni, le vostre speranze e le vostre enormi aspettative potrebbero realizzarsi.

Certo la percentuale che questo accada è davvero minima e bisogna essere possessori di un enorme talento, ma al giorno d’oggi possiamo dire che la nuova super nova della scena musicale, che è letteralmente esplosa spazzando via i suoi rivali è il gruppo delle The Farewell.

Cinque ragazze che incontratesi quattro anni fa hanno formato la rock band che va per la maggiore in tutta la grande mela e non solo.

Un disco di platino e miliardi di premi conquistati in solo due anni dal loro debutto hanno fatto si che la più grande discografica d’America s’interessasse a loro, e così hanno firmato da qualche mese a questa parte un contratto con la Universal Music, coronando finalmente il loro sogno di diventare delle rock star.

Il gruppo è formato da: Angel Fox alla batteria, Kate Smith come prima chitarrista e Victoria Ford come seconda, la formidabile bassista Jade Jett ed infine la cantante che con la su voce ha letteralmente ammaliato il loro pubblico, con quel suo timbro graffiato e al col tempo caldo , lei è la Revolve Queen del ventunesimo secolo, la vocalist Cherrie Gills.

Adesso hanno appena concluso il loro tour naziona…”

-Andiamo Kate spegni quel dannato televisore, è già il sesto programma  di gossip che guardi- sbottò Cherrie mentre strappava di mano alla prima chitarrista la sua birra e la finiva in un sol sorso.

-Lascia che si goda il successo in fin dei conti nessuno di noi ha mai vissuto tutto questo- disse Jade mentre si alzava dal tetto della loro suite, sul quale fino ad allora era rimasta a fumarsi una delle tante sigarette di quel giorno –e va bene ma questo è l’ultimo poi fila in camera tua e va a dormire- Kate sorrise di rimando alla vocalist e le saltò al collo –lo so che ti preoccupi per noi-  Cherrie le sorrise poi spense la tv ed assieme a Jade la salutò andando poi a lanciarsi sul letto.

-Domani abbiamo il volo per tornare a New York, penso che il concerto di sta sera sia andato bene, il tuo assolo al basso li ha letteralmente fatti impazzire-  Jade si stiracchiò sul letto –certo ma preferirei che la prossima volta non mi lanciassero addosso un reggiseno con scritto sopra The Farawell vi amo- Cherrie scoppiò in una fragorosa risata e si tenne lo stomaco –lo hai detto tu, non abbiamo mai vissuto tutto questo, comunque preferisco un reggiseno a quello che ci lanciavano addosso prima di firmare il contratto-  la vocalist, incrociò le braccia sotto la testa e si rilassò.

-Domani abbiamo la riunione con il manager e l’agenzia per li nuovo album vero?- chiese Jade e la cantante annuì.

Poi entrambe scivolarono in un sonno profondo.

I polmoni bruciavano per la mancanza d’aria e gli occhi piangevano l’assenza di luce, sembrava che le gambe le si dovessero spezzare per quanto avessero corso, ma Cherrie sapeva di non potersi fermare o quelle rudi mani l’avrebbero presa e le avrebbero fatto cose indicibili.

Nessuna voce guidava la sua strada, solo la paura le ordinava di non fermarsi.

Ma la stanchezza si fece sentire e Cherrie si fermò, annaspò e celò con grande forza di volontà l’urlo che stava per emettere.

Poi un dolce calore l’avvolse e si calmò, finalmente sentiva di non dover più scappare.

La vocalist riaprì gli occhi –è solo un brutto sogno, tranquilla-.

Jade la stava abbracciando e la teneva stretta a se, ma non c’era rudezza in quel gesto solo uno sconfinato amore e il desiderio di proteggere la persona amata.

La bassista sapeva perfettamente cosa stesse accadendo alla compagna, in fin dei conti come da quell’incubo era stata lei a salvarla dalla realtà e Cherrie d’allora non l’aveva mai lasciata, avevano incontrato per caso le altre ragazze e con quei pochi soldi che avevano erano riuscite a comprarsi gli strumenti per poi formare il gruppo che adesso stava facendo impazzire l’America.

Erano partite dai bassi fondi e nessuna di loro avrebbe mai creduto di poter arrivare a quel punto, soprattutto le fondatrici del gruppo ancora non ci credevano.

Cherrie proveniva da una famiglia in crisi, il padre alcolizzato la picchiava e la madre eroinomane fingeva di non vedere in fondo le bastava una dose per dimenticarsi anche il uso nome.

Aveva lasciato la scuola a sedici anni per poter lavorare e andarsene da quella casa il prima possibile cosa che si avverò l’anno seguente, quello fu il suo regalo di compleanno per i suoi diciassette anni.

Trovò un piccolo appartamento a poco in periferia e li vi rimase fino al momento in cui firmando il contratto con la Universal Music  non aveva detto addio alla sua povertà.

Ma fare la barista in un pub di ubriaconi non era di certo il metodo migliore di guadarsi il denaro per vivere, infatti innumerevoli volte le era capitato di essere stata molestata e col tempo non solo ci aveva fatto erroneamente l’abitudine ma aveva imparato a difendersi a lasciare da parte il suo carattere dolce e comprensivo per uno intransigente e da dura.

C’erano state volte in cui  aveva pensato di non poter reggere il peso di tutto quello che la vita le aveva proposto ma non aveva mai tentato il suicidio perché la morte e l’ignoto la spaventavano molto di più di quegli uomini che le facevano in continuazioni avances.

Era difficile non notare una bellezza naturale come quella di Cherrie, i lunghi capelli biondi che le coprivano la schiena, i grandi occhi azzurri che erano gli stessi della nonna materna morta quando aveva dieci anni e poi il suo fisico asciutto con un seno perfetto e le lunghe gambe che non scopriva mai per il terrore di attirare troppo l’attenzione.

Insomma era inevitabile che un giorno un uomo scontento di un suo no l’avrebbe aspettata fuori dal locale a notte fonda e di conseguenza l’avrebbe portata in un vicolo lontano dalle luci di periferia per abusarne.

Ma quello fu il giorno in cui Cherrie e Jade s’incontrarono per la prima volta.

Mentre ascoltava il respiro profondo e tranquillo della compagna Jade ripensò a quegli istanti, i più fortunati della sua vita.

Cherrie urlava in maniera esasperata e si dimenava sperando di riuscire a liberarsi dalla morsa del suo aggressore, ma l’uomo che per una sera aveva scelto di essere sobrio per godersi quel momento, era molto più forte di lei e non mollava la presa, in cambio però la schiaffeggiò con tanta forza che la ragazza pensò di morire , il sangue che le usciva dal naso le imbrattò la maglietta e inzuppò i biondi capelli che arruffati le ricadevano sul viso.

Smise infine di ribellarsi e lasciò che quel bastardo gli sbottonasse i pantaloni e infilasse una delle sue mani fra le sue gambe, le lacrime che rigavano il volto di Cherrie andarono a mescolarsi col sangue, ma nell’istante stesso in cui quel mostro stava per togliere l’ultimo lembo di stoffa che celava la sua intimità una voce si espanse nel vicolo –lascia stare quella ragazza figlio di puttana!-.

Fra i cassonetti che si trovavano in quel vicolo una ragazza, dai corti capelli neri e gli occhi verdi incorniciati da uno spesso strato di trucco, si alzò e getto a terra una bottiglia di birra che andò in frantumi.

Il suo corpo era magro come quello di Cherrie ma le braccia erano più muscolose, indossava dei pantaloni di pelle, un paio di anfibi e un chiodo dello stesso materiale dei pantaloni.

L’uomo che teneva Cherrie si voltò –vattene ragazzina questa puttanella mi deve una scopata- poi si girò di nuovo verso la sua preda e riprese a fare ciò per cui aveva tanto atteso.

-Vuoi lasciare quella ragazza coglione?- a quel punto la misteriosa ragazza urlò pervasa da una rabbia quasi disumana –va bene ragazzina adesso ti faccio vedere io- rispose l’uomo prima di avventarsi sulla brunetta.

Jade evitò il colpo e gli diede una gomitata all’altezza dello stomaco spezzandogli il fiato, poi iniziò a picchiarlo con quanta forza avesse in corpo e con una furia tale che alla fine di quella aggressione l’uomo cadde al suolo sfinito e in una pozza di sangue, poi corse verso Cherrie e l’aiutò a rivestirsi –hai dei soldi?- le chiese –non penso- disse a fatica l’altra –non posso portarti in ospedale se non hai soldi per pagare le cure- un piccola risata quasi strozzata uscì fuori dalle labbra della cantante –mio padre mi faceva di peggio, aiutami solo ad arrivare a casa mia non è molto distante da qui- Jade si caricò il peso della ragazza in spalla e seguì le indicazioni di quest’ultima.

Era il diciotto luglio di quattro anni prima e nessuna delle due pensava che quel fortuito incontro le avrebbe portate sino a dove erano ora.

Il sole fece capolino dalle finestra della camera d’albergo delle due ragazze che ormai avevano finito di preparare le valige e si apprestavano a tornare a New York.

Il volo fu breve in meno di tre ore erano tutte innanzi all’imponente edificio della loro casa discografica innanzi alla quale ad aspettarle c’era il loro menager –andiamo la riunione sta per iniziare- le cinque seguirono l’uomo fino alla stanza nella quale avevano deciso la track list del loro ultimo album.

Si sedettero sulle comode poltrone della sala riunione e aspettarono con ansia i vari consulenti con le quali si sarebbero confrontate per poi iniziare l’incontro.

Erano passate due ore e sembrava che i preparativi per l’album si stessero per concludere quando il CEO dell’agenzia non parlò –c’è un ultimo dettaglio da discutere e sul quale sarò irremovibile per cui non accetterò un no- Cherrie guardò Jade che come lei era rimasta sorpresa da quella affermazione poiché  per l’ultimo album avevano avuto carta bianca –ultimamente abbiamo riscontrato un crescente interesse verso il rap e l’hip hop, per cui voi farete una collaborazione con un gruppo hip hop- la leader spalancò gli occhi incredula per quanto avesse appena sentito, Cherrie si alzò in piedi –cosa!?!? Io non mischio la mia musica con quella!! I fan ci uccideranno!!- il CEO scosse la testa –abbiamo fatto una ricerca e se tu manterrai i tuoi testi ma adotterete un sound leggermente diverso solo per qualche canzone hanno detto che sarebbe fantastico, in questa maniera amplieremo anche il mercato e il target- la bionda scosse la testa visibilmente contrariata –va bene e con chi sarà? Con Iggy, Niki, Ariana Grande?- e ancora una volta il direttore scosse il capo –no, vogliamo promuovere un nuovo genere d’hip hop dato che pochi artisti americani si sono avventurati in questo genere musicale, siamo riusciti ad ottenere una collaborazione con un gruppo coreano di sei ragazzi si chiamano B.A.P., care le mie Farawell farete un featuring con un gruppo kpop-.

Inutile fu tentare di controbattere, alla fine le cinque ragazze si dovettero adattare inesorabilmente a quella scelta di mercato, ma alla sola idea di dover collaborare con degli uomini Cherrie era letteralmente furiosa.

-No jade non cambierò idea! Sai come sono gli uomini e voi avete tutte il pregio di essere molto belle, se solo vi toccassero!- il viso della vocalist era stravolto dall’ira, la bassista non aveva mai visto una reazione simile sul volto di Cherrie , sapeva quanto tutte loro contassero per lei, sapeva che erano la sua famiglia e conosceva la sua avversione nei confronti degli uomini dopo la vita che fini ad allora aveva vissuto ed in seguito a spiacevoli inconvenienti che erano seguiti alla loro crescente fama.

-Non cambierà idea- cercò di farla ragionare l’altra –lo so perfettamente è per questo che io non partirò per Seoul domani-.

Cherrie prese dal tavolo dell’appartamento che condivideva con Jade i guanti da box e iniziò ad accanirsi contro il sacco che aveva fatto appendere nella sua camera da letto, sferrando pugni di notevole forza, col tempo e con l’aiuto dell’amica aveva iniziato ad allenarsi per proteggere le componenti del suo gruppo e in più di un occasione prima del vero successo che avevano conseguito solo da due anni a questa parte, si era ritrovata a dover picchiare sconosciuti che si erano avventati contro le sue amiche, se prima era stata Jade a proteggerla ora lei avrebbe fatto lo stesso per tutte loro.

Mentre urlava in preda alla rabbia ad ogni colpo che tirava al sacco da box l’impianto audio della loro casa si accese e una canzone dai ritmi potenti iniziò ad insinuarsi nella sua testa, una delle sei voci in particolare la colpì, smise di allenarsi e si fermò quasi in trans ad ascoltare un suono così simile a quello prodotto dalle sue corde vocali.

-Warrior, primo singolo dei Best Absolute Perfect, che sta per B.A.P.- disse Jade, Cherrie la guardò e parve acquietarsi -di chi è quella voce così bassa?- la bassista le passò il tablet facendo ripartire il video ed indicò un uomo.

Carnose labbra, corpo scolpito occhi leggermente truccati e capelli biondi ed una potenza nei movimenti di quel music video che la spiazzò –credo sia lui- la vocalist si stampò quell’immagine nella mente e registrò il suono della sua voce –quanti?- Jade comprese di aver stuzzicato la sua curiosità –i singoli sono parecchi ma hanno pubblicato solo un full album e hanno appena finito il loro world tour, comunque lui è il leader e si chiama Bang Yongguk-.

Cherrie sorrise quasi malignamente, poi guardò Jade –prepara le valige e chiama le altre, sta sera le voglio tutte qui e poi scarica tutte le loro canzoni devo farmi un’idea di cosa ne uscirà da questa collaborazione-.

-La limousine è arrivata- urlò Victoria che aspettava le sue compagne sull’uscio dell’appartamento di Cherrie e Jade mentre si fumava la prima sigaretta della giornata.

Le altre raggiunsero la seconda chitarrista e si affrettarono a scendere le scale dell’edificio pronte per ripartire nuovamente, erano visibilmente esauste da tutti gli impegni che le avevano tenute occupate nell’ultimo periodo ma avevano preso questo viaggio in Corea del Sud come una semi vacanza dai risvolti professionali, no nera stata stabilita una data precisa per l’uscita dell’album dato che il CEO si era premurato di dare l’occasione ai due gruppi di conoscersi prima.

Arrivarono all’aeroporto dal quale solo la mattina seguente erano uscite e dovettero fiondarsi in fretta e furia al chek in e appena completato s’imbarcarono immediatamente.

Il volo sarebbe durato ventiquattro ore, arrivare dall’altra parte del mondo non era di certo uno scherzo e al solo pensiero di dover stare così tanto tempo sul volo le ragazze si lasciarono consolare dal fatto che avrebbero viaggiato in business class.

Erano in viaggio ormai da dodici ore e speravano di stancarsi in fretta così da poter dormire per il resto del viaggio, erano ormai stufe di bere e continuare a guardare film –hostess altre cinque birre- disse Angel annoiata –smattila di farci bere- repicò Jade –ci sentiremo tutte male e domani vomiteremo addosso ai nostri futuri colleghi- Cherrie tirò una gomitata alla compagna –non ho ancora digerito questa storia smettila di ricordarmelo!- poi suffò e si rimise le cuffiette.

Era rimasta sorpresa da quanto quei si avessero lavorato duramente in  tre anni, sembrava che nessuno li potesse fermare, si erano guadagnati anche quell’appellativo “B.A.P. ma non vi fermate mai?”, ma in fin dei conti non era questo che interessava alla vocalist, non poteva dire che quei ragazzi non avessero talento o che fossero brutti o che sembrassero cattive persone, ma la sua sfiducia negli uomini non le faceva abbassare la guardia, non sapeva cosa aspettarsi dai prossimi giorni o mesi nei quali avrebbero collaborato ma sapeva che qualche cosa sarebbe andata storta e lei non aveva la minima intenzione di lasciare la possibilità a quei sei di toccare una delle sue compagne.

Finalmente dopo quindici ore di viaggio Cherrie riuscì ad addormentarsi non prima di aver ascoltato l’ultima canzone del First sensibility , a svegliarla fu Jade –copriti bene- disse la bassista –ce ne sono molti?- a rispondere alla domanda della vocalist fu Kate –è pieno!-.

Tutte e cinque presero i loro giubbotti e infilarono gli occhiali da sole e poi scesero dall’aereo, per ritrovarsi accerchiate dalle guardie del corpo che a fatica riuscivano a controllare la folla –non pensavo fossimo così famose qui- disse sorpresa Victoria –nemmeno io- continuò Angel iniziando a battere il cinque a tutti quelli che riuscivano ad allungare abbastanza le braccia nella loro direzione, Cherrie e Jade furono riempite di regali e firmarono qualche autografo, poi prima di salire sull’auto che le avrebbe portate a destinazione tutte cinque s’inchinarono e salutarono a gran voce tutti i fan che erano venute ad accoglierle.

-Cavolo qualcuna ha una sigaretta sto morendo- supplicò Kate –ci conviene fumare una volta scese resisti ancora un po’- replicò Jade.

Seoul non era molto differente da New York con tutti quei grattacieli si sentivano quasi a casa e poterono osservare perfettamente la città dai vetri oscurati della limousine che era venuta a prenderle, ci misero non troppo ad arrivare innanzi all’edificio della casa discografica dei loro nuovi colleghi.

Ad accoglierli alla reception fu una signorina che appena le vide scendere dall’auto avvisò il presidente del loro arrivo.

Camminarono per dei corridoi infine capirono che erano arrivate a destinazione poiché la ragazza chiese loro di attendere fuori da una porta a due ante , poi uscì nuovamente –prego-  disse quasi sotto voce.

Cherrie fu la prima ad entrare e sotto gli enormi occhiali da sole si era dipinta in volto un’espressione seria come tutte le altre del resto, era stata categorica sul non dover entrare troppo in confidenza con quei sei ragazzi anche se tutte le altre sembravano avere un debole per la bellezza dei B.A.P., fortunatamente Jade era stata dalla sua parte per cui le altre si erano lasciate convincere dalla loro leader.

Innanzi a loro si trovavano i sei ragazzi che sino ad allora aveva visto solo in foto, affiancati da un uomo sulla quarantina.

Cherrie rimase spiazzata, al centro fra i sei la figura del loro leader sembrava imponente, quasi la spaventò, non aveva mai visto un uomo di quella bellezza e con tanta perfezione nei tratti del suo volto, d’un tratto persa tutta la sicurezza che fino ad allora aveva creduto di avere e si sentì mancare, poi però il suo odio verso gli uomini tornò a galla e lo sgomento iniziale scomparve.

-Noi siamo le The Farewell, spero che lavoreremo bene insieme- fu Cherrie a prendere la parola, dato che le altre ragazze a parte la bassista vertevano nel suo stesso stato di qualche attimo prima.

Si qualche cosa sarebbe andata storta e la vocalist se lo sentiva perfettamente.

I B.A.P. dissero una frase in coreano della quale le ragazze compresero solo il nome della band e “yes sir!”.

Quello che lei aveva imparato a riconoscere col nome di Bang Yongguk fece qualche passo in avanti e le strinse la mano –anche noi speriamo di lavorare bene con voi- Cherrie ricambiò la presa e puntò il suo sguardo negli occhi di quello che per lei era un avversario e sorrise falsamente.

Rimasero a stringersi la mano per qualche attimo poi sia lui che lei passarono a presentarsi con gli altri membri dei due gruppi.

Finite le presentazioni il CEO della TS entertaimen disse alle ragazze che potevano andare a riposarsi poiché il viaggio era stato lungo e mandò i B.A.P. al dormitorio.

 

-Cosa ne pensate?- iniziò Youngjae –la prima chitarrista è formidabile ho sentito qualche loro pezzo- rispose Daehyun –io trovo che la batterista sia brava- continuò Himchan , Zelo e Jongup invece risero ma non dissero nulla –non vedo l’ora di sentire la loro cantante- disse Yongguk pensieroso, c’era qualche cosa di particolare in quella ragazza e lui ne era rimasto affascinato e non vedeva l’ora di mettere alla prova quelle cinque.

Aveva ascoltato qualche pezzo delle The Farewell e la voce di Cherrie lo aveva come stregato data la somiglianza alla, sua con l’unica differenza che lei era una ragazza.

Si era accorto di come lo aveva guardato appena le aveva stretto la mano ed era sicuro che i loro interessi sarebbero andati ben oltre quelli professionali, ma ancora non conosceva Cherrie Currie e cosa ne sarebbe venuto da quell’incontro fra due generi musicali completamente diversi.

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Eccomi qui con una nuova storia spero di intrigarvi sin dal primo capitolo, mi scuso per essere in ritardo con le altre storie ma mi è venuta l’ispirazione per questa, comunque voglio rassicurarvi continuerò anche le altre, spero di riuscirci il prima possibile.

Fatemi sapere cosa ne pensate e aspettate i prossimi capitoli per vedere come evolverà anche questa storia.

  
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