Di nuovo padre
<< Stasera vieni a cena da noi ? >>
chiese Semir continuando a guidare la sua BMW. Erano
circa le cinque del pomeriggio di un tranquillo mercoledì. Il sole stava
tramontando su una bella giornata. Non vi erano state vittime, né tantomeno
incidenti disastrosi e macchine distrutte; una di quelle giornate da
"patente e libretto grazie" che era solito accostare al lavoro degli
agenti dell'autostradale. Non erano proprio il massimo, ma ogni tanto un po' di
tranquillità non faceva certo sdegno agli uomini di cobra 11.
<< Come dici?>> chiese Ben al suo
fianco armeggiando con il suo smartphone.
<< Dico: vieni da noi per cena? >>.
L’ispettore staccò gli occhi dallo schermo e guardò il compagno sorridendo. La
cosa non sfuggì a Semir, che ricambiò con uno sguardo
interrogativo.
<< Stasera meglio di no.. >>
<< Hai altro in programma? >>
<< Più o meno.. >> rispose vago il
più giovane, nella speranza che il turco non iniziasse un interrogatorio dei
suoi. Aveva promesso il silenzio e doveva mantenerlo, anche se con Semir era davvero difficile.
<< Che c'è fai il misterioso? >>
Ben non rispose, la sua attenzione era stata
catturata dalla corsia di emergenza: << Che succede là? >>
<< Salvato in corner eh? >>
<< Dai curiosone accosta e fai il tuo
dovere da bravo poliziotto dell’autostradale! >>
Semir accese i
lampeggianti e si fermò poco distante da tre autovetture ferme sulla corsia di
emergenza con le quattro frecce attivate. L’ultima macchina aveva lo sportello
aperto, ma nessuno vi era all’interno. Un ragazzo era appoggiato sul cofano
della prima auto, pareva stesse parlando al telefono. Da una prima occhiata non
sembrava ci fosse stato un incidente. I due ispettore scesero dall’auto. Semir si avvicinò con il tesserino di riconoscimento alla
mano: << Buonasera Gerkhan polizia
autostradale, possiamo essere d’aiuto? >>
Ben stava ancora cercando nelle tasche il suo
distintivo ed era rimasto leggermente più arretrato rispetto al collega. Quando
finalmente lo trovò raggiunse il compagno e, non avendo ricevuto segni
dall’interlocutore, chiese di nuovo: << Ci scusi, polizia. Tutto bene
qui? >>
Fu allora che la vide. La canna di una pistola
spuntare accanto all’uomo, pronta a
sparare verso Semir. Non ci fu tempo di ragionare.
Ben spinse il collega a terra, nel momento esatto in cui partì il colpo.
Entrambi finirono sull’asfalto, nascosti dall’ultima autovettura. Altri tre
individui apparsero praticamente dal nulla.
Ci fu una pioggia di proiettili verso gli ispettori. Semir
estrasse, alla velocità della luce, la pistola dalla fondina, pronto a
rispondere al fuoco. Durò tutto pochissimo, i quattro uomini, così come erano
comparsi, salirono improvvisamente sull’auto e partirono a folle velocità.
<< Ma che cavolo! Inseguiamoli Ben >> disse Semir
tenendo lo sguardo fisso verso la berlina nera partita a razzo. Ma non ottenne
risposta dal collega e si voltò per cercarlo.
<< Oddio.. >> il ragazzo era a terra, riverso su un fianco, con una
mano sullo stomaco. La maglietta bianca stava paurosamente diventando rossa. Semir in un nano secondo gli era accanto.
<< Hei socio...mi ha-hanno beccato >>
disse con non poca fatica Ben.
<< Shhh.. Non parlare, tieni duro >> il
poliziotto più anziano si sedette a terra e, con estrema delicatezza, spostò
Ben adagiandolo sulle sue ginocchia per farlo star più comodo e per tamponare
la ferita con più facilità. La situazione era davvero brutta.
<< Susanne
un’ambulanza sulla A1 al km 52, agente a terra: è urgente! >>
<< Semir che succede? >>
chiese la ragazza allarmata dal tono dell’ispettore.
<< Ben…… fate presto >>
<<
Oh mio dio! >> rispose la segretaria. Ma Semir
non la sentì, lasciò cadere il cellulare senza interrompere la comunicazione.
Ben lo guardò, cercando di resistere il più
possibile. Il respiro stava diventato sempre più affannoso ed il dolore era
insopportabile.
<< Tieni duro Ben, non mollare, non ora!
>>
<< Mi disp..>>
un colpo di tosse non gli permise di finire la frase
<< Shh Ben,
stai calmo! Ti dispiace, per cosa? Perché mi hai salvato la vita? >> per
l’ispettore turco riuscire a trattenere le lacrime era davvero difficile.
<< Mi hai spinto a terra per evitare la pallottola che hai preso tu.
Perché? Perché, Ben? >> adesso era davvero troppo ed una lacrima rigò il
volto di Semir che accarezzò i capelli scuro del suo
amico. Un nuovo colpo di tosse scosse Ben. Chiuse gli occhi e lasciò la presa
sulla ferita. Le forze lo stavano abbandonando.
<< Non farlo amico mio, resta con me. Non
puoi morire tra le mie braccia…Apri gli occhi Ben, resta con me! >> Semir non riusciva più a trattenersi: era disperato.
Il giovane ispettore aprì lentamente gli occhi
e sul volto si dipinse un sorriso, lo stesso che Semir
aveva visto in macchina poco prima. << Doveva dirtelo Andrea stasera..
>> disse con un filo di voce: << Mi perdonerà……S-Semir…stai per diventare di nuovo padre..>>
Semir non
sapeva più cosa pensare, come reagire, cosa dire. Le lacrime erano
incontrollabili e con la mano libera continuava ad accarezzare i capelli
dell’amico.
<< Non mollare socio, non ora. Stanno
arrivando i soccorsi..>>
<< Non voglio morire Semir..io
non…>> ma Ben era orami allo stremo delle forze e chiuse gli occhi,
lasciando che l’oscurità lo avvolgesse.
<< BEEEEN…>>
Susanne,
rimasta in linea per tutto il tempo, scoppiò a piangere.
Angolino di tinta87:
Ciao a
tutti!
Lo so che ho ancora una storia in attivo e vi assicuro che ci sto lavorando, ma
oggi, in pausa pranzo, è uscita questa one-shot.
Forse avevo inserito troppa dolcezza e sensibilità nell’altra storia e la mia
parte sadica ha preteso spazio: ecco cosa ne è venuto fuori!
Sicuramente
vi sarete posti la domanda: ma Ben è morto? Risposta sincera: non lo so, forse
si, forse no. Lo lascio così in sospeso…certo che non era messo per niente
bene, insomma un proiettile nello stomaco…..
Spero che
non mi odierete troppo, mi sono divertita male con il nostro povero Ben! L
Grazie
per essere passati da questa parte.
Baci
Tinta87