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Autore: StoesselMyLife_    21/01/2015    2 recensioni
19 Dicembre 2014.
Giorno del compleanno di Jorge Blanco, simpatico, dolce, bello, gentile e dal cuore d’oro, voluto bene da ogni suo collega che l’ha accompagnato durante l’avventura di “Violetta”.
Ogni membro del cast gli ha fatto gli auguri, chi per messaggio, chi via Twitter, o chi invece gli ha telefonato, perché per via della sua permanenza in Messico, non avevano avuto modo di festeggiare con lui.
Anche Martina vorrebbe farlo, ma se qualcosa, dentro di sé, glielo impedisse?
O, meglio ancora, la confondesse tanto da farla allontanare da quello che per tre anni è stato il suo migliore amico, la sua ancora di salvezza?
Forse nel suo cuore c’erano dei sentimenti che andavano oltre l’amicizia o era solo un po’ di scompiglio che girava nella sua mente?
Ma, cosa potrebbe essere, se anche lo stomaco è in subbuglio a causa delle famose “farfalline” e il cuore batte forte, un po’ troppo forte?
OS "what if" inspirata al compleanno del nostro Jorge avvenuto all'incirca un mese fa.
Spero vi piaccia, recensite in tanti, aspetto consigli per migliorare.
Besos!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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18 Dicembre 2014, ore 23:10
Martina Stoessel, 17 anni. La famosa Violetta, idola delle ragazze, era chiusa nella sua stanza, quasi disperata.
Era sdraiata nel suo letto e quella era la prima notte della sua adolescenza che passava davvero in bianco, non era mai stata tanto tesa in vita sua, specialmente per un ragazzo.
Non aveva mai penato così tanto nemmeno quando aveva avuto dei problemi con Peter, il suo attuale fidanzato: di solito lei dorme sempre, anche quando non ne ha la minima voglia, invece ora?
Era totalmente sveglia e agitata per giunta!
Il cuore le batteva insistentemente contro la gabbia toracica, quasi volesse uscirle da un momento all’altro, le mani erano sudate e iniziava anche a rigirarsi nel letto, attorcigliando tutte le coperte.
Odiava quando questo succedeva dato che, quasi sempre, dormiva totalmente ferma svegliandosi nella stessa posizione in cui si era addormentata.
Tutto questo per chi? Per quello che per tre anni è stato il suo migliore amico, Jorge Blanco, il suo Leon, “fidanzato” durante la serie. Forse erano un po’ troppo uniti per essere solo migliori amici?
Troppe domande le ronzavano in testa tanto che, come se volesse reprimerle, si tappò il viso fortemente con il suo cuscino e lanciò un urlo disperato, fortunatamente ovattato dal tessuto.
Possibile che avesse una voglia irrefrenabile di andare in Messico da lui, festeggiare con lui e baciarlo?
No…baciarlo no.
Pochi secondi dopo, la ragazza si ritrovo a lanciare il cuscino per terra, si alzò e iniziò a camminare per la stanza, con due dita sulle tempie, come per pensare.
Certo, non poteva andare da lui con un volo aereo, ma c’erano le videochiamate, i messaggi, Twitter e le telefonate. Non c’era alcun problema, poteva benissimo scrivergli “tanti auguri” e se ne sarebbe uscita mentre, se non gli avesse scritto nulla, ci sarebbe rimasto malissimo.
Da un lato voleva essere la prima a fargli gli auguri, dall’altro, appena provava a pensare un possibile messaggino, le si bloccavano le parole e il cuore batteva ancora più accelerato, le sembrava che fosse impossibile raggiungere così tanti battiti al secondo.
E invece no, si sbagliava, perché quando il quadrante del suo I-Phone si illuminò a causa di una chiamata da parte del diritto colpevole della sua ansia, sbiancò di colpo e si sentì esplodere.
Prese il cellulare in mano e oscillò lo sguardo sulle due opzioni: rosso o verde?
Eh si, era proprio in preda all’ansia, e come se non bastasse, iniziarono a bussare alla porta: era la madre.
“Martina, ehi, sei chiusa lì da ore, aprimi! Ti prego, se hai bisogno di parlare io ci sono, ti aspetto di sotto se ne hai voglia, ti ho anche preparato la torta, per tirarti un po’ su, ti ho vista triste, se non mi sbaglio…” disse Mariana con voce piuttosto preoccupata. Era la prima volta che la sua bambina non si confidava con lei, le aveva sempre detto tutto e avevano sempre cercato di risolvere le situazioni al meglio, tutte e due insieme.
Ma lei questa volta aveva preferito stare sola e riflettere da sé: come poteva parlare alla madre su una cosa di cui neanche era sicura? Provava dei sentimenti per Jorge, questo l’aveva capito, ma era amore? No, non lo era, ne era certa, lei amava Peter: a Jorge lo ama sì, ma come si ama un fratello. Questa frase la ripeteva nella sua mente come per convincersi e alla fine, puntando il dito sul tasto per riattaccare, lo trascinò e bloccò il telefono sussurrando come per se stessa: “Non lo amo”.
E dopo interminabili secondi posò il telefono sulla mensola e aprì la porta a cui aveva dato due giri di chiave e abbracciò di slancio sua madre, con gli occhi lucidi. Non sapeva neanche perché stava piangendo, stupidi ormoni, li odiava con tutta se stessa!
“Ti prometto che quando farò un po’ di ordine te ne parlerò, ok mamma? Non sono ancora pronta.” Sussurrò la ragazza appoggiata ancora al petto della madre che la consolava in modo dolce, accarezzandole i capelli.
“Ok Tini, sappi che io ci sarò sempre per te e non ti criticherò, le scelte sono tue e solo tue e io posso darti solo dei consigli, che tu puoi o non seguire.” concluse la madre che la guardò mentre le asciugava le lacrimone che le avevano rigato le guancie. La castana si mise su e sfoggiò uno di quei suoi sorrisi bellissimi, consolando oltre la madre che rinacque vedendola in quel modo, anche se stessa e prendendo un po’ di fiducia.
Mariana la lasciò sola e lei rientrò in camera sua; d’istinto prese il suo cellulare e guardò due foto. Una sua con Peter e l’altra con Jorge: la seconda era una delle sue foto preferite, l’avevano scattata in Sevilla, durante le ultime registrazioni in esterno della serie. La ragazza era seduta sulle gambe del giovane e lui le stringeva la vita, mentre lei, con l’altra mano, cercava di scompigliargli il ciuffo perfettamente tirato in su. Era una foto totalmente spontanea e i loro sorrisi erano più splendenti di diamanti. Si sorprese a vedere che la foto con Peter, invece era davvero diversa. Erano mano nella mano e lui la guardava con fare innamorato, mentre lei lo abbracciava con le mani intrecciate all’altezza del collo. La foto da perfetti fidanzatini, si direbbe, ma si rese conto che il suo sorriso era ancora più finto di quello che faceva durante una sessione fotografica per le riviste e che era una posa totalmente studiata. Sicuramente se li avessero colti di sorpresa, lei sarebbe stata con il musone o ancora peggio, fuori dal mondo mentre lui conquistava i suoi genitori con il racconto di avvenimenti divertenti e romantici tra lui e Martina.
Grrr, era proprio fuori di sé, non riusciva a capire più niente. Possibile che si rendesse conto solo ora, guardando due stupide foto, che non amava Peter e che invece era stracotta del suo migliore amico?
Non poteva fare questo al suo ragazzo, lui la ama e ci è sempre stato per lei, per quanto ha potuto…forse non era quello che desiderava? Oppure ha deciso troppo presto e si è messa con qualcuno che non le ha ancora fatto conoscere il significato dell’amore. Lo leggeva nelle riviste e glielo diceva anche Mechi, la sua migliore amica. Quando sta con Xabiani lei sente che nulla potrebbe essere migliore e che tutto quello che desidera è con lei.
“Martina, ti accorgerai di avere accanto la persona che ami, solo quando la guarderai negli occhi: se riuscirai a leggere cosa c’è dentro, allora vedrai che sarai sicura dei tuoi sentimenti, te lo assicuro. Ah, e se quando guardi quella persona, inizia a girarti lo stomaco, allora sei proprio innamorata!” le disse la bionda come consiglio, un paio di settimane fa.
“Guardare negli occhi…” pensò. “Quando guardo Jorge, mi perdo nel suo sguardo, in quegli occhi verdi che per me sono l’ottava meraviglia del mondo, ormai noi possiamo capirci anche solo con un’occhiata. E quando guardo Peter…aspetta. Io non ho mai guardato Peter negli occhi…o almeno non con l’intenzione di leggerci dentro…” arrivo alla conclusione sussurrando.
“Devo andare da lui.” la ragazza scattò in piedi, si cambiò velocemente e sistemò i capelli disordinati, avvolgendoli in una coda fatta alla cieca, si pulì il rimmel che le era colato e si precipitò dalle scale.
“Devo andare da Peter, lo devo guardare negli occhi. Se funziona torno, se non funziona lo lascio e vado in Messico, però prima ti avviso per qualunque cosa, ciao mamma!” disse con il fiatone per la corsa, tutto in una volta. Aprì la porta e andò verso il suo destino, mentre la madre la guardava un po’ sconcertata, ma con un mezzo sorrisetto. Aveva capito che la causa di questa sfuriata era proprio il ragazzo dagli occhi verdi.
 
19 Dicembre 2014, ore 00:10
La Stoessel correva come se la stesse inseguendo un mostro, doveva fare in fretta e doveva mettere un po’ di ordine nella sua vita, e doveva capire se amasse o no Peter. Che cosa strana no? Capire se si ama il proprio ragazzo e probabilmente essere innamorata del tuo migliore amico, è il colmo.
Arrivò davanti alla casa del giovane e mille pensieri le avvolsero la testa. Era tentata a non suonargli, ma doveva, non poteva ancora rimandare! Fece per tornare indietro, ma presa da una botta di coraggio, si voltò e, con mano tremante, si avvicinò al campanello suonando timidamente. Uno, due, tre, dieci secondi. Nessuna risposta.
Allora decise di suonare in modo più fermo e deciso e più di una volta, e fu allora che la porta si aprì e la ragazza vide Peter, mezzo addormentato, con solo un paio di boxers.
“Chissà come sarà Jorge così?” iniziò a pensare ma poi, rendendosi conto del pensiero che stava andando a fare il suo stupido cervelletto in una circostanza del genere, si morse la lingua come per rimprovero: di certo, se si fosse data uno schiaffetto nella fronte, sarebbe parsa stupida.
“Che ci fai qui, tesoro?” disse il ragazzo assonnato, strofinandosi gli occhi e passandosi una mano nei capelli, portando il suo pensiero a Jorge…lui lo faceva sempre.
Il ragazzo si avvicinò per baciarla, ma nulla da fare, la mora si allontanò, mettendogli una mano sul petto.
“No. Sono venuta qui per capire, per cercare di eliminare la confusione dal mio cuore. So che ti sembra strano che io venga a cercarti di notte e specialmente solo per fare una cosa, ovvero guardarti negli occhi. Ma ne ho bisogno.”
Il ragazzo annuì sconvolto e lei mise una mano nel suo petto per vedere se i battiti acceleravano. Lo guardò negli occhi, ma niente. Vide il buio totale. Cercò di scorgere i suoi pensieri, ma fu inutile, per lei non era affatto un libro aperto. Le rimase solo una cosa da fare. Si avvicinò e accorciò le distanze; lo baciò brevemente sulle labbra, accorgendosi di non provare proprio un bel niente. Era potuta essere così stupida? Come non se ne era resa conto prima?
Lui la guardò ancora più confuso e fu lì che Tini iniziò a parlare.
“So che sarà difficile per te, per me, per tutti. Ma io devo farlo. Sei un ragazzo d’oro, Peter, sono così fortunata ad averti conosciuto e ad aver condiviso con te dei momenti così belli della mia vita. Ma non posso continuare così, tu mi hai dato tutto, mentre io non ti ho dato un bel niente. Dicevo di amarti, ma non ho mai provato amore verso di te. Certo, ti voglio un bene enorme, come se ne vuole a un migliore amico, ma niente di più. Ora starai pensando che abbia giocato con te, che ti abbia ingannato alla grande con tutti quei “ti amo”, ma in realtà non è così. Io pensavo che quello fosse amore, ma in realtà non lo provavo, non con te…” disse la ragazza, abbassando la voce verso l’ultima parte.
Spostò lo sguardo dalle mani che stava torturando, al ragazzo. Era sconvolta a vederlo così, era…felice?
“Te ne sei accorta allora.” La abbracciò di scatto. “Stavo aspettando che me lo dicessi e, vuoi la verità? Sono felice per te. Mi ero accorto che le cose tra di noi non andavano tanto bene e in realtà, anche se questo mi fa male, voglio vederti felice e con me non lo eri. Ho fatto male a continuare a stare con te e a fare finta di nulla. L’unica cosa che spero è che tu sia felice con lui…” concluse il ragazzo.
“Che…?” riuscì a formulare la ragazza stupita dall’ultima parte della frase pronunciata da Peter. “Lui chi? Non…non ho idea di c-cosa tu stia parlando…” balbettò poi con vocina acuta, segno che stava mentendo alla grande!
“Avanti Tini! Non fare finta di niente, lo sappiamo tutti che provi qualcosa per Jorge, o almeno, io me ne sono accorto da subito, ma non pensavo fosse così forte da sconvolgerti così tanto!” La ragazza rimase a bocca aperta, come uno stoccafisso e iniziò a pensare se fosse possibile che si notasse tanto quello che sentiva per il ragazzo dagli occhi verdi.
“Grazie, grazie Peter! Ora devo fare una cosa, grazie ancora!” la Stoessel gli schioccò un bacio sulla guancia e iniziò a correre.
La sua destinazione? Ovunque fosse stato Jorge.
Iniziò a correre, tanto a quell’ora in giro non c’era nessuno, fortunatamente, sia mai che la vedessero i paparazzi o qualche fan, le darebbero della matta!
Voleva mandare un messaggio a sua madre su Whatsapp, ma quando vide la foto del profilo di Jorge si bloccò e una lacrima solitaria le solcò il viso. Lui e Stephie che si baciavano. Poteva essere stata tanto stupida? Come non aveva potuto pensare che magari il ragazzo non la ricambiava e che per giunta era fidanzato da 7 anni!
“Non posso.” Sussurrò per poi ricominciare a correre verso casa sua e richiudersi nella sua camera liberando litri di lacrime sul suo cuscino.
 
 
Jorge si avvicinò a casa accompagnato dai suoi amici. Aveva passato la serata con loro e avevano festeggiato insieme la mezzanotte del 18 che dava il benvenuto al giorno del suo compleanno.
La sua ragazza, Stephie, aveva preferito non venire e come non biasimarla! Una festa tra ragazzi a volte può essere noiosa per una ragazza…
Salutò i suoi amici ed entrò nella casa dove conviveva da un paio di anni con la fidanzata. Varcata la porta, qualcosa lo fece bloccare: senti dei rumori dal piano di sopra e decise di salire le scale in silenzio per vedere cosa stesse succedendo.
Quando si avvicinò alla porta della stanza da letto sentì dei gemiti e davanti a lui si presentò la visione più brutta della sua vita. La sua ragazza e uno sconosciuto a letto insieme. L’aveva tradito il giorno del suo compleanno, come poteva averlo fatto!
I suoi occhi si riempirono di lacrime e strinse forte i pugni tanto da far diventare le nocche bianche, contrasse la mascella e solo allora decise di interrompere il teatrino.
Accese la luce e i due si staccarono in fretta e cercarono di coprirsi il più possibile.
“J-jorge, ti giuro, non è come pensi…” balbettò la ragazza che tutto ad un colpo, sbiancò in viso.
“Shh…non voglio sentire niente. Sei una stronza, mi hai tradito il giorno del mio compleanno, nella nostra casa, l’unica cosa che voglio è vedere te e il tuo amichetto fuori da casa mia e tu, Stephie, esci anche dalla mia vita.” Sputò il ragazzo pieno di rabbia.
“Io…” cercò di dire la ragazza dopo essersi rivestita, avvicinandosi a lui. Con un gesto della mano la azzittì e indicò la porta ad entrambi. “ANDATEVENE!” gridò fuori di se, nessuno l’aveva mai visto tanto arrabbiato.
Prima che anche il ragazzo se ne potesse andare, lo prese dal colletto della camicia e lo guardò con una scintilla negli occhi. Gli mollò un pugno in pieno viso e poi gli rivolse le ultime parole. “Non sei furbo, portare la tua amante nella casa dove sta con il fidanzato, non solo non hai usato il cervello, sei anche poco cavaliere. E adesso vattene.” Disse il ragazzo prima di vederli uscire entrambi e buttarsi sul letto, mettendosi le mani tra i capelli.
Da un momento all’altro si mise a colpire la parete più e più volte, facendosi sanguinare le mani e scaraventò contro il muro una cornice che ritraeva lui e Stephie sotto la Torre Eiffel.
Come poteva essere stato tanto ingenuo da farsi ingannare così?
Si arrese e si gettò per terra, scoppiando a piangere. Senza dubbio, questo era il suo compleanno peggiore.
 
 
Martina era gettata sul suo letto piangeva da ore, minuti…aveva perso la cognizione del tempo. Sua madre era dietro la porta a bussarle ancora più forte a ogni singhiozzo che sentiva, pregava di aprirle ma lei non aveva voglia nemmeno di muovere un muscolo. Piangere così tanto l’aveva distrutta.
Mariana, sfinita di sentire la figlia piangere, decise di farla sfogare e di lasciarla un po’ in pace per riprovarci dopo.
Ad un tratto il telefono di Martina squillo, era un messaggio.
La voglia di aprirlo era pari a zero, ma ugualmente si alzò sul busto e prese in mano il suo telefono. Dopo un secondo Tini aveva un sorriso a 32 denti e rileggeva più volte il messaggio, cercando di immaginarselo con la sua voce, mentre glielo diceva prendendogli le mani e dopo, baciandola dolcemente.
“Stupidi filmini mentali…” pensò la ragazza.
Jorge le aveva scritto un messaggio che la lasciò a bocca aperta…sembrava quasi una dichiarazione d’amore!
“Non sai quanto ho bisogno di averti accanto in questo momento. Mi manchi Tini.” Un paio di parole le sono bastate per farle scoppiare il cuore, tanto che iniziò a fare degli urletti da adolescente impazzita. Spostò lo sguardo sulla foto di Jorge e vide con piacere che la foto con Stephie non c’era più. Le scappo un “evvai” ma iniziò a pensare il perché di tutto ciò…fosse successa qualcosa? E se si fossero lasciati?
Doveva farlo, doveva andare da lui, lui aveva bisogno di averla accanto e anche lei voleva questo. Questa volta niente e nessuno l’avrebbe fermata, sarebbe andata in Messico.
 
 
19 Dicembre 2014, ore 14.30
Jorge era seduto sulla sedia del giardino a fumare una sigaretta. La verità? Aveva fumato per tutta la notte, era tentato anche a bere, ma decise di non rovinarsi del tutto. Un po’ di fumo l’avrebbe fatto sfogare, o almeno pensava.
Non piangeva così da quando aveva 15 anni, quando morì sua nonna, e adesso eccolo qui, a piangere per una maledetta ragazza, il giorno del suo compleanno che doveva invece festeggiare con gli amici.
Tanto era assorto nei suoi pensieri, che non si accorse di una presenza alle sue spalle.
Martina era lì e quando lo vide fumare, capì che c’era qualcosa che non andava per davvero e non era una cosa da nulla. Prima di avvicinarsi lo guardò un po’…era così bello, anche di spalle. Dio se lo amava! Il cuore le stava per uscire dalla gabbia toracica e le gambe stavano per cederle, insieme alle guancie che erano stanche di sorridere tanto e che stavano totalmente andando a fuoco. Decise di avvicinarsi con passo lento per non farsi notare e le mise le mani agli occhi.
Il ragazzo, che pensava di essere solo, sperò vivamente che non fosse la madre, perché se l’avrebbe visto in quel modo, sarebbe partito il terzo grado. Mise le mani su quelle della ragazza, dopo aver gettato la cicca e una scossa attraversò entrambi. Lentamente si girò e la fissò come per realizzare. Fossero delle allucinazioni? Davvero Tini aveva avuto il pensiero di raggiungerlo in uno stato lontano dal suo in poche ore, solo per un messaggio?
La ragazza lo abbracciò di getto, facendolo quasi cadere per terra e facendolo iniziare a ridere.
“Buon compleanno…”
Il ragazzo si fece serio e rimasero ancora l’uno abbracciato all’altra. Stavano provando delle emozioni fortissime. Lui iniziò ad accarezzarle i capelli mentre lei si beava del suo profumo, con il capo poggiato sul suo petto.
I due si staccarono lentamente e lui la guardò sorridendole con il sorriso più sincero che potesse esistere, tanto che la ragazza si sciolse letteralmente.
“Tu sei proprio pazza, bimba.” Le disse poggiandole le mani sui fianchi. “Davvero hai fatto questo per me?”
La ragazza non si era mai sentita tanto felice in vita sua. “E’ perché ti voglio bene…” ah, quanto le sarebbe piaciuto dirgli “ti amo”…“Per questo l’ho fatto e perché non solo ho capito che c’era qualcosa che non andava, ma anche perché ho sentito che non sarei resistita un giorno di più senza vederti.” Disse Martina guardandolo negli occhi, mentre spostava le sue mani sul collo del ragazzo.
A vederli da fuori, sembravano una coppia di innamorati, la coppia perfetta, peccato che nessuno dei due lo sapesse…o almeno lo ammettesse.
Che avessero capito una volta per tutte che si amavano?
“Che succede? I tuoi occhi sono…diversi” disse Martina guardandolo fisso negli occhi.
“Vieni, sediamoci” disse il ragazzo che poi tirò un lungo sospiro e iniziò a raccontare tutto.
“Senti Martina, voglio andare al sodo, non mi va di ricordare tutto quello che mi è successo ieri sera, io…sai, ci sto male…non voglio rattristare anche te.” disse quasi balbettando.
“Ehi, così mi spaventi…” riuscì a dire Martina, mentre gli accarezzava la guancia.
Il ragazzo posò la mano sopra quella della ragazza, chiudendo istintivamente gli occhi, gesto al quale la ragazza arrossì quasi impercettibilmente.
“Stephie mi ha tradito.” La bocca della ragazza assunse la forma di una perfetta “O” al sentire pronunciare quelle parole. “Ieri, mentre tornavo a casa ho sentito dei rumori e beh, puoi immaginare benissimo di cosa si trattava…” disse il ragazzo abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.
“Oh mio Dio…i-io, scusa, io non…non volevo che tu, insomma…” non potè continuare perché sentì delle morbide labbra poggiarsi sopra le sue e muoversi lentamente. A quel gesto sgranò gli occhi, non se lo sarebbe mai aspettato!
Ma, dopo pochi secondi, con un’intraprendenza che non pensava di avere, si gettò sopra il ragazzo ricambiando il bacio con passione e affondando le dita nei suoi capelli.
Oddio, il suo profumo e quelle calde labbra sopra le sue la stavano mandando perfettamente in tilt. Era la sensazione più bella e inebriante che avesse mai provato in vita sua. Era fottuta. Era innamorata di questo bellissimo, dolce e romantico ragazzo, quel ragazzo che stava baciando in quel secondo, senza sapere il perché…perché aveva iniziato il bacio?
Dopo minuti si staccò lentamente poggiando la sua fronte su quella del ragazzo per prendere aria. Per un momento interminabile si specchiarono l’uno negli occhi dell’altra facendoli incastrare perfettamente. Entrambi erano sconvolti da quello che era successo, specialmente Jorge. Come aveva potuto baciarla da un momento all’altro, era impazzito! Non doveva farlo, ma quando la vide tanto sconvolta e dispiaciuta per averle fatto ricordare quel momento, tutta rossa in viso, non aveva potuto resistere. Ma lei aveva il ragazzo e lui si era appena lasciato con la sua, anche se, ammettendolo con quel bacio aveva sentito emozioni indecifrabili. E le domande che ronzavano nella sua testa erano fin troppe in quel momento. Perché quelle sensazioni, perché quella piccola peste della sua migliore amica l’aveva fatto uscire fuori di testa con un solo bacio? La aveva sempre pensata come la sua sorellina minore, da proteggere contro ogni avversità, ma quando scoprì di Stephie, la notte precedente, sentì un enorme bisogno di averla lì. Per sfogarsi, per parlare con lei e per farsi strappare un sorriso, lei era l’unica che ci riusciva. E dopo per baciarla fino a sentire di avere bisogno di ossigeno, ma di volere continuare lo stesso.
La soluzione l’aveva trovata. Martina era la sua medicina, Martina non era la sua migliore amica. Lui si era innamorato della sua “sorellina”.
“Mi sa che noi due dobbiamo farci una bella chiacchierata…” disse la ragazza ancora con il fiatone.
“Si, mi sa anche a me.”
“Senti Jorge, penso che tu abbia capito che io sono venuta perché, insomma…io ci tengo molto a te, spesso mi chiedo chi sceglierei tra te e la mia vita. E rispondo te. E questo non lo farebbe una “semplice amica”, perché io non sono solo questo, o almeno tu non lo sei per me. Cazzo Jorge, io mi sono innamorata di te. Tu non sai che pazzie ho fatto tra ieri e oggi, ho corso per la città come una pazza e sono andata a casa del mio ex per guardarlo negli occhi e capire se lo amavo. Ho trattato di merda mia madre, ho avuto uno sbalzo ormonale che tu nemmeno ti puoi immaginare, del resto ho 17 anni…e poi ho volato dall’Argentina al Messico. Io…mio Dio. Ho fatto questo sapendo che avrei potuto rovinare la tua storia con Stephie e tutto il resto…Sono un’egoista, dovrei pensare al tuo bene e a farti sorridere, invece penso solo a me. E il tuo sorriso mi fa vivere, Amore.” La ragazza si stupì di se stessa, non pensava di avere tutto questo coraggio, e specialmente si sorprese per come lo aveva chiamato. “AMORE”.
Il ragazzo che aveva gli occhi sgranati, li aprì come piatti quando sentì le parole “innamorata”, “ex” e “amore”. Lo aveva chiamato amore?
La sua espressione confusa si tramutò in un bellissimo sorriso.
“Mi piace quando mi chiami così…” si morse il labbro inferiore, imbarazzato. Jorge Blanco era imbarazzato.
“Chi, io? Non so di cosa stai parlando…” fece la finta tonta Martina, facendo oscillare lo sguardo ovunque.
“Allora, AMORE…volevo dirti quello che mi hai detto tu, tralasciando i dettagli delle pazzie che hai fatto solo per me. Anche io ti amo. Dio se ti amo. L’ho intuito ieri, quando ti ho scritto quel messaggio, avevo un’assoluta voglia di parlarti, di abbracciarti. Tu mi avresti consolato, mi avresti fatto sorridere anche tra un mare di lacrime. E oggi, quando ti ho vista arrivare, pensavo fossi così perfetta, così bella e io ero così…sbalordito. Vederti lì era l’unica cosa che non mi aspettavo in questa giornata di merda. E invece no, con me ci sei tu, sei la ragazza più dolce e sensibile che abbia conosciuto.
Io ti amo, Tini.” Disse il ragazzo tenendola per mano per tutto il tempo.
“Anche io ti amo!!” Scoppiò a piangere la ragazza singhiozzando, mentre prima le lacrime scorrevano silenziose sulle sue guancie. In un nano secondo si ritrovò a cavalcioni sopra il ragazzo che amava e da cui era amata.
I due si stavano baciando con foga e la posizione delle braccia di Jorge facevano sembrare il tutto un tenero abbraccio.
Avevano scoperto che si amavano, ora niente e nessuno li avrebbe separati, ora sarebbero stati insieme sempre, si sarebbero amati incondizionatamente.
Quel bacio sigillò il loro amore, tanto segreto fino a pochi minuti fa, ma da sempre tanto forte.
“Non ti lascerò mai più, amore…”


Angolo Autrice:
Zaaaalve e benvenuti nella pagina di "quella che non posta mai"!!!
Volevo scusarmi per non avere più pubblicato nulla, di idee ne ho e anche molte, però il tempo non è tanto e con la scuola non ho più potuto scrivere neanche una OS.
Ma, eccomi qui. Non ho proprio il tempo materiale per scrivere una storia a capitoli, così ho scritto ciò, che non so neanche se si può chiamare storia in tempo due giorni e conservata fino a quando mi sono detta: "OK, pubblichiamola, ora o mai più."
Avrei preferito mai più, perchè sinceramente nella mia testa si presentava come qualcosa di meglio, però, non fa neanche tanto schifo, spero.

Aspetto molte recensioni, soprattutto perchè ho bisogno di moltissimi consigli da parte vostra per migliorare nella scrittura, ho cercato di fare il meglio.
Besoos e alla prossima, spero!
StoesselMyLife_

 

  
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