Serie TV > The Big Bang Theory
Ricorda la storia  |      
Autore: Sibylla    22/01/2015    6 recensioni
Sheldon Cooper odiava i compleanni, i regali e il romanticismo. [...]
Invece, contro ogni prospettiva, eccolo lì: seduto alla scrivania, con la testa tra le mani e carta e penna di fronte a lui a fissarlo, implorandolo di scrivere qualcosa -qualunque cosa- o di restituire loro la libertà.
Lui, Sheldon Cooper, un genio, futuro vincitore del premio Nobel per la fisica, con sempre una parola saggia pronta per chiunque, a corto di idee di fronte a una ricorrenza così banale come il compleanno della propria fidanzata.
[...]
"Dimmi qualcosa di bello", gli aveva detto.
Purtroppo il compito si era rivelato più ostico del previsto.
E poi dal nulla, improvvisamente arrivò l'illuminazione.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sheldon Cooper odiava i compleanni, i regali e il romanticismo.
Nella lista delle cose che detestava venivano persino prima di Barry Kripkee e del suo insopportabile difetto di pronuncia.
Ma dopo il dover indossare il pigiama del lunedì la domenica, quando Penny ostruiva col suo bucato disorganizzato la lavatrice.
Quello davvero sfiorava i primi posti.

Se in passato, dunque, qualcuno gli avesse detto che un giorno avrebbe avuto a che fare con quelle tre cose contemporaneamente, quel qualcuno non avrebbe di certo potuto sottrarsi al suo classico sguardo di sufficienza e derisione.
Invece, contro ogni previsione, eccolo lì: seduto alla scrivania, con la testa tra le mani e carta e penna di fronte a lui a fissarlo, implorandolo di scrivere qualcosa -qualunque cosa- o di restituire loro la libertà.
Lui, Sheldon Cooper, un genio, futuro vincitore del premio Nobel per la fisica, con sempre una parola saggia pronta per chiunque, a corto di idee di fronte a una ricorrenza così banale come il compleanno della propria fidanzata.
E più passava il tempo più si arrovellava cercando di capire come avesse fatto a cacciarsi in un simile guaio.
Non che avesse avuto scelta, in effetti. Pressato dalle convenzioni sociali, si era visto costretto a chiederle cosa desiderasse per il compleanno, già pronto a ricevere come risposta la discutibile richiesta di baci o di contatti fisici d'altro genere.
E invece lei lo aveva sorpreso, come sempre d'altronde.
Era la sola in grado di riuscirci.
Lei e i produttori di Firefly, ogni qualvolta ignoravano o rispondevano con l'ennesima querela ai suoi reclami affinché riprendessero a girare la serie.
Davvero non riusciva a capacitarsi di tanta ottusità. Forse era giunto il momento di scrivere loro un altra mail di protesta.
Scrivere...
Il che lo riportò al problema principale.
Ancora ricordava l'istante in cui era stata decretata la sua condanna -e come non avrebbe potuto, con quella memoria eidetica che si ritrovava?
Dimmi qualcosa di bello, gli aveva detto.
Candidamente, come fosse la richiesta più semplice del mondo.
E magari lo sarebbe anche stata, se lei non si fosse impegnata a renderla praticamente impossibile, vietandogli il ricorso a qualunque citazione da film o fumetti dei supereroi.
Voleva qualcosa che avesse un significato profondo per lui, qualcosa di
suo.
Obiettare che i supereroi avevano un significato molto profondo per lui era servito a poco.
Chiaramente sul momento era rimasto spiazzato e non era riuscito a trovare nulla da dire, o quantomeno niente che lei reputasse soddisfacente.
Così in un atto di grande magnanimità dal suo punto di vista, ma che per lui equivaleva all'allungare inutilmente quell'agonia, gli aveva concesso qualche altro giorno per pensare a qualcosa di accettabile e sottoporglielo, a voce o su carta. A suo piacimento.
Ovviamente lui aveva optato per la seconda alternativa: se doveva farlo, quantomeno sarebbe stato per iscritto, non aveva intenzione di sentir pronunciare certe idiozie dal suono della propria voce.
Purtroppo il compito si era rivelato più ostico del previsto, e dopo molte ore -troppe per i suoi gusti- non era ancora giunto a nulla.
Eppure l'inizio era stato promettente. Stringere il cerchio sugli ambiti a cui attingere non aveva richiesto troppo tempo, perché c'erano davvero poche cose che significassero davvero per lui: i supereroi erano una di quelle, ma come già detto erano fuori dal tavolo. Restavano sua madre, sua nonna, la fisica ovviamente e sì, un po' anche Amy.
Capire come mettere insieme quelle cose in una frase, quello era però un altro paio di maniche.

E poi dal nulla, improvvisamente arrivò l'illuminazione.
Un sorriso tronfio si allargò sul suo volto, mentre la penna scorreva rapida sul foglio.
Del resto era o non era un genio?


«Come da te richiesto ecco il mio regalo per te. Non mi scuserò per il ritardo nel consegnartelo poiché mi hai messo di fronte ad una delle peggiori sfide della mia vita, che comunque ho brillantemente superato. Come al solito. Ora scusami, ma il lavoro mi aspetta. Ci vediamo stasera per il nostro consueto appuntamento settimanale dove, se vorrai, potremo anche discutere delle tue impressioni in merito. Leonard, ti aspetto di sotto»
Dopo aver rivolto un breve cenno al coinquilino e alla bionda accanto a lui, Sheldon si precipitò fuori dall'appartamento 4A sparendo dietro la tromba delle scale, con una fretta che Amy considerò quantomeno sospetta.
Era evidente che il contenuto di quel biglietto, e la richiesta in sé, dovevano averlo messo parecchio a disagio e questo non fece che accrescere la curiosità già spropositata della ragazza.
Al contempo era però anche leggermente infastidita dal fatto che fosse corso via ancor prima di poter aprire quella busta e manifestare un qualsiasi tipo di reazione.
Avrebbe preferito fosse presente in quello che, sperava, sarebbe stato uno dei più romantici momenti della loro intera relazione.
D'altro canto, quando lui la sera prima l'aveva invitata a recarsi al suo appartamento l'indomani mattina prima che uscisse per il lavoro,
per porre fine il prima possibile a quell'incombenza aveva detto, lei non se l'era fatto ripetere due volte, complice anche la curiosità di sapere, nonostante già immaginasse che il fattore tempo avrebbe costituito per lui un valido alibi per liquidare la conversazione.
Ad ogni modo, avrebbe avuto tempo e maniera di esprimere la propria reazione al regalo durante la cena di quella sera, sia che ne fosse rimasta soddisfatta sia, soprattutto, se l'avesse delusa.
Con le dita quasi tremanti dall'eccitazione aprì la busta, che svelò il piccolo cartoncino giallo al suo interno. Con cura lo estrasse, pronta a divorare ogni singola parola vi avesse trovato scritta sopra.

«Che roba è questa?»
Una piccola ruga d'espressione si fece spazio sulla sua fronte crucciata, seguita da molte altre, non appena ebbe terminato di leggere.
Per quanto riguardava il  fattore sorpresa, quello c'era stato : decisamente non era ciò che si aspettava.
Per il resto però quel biglietto faceva acqua da tutte le parti.
Nell'osservare quell'insieme di lettere e simboli senza significato apparente Amy si chiese, per l'ennesima volta in quattro anni, come avesse potuto essere così stupida da pensare che Sheldon fosse capace di soddisfare una richiesta da ragazzo normale come quella.

Notando l'irritazione dipinta sul volto di Amy, Penny e Leonard -fino ad allora impegnati in qualche accesa e futile discussione di coppia- spostarono temporaneamente la propria attenzione l'uno dall'altra per dedicarsi all'amica. 
Non gli ci volle molto a capire che la causa di tanta negatività dovesse aver a che fare con Sheldon e col biglietto che Amy reggeva ancora tra le mani.
Con un'alzata d'occhi, Leonard fece ciondolare esasperato il capo e si avvicinò all'amica, con una mano a mezz'aria già pronta a planare sulla sua spalla in segno di consolazione.
Aveva osservato Sheldon alle prese con quel foglio per un intero giorno, e poi lo aveva visto uscire improvvisamente rigenerato dalla sua spirale di sconforto quando aveva trionfalmente annunciato di aver trovato l'idea perfetta. Chiaramente lui era rimasto scettico, conoscendolo sapeva che raramente ciò che era brillante per Sheldon lo era altrettanto per il resto del genere umano, ma ci aveva comunque sperato. Un po' per Amy, un po' per Sheldon stesso e per la soddisfazione che aveva letto nei suoi occhi.
In fondo, benché non fosse tipo da parlarne a quattrocchi, Leonard sapeva perfettamente quanto lui tenesse ad Amy e quanto stesse male nel deluderla.
Per cui faceva il tifo per loro.
Chiaramente con scarsi risultati.
Quando però i propri occhi si posarono sul biglietto, la rassegnazione nel proprio sguardo fece posto a un lieto stupore e ad un sorrisetto compiaciuto, e la mano consolatrice rimase appesa al vuoto, non avendo più alcuna spalla da rinfrancare.
Doveva ammetterlo, ogni tanto Sheldon era davvero un dannato genio.
«Questa è l'equazione di Dirac...» gli occhi di Leonard saettarono verso la sua ragazza, in piedi a qualche metro da lui, barattando la dolcezza di prima con il veleno «Incredibile, persino Sheldon è più capace di romanticismo di te!»
Rivolto un ultimo sorriso d'incoraggiamento alla mora, adesso il ritratto della confusione, si precipitò giù per le scale, probabilmente più per la paura di tardare con Sheldon che per fuggire dall'orda di insulti con cui la bionda lo stava ora seppellendo.
Qualche secondo più tardi la porta si richiuse alle sue spalle, trascinando fuori con sé anche gli ultimi strascichi di grida, ed Amy rimase sola con il solito biglietto in mano e un mucchio di nuove domande in testa.

Improvvisamente quella serie di segni si era fatta interessante.
Leonard aveva accennato a Dirac: il nome suonava familiare, probabilmente per via di qualche reminiscenza scolastica o di qualche convegno scientifico a cui aveva partecipato.
Ma non era lei la fisica nella coppia quindi, mouse alla mano, prese possesso del portatile di Sheldon -pregando che non se accorgesse- e digitò le parole magiche sulla barra delle ricerche: la voce “Equazione di Dirac” produsse migliaia di risultati, più o meno accurati, ma poiché Amy non aveva né il tempo né l'interesse per leggere un trattato di Fisica, ne scelse uno a caso tra quelli di media levatura scientifica e pazientemente attese il caricamento completo della pagina.
Ne lesse il contenuto con la stessa voracità riservata qualche istante prima al biglietto, con la differenza che stavolta, con lo scorrere delle parole, gli occhi si facevano sempre più umidi:

L’equazione di Dirac descrive il fenomeno dell’entanglement quantistico che, in termini semplicistici, afferma che se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non li si può più descrivere come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema. Quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce.
Rilesse parecchie altre volte quella definizione, lasciando che le parole si imprimessero bene nella sua testa, conscia che difficilmente gliene sarebbero ricapitate di più belle tra le mani.
Quando ne fu finalmente sazia, chiuse la pagina e si curò di eliminare quella specifica ricerca dalla cronologia, per non lasciare traccia di sé sul suo computer, prima di richiuderlo.
Fatto ciò rilasso la schiena sulla sedia, lasciando che la tensione accumulata le scivolasse via dalle spalle ma non dalle labbra, ancora incurvate in un incredulo sorriso.
Era certa che Sheldon, ricorrendo alla fisica, fosse in qualche modo convinto di avergliela fatta sotto il naso, rigirando la sua richiesta a proprio favore. 
Probabilmente, nell'evitare a tutti i costi di essere romantico, non si era neanche accorto di averle regalato il gesto più romantico di tutti: le aveva dedicato la cosa che amava di più al mondo, la Fisica. L'unica cosa davvero sua, su cui aveva costruito tutta la sua vita e che gli aveva sempre fatto da porto sicuro quando le distrazioni del mondo e delle relazioni umane lo sopraffacevano, e ciò di cui aveva disperatamente bisogno era solo rifugiarsi nella logica e nella pragmaticità della scienza, era adesso diventata una cosa
loro.
Era diventata la definizione della loro relazione.

«Ti amo, Sheldon Cooper»


E da qualche parte a Pasadena, Sheldon Cooper, anche se distante da lei chilometri, sentì quella frase e ne fu influenzato, percependo un brivido lungo la schiena.
Come fossero parti di un unico sistema.

-----------------------------------
In attesa che il blocco dello scrittore sulla long si sblocchi, interrompo la latitanza  nel fandom con questa OS.
Mi sono imbattuta in uno di quei post con le frasi fatte sull'amore che ogni tanto fanno capolino sulla home di Facebook, e che io puntualmente ignoro, ma la formula matematica mi ha attirato e in un attimo mi sono ritrovata a pensare che sarebbe calzata a pennello su Sheldon e Amy, e non ho resistito.
A chiunque abbia in primis creato questo parallelismo tra Dirac e l'amore dico grazie per avermi fornito lo spunto, e mi fido sperando che l'equazione dica davvero questo... perchè anche io, come Amy, non ho né il tempo né la voglia (nè la pazienza) di leggere un trattato di Fisica. Pardon.


  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Big Bang Theory / Vai alla pagina dell'autore: Sibylla