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Autore: kyonnyuchan    22/01/2015    2 recensioni
Apprezziamo una cosa, che magari abbiamo sempre dato per scontata, solo nel momento in cui ci viene portata via. E di solito questo accade di colpo, all'improvviso. Cosa resta, poi se non un mucchietto di cenere e la nostra stupidità da maledire?
(Chitoge-centric)
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chitoge Kirisaki, Kosaki Onodera, Raku Ichijou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ragazzi... Ho da dirvi una cosa.”

 

Raku aveva sul viso il solito sguardo preoccupato. Ormai, quando si trattava di convocazioni ufficiali da parte di quel maledetto di suo padre assieme a quello di Chitoge... Beh, era abbastanza logico che avesse brutti presentimenti, viste le premesse, no?

 

Chitoge invece oltrepassava di diverse tacche la definizione di 'preoccupazione'. Già, perché aveva il sospetto di sapere cosa dovessero dir loro i genitori. Sì, doveva essere proprio quello.

 

Il momento che, all'inizio di quei tre anni, aveva attesto con ansia.

 

Il momento in cui quella buffonata sarebbe finita, finalmente.

 

Il momento in cui il loro fidanzamento fasullo sarebbe terminato.

 

“Siete finalmente liberi! Ci scusiamo ancora per aver imposto su di voi una tale condizione. Siamo dei vecchi egoisti, eh?”

 

Ecco, ora Raku avrebbe fatto senz'altro salti di gioia di tre metri, esultando in maniera spropositata... Sì, sarebbe andata così. E lei, probabilmente, gli avrebbe mollato un pugno ben assestato dei suoi... Non sapeva fare altro che questo.

 

Impotenza. Frustrante impotenza.

 

Com'è che in tutto quel lasso di tempo non era riuscita ad essere onesta con sé stessa? Aveva approfittato di quella finzione, dandola per scontata.

 

Dimenticandosi che un giorno o l'altro sarebbe finita.

 

Si sorprese quando Raku non si mise affatto a saltare per la stanza, ma sempre in posizione seiza, fece un lungo respiro e disse solo: “Non preoccupatevi. All'inizio è stata dura, ma poi, tutto sommato, si è rivelato divertente, vero Chitoge?”

 

Talmente stupita da quel che lui aveva detto, con quel suo sorrisetto traditore, lei non trovò la forza di fare nient'altro se non annuire.

 

Divertente?

 

Non era la prima volta che definiva così il loro rapporto. Ma certo era la prima volta che glielo diceva in faccia, apertamente.

 

Suo malgrado, il suo cuore, a quel pensiero ebbe un leggero sfarfallio. Scosse vigorosamente la testa, come per cacciare quella sensazione ribelle. Poi si alzò in piedi e fece una grassa risata. Quindi aggiunse:

 

“Liberi! Finalmente!!! Ahahah! Era da un pezzo che non mi sentivo così felice! Ora, se non vi dispiace, do-dovrei andare in ba-bagno!”

 

Sì alzò barcollando, come fosse ubriaca, sotto lo sguardo leggermente perplesso di lui.

 

Ancora. Ancora quella maschera, tanto più dannata quanto più si sentiva incapace di scollarsela dal volto.

Maledizione.

 

Si aggrappò quasi con foga al lavandino, e aprì il getto, per sciacquarsi la faccia. Almeno così, le lacrime che già trovavano il coraggio di uscire allo scoperto e rigare lentamente le sue guance, si sarebbero confuse alle altre gocce d'acqua. Nessuno, se non un muto specchio, le avrebbe viste.

 

Facendosi forza, prese un asciugamano e se lo passò vigorosamente.

 

Sì, ora che si era sfogata, andava molto meglio. Tutto sommato, analizzando la cosa da un punto di vista meno emotivo, stava ricavando un dramma dal nulla. Avrebbe avuto comunque tutto il tempo per dirgli tutto, una buona volta, no?

 

Tornò nella stanza.

 

“Eh eh... Scusate tanto, ma... Un bisogno improvviso, sapete com'è...” Fece con aria imbarazzata, sfoggiando un sorrisetto.

 

“Ehi ma... Raku dov'è?” Il ragazzo era improvvisamente sparito.

 

“Mio figlio? Mi ha detto di scusarsi, ma aveva qualcosa di urgente da fare. Era tutto rosso in viso e sembrava che fosse una questione di vita o di morte... Non l'avevo mai visto così agitato...”

 

La sensazione di pessimo presentimento ricadde nuovamente su Chitoge, senza alcuna apparente ragione.

 

Dopo un breve commiato, fatto di doverosi inchini al padrone di casa, anche lei uscì, senza una meta precisa. Il brontolio del suo stomaco le ricordò il fatto che non avesse ancora fatto una delle sue 'solite' colazioni. Di quelle che quell'idiota di Raku guardava con disgusto... La sua golosità quindi la condusse verso il negozio di dolci Onodera.

 

Fece due passi, ma si bloccò subito di colpo. Appena fuori dall'ingresso c'era lui, Raku, davanti a Kosaki. Gesticolava come quel baka che era. Sembrava anche visibilmente imbarazzato.

 

Avrebbe avuto una voglia matta di avvicinarsi, per capire cosa stava dicendo, ma temeva che se l'avesse fatto, l'avrebbero senz'altro notata.

 

Un momento, da quando in qua non riusciva ad avvicinarsi con naturalezza a quei due?

 

Improvvisamente, come se un fulmine l'avesse colpita, comprese tutto. Lo sguardo di Onodera era inconfondibile, perché l'aveva visto su di sé molte volte, di ritorno da uno di quei finti appuntamenti in cui Raku aveva detto o fatto qualcosa che le aveva – involontariamente, ovvio – fatto toccare il cielo con un dito.

 

Quella era... Una confessione?

 

Per un attimo la bionda distolse lo sguardo, mentre sentiva i suoi battiti prendere un ritmo forsennato. Ma attirata da una forza inesorabile, tornò a guardare la conclusione della scena.

 

I due si stavano abbracciando con trasporto.

 

E a quella vista, il cuore di Chitoge cadde sulla strada, in mille minutissimi frammenti.

 

Era finita.

 

Kyonnyuchan space

 

 

Saaaalve! Esordio su EFP un po' cattivello, eh? Scusate, non volevo (o invece sì?)...

 

Lo so, lo so che Naoshi Komi non scriverà mai un finale degno di questo nome, lasciando tutto in sospeso... E' troppo tenerello e non vuole spezzare il cuore a nessuno dei suoi fan, il bravo mangaka!

 

Solo che io, al contrario, non ho resistito... E mi è venuta fuori questa Chitoge-centric un po' angst. Mi raccomando, non tirate fuori dalla cantina torce e forconi, vi prego!

 

   
 
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