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Autore: Molecola    22/01/2015    1 recensioni
Avete mai notato come la sezione di psichiatria in un ospedale sia sconfinata in un angolo lontano da tutti gli altri reparti ma a un passo da quello di cardiochirurgia? I “malati di mente” accanto ai “malati di cuore”. Come se ci fosse davvero una differenza.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Marlene mi cammina accanto, si asciuga le lacrime e cerca di contenersi, il rossetto rosso scuro spicca sulla sua pelle pallida.

  • come mai piangevi?- mi guarda risentita. Non capisco! È lei che non si ricorda di me. Che avrei fatto io di male?

  • Periodo un pò no-

  • mi dispiace, problemi seri?-

  • no, in realtà non ci sono nemmeno dei problemi sono solo io che ingrandisco sempre tutto- i suoi occhi sono cosi spenti. Dove è la mia Marlene? Una vocina nella mia testa mi uccide urlando: non è più tua.

  • Vi siete divertite ieri sera?- domando trattenendo le lacrime

  • si e anzi ci devi scusare se abbiamo fatto tanto chiasso! Ho delle amiche casiniste-

  • ma figurati! Era un addio al nubilato, era giusto cosi-

  • ma non voglio farti perdere del tempo, avrai degli impegni-

  • no, no. Dovrei studiare ma non mi va oggi-

  • cosa studi?

  • dovresti saperlo- mi scappa senza che me ne renda conto. Spalanca gli occhi e mi fissa. Il suo silenzio fa cadere le dighe del mio autocontrollo – come diavolo fai a non ricordarti di me? Eh? Come fai a non ricordarti di me DI NUOVO?- scoppia a piangere e non appena la vedo portarsi la mano alla bocca per trattenere i singhiozzi la tristezza mi assale

  • mi..mi dispiace...pensavo che tu non ne volessi più saperne di me-

  • cosa?ti ho cercato ovunuque, mandato messaggi, email, trovato il numero e chiamato interrottamemte. Perchè non avrei dovuto non volerne sapere di te?-

  • mia madre ha detto che hai chiamato e che le hai detto che non volevi più sentirmi, che ti eri stancata della situazione, che non ero più la stessa Marlene che non lo sarei mai più stata- sulle ultime parole non si trattine e scoppia di nuovo a piangere. Una rabbia ceca si impossessa di me

  • tua madre ti ha detto questo?-

  • si..-

  • e tu le hai creduto? Hai creduto alla persona che ti ha portato via da me?-

  • che avrei dovuto fare? Non sei stata l'unica a soffirere Alessia-

  • peccato che io non sia però felicemente fidanzata con un'altra- il suo volto si colora di ira

  • no, non ti permetto di insinuare questo! Isabella c'è stata quando tu non c'eri-

  • ah ma davvero? Tu non sai nemmeno cosa abbiamo affrontato insieme in cinque anni!- solo dopo mi rendo conto della cattiveria che le ho detto. Deglutisce, mi guarda ferita e fiera.

  • Tu ricordi il mio passato e appartiene più a te che a me ma Isabella conosce il mio presente e le basta!-

  • io..non volevo dire..-

  • si. lo volevi dire. Mi spiace Alessia che io non possa essere la Marlene che tanto vuoi ma è cosi, fattene una ragione e vai avanti come ho fatto io-

  • ma io ti amo...- abbassa lo sguardo, respira affondo, si asciuga una lacrima e torna a guardarmi

  • io no, non posso amare chi non conosco. È Isabella che amo-

  • no, non è vero..-

  • si, invece! Buona vita, Alessia. Prenditi cura di te- mi volta le spalle e va via

 




la camera dell'albergo è avvolta nel buio.il cellulare squilla ormai interrottamente da un'oretta buona. È Isabella, credo si stia preoccupando, ma ora non ce la faccio. Non posso farcela. La verità è che ho sprazzi di ricordi della mia vita passata da mesi ormai e tutti hanno come protagonista il volto di Alessia. E quindi non mi aveva dimenticata? Come ha potuto mia madre tenermi lontano da lei?se non lo avesse fatto ora saremmo insieme, felici! Vederla oggi cosi affranta mi ha ucciso. Ma non posso fare diversamente. Ho delle repsonsabilità, degli impegni verso Isa. Nella mia mente ho immaginato almeno una ventina di volte di correre da Alessia e stringerla forte e dirle che non ho un passato vero e proprio ma che ricordo cosa lei era per me e che le emozioni di allora sono tornata, che quel senso di vuoto perenne che non riuscivo a spiegarmi era dovuto alla sua assenza, che la mia sciocca memoria l'aveva scordata ma il mio cuore no. Quanto vorrei che si potesse davvero fare quello che si vuole. Il cellulare riprende a squillare, non posso risponderle ora, scoppierei a piangere. E come lo giustificherei? Ehi amore scusami ma sto troppo male per quella che credo sia la donna della mia vita e ops: non sei tu! Voglio bene a Isabella, non la amo, questo lo so, non provo una passione bruciante per lei, non mi attaccherei alle sue labbra come un assetato come farei con Alessia. Ma le voglio bene. Sento bussare alla porta. Mi alzo appesantita. Quando apro un colpo secco mi attanaglia. Alessia è davati a me. Bella come il sole. Sta per dire qualcosa ma la blocco, domani sarò la persona onesta che voglio essere, domani sarò coerente, domani sarò razionale ma sta sera, ora in queston istante voglio solo sentirla. Mi tuffo sulle sue labbra, tintenna un attimo poi si lascia cullare dalle mie braccia. Chiudo la porta alle sue spalle. Le sue labbra sono buone, sono dolci, sono le sue. Una serie infinita di ricordi si immergono nella mia mente.

      • marlene..io-

      • shhh-

      • ma..-

      • sono qui ora, non voglio pensare alla vita che ho, a quello che accadrà domani mattina, voglio pensare solo a te ora-

 





non so come interpretare le sue parole. Sono sicura che domani mattina mi ferirà a morte ma mi è mancata cosi tanto... le afferro i fianchi e inizio a baciarla voracemente, con le dite inzio ad accarezzarle il senso. La sento gemere, attaccarsi a me. Passano pochi minuti e la spoglio di ogni suo abito mentre lei fa lo stesso con me. Accendo la luce del comodino per bearmi del suo corpo. Mi sembra di essere tornata a casa dopo anni di viaggio

  • ti amo, Marlene-

  • anche io, Alessia e ricordo tutto, cioè non proprio tutto ma ricordo te- splanco gli occhi, le lacrime mi innodano le guance. Mi rituffo sulle sue labbra, mi stringe forte. Desiderosa, distrutta, affranta, innamorata, la prendo. I suoi gemiti mi riempono le orecchie, è come musica per me. La mia canzone preferita di cui ero stata privata per tanto tempo. Aumento la velocità mentre sento la sua essenza bagnarmi le dita. Poche spinte veloci e raggiunge il vertice urlando il mio nome. Mi accuccio vicino a lei, mi stringe con un braccio, con l'altro mi accarezza i capelli.

  • Che accadrà domani, Marlene?-

  • non ci pensare. Siamo qui ora-

  
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