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Autore: Ross23    22/01/2015    4 recensioni
Mi riempie il cuore.
Mi riempio di lei, quanto basta per poter resistere ancora, senza di lei.
"Arizona..io non respiro se tu non ci sei"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Mi è venuta l'ispirazione. Questa volta la storia è mia. Buona lettura. DO YOU MISS ME? 


POV CALLIE 
Quelle parole risuonano ancora nella mia testa. Quegli occhi così azzurri
e profondi, quasi mi imploravano di rispondere alla sua domanda. Sono davvero convinta che il cielo abbia lo stesso colore dei suoi occhi..e il cielo è immenso, come immensi sono quei due zaffiri in cui riesco ancora a perdermi. 
Allontanarla da me è stata la decisione più difficile della mia vita. Può l'amore, a volte, non bastare? 

Fisso il liquido presente nel mio bicchiere. Tequila. Ricordo ancora quella sera di ormai parecchi anni fa quando una bionda mozzafiato mi ha cambiato la vita. Stavo bevendo tequila, in questo stesso bar, su 
questo stesso sgabello, la piccola Grey accanto a me. Lexie. Mark. Quante cose sono cambiate. 
Mark, mi manchi così tanto!
Riuscivi a tirare fuori il meglio di me, di noi. Maledetto aereo. Maledetta gamba. Maledetta morte. Tu te ne sei andato, e ti sei portato via una parte di noi..necessaria per farci stare insieme. 
Mi sento soffocare.
Mi alzo e vado via, ho bisogno del mio migliore amico. Chiavi in mano, entro in macchina, accelero..mi fermo. Sono arrivata a destinazione. Non ci vengo spesso, mi fa troppo male..porto dei fiori ogni tanto, vengo a fargli vedere qualche foto di Sofia per fargli vedere quanto sta crescendo la nostra bambina. Le parlo sempre di suo padre, era piccola per ricordarlo..ma io gli parlo sempre di lui. Guardo la sua foto, sorride..quanto è bello. L'ho amato, e lo amo ancora..come si ama un amico, profondamente. Ricordo ancora quelle parole che mi disse un giorno "quello che ti serve è il coraggio per uscirne. Hai amato, hai lottato, hai perso. Cammina a testa Torres!" 

Ma..ho lottato abbastanza Mark?
Ti prego dimmi che devo fare.
Ho bisogno di te.

Il mio telefono squilla, distraendomi dai miei pensieri. È Meredith, mi dice che Derek ha già preso Sofia e Zola e sono già a casa, starà lui con loro. Lei mi aspetta davanti l'ospedale, devo andare a prenderla per andare insieme in una sala qui vicino..dove Alex ha organizzato una festa a sorpresa per il compleanno di Jo. Riattacco. Poso il cellulare in borsa. Poggio una mano sulla sua tomba, accarezzo la sua foto, gli mando un bacio, sorrido. 

Io so cosa tu vuoi che io faccia, Mark. Hai sempre tifato per noi.

Mi volto, e cammino. Prendo Meredith e arriviamo a destinazione. La sala è abbellita con buon gusto, Alex fa il duro ma in realtà è molto dolce. Tremo quando entro..sono già tutti lì, medici, specializzandi, anche qualche infermiere. Mi guardo intorno, dov'è lei? Solita ritardataria.
Saluto tutti, Miranda mi viene incontro, mi sorride "cosa ti tormenta Torres? Non hai una bella cera"..le sorrido, mi scuso e mi allontano. Capirà. Jo arriva, la sorpresa è riuscita. Non sono così entusiasta, possiate scusarmi. 

Lei non è qui ancora. Forse, non verrà?!? 

Mi accomodo al bancone del bar e ordino qualcosa di forte, qualcuno si siede accanto a me. Mi volto. Una bionda, quella sbagliata. Leah Murphy. Chi non muore si rivede. Da un bel po di non si vedeva in giro, so solo che alla fine ha accettato la proposta di Webber e si è inoltrata nel campo della ricerca. 
"Dottoressa Torres, come sta?" Guardo il mio drink. Non le rispondo, ma lei continua. "Ho saputo del divorzio, mi dispiace. Ma non così tanto" fa un risolino odioso. La prenderei a cazzotti, maledetta. Mi volto, la fulmino con lo sguardo. "Senti, mi dispiace per come mi sono comportata quel giorno in sala. Sono stata troppo dura, non volevo farti piangere" accentuo l'ultima parola in modo acido. "Ma ora non siamo in una sala operatoria, non devo insegnarti nulla. Sai? Non spezzo ossa da un po in ospedale..non vorrai essere tu a rinfrescarmi la memoria vero? Sai..dovresti trovarti un bravo chirurgo poi..ma non la migliore, perché quella le ossa te le avrà già fatte a pezzi. Sparisci" urlo quasi. Lei spaventata, va via. Rido, che idiota. Alex mi si avvicina e mi chiede cosa mi prende e di non rovinare la sua festa. Gli dico di stare tranquillo. Sta per andare via. Lo fermo. "Dov'è lei?" Mi guarda confuso, poi capisce. "A casa, ha avuto una giornata terribile con la Herman. Era sfinita, sicuro starà già dormendo" mi alzo, prendo la borsa e gli passo accanto per andare via. Mi blocca per un braccio. "Dove vai? Non fare cazzate Callie!" Mi libero dalla sua presa. Sorrido. "Tranquillo Alex. Lei è l'ultima persona al mondo a cui io farei del male." Mi sorride, chiama Jo, apre la sua borsa e sfila un mazzo di chiavi. Me le porge. Sorrido ampiamente. Le prendo e vado via. Ho bevuto qualche bicchiere. Non sono ubriaca. Ma l'alcool mi ha dato il coraggio che mi serve. Metto in moto e raggiungo la casa di Alex. Lei è li da qualche giorno. Apro la borsa e cerco la chiave. Entro senza fare rumore. È tutto buio. Sarà di sopra. Cerco di non fare il ben che minimo rumore. Raggiungo le camere. La prima è vuota. L'altra è socchiusa. La apro piano. La tenue luce della luna e dei lampioni in strada illumina di poco la stanza. La guardo. Quanto è bella. Sembra un angelo. Il mio angelo. Dorme beatamente su di un fianco. Stranamente è rivolta verso il centro del letto, di solito dorme di spalle e rivolta verso l'esterno. Una volta mi ha confessato che dorme così perché ama quando la abbraccio da dietro e le cingo la vita. Ama stringere le mie mani sulla sua pancia e ama sentire il mio respiro solleticarle il collo. Forse però dovrei usare il tempo passato. Amava. Facendo attenzione a non svegliarla, mi stendo piano sul materasso accanto a lei. La guardo.
Si può essere più belle di così? 
Respiro. Finalmente respiro. 
Osservo i suoi lineamenti perfetti, riesco a vedere solo il suo viso, fa freddo ed è coperta. Nasconde il suo corpo meraviglioso che mi fa perdere la ragione. Ancora e ancora.  Osservo i suoi capelli così morbidi e profumati in cui amo infilare le mani quando la bacio. Il suo nasino, con cui ama sfiorare il mio quando mi bacia. Le sue labbra..credo di avere una dipendenza dalle sue labbra. Tocco le mie. Sembrano così secche. Gli manca la loro linfa vitale. Lei è la mia linfa vitale. 
Di nuovo, forse dovrei usare il tempo passato. 

Resto lì non so nemmeno per quanto tempo, veglio sul suo sonno. Accenna un sorriso. Forse l'ho solo immaginato. Mi riempie il cuore. 
Mi riempio di lei, quanto basta per poter resistere ancora, senza di lei. Vado via alle prime luci dell'alba. Chiudo la porta e incontro Alex. Mi sorride. Confessa di avermi osservato. Non dice nulla, solo sorride. Sa che non ho bisogno di altre parole. Torno a casa e mi infilo nel nostro letto. O dovrei dire, nel mio letto?! Tu non ci sei. 
Mi manca l'aria. Non respiro più. 

POV ARIZONA 
Il rumore fastidioso della mia sveglia interrompe il mio sonno beato. Spengo quell'aggeggio infernale e mi ributto sui cuscini. Dopo tante notti insonni e tanto lavoro finalmente ho dormito profondamente e beatamente. Una strana sensazione mi avvolge. Mi sento bene. Ho sognato Calliope..credo. Ricordo il suo volto, un sorriso, sentivo anche il suo profumo. Il suo profumo..mi sembra di sentirlo ancora. È passata una settimana da quando mi ha lasciato. Ho il cuore ancora a pezzi. Non riesco ad odiarla. Non ci riesco. Per quanto mi sforzi..la amo troppo. Dio quanto mi manca! Non la vedo da ieri mattina, quando le ho chiesto se le mancavo, come una mendicante che implora un po di affetto. Lo so che mi ama ancora, lo sento quando mi guarda, lo vedo in ogni suo gesto. Perfino lasciarmi è stato un gesto d'amore. 

Può l'amore non bastare? A quanto pare sì. 

Mi rigiro tra i cuscini, ho ancora un po di tempo. Sento di nuovo quel profumo. Impossibile. Proviene dall'altro lato del letto..mi avvicino..annuso il cuscino, inspiro. È il suo profumo. Ma..perché? Perché il suo profumo è sul mio cuscino? Sorrido. Dio mio non può essere. Infilo la vestaglia, mi alzo e corro in cucina. Alex e Jo stanno facendo colazione. Guardo lui, quasi implorandolo di darmi la risposta che cerco, mi sorride. Ho la mia risposta. Lei è stata qui, da me. Un sorriso ampio si forma sul mio viso, non lo posso evitare. Sono felice. Questa donna mi farà impazzire. Mi lascia, poi ritorna. Odio le sue indecisioni. Ma so che non può fare a meno di me, come io di lei. Questo mi fa sorridere. Corro in camera ad inspirare quel che resta del suo profumo. Riempio i miei polmoni. 

Respiro, finalmente respiro. La mia Calliope. Quanto ti amo. 

Avrò una giornata terribile con la Herman, ma stasera andrò da lei. Ho promesso a Sofia che l'avrei messa a letto. Ne approfitto. Devo vederla e parlarle. Devo farla parlare, ho bisogno di sentire da lei il motivo per cui è stata qui. 

Si sono fatte le 21.00. Cavolo. Il tempo oggi non passava mai. La Herman mi ha distrutto, tanti consulti e ben due operazioni. Ma ho avuto la testa da un'altra parte per tutto il giorno. 
Mi trovo davanti la porta di casa mia, o quella che era la mia casa. Non trovo il coraggio di bussare e di affrontarla. Non ho la forza necessaria per starle lontana, quando l'unica cosa che vorrei è buttarmi tra le sue braccia e baciarla fino a perdere il respiro, morirei felice. Temporeggio per alcuni minuti. Non busso, ma sento la porta aprirsi. Alzo lo sguardo e i miei occhi incontrano i suoi. Mi perdo in quegli occhi. Quante volte l'ho detto che sono magici? Una calamita. Ci fissiamo per minuti interminabili. Poi lei sorride. "Ho sentito la macchina..ho aspettato per vedere quanto ci avresti messo a bussare, non è da te esitare" sorrido, di rimando. "Ciao" le sussurro, quasi senza voce. Il cuore sta martellando nel mio petto. Ho quasi paura che lei possa sentirlo. "Ciao" mi risponde dolcemente. "Vuoi restare sulla porta o preferisci entrare?" Sorrido, nuovamente. Entro. La mia bambina corre verso di me e mi salta letteralmente addosso. La stringo forte e la riempio di baci. "Ci siamo appena fatte un po di latte, hai mangiato? Ti va un bicchiere?" Scoppio quasi a ridere. Non era da Callie bere del latte, preferivamo un bicchiere di vino, io bianco, lei rosso..alla sera. "Ora bevi il latte? Ma va bene, accetto volentieri. Non ho mangiato. La Herman mi spremuto fino all'ultimo minuto" sorride "questa piccola peste fa i capricci a volte, sono riuscita a convincerla a berlo, bevendolo anche io". Ci mettiamo sedute sul divano, davanti al camino. Chiacchieriamo e scherziamo con Sofia. Sembra che il tempo sia tornato indietro. Ho di nuovo la mia famiglia. Quanto mi mancava stare così. Mi sento talmente felice e riempita in questi momenti che se penso di dover andar via tra poco, un senso di tristezza immenso si appodera di me. Lei sembra accorgersi dei miei pensieri, mi sorride e mi dice di portare Sofia a letto mentre lei avrebbe sistemato la cucina. Prendo in braccio la mia piccola principessa e mi dirigo nella sua cameretta. La metto a letto e le rimbocco le coperte. Le canticchio qualcosa, Callie è più brava, ma io me la cavo. Lei è felice..e non ci mette molto ad addormentarsi. La copro meglio e la osservo. Callie in miniatura. Ha così tanto di lei che mi toglie il fiato quando mi sorride. È allegra e spensierata, come lo ero io. Mi ricorda anche Mark nei suoi gesti quotidiani. È un mix di forza e allegria, una bambina meravigliosa. La mia bambina. 

POV CALLIE
Sono passati più di 15 minuti, Sofia ci mette pochissimo ad addormentarsi. Perché non torna? 
Ok. Vado a vedere che succede, quella peste forse fa i capricci. Mi avvicino alla porta, la apro lentamente. Il mio piccolo angelo dorme. Poi vedo lei, di spalle. Osserva fuori dalla finestra posta vicino il letto di Sofia. Mi avvicino piano..lentamente. Attratta da lei come una calamita. Mi sente, ovvio. Ma non si volta. Mi avvicino ancora. Sono ormai dietro di lei..il suo profumo mi inebria i sensi, riesce ancora a farmi perdere la ragione. La abbraccio da dietro. Non riesco a trattenermi. La stringo forte a me e infilo la testa nell'incavo del suo collo. Sono totalmente persa ormai. Inspiro il suo profumo. 
Respiro, di nuovo.
Accenna un sorriso, posso percepirlo. "Calliope..." La sua voce è un sussurro, riesco a malapena a sentirla. "Arizona...." Respiro profondamente. Non so da dove cominciare. Non so cosa dire. "Perché sei venuta da me stanotte? Voglio saperlo" il suo respiro è irregolare..la sua mano stringe le mie sul suo addome. Sento il suo cuore battere forte. E lei sente il mio. Due cuori che battono all'unisono. Due corpi che si accendono per la mutua vicinanza. Prendo coraggio. Parlo, piano, per non svegliare la piccola. "Arizona...so che non ne ho nessun diritto, so che sono stata io a lasciarti andare" respiro. "So che sei confusa..ma io..." Bacio piano il suo collo. Respiro. "Arizona..io non respiro se tu non ci sei" la mia bocca è ancora sulla sua pelle e con le mie parole solletico il suo collo. La sento tremare sotto il mio tocco. La sento sorridere. Sorrido. Si volta, mi abbraccia, forte. La sento singhiozzare. Piange. 
Ti prego non piangere.
La allontano quanto basta per guardarla negli occhi. Per quanto possibile dal buio della stanza. Alzo una mano per accarezzarla, con un dito raccolgo una sua lacrima per poi portarla alla mia bocca, e assaporarla. Linfa vitale. Poggio la mia fronte sulla sua. "Ti amo" a malapena riesco a sentirlo. Respiro. "Voglio baciarti..ho bisogno di baciarti Arizona" lei sorride, sembra un cucciolo. Non riesce a smettere di piangere e io non riesco a smettere di sciogliermi. Asciugo le sue lacrime e accarezzo dolcemente le sue labbra con le mie dita. "Ti amo" le sussurro prima di poggiare la mia bocca sulla sua. Il bacio è dapprima casto. Poi la mia lingua cerca la sua, per intraprendere quel ballo sensuale che ormai entrambe conoscono a memoria. Le mie gambe perdono quasi la forza. Mi aggrappo a lei e lei a me. La spingo fino a farle toccare il marmo freddo della finestra. Lei non mi ferma. Continuo a baciarla..scendo fino al collo per poi risalire fino al suo orecchio. "Rimani..non andare via" sento il suo respiro farsi più regolare dopo il bacio. Con le braccia mi tiene ancora a se e poggia la testa sulla mia spalla. Continuo a baciarla. Avverto leggeri brividi da parte sua. Sorrido. "Non posso" la guardo. "Sì, puoi. Arizona.." La bacio di nuovo. Come se da questo dipendesse la mia vita. Quando mi stacco, mi guarda. Dio, quanto è bella. Como ho potuto anche solo pensare di lasciarla andare. "Non posso.." Si stacca, e scappa via. La seguo. La fermo per un braccio. La blocco tra il mio corpo e la parete, fredda. Ma tra un po forse, non così tanto. "Ascolta..ho sbagliato. Lasciarti è stata la decisione più assurda che potessi prendere. Questi pochi giorni mi sono serviti per capire. Io non mi sento soffocare con te..io mi sento soffocare senza di te. Arizona io ti amo" Lei mi guarda e mi sorride "l'amore non è mai stato il nostro problema Callie, il troppo amore è stato la nostra condanna" cerca di liberarsi ma la fermo ancora "risolveremo tutto insieme. Parleremo. Ci sosterremo. Abbiamo bisogno di recuperare quella serenità di un tempo. Abbiamo una bambina meravigliosa. Ti sto chiedendo..di tornare a casa" abbassa lo sguardo, una lacrima le scende di nuovo dagli occhi. Porto una mano al suo mento, lo sollevo. "Guardami. Noi due siamo fatte per stare insieme Arizona. Non posso immaginare la mia vita senza di te. Non riesco a sopportare il pensiero che un'altra possa toccarti. Baciarti. Che un'altra donna possa averti. Avere tutto di te" sorride. Accarezzo le sue labbra. "Questo è il mio sorriso. Queste sono le mie labbra" fisso gli occhi nei suoi. "E questi sono i miei occhi..e se il troppo amore che proviamo è la nostra condanna..allora voglio essere condannata ad amarti per tutta la vita" Mi bacia. Affamata di me. Come se non potesse farne a meno. Mi spinge e apre la porta della nostra camera. Nostra. Stiamo per entrare quando sentiamo Sofia piangere. La guardo "non c'è fretta" sorride. Prende la mia mano e andiamo da Sofia. "Amore cosa c'è?" Chiede lei, dolcemente. La piccola dice di aver fatto un brutto sogno. Lei la stringe forte a se. E io stringo entrambe forte a me. "Vi amo" la sento sorridere. "Sei la condanna più bella che possa desiderare" mi dice e si sposta un po per guardarmi, mi bacia. Ci stendiamo accanto a Sofia, tutte e tre, abbracciate. "Arizona..fammi di nuovo la domanda di ieri mattina" ride, felice. "Non ti sono mancata per niente?" Mi giro, la guardo. "Da morire. Ora respiro, perché ci sei". "Ti amo"


   
 
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