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Autore: Palamideo    23/01/2015    2 recensioni
Ikki rincontra una sua vecchia conoscenza sotto il vecchio salice della città...
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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ikki, il salice e Sandra
 
Era lì, per terra, un fiore morto martellato dalla pioggia in un prato. Io ero lì in piedi che lo fissavo con uno sguardo malinconico. La pioggia era incessante ed io non mi muovevo; i miei vestiti erano bagnati: un giacchetto verde, jeans blu e scarponcini neri come i miei capelli e i miei occhi. Aprii l’ombrello e, guardando il fiore appassito nel fango e poi il salice piangente, pensai: “Ecco. Ora non c’è più motivo di venire qui. Domani verrò a salutarti, vecchio salice”. Il salice in questione era spoglio di tutte le sue foglie.
 
Tornato a casa, aprii la porta, posai l’ombrello nel vaso all’ingresso; andai in camera mia, mi spogliai, poi mi misi il pigiama e andai a letto. Il giorno dopo non pioveva e dopo scuola andai su quella collina, ma quello che vidi era strano, assurdo e improbabile. Una ragazza era seduta su una sedia di legno davanti al salice e stava leggendo un libro nero; i sui capelli neri erano lunghi tutta la schiena; aveva un folto ciuffo rosso vermiglio che sembrava un lingua di fuoco. I grandi occhi verdi scorrevano lentamente sulle pagine del libro come se fosse stata alla ricerca di qualcosa e non la stesse trovando; andava nell’altra pagina a cercarla, poi si fermò. Posò lo sguardo su di me e si alzò; chiuse il libro e lo posò sulla sedia. Si avvicinò a me e mi guardò con uno sguardo strano. Io deglutì, lei si avvicinò così tanto che io potevo sentire il suo respiro, e così lei. Disse con una voce calda e gentile: “Tu sei mio, Ikki” e poi mi baciò. Non la conoscevo, non sapevo chi era, ma lei mi baciò.
Dopo qualche minuto lei andò a prendere il suo libro e se ne andò in direzione opposta alla mia. Chi era? cosa voleva? “Non lo so” era la mia risposta alla domanda.
 
 Il giorno dopo, a scuola, la professoressa presentò una nuova studentessa. Indovinate chi mai poteva essere... Sì, era lei, la ragazza che mi aveva baciato! Si chiamava Sandra Neri, era vestita come il giorno prima: gonnella blu corta fino al ginocchio, calze nere e  mocassini, anch’essi neri, una felpa grigia e un braccialetto verde. A tutte e due le orecchie portava un paio di orecchini d’argento a forme di goccia verde e una collane di perle d’ostrica. Il fato volle che lei fosse la mia compagna di banco.
 
Quando finì la scuola, mi recai al salice seguito da Sandra. Quando fui arrivato, mi girai di scatto e aprii la bocca per dire qualcosa, ma le parole mi svanirono di mente quando Sandra mi abbracciò dicendo: “Ti sei dimenticato di me, Ikki?”. Io, Ikki Kurokami, mi ero dimenticato di qualcuno che non avevo mai conosciuto? Beh, quando mi ricordò chi era, capii:  era la ragazza che mi picchiava alle medie e che ora all’ultimo anno di università mi amava. Il mio cervello era bombardato da mille domande, ma una mi scappò: “Perché mi odiavi alla medie?”. Lei disse che non riusciva a dire quello che provava e andava in crisi, io non ci credevo. Lei poi disse: “Io son sempre stata presa in giro da tutti alle elementari, e per paura che un altro ragazzo mi prendesse in giro io ti picchiavo, scusami”.  Aveva una sguardo triste e gli occhi pieni di lacrime. Io cedetti e la baciai.
 
 Andammo in città. Lei andò in un negozio di vestiti ed io andai a comprare una cosa. Entrai nel negozio di vestiti dove la vidi impegnata in un acquisto: era una felpa color vermiglio. Decidemmo di comprarla e poi, nella strada di ritorno, dopo aver fatto compere un po’ ovunque e aver visto il trailer di un film, andammo al vecchio salice. Io la guardai e dissi: “Mancano pochi mesi alla fine dell’anno universitario...” presi il respiro e dissi tutto d’un fiato: “Vuoi sposarmi?” mi inginocchiai e le porsi l’anello che avevo comprato. Lei prese l’anello e mi disse: “Ikki, io non so cosa dire e...” la interrupi e mi alzai dicendo: “Pensaci quanto vuoi ma dammi una risposta sincera”. Il giorno dopo non ci parlammo perché io non ne ebbi l’occasione.
 
Per una settimana lei non venne in aula; i miei nervi erano a pezzi. Guardavo il salice con malinconia; mi sedetti per terra fissando l’albero. Sentì la voce di Sandra: mi girai e mi alzai. Lei si fiondò su di me e abbracciandomi mi disse: “Scusa se ti ho fatto aspettare. E’ che ero spaventata. Comunque sì, ti sposerò” Due anni dopo eravamo sposati: Sandra incinta da otto mesi e io lavoravo come scrittore. E’ passato un anno ma sono riuscito a finire questo racconto breve.
 
Ringrazio il professore di letteratura che non mi ha mai permesso di arrendermi, e anche te caro cugino Sergio, per avermi infuso coraggio i quei sette giorni, grazie anche a te sorella mia, e Rianna tieniti stretto Lauro. E’ un bravo ragazzo, anche se è pessimo come cuoco. Ora tu, mia principessa del cielo che ora vivi con me,  se ci penso,  tu e quel fiore avete lo stesso profumo.

 
Ikki Kurokami, Sandra Neri
E la piccola Kokoro
   
 
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