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Autore: josra19    25/11/2008    3 recensioni
Breve Wha If ambientato alla fine di Ep VI. Fortemente ispirato al Film e alle scene conclussive, in cui si passa dalla mente del male stesso a quella del Jedi che, cautamente, affronta finalmente la grande sfida lasciatagli dal Maestro Yoda.
Darth Vader è davvero destinato a distruggere l'imperatore? Luke Skywalker è davvero abbastanza forte da affrontare il lato oscuro della Forza? L'imperatore, tramite i suoi inganni, riuscirà a distruggere l'alleanza Ribelle?
Genere: Malinconico, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Palpatine/Darth Sidious
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Le aveva superate tutte. O meglio, quasi tutte. L’imperatore si era insediato nella sua mente e nei suoi pensieri abbattendo le sue sicurezze e tutto ciò che, con fatica, l’alleanza ribelle aveva costruito. Quel che sembrava un piano ben impostato e ben riuscito, si ribellò in realtà una vasta ragnatela costruita ancora prima che i Ribelli organizzassero il loro attacco.

Frustrazione.

Forse era stato quello a farlo reagire, a decretare che quanto meno avrebbe eliminato il grande manipolatore. Doveva concederglielo però, il manipolatore, sembrava impenetrabile da qualsiasi prospettiva lo si inquadrasse. Lo capì non appena grazie alla forza attirò la sua saber a sé, e dirigendo un suo fendente, apparentemente andato a segno – apparentemente… era una definizione che accompagnava sempre l’imperatore, capì lo Jedi – fu prontamente fermato da Darth Vader. Suo padre.
Sembrava tutto preparato… ogni cosa.

Frustrazione.

Brandì quindi la Light Saber per abbattere l’unica cosa che, apparentemente, proteggeva ancora l’Imperatore. Tentò di colpire, si difese, e ciò che erano le sue perplessità e dubbi si fecero da parte nella sua mente per focalizzarsi sul suo avversario. Riuscì quindi ad allontanare Vader e a scaraventarlo giù dalle scale, non molto distante dal Trono.

L’imperatore, soddisfatto, osservò la reazione dello Jedi. Osservò padre e figlio affrontarsi per una vittoria che nessuno dei due avrebbe mai avuto. Quando di mezzo vi era lui, Darth Sidius, la vittoria era sempre sua.
“Bene…” Disse. “Sfoga tutta la tua aggressività, ragazzo.” Le sue parole erano lente, sibilanti, penetranti. “Lascia che l’odio scorra dentro di te” Concluse fiero l’imperatore. Sicuro che, le sue parole avessero l’esatto effetto che egli desiderava. Era sempre successo. Rise.

Eppure qualcosa colpì le sue aspettative… non capitava da circa 20 anni, durante uno scontro analogo a quello presente, proprio contro un Jedi, un grande Jedi... Possibile che il giovane…

La mente di Luke, infatti, era stata ben temperata da Yoda che col duro lavoro e una ardua pazienza era riuscito a inculcargli le basi della crescita di un Jedi. La pazienza, il guardarsi attorno, il guardarsi dal lato oscuro della forza, il vedere e capire cosa c’è dietro alle bende che ci si mettono davanti.
Luke esitò e spense la saber.
Ogni sua mossa sembrava già attesa, già preparata… anche prima che lui immaginasse di fare qualcosa. Tentò quindi di non seguire le briciole che l’imperatore aveva messo davanti a lui. D’altronde, se voleva essere uno Jedi, doveva quanto meno non fare ciò che l’imperatore gli indicava dietro a tutto quel insieme di confusione, dubbio e oscurità. Yoda, se mai stesse seguendo queste vicende, di sicuro l’avrebbe fatto con un leggero sorriso compiaciuto.

“Obi-Wan ti ha insegnato bene.” Disse poi Darth Vader, rialzatosi con la saber ben salda in mano, apparentemente sorpreso, ma comunque illeso.
“Non ti combatterò, padre” Rispose placcatamene il Padawan Jedi.
Con i passi pesanti, il ronzio della saber, e quel respiro che aveva fatto tremare un’intera Galassia, la figura nerovestita di Vader camminava a passo deciso verso il giovane Skywalker salendo incurante le scale e cosi mettendosi in una posizione per legge svantaggiosa. E Vader lo sapeva bene, ne aveva pagato le conseguenze, anni fa.
Luke, davanti a cosi tanta potenza nella forza, non poté che indietreggiare di qualche passo. Ma non molto dopo, decise di fermarsi ed affrontare suo Padre a viso aperto.
“Sei incauto ad abbassare al Difesa” Disse Vader, sorpreso e forse ritenutosi insultato da tale affronto. Infatti Luke era rimasto a fronteggiare il padre anche in quella che, durante tutti quegli anni, era stata la sua più vicina alleata: la paura. Darth Vader, infatti, incuteva timore a tutti. Ed era essa per prima ad attaccare, ancora prima che egli muovesse un braccio o soltanto iniziasse ad elaborare un pensiero. Era la paura ad abbattere i suo avversari, questo però, con Luke davanti, non successe.
La cosa lo fecce infuriare. Senza preavviso tentò un deciso affondo, prontamente fermato da Luke che riaccese la saber giusto in tempo. Vader non si fermo. Colpì ripetutamente ed ogni attacco fu ben affrontato da Luke. Vader capì che per sopraffarlo non bastava più quanto fatto su Bespin mentre che la sua saber scintillava in contro-posizione a quella di Luke. Vader tentò ancora di attaccarlo e sorprenderlo, e i due rimassero per un tratto a fronteggiarsi finché il giovane Skywalker, ancora pieno di abilità e agilità che Vader aveva perso tempo fa, iniziò a muoversi leggermente di lato e a spiccare prima un leggero salto all’indietro, appena protetto dai computer presenti nella stanza del trono, e poi un secondo salto ancora più in alto, sopra il piccolo balconcino al di sopra della testa di Vader.
Luke e Vader si osservarono e si studiarono a vicenda. Questo scontro era molto diverso da quello svolto su Bespin. Vader dovette riconoscere che il ragazzo, con sua grande sorpresa, era cresciuto non solo in carattere ma anche in forza, intelligenza e potenza. Tutto in un piccolo spazio di tempo. Luke, invece, notò qualcosa che Vader non riusciva a comprendere, ma che lentamente lo stava possedendo.
“I tuoi pensieri ti tradiscono, Padre.” Disse semplicemente il giovane Skywalker, conscio del cambiamento che Vader stava subendo. “Avverto il bene che c’è in te… il conflitto che è in te”. “Non c’è nessun conflitto” Rispose prontamente Vader. Nella sua mente, vi era solo l’affronto e l’impotenza davanti a quel che quel giovane aveva fatto fino ad ora. Osservò i chiari occhi del giovane che lo studiavano attentamente. Solo allora si rese conto che le parole appena dette, erano suonate meno dura di quanto avesse voluto.
“Non sei riuscito ad uccidermi fino ad ora…” Disse Luke camminando lungo il balconcino accentrandosi. “… e non credo lo farai adesso.”
Le sole parole del figlio lo bruciavano. “Tu sottovaluti il potere del lato oscuro della Forza” Era stanco di giocare al gioco dell’imperatore. “Se non combatti…” Disse, mentre che il suo tono di voce tornava ad essere penetrante ed imperiosa. “… allora subirai il tuo destino” Con l’odio che gli era rimasto, con la voglia di prevalere e il risentimento di tutta una vita, lanciò la sua saber contro Luke il quale, presso di sorpresa da quel inatteso scatto d’ira, evitò il colpo a mala pena… la saber sbatte comunque contro ciò che legava il balconcino al soffitto, lasciando che Luke ancora privo di equilibrio cadesse rovinosamente a terra.

Vader guardò la sua opera. Aveva recuperato quanto aveva perso in quanto orgoglio con quella mossa. Con lo spirito che ardeva ancora, affamato di riavere il potere del controllo assoluto, lo spinsero a scendere le scale.
Anche l’Imperatore sentì quel improvviso cambio in Vader. Tale fu l’ardore che percepì dal suo allievo, che si alzò e cammino verso le scale per osservare quanto stava ancora per succedere. Vader, pensava l’imperatore, era l’eletto e se non fosse bastato, era un Sith. Non poteva essere piegato da nessuno… nessuno tranne lui. ”Bene” disse compiaciuto l’imperatore, sicuro di possedere un’arma che solo lui poteva usare. Rise ancora. Rise godendo di quel che vedeva, ricordando con divertimento gli avvertimento di un piccolo omino verde, tempo addietro “Bene”. Rise ancora.

Luke era riuscito a nascondersi. Tramite la Forza, egli nascose la sua presenza e la sua immagine.
Forse suo padre era davvero morto?

Darth Vader camminava nel buio del sotto-trono. Luke era lì, lo percepiva… nulla poteva sfuggirgli. Ne era certo, era solo questione di tempo.
“Non puoi nasconderti all’infinito, Luke”
“Non combatterò contro di te” Rispose Luke. I dubbi nella sua testa avevano presso il controllo. Poco fa era sicuro di aver sentito suo Padre… poco fa. Ma cosi come l’imperatore, anche Luke aveva sentito il radicale cambiamento di suo padre. L’odio era in lui, e ardeva quanto non mai. Luke lo sapeva. E si nascondeva per non affrontare quella terribile verità.

Vader. Egli aveva osservato ciò che l’imperatore tentò di fare con suo figlio. Era un egregio intento di corrompere lo Jedi. Ma Sidius non riusciva a capire certe cose… Sidius non aveva mai provato ciò che Vader conosceva, non aveva mai avuto qualcuno a cui ci tenesse davvero. Sidius era un ice-berg freddo e calcolatore; maledettamente perfetto, è vero, ma questa era la sua maggiore mancanza. Perchè c’era qualcosa che l’Imperatore non conosceva: Era l’imperfezione.
L’imperfezione della vita, e dell’umanità stessa. Non riusciva a capire quanto quel ragazzo, ancora non Jedi, fosse imperfetto come Jedi. Vader sì. Egli conosceva bene quei momenti, li sentiva… attraverso la mente di Luke. Conosceva, sapeva bene come penetrare le sue difese, abbatterlo e renderlo schiavo. Non dell’imperatore, ma suo.
“Consegnati al lato oscuro della forza” disse poi, piano. “E’ l’unico modo che hai per salvare i tuoi amici”
“Oh… si. I tuoi pensieri ti tradiscono” Disse piano, lentamente. Aveva il controllo. “I tuoi sentimenti per loro sono forti.” Provando qualcosa che non riuscì a capire immediatamente, presso dal controllo che esercitava su Luke, vi trovò qualcosa che non si aspettava “Specialmente per… tua sorella”
Luke spalancò gli occhi. Era stato ingenuo.
“Cosi… hai una sorella gemella”
“I tuoi sentimenti hanno tradito anche lei, Ora” Disse prendendo consapevolezza di fatti, idee… immagini, che attraversarono la sua testa in tutto quel periodo di isolamento, che ricondussero, innebitabilmente, il suo pensiero a Padme. “Obi-Wan è stato saggio a nasconderla da me.
“Ora il suo fallimento è completo!” Disse con entusiasmo. Sentiva l’ardore di qualcosa, non seppe cosa, ma poco importava. “Se tu non passerai al Lato oscuro, forse… lei… lo farà!” Darth Vader, aveva commesso lo stesso errore di Luke. aprire la sua mente, spalancare i suoi pensieri ed esporli a Luke. Vedere l’odio annichilito dall’amore che un giorno provava per Padme e che, attraverso la scoperta della figlia, gli aveva cambiato tutto.

Peccato che lo Jedi divenne cieco.

L’ira contenuta fino a quel momento, la paura, la frustrazione. Ogni cosa divenne solo adrenalina. Con un urlo liberatore, comparse alle spalle di Vader. Lo attaccò senza tregua, dando sfogo a tutte le sue energie. La sua agilità e velocità furono ampiamente superiori a quelle di Vader. Il Sith dovette indietreggiare, girarsi, e camminare a passo lento all’indietro mentre Luke lo attaccava ferocemente. La saber rosso-rubino divenne la sua unica speranza… Fronteggiò i fendenti che provenivano da entrambi i lati con impressionante velocità. Vader non se ne rese conto; ma era intrappolato. Alle sue spalle oramai vi era il turbo-ascensore. Non poteva più scappare, fuggire… subì l’ira del figlio.

Luke colpì la saber con tale furia da far crollare il padre, colpì ancora contro la saber che, anche se sconfitta, era solo un bersaglio. Una minaccia da abbattere. E così fu. Con un fendente potentissimo, scostò la saber completamente di lato, e poi tagliò di netto la mano del padre. Aveva vinto. Era riuscito ad abbattere la minaccia. Respirò affanossamente… sentì la fatica di quanto aveva fatto solo in quel momento. E solo allora sentì l’ombra dietro di sé. Essa era soddisfatta, rideva.


Luke osservava il corpo di suo padre. Era debole... l'ardore che l'aveva invaso aveva evaporato ogni suo pensiero positivo. Eppure notò con spiacevole sorpresa che era simile a suo padre. Era identico. Il suo braccio robotizzato, ne era forse la prova definitiva. Aveva lottato per negare questa verità... ma in realtà, capì, doveva solo accettarlo.

"Padre...." disse piano, con tono secco e risoluto. Le sparenze svanivano... il crollo tanto combattuto era giunto. I suoi amici sarebbero morti. E nonostante la posta in paglio, egli non l'avrebbe permesso. "...Chi è stato salvato per via del tuo sacrificio?" sussurrò piano. Era una domanda, eppure non attese una risposta. Aveva già deciso. Era come prendere in mano un’eredità.

Vader riuscì ad ansimmare come Luke non l'aveva mai sentito fare. Ma la sua mente era un libro aperto per la Forza ma il figlio non vedeva più, oscurato dal Lato Oscuro. Solo in quel momento Anakin Skywalker concepì quel che aveva fatto.
Solo in quel momento capì che l’ardore provato momenti prima, erano gli ultimi resti del lato oscuro, brucciati con l’ira e l’orgoglio, ma finalmente svaniti. Sensazioni sostituite dalla pietà di un padre consciò dle male che aveva fatto a Padme, del male che aveva causato alla figlia... e del dissastroso risultato che aveva avuto col Figlio. Luke Skywalker non essisteva più. Vi era solo un’ombra. E l’imperatore l’aveva percepito.

Vader, cosi come Luke, Sentì un’ulteriore ombra muoversi e avvicinarsi alle spalle di Luke.

"Bene!" Rise ancora. "Il tuo odio ti ha fatto potente." Improvvisamente divenne serio, il suo sguardo penetrante e severo si infuocava su Luke. "Ora, adempi il tuo destino.... E prendi il posto di tuo padre al mio fianco."
Luke si girò, osservò l'imperatore. Era solo un bugiardo. Sentiva il potere brucciargli l’anima, invaderlo e cambiarlo. Non fu dunque difficil evedere l’imperatore per quel che era: Un Sith che aveva fatto la storia ma che era giunto al capo linea.
D’altronde il suo obbiettivo non era cambiato. Distruggere l’imperatore. Era quello l’obbiettivo finale. Luke non avrebbe fatto la fine di suo padre di cui era rimasto solo una carcassa al servizio dell’imperatore.


"No" Si girò dimenticando per completo suo padre. Il Sith distrutto. Lìunico ostacolo a distruggere il male. L’imperatore. Ora era libero. Ora poteva agire. I suoi infuocati occhi fissavano l’imperatore, e disegnavano una invisibile linea a chi non percepisce la Forza che mirava proprio contro L’imperatore.

L’imperatore, compiaciuto e soddisfatto rispose. “Come tuo padre prima di te...” Rise.

L'imperatore, tuttavia, sembrava solo un bersaglio da abbattere. Non vi era difesa... non aveva nemmeno una Lightsaber. Luke scatto dunque con la Saber verde ben salda in mano. Puntò prontamente l’imperatore minacciandolo con un fendente che l’avrebbe uccisso e fatto scomparire dalla galassia. Ma Luke conosceva ben poco del lato oscuro della Forza. E ne pago le conseguenze...

Mentre Luke era a mezz’aria credendo che tutto era destinato a finire con la sua vittoria, Darth Sidius, scatenò una tempesta di fulmine abbastanza potente da fermare Luke a metà stada e respingerlo potentemente contro i muri ai lati del pozzo che dava sulla matrice centrale della Dath Star.

Luke cadette rovinosamente a terra... il suo corpo urlava di dolore. E l’ardore del suo corpo elettrificato tentava di reagire a quel che non poteva prevvedere.

"Sia come vuoi, Jedi". Disse l'mperatore sfidandolo. Era ironia pura la sua. Folle e fredda ironia, con l’unico scoppo di indurre il nuovo apprendista dove voleva lui.

L’imperatore si avicinò a Luke, lo guardava, osservava e studiava con l’occhio della Forza. Era suo. O meglio, era complettamente assortito dal Lato oscuro della Forza.

"Sei stato male educato, giovane apprendista... ma conosco forme per rimediare a tali errori!" Urlò l'imperatore, impassibile. Luke si sentì sopraffatto da qualcosa che nemmeno riuscì a capire, ancora una vlta sommerso da fulmini della Forza.

Mai e poi mai Yoda aveva parlato di un simile potere, di una potenza cosi attroce... Luke non poté che cadere a terra, tramortito e innocuo ad ardere di dolore finchè l'imperatore smise di torturarlo. Ma, Luke capì, era solo l'inizio. L’inizio della sua sete di conoscenza del Lato oscuro.
"Giovane Stolto..." Disse l'imperatore non notando Vader che si alzava lentamente da terra.
"Almeno ora. .. alla fine... acquisti la ragione." Alzò ancora una volta le mani. I fulmini investirono lo Jedi che iniziò a urlare.

Smise per poco, per dire quel che lo stesso Luke pensava.
"Le tue deboli faccoltà non possono compettere con il potere del lato oscuro della Forza!" Disse sempre con più soddisfazione che però intravedeva solo lui. Luke aveva di fronte solo il dolore.
Darth Sidius, ancora una volta, ne uscì senza intraprendere le strade del fallimento. "Hai pagato il prezzo della spropositata miopia imposta dai Jedi!" I fulmini accompagnavano le parole in quanto a intensità... Luke ebbe tempo solo di osservare suo Padre... in piedi, che teneva stretto nel suo pugno sinistro la lightsaber di Luke.
"E ora... Giovane Skywalker... prendi la mia mano, e insieme faremo ciò che i Jedi non sono in grado di fare." Disse piano l'Imperatore, risparmiandolo per qualche secondo da quella attroce sofferenza, affinchè capisse bene. Darth Sidius allungò quanto bastava la mano. Come a prendere la mano di qualcuno caduto in disgrazia. Come l’unico in grado di aiutarlo.
".. ..pace"

Darth Vader osservo la scena. Osservò il figlio raccogliere tutte le sue forze per allungare una mano e, con estrema forza, stringere quella dell’imperatore.
Darth Vader non essisteva più. In quel momento capì che il lato oscuro della Forza gli aveva tolto ogni cosa. E che la fine di suo figlio era stata segnata da lui. Da ciò che aveva fatto e da ciò che l’imperatore non sarebbe mai risucito a fare.
Anakin Skywalker, dunque, vide il figlio soccombere nello stesso modo in cui era caduto lui stesso. E provò un grande dolore.. .

Anakin aveva ricordato quanto gli era stato portato via. Ogni suo sacrificio era valsa la vita di coloro che voleva salvare. Si era perso lungo il sentiero... in un posto buio e desolato. In cui la sua unica guida era Darth Sidius. Ma ora aveva ritrovato una certa luce... tenere in mano la Saber di Luke, cosi simile a quella di Obi-Wan, fecce in lui un effetto a catena... incontrollabile. Come una diga che tenta di fermare il flusso naturale delle acque.. . Eppure, forse per la prima volta, riuscì a seguire una voce lontana. Una presenza lontana tornata dal passato.

La voce di Obiwan gli indicò una via. La via che Anakin non aveva mai seguito, la via della pazienza. Consciò degli errori passati, Anakin, dopo un movimento fulminio quanto disperato, si mosse all’indietro verso il turbo ascensore che, dopo il commando con la Forza, discese lungo la Nave verso gli Hangar...



Solo con il rumore del turboascensore Sidius capì il periccolo che correvano in quel momento. La Forza urlava da parecchio, ma Sidius era molto impegnato a godersi la sua enessima Vittoria.

Luke cadette svenuto, e con l’aiuto dell’imperatore, insieme, riuscirono a fuggire prima che la Morte Nera esplodesse.

Quel potente arma di intimidazione fu dunque persa. Ma Sidius non potè che essere contento.
Aveva sacrificato la macchina per La Forza, vale a dire per quel possente ragazzo nella Forza, ed era privo di tutte gli andicap di Vader. Forse, finalmente, aveva raggunto il suo sogno. Controllare la Forza per completo.
E Con Luke dalla sua, sarebbe stato possibile.



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