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Autore: _ItalianIdiot_    23/01/2015    4 recensioni
[Creepypasta]
Ci troviamo a Detroit, in un quartiere dove la gioventù è sprecata, dove le uniche ragazze che ci sono vendono la loro verginità per soldi, dove i ragazzi si rovinano bevendo e drogandosi.
Solo una ragazza sembra quasi non accorgersi di ciò che vede attorno a lei, perché troppo immersa nei suoi pensieri.
Natalie.
Genere: Malinconico, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clockwork
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente più lacrime, Natalie.

 

2,00 am, Detroit, 8 mile Road.

 

Ci troviamo nel quartiere più malfamato della città più malfamata di tutti gli Stati Uniti.

Tutti voi avrete sentito sicuramente parlare di questo posto. Annualmente, questa città, ha una perdita annuale paurosa, sia per la crisi sia per l'elevato sviluppo di criminalità, il più alto di tutta l'America.

Sono le due del mattino, di una domenica.

Le strade sono invase da gente di tutte le età, messa nei modi peggiori possibili.

Ubriachi che si azzuffano, gente che vomita, ragazze troppo giovani in pantaloncini corti e magliette scollate in cerca di soldi, adolescenti che fumano sigarette troppo grandi per contenere tabacco.

In questo quartiere possiamo osservare lo schifo più assoluto, una gioventù sprecata, ragazze disperate che si trovano a vendere la propria verginità per vivere, giovani ragazzi drogati.


Solo una persona quasi non se ne accorge.

 

Una ragazza cammina con tutta l'indifferenza possibile in mezzo alla strada.
Sembra quasi non sentire l'odore putrido dell'alcool e del vomito, sembra non udire le urla degli ubriachi o delle ragazze che si stanno facendo scopare con l'unico scopo di sopravvivere.
Sembra non vedere quei giovani quindicenni anni, senza una famiglia, iniettarsi strani liquidi dalle siringhe.

 

Sembra non accorgersi di quest'adolescenza andata fottuta.

 

Cammina a testa bassa. Indossa una felpa nera con il cappuccio e con una tasca unica e larga. I jeans, un tempo blu scuro, ora sono sbiaditi, strappati.

Non si riesce a intravedere il suo volto, non si vedono i punti di sutura ai lati della sua bocca.

La ragazza pensa, pensa a sé stessa, a cosa è diventata.

È appena fuggita dalla sua casa in fiamme, dopo aver ucciso tutta la sua famiglia.

Rabbrividisce di piacere a pensare a ciò che ha fatto.

 

Che bello, uccidere.

Togliere la vita a persone che hanno rovinato la tua.
 

Ha fatto una strage, oggi.
O forse è meglio dire ieri.

Sui giornali non fanno altro che parlare dei muri bianchi dell'ospedale tinti di caldo sangue rosso, dei coltelli infilzati sui corpi di giovani infermieri, di dottori trovati aperti con gli organi che fuoriescono.
Domani parleranno della casa in fiamme, di quella famigliola senza vita e di quella ragazza sparita nel nulla.

Parleranno di lei.

Parleranno di Natalie.

Una lacrima solitaria scivola dall'unico occhio rimastole, e cade a terra, rendendosi forse improvvisamente conto di ciò che ha fatto.

Sente un peso sullo stomaco, come una sorta di rimorso, riflettendo su quello che ha appena fatto.

Ma poi stringe i pugni.

 

Niente più lacrime, ne hai sprecate troppe.

Adesso basta.

Ti hanno fatto stare male e se ne sono sempre fregati di te.

Cosa ti interessa in fondo?
Hanno avuto la lezione che meritano.
Ora te ne freghi tu di tutti.

Sei troppo buona

Anzi eri.

Tu non sei più buona.

 

La ragazza sente una mano sfiorarle le spalle.

Si volta.

Un giovane ragazzo sui diciassette anni, visibilmente ubriaco, le sorride a bocca spalancata, come se soffrisse di qualche sindrome paralitica.

È biondo, ha due bellissimi occhi marroni, quasi neri, cerchiati leggermente di rosso, segno che oltre ad aver fatto a gara di chi beveva più birre in una sera, il ragazzo deve essersi fatto anche una canna.

 

Assomiglia tanto a Chris..

 

Natalie scuote la testa con decisione, come per scacciare quel brutto pensiero.
Deve togliersi dalla mente anche quel ragazzo, l'unico che abbia mai amato nella sua vita.

Eppure ora lo odia, lo odia perché l'ha abbandonata.

Ma quello non è Chris.
Non può essere lui.
Chris non si sarebbe mai ubriacato in mezzo alla strada, non si sarebbe mai fatto una canna.

E poi, Chris ha gli occhi marroni, sì, ma tendenti al verde.


La ragazza sospira tristemente.

Se solo fosse rimasto, se solo l'avesse accettata..

Ora non si troverebbe in queste condizioni.

Eppure lui l'ha lasciata, ha scelto una ragazza dai capelli rossi, lunghi e mossi e dai grandi occhi blu che dipinge prati e montagne, non coltelli e omicidi.

 

 

La giovane guarda l'adolescente che ha di fronte, con l'unico occhio che le rimane.

L'altro è coperto da un ciuffo castano, che non ha intenzione di scoprirsi.

-Perché non ti togli quel cappuccio? Voglio vedere come sei … Sembri proprio carina da dietro … Hai un bel culo ...- biascica, con voce impastata dall'alcool, per poi scoppiare in una sonora risata.

Natalie lo guarda apatica, con indifferenza, come se non ci fosse.

Si volta e riprende a camminare.

Il biondo la insegue, corre.

-Ehi, aspetta, dimmi almeno come ti chiamiii, sei carinaa ...- la chiama in modo cantilenante.

La sedicenne continua a camminare, aumentando il passo.

Potrebbe fermarsi e tirare fuori il coltello che tiene nella tasca e metterglielo nello stomaco.

Ma non lo farà.

No, non si fermerà.
Non vuole uccidere qualcun altro.

Non lui, non lui che le ricorda troppo colui che ha amato.

Il ragazzo però non demorde. La afferra per la vita da dietro e la stringe a sé.

-Perché scappi? Dai, vieni con me, ci divertiamo!- le sussurra all'orecchio.

E Natalie trattiene un conato di vomito, sentendo l'alito odoroso di putrido alcool.

Si dimena, cerca di scappare, ma le braccia muscolose del ragazzo senza nome la trascinano con sé, fino ad un vicolo lontano dai pub e dalla strada, nel quale c'è un gruppo di amici, messi peggio o come lui.

Uno di loro, un moro, vedendoli, li indica e sorride.

Ha un sorriso che parte da un orecchio all'altro.

È un sorriso malizioso, crudele, perverso.

Le ricorda quello di suo fratello, quando passavano i pomeriggi insieme a fare …

Natalie si dimena ancora di più, cercando di liberarsi dalla mossa di quel biondo e al tempo stesso dai ricordi.

Sente un'altra lacrima scivolarle lungo il viso, ma la trattiene.

 

Niente più lacrime, ne ho sprecate troppe.

 

-Ehi, John, vedo che ti sei portato una tipetta dietro!- dice l'amico del ragazzo che la stringe, che scoppia in una risata sonora.

-Sì, sì, ma è una tipetta un po' timida … Aiutami a toglierle il cappuccio, non sembra affatto male!- dice fra le risate.

Il moro si avvicina a Natalie, accarezzandole il viso e sfiorandole appena i punti.

-Buona, buona ...- le sussurra, come se fosse un cane -vogliamo solo divertirci.- aggiunge sorridendo.
Intanto il gruppo di ragazzi sta cominciando a circondarla.

Natalie si sente soffocare.

Inizia a respirare affannosamente quando il ragazzo dai capelli neri si avvicina per darle un bacio.

 

Ma non riesce, viene bloccato.

Natalie è riuscita a tirare fuori il coltello dalla tasca e infilarglielo nello stomaco.

Il giovane emette una sorta di gemito e poi scivola a terra, dolorante.

John la lascia andare, spaventato.

La ragazza tira fuori il coltello dallo stomaco di quell'adolescente fin troppo simile al fratello, morto qualche ora prima per mano sua, e glielo infila nel collo.

Sangue caldo e vivo inizia a sgorgare dalle ferite.

La sedicenne si inginocchia verso la gola del ragazzo ormai morto e gli raccoglie il sangue con l'indice della mano destra.

Lo osserva, poi lo lecca.

Attorno a lei, gli altri ragazzi la osservano disgustati e scappano, terrorizzati.

Natalie sorride.
-Il tuo tempo è scaduto.- sussurra.

Poi si volta verso il biondo che l'aveva stretta poco prima, che è rimasto immobile a guardare la scena.

Quest'ultimo indietreggia.

-S.. Senti, i-io s-stavo s-scherzando … N-non e-e-ero ssss...serio, prima, g-giuro ...- balbetta.

La ragazza allarga ancora di più il suo sorriso e si cala il cappuccio.

Il giovane si spaventa.

Natalie ha dei punti di sutura lungo le guance, come se fossero state ricucite da tagli.

L'occhio destro è di un verde bottiglia artificiale, quello sinistro è coperto da un ciuffo.

La ragazza se lo scosta e John trattiene a stento un urlo.

Al posto dell'occhio la sedicenne ha un orologio da taschino.

Si avvicina e lo prende per il colletto della camicia sgualcita e gli sussurra soavemente sulle labbra:

-Volevi vedermi senza cappuccio? Ora l'hai fatto.- ridacchia -Ma hai visto fin troppo.-

Avvicina la bocca al suo orecchio.

-Il tuo tempo è scaduto.-

Prima che John riesca a dire qualcosa, un coltello gli trapassa lo stomaco da una parte all'altra.

Natalie estrae il coltello con violenza e il giovane cade a terra, sbattendo con forza il cranio al cemento.

La ragazza sorride.

Si allontana velocemente da quella via, corre.

Corre in mezzo alla strada, in mezzo alle puttane, in mezzo agli ubriachi, con un coltello insanguinato in mano.

Eppure nessuno sembra accorgersene.

Ma chi mai, si è mai accorto di Natalie?

 

Che bello, uccidere.

Togliere la vita a coloro che ti hanno fatto del male.

Senza rimpianto.

 

N.d.A

Allora, parto con il dire che Clockwork (Natalie) è uno dei personaggi che amo più di tutti e che ci tenevo molto a scrivere una storia su di lei.
Così ho scritto questa cagata.
Perché ho scelto proprio Detroit come città e 8mile come quartiere?
Beh, curiosando su Internet ho scoperto che Detroit è la città con il tasso di criminalità più elevato di tutta l'America e che 8mile è il quartiere peggiore di tutti in questo campo.
Ma c'è anche un altro motivo.
Il mio cantante preferito, Eminem, ha origine proprio da questa città e ha vissuto in questo quartiere (infatti una sua canzone e il suo film si chiamano appunto 8mile).
Per cui, come non potevo fargli una sorta di “dedica”? 
Come titolo ero indecisa tra “Niente più lacrime, Natalie” e “Che bello, uccidere.” (con tanto di virgola per rendere il tutto più poetico, yee). Alla fine ho optato per il primo, perché mi sembrava più adatto. Siete d'accordo con me?
Ringrazio tutti per la lettura e chiedo cortesemente una recensione.
Grazie per l'attenzione! :*

ItalianIdiot

   
 
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