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Autore: Cardy    25/11/2008    3 recensioni
-"Che cosa sei?"- -"Non l'hai ancora capito?"- ride, un verso che adesso ricorda il rumore fastidioso di un gessetto sulla lavagna -"Io sono il buio, il buio che si nasconde in ogni famiglia, quello che tutti cercano di nascondere, l'insieme degli errori e degli scandali, ciò che tutti vogliono dimenticare!"-
Genere: Triste, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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questo è stato un mio sogno, non sò se ho reso bene ciò che ho provato ma quella notte non riuscì più a dormire, sentendomi osservata dal buio. Buona lettura ed attendo recensioni anche di critiche! _____________________________________________________________________

La luce della lampada lampeggia minacciando di spegnersi, ho paura ma alla fine mi aspetto che ceda da un momento all'altro, nell'ombra accanto a me lo sento ridere. Lui sà che ormai non manca molto, lo sà e gioisce per questo. Quanto ancora posso sperare che la lampadina resista? cinque o dieci minuti al massimo non di più, gli ultimi minuti della mia vita, se solo avessi dato retta a mia madre: non si gioca con certe cose! Quando ho letto della maledizione che incombeva sulla mia famiglia ho riso di gusto, sicuro che niente al mondo potesse toccarmi di una simile stupidaggine.

Ma mia madre, il suo sguardo spaventato,lei che urlava di smettere di ridere, che ero un cretino, che ero uno sconsiderato, che dovevo vergognarmi. rimasi di sasso quanto vidi il suo volto sfigurato dalla paura mi sentì una merda! E il giorno dopo mio fratello che non vuole dormire da solo al buio che parla di un essere che lo fissava, mia madre che mi tira uno schiaffo e mio padre che inizia a pregare. La lampada si spegne un secondo giusto il tempo per permettergli di sfiorarmi ma dopo si riaccende, sorrido sarcastico lasciandomi scappare addirittura una risata.

-"Ti è andata male questa volta vero vecchio mio?"- sbotto ancora ridendo, non lo provoco, non è quella la mia intenzione, voglio solo qualcuno con cui parlare. Non posso pensare di salvarmi, è solo mezzanotte ed all'alba manca ancora troppo. Quando penso che tanto nessuno risponderà lo sento ridere guardandomi dall'uscio della porta.

-"Non ti conviene spegnerla quella lampadina? Tanto sarai mio!"- la sua voce è come un frusciò, un frusciò su foglie marcie però. Lo guardò quella faccia sfigurata da segni rossi, quegli occhietti da topo che mi guardano crudeli, poi mi soffermo sulla feritoia che è la sua bocca, una bocca senza labbra che gronda sangue, denti degni di uno scualo bianco. Non vorrei ma i miei occhi si appannano di lacrime.

-"Non piangere, non adesso che pensavo di avere trovato qualcuno che sapesse tenermi testa!"- usa un tono carezzevole, che mi sfiora facendomi rabbrividire, ma si sta sbagliando non è paura quella che mi fa piangere, non ho più paure di lui. è la consapevolezza che è stato il mio scatto di ilarità a procurare tutto questo.

-"Io non volevo!"- sussurro.

-"C'è sempre qualcuno della tua famiglia che fa il tuo stesso errore!"-

-"Non ne sapevo nulla!"-

-"Tutti cercano di dimenticarmi, ma io esisto, io sono qui!"-

-"Che cosa sei?"-

-"Non l'hai ancora capito?"- ride, un verso che adesso ricorda il rumore fastidioso di un gessetto sulla lavagna -"Io sono il buio, il buio che si nasconde in ogni famiglia, quello che tutti cercano di nascondere, l'insieme degli errori e degli scandali, ciò che tutti vogliono dimenticare!"-

-"Quindi tu sei il marcio della vita!"- sorrido.

Lo guardo ancora, sembra che la mia ultima osservazione lo abbia ferito, non mi importa. IL primo che ha preso è stato mio fratello, mentre stava scendendo le scale, tranciandolo a metà per poi divorare le sue carni che ancora fremevano davanti a me. Mio padre si è semplicemente chiuso in camera spegnendo la luce, nulla di più. Mia madre ha lottato invece, graffiandogli il lurido petto ma alla fine lui ha avuto la meglio. Sono rimasto solo io a pensare ed attendere che si decidesse, sò bene che potrebbe farla scoppiare lui la lampada ma non lo fa, vuole che io capisca bene tutto il terrore che un uomo può provare, ma ormai non c'è più terrore solo rimpianto, solo tristezza.

-"Spegni la luce, piccolo!"- adesso ha la voce di mia madre. Scuoto la testa ed iniziò a piangere, uno spiffero di vento mi sfiora le guance rigate.

-"Tutti sareste comunque stati miei, ma tu sei il mio preferito."-

-"Ancora due minuti!"- guardo la lampada, sorrido con dolcezza e mi sporgo verso l'interrutore guardandolo negli occhi, spengo la luce.

  
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