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Autore: GoodMiss    25/11/2008    2 recensioni
One Shot,tenera,romantica,introspettiva. Il freddo di una caverna,ed il fuoco che si sta spegnendo. I pensieri della Chimera,la sua lotta nell'accettazione di ciò che Ameria rappresenta,effettivamente,per lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fiammella di quello che è stata una brace di carne,non riscalda e né distrugge l’umidità di questa logora caverna,smorza solo quel grigio tenore delle pietre,gelide ed eterne che costeggiano il nostro rifugio.

Pietre.

Ascolterei le loro storie infinite,posando il mio lungo orecchio sulla loro gelida superficie,uniformando i miei battiti cardiaci al ritmo delle loro parole immaginate;leccherei la loro essenza immutata,per farsi che la loro indifferenza totale si diluisca dentro la mia anima ,arresa e stanca ,all’impervio venire dei miei giorni.

Pietra.Mi considererei tale se  solo non avessi quella linfa pulsante,se solo non avessi pensieri che corrono veloci ad irradiare ogni mio spasmo di dolore,nella misera condizione di essere diverso dagli altri.

Mostro.

Non potrà  mai questo cappuccio,nascondere la lucentezza dei miei capelli di ferro,non potranno mai io miei occhi non notare il disgusto di coloro che per la prima volta mi vedranno,e non potrò mai cambiare il mio destino nella favola allegra dell’errante cavaliere che protegge la sua dama.

Dama.

Appoggio la mia schiena irta di sassi,ancora una volta alla superficia ruvida e spigolosa,fredda e tagliente,alzando il mio sguardo verso l’alto e lasciando che la mia anima esuli in un respiro lungo,profondo e straziante che quasi si rende blasfemia della quiete silenziosa che regna e..poi,si ,adesso le miei iridi,azzurre,si puntano sul corpo di lei che dorme o finge di dormire,effigia quasi sacra di ciò che la bontà ha creato;

La guardo,senza remore,lasciando che la mia vista s’inebri di quella perfezione corporea delle sue carni,quei fianchi che si pronunciano caldi ed accoglienti,per colui che ne troverà affetto ed amore.

Un respiro dolce ed impercettibile,quello di Ameria,il viso candido e marmoreo,placida contemplazione di quel contrasto che la neve della sua pelle crea con l’ebano dei suoi capelli.

La voglio.

Ma resto qui fermo,sempre nell’immobilità statica del mio animo;non distolgo il mio sguardo,non lascio che quel cuore che pulsa ora violentemente,succube di voluttà celate, riprendi il suo normale ritmo:No,voglio che la sua anima si stringa forte al richiamo che la mia essenza le sta facendo,si accorga del desiderio acuto e stridente che i miei sensi stanno provando,voglio che lei comprenda come le mie mascelle si serrino d’ira,nel capire come questo colore assurdo della mia pelle,altro non sarà che scempio al contatto, immaginario, con quel pallor innocente del suo viso,del suo corpo.

Tremo,ora chiudo le mie mani in pugno,lasciando che le pietre,si sfregino fra di loro in un fastidioso stridolio,i nervi ora s’irrigidiscono in una fremito di disperazione per la riflessione di ciò che potrebbe essere e che mai sarà;gli occhi ora si chiudono,si distolgono dalla visione di lei,Ameria,come se volessere tener lontano ciò che si ha paura di perdere.

Il buio,si,ora vedo il buio a leccarmi le ferite sanguinolenti mai avute sul mio corpo di chimera,a ricucire quelle putride cicatrici aperte di pensieri sempre aperti e sempre opprimenti.

-Ho freddo-

No,Ameria,non dorme:è sveglia,ancora spettatrice dei miei conflitti.

Le mie mani che ora si aprono,come se la semplice voce leggera e sussurrata di lei,sia capace di annebbiare ogni mia singola reticenza,riapro i miei occhi,volgendo ancora una volta il mio viso mostruoso ad Amelia,dischiudendo di poco le labbra,ed emettendo un altro sospiro,più cauto e contenuto di prima;Ed è la meraviglia che regna in questo sospiro,il segno dello contemplazione infinita che dono a quella piccola principessa,rattrappita nel suo ormai sudicio mantello,e che con  i suoi occhioni,blu,implicitamente mi sta chiedendo forse di aumentare la foga del fuoco che si sta spegnendo.

Non voglio che sia il fuoco a riscaldarla,l’espressione del mio viso che si tramuta nella mia solita tagliente ironia,ben farà capire alla principessa che non alzerò un dito,per alimentare quella fiamma.

-Ovvio,non sei nel tuo palazzo reale-

Il tono sempre afono delle mie frasi striminzite,e l’odio che visceralmente provo per quella parte dura e così cinica della mia fragranza spirituale;come se potessi essere paragonato ad un fiore morto,di cui le spine sono sempre aguzze e feroci contro quel dito che si accingerà a toccarlo..ed anche se quel dito sarà di Ameria.

E mi danno, nella speranza il suo tatto mi liberi da quella stretta morsa dell’apatia e della freddezza,distruggendo finalmente la maschera della chimera e mettendo a nudo,ciò che vibra sotto di essa.

 -Che antipatico-

Sbuffa la principessa,inarca le sopracciglia,socchiudendo gli occhi,in una espressione evidente di fastidio per il mio solito modo di fare,per poi stringersi nelle spalle,vittima dell’ennesimo brivido che prepotente l’assale,in un mero atto sadico.

Sadico?

E se sia solo un occasione,per far si che la sua testa si appoggia al battito furente del mio cuore in agonia?

Mi strapperei dal volto adesso,le mie pietre,come se volessi calar giù quell’orrido volto che porto,come se volessi abbassar le mie difese,per colei che già impera nei miei sogni,tormenti e preoccupazioni.

-Beh,basterebbe avvicinarsi di più al fuoco-

Laconico,lapidario,ed ora che volgo lo sguardo dal lato opposto al suo,mi rendo conto di come la lotta fra ciò che sono e ciò che appaio,è di più quanto serrata,possa esserci,e le  mani ancora chiudo in un pugno,che vorrei semplicemente infliggere al mio stomaco per la solita scontrosità che si antepone alla calda fiamma del mio cuore.

-..Il solito..-

La sento,sbuffare ancora,sento la sua voce che quasi si altera,mentre io permango sempre con il mio sguardo rivolto alle rocce insipide e ruvide,fredde e fisse le mie iridi,come è etereo e marmoreo il mio volto totalmente inespressivo:ma il corpo teso,e quel cuore che quasi squarcia la mia gabbia toracica,nel convulso desiderio di sentire le sue mani stringersi al mio busto,nel ridicolo tentativo di trarre calore da pietre,che non potranno mai farlo.

Attimi.

Attimi di silenzio.

Lunghi,agonizzanti di esasperazione vivida,sanguinolenti nelle mie viscere.

E la sento.

Si la sento,che lentamente ,strusciando le sue ginocchia per terra,mi raggiunge,costeggiandomi al lato destro ed afferrando con violenza femminea il mio braccio,mi tira a sé,facendo si che il mio volto sia quasi del tutto vicino ai suoi occhi,al suo naso e..alla sua bocca.

-          … -

quasi commovente come dalle mie dura labbra,ora non fuoriesca che un smunto mugolio,una soffusa e repressa esclamazione,di tanta audacia nel suo afferrarmi e pretendere che ..sia io a riscaldarla.

Un uomo qualunque,uno di quelli che  ha dalla sua parte gli sguardi trasognanti di damigelle allegre,avrebbe già colto quel fiore in un lungo,appassionato bacio,lasciando che le carni subiscano i fremiti di istintiva gioia che si enuncia,in quel respiro che si affanna ed il quell’emozione che si scolpisce nell’ampia gamma dell’espressività umana..ed invece io,seppur sento come quel freddo sia divenuto ora brulicante di fiamme ardenti,rimango solo con quella bocca aperta,che crea sinfonie irregolare con il respiro pressoché identito a qualsiasi altra situazione normale,sintomo irrinunciabile del mio sangue freddo.

Ma non il cuore.

Il cuore,pullula di rabbia,emozione,sentimento e desiderio,un fulcro inestimabile di sensazioni,una sorgente che va alla deriva e che si tramuterà in una cascata scrosciante di gioie.

-          Non parli? –

Mi domanda ,colei che ha adesso il comando della situazione,ora che ha lasciato da parte tutti i suoi sproloqui sulla giustizia e,che con aria di sfida vorrebbe mettere alla prova la mia finta pacatezza.

-Mi fai male-

Rispondo io.Male?!?

Ovvio come lei scoppi a ridere,giocando a stringere ancora di più le due braccia intessute di strati di ciottoli,sapendo bene come sia impossibile che le sue deboli dita possano infliggermi sofferenza..al contrario,forse ben consapevole di come sia creatrice del mio piacere;Stranamente il mio corpo percepisce quella prepotenza nel suo tatto,nonostante io sappia come sia del tutto impossibile,arrivo alla ferrea conclusione che ciò che io percepisco,altro non è che quello che vorrei percepire..non è detto che sia la realtà..Potrebbe ora Ameria,prendersi gioco di me,facendo si che io creda in visioni che nella sua mente non si prospettano?

Sono un illuso,certamente,e quasi questo flusso di pensiero mi fa irritare contro la mia stessa natura mista,che mi ha consentito ancora di rimanere umano,provando ciò che distingue l’uomo dal demone:I sentimenti.

Ed adesso,sulla stessa onda di quest’energia negativa che si sta avviluppando in me,inizio a divincolare le mie braccia da ella,riuscendomi a liberare in men che non si dica,con movimenti bruschi ed irosi,certamente consoni al mio modo di essere,accompagnando il tutto ad uno sguardo arrogante e scocciato,di tale stupido gioco.

Ma stavolta non sono io il più forte;Ameria sposta le sue pedine in questa enorme scacchiera secondo la strada che porta alla vittoria:ignorando la mia stizza,con la stessa convinzione con cui mi stretto le braccia,ora mi pone una mano sul cuore.

E mi blocco.

Il mio sangue freddo,è ormai colato nella vasta distesa oceanica dell’euforia,della totale mancanza di se stessi e degli stessi freni.

-Il tuo cuore ti batte forte,Zel.

-Batte come sempre-

-Non mi dire bugie….-

                                                          *******

Sono crollato al cospetto della sua puerile tenerezza,ed ho scoperto,per tutta la notte,come il freddo di una grotta,possa diventare la più dolce culla degli affetti.

Il battito del mio cuore,è stato il richiamo per l’essenza di Ameria,e la sua mano sul mio petto,ha fatto si che io superassi le catene del mio io,ed allargassi le braccia,istintivamente,per accoglierla sul mio petto,stringerla e forse farla male con tutti questi dannati ciottoli.

L’ho abbracciata.

L’ho stretta  a me,ed ho fatto si che il mio mantello sia stata una degna coperta per entrambi,avvinghiati,intimoriti da come le nostre anime si fossero del tutto incontrate,rivelate ed intrecciate.

L’ho stretta a me..ma non l’ho baciata,e né ho lasciato che i miei sensi prevalessero sull’innocenza delle mie emozioni e nonché delle sue .

L’ho stretta a me…ed ho dormito.

Come un bambino.

Allegro,sereno,spensierato.

O forse…

Più semplicemente..

Ho dormito

Come un Uomo Innamorato.

  
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