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Autore: laurapalmer_    24/01/2015    5 recensioni
"E' quando sei convinto di poter stare in piedi, o di esserlo, che possono passare gli tsunami senza che tu faccia la minima piega."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dieci

immotivato








A Danie, studiare, piace.
Non le dispiace nemmeno dover aiutare Calum in matematica, non le dà fastidio doverlo sentire bestemmiare ogni tre parole perché non gli riesce un esercizio.
Ciò che la fa incazzare (e tremare) è il fatto che lui non abbia ancora proposto di fumare una paglia oppure, peggio, di mangiare qualcosa.
Sembra un'altra persona, per certi versi: il Calum di pochi giorni prima non le avrebbe mai permesso di saltare un pasto, ma le avrebbe fatto prendere una porzione di fish and chips talmente grossa da sfamare un arsenale e poi avrebbero fumato come due ciminiere, stretti nelle giacche, i libri di matematica sulla gambe incrociate.
Danie, però, non ha il coraggio di chiedergli quale sia il problema.
Si limita a parlare per spiegargli qualche passaggio un po' ostico, per il resto rimane con la schiena curva sul tavolino più lontano dal bancone.
Le piace, l'Elephant Bar, sicuramente più di quanto le piaccia studiare, il che è tutto dire.
- Mi fa cagare, la matematica - sbotta poi Calum, buttando la matita sul libro - Domani sto a casa.
- Quando fai questi discorsi del cazzo, ti ammazzerei.
- Discorsi del cazzo? Mi fa schifo fare 'sti logaritmi di merda, Danie, cosa c'è di difficile da capire?
Sta alzando la voce, e le sue sopracciglia sono già impercettibilmente aggrottate.
Danie lo conosce, dovrebbe stare zitta, ora, altrimenti non finirebbero più di litigare, ma non ce la fa: - Non cerchi nemmeno di impegnarti!
- Scusa? - e ha la voce dura di chi è davvero un passo dall'incazzarsi.
Danie scuote la testa, tornando a scribacchiare sul suo quaderno con la matita rossa che ha rubato dall'astuccio di Luke quella stessa mattina.
Se Calum non fosse uno dei motivi per i quali si trova ancora in piedi, probabilmente, si alzerebbe e lo lascerebbe da solo.
Alza un attimo lo sguardo, trovandolo intento a sottolineare qualcosa sul quaderno con l'evidenziatore e sorride, 'ché poi è proprio questo il motivo per cui non potrebbe fare a meno di lui.
A volte, semplicemente, vorrebbe non dividerlo con nessuno.
Stanno in silenzio per qualche minuto, impegnati ognuno con i propri compiti, poi Calum alza lo sguardo, incuriosito da una voce che gli sembra familiare.
Si volta a destra e non gli serve nemmeno strizzare gli occhi, come al solito, per rendersi conto che il tipo appena entrato nella caffetteria è Michael Clifford, grazie ai suoi cazzo di capelli colorati.
Danie sembra del tutto inconsapevole, continua a svolgere i suoi esercizi nella pace più totale e, sì, forse Calum dovrebbe salutare il suo (loro?) amico, ma non riesce a muoversi.
Michael si avvicina al bancone, sedendosi mollemente su uno degli sgabelli alti in attesa di venire servito, quando arriva la cameriera giovane che ha servito anche lui e Danie, poco prima, e lo saluta con un sorriso troppo ampio.
E Calum non è uno di quelli a cui piace guardare. Lui, semplicemente, sta per i cazzi suoi, 'ché di problemi ne ha già abbastanza, e degli altri se ne frega.
Ma la posta in gioco è alta. Non si tratta di lui, qui.
- Calum? - lo richiama Danie, alzando lo sguardo.
Lui, di riflesso, si volta a guardarla in viso, ma non può evitare di imprecare, quando vede la bionda voltarsi e sbarrare gli occhi.
Possibile che Michael Clifford stia ridendo con la barista dell'Elephant?


Zara è una di quelle persone da prendere a piccole dosi, probabilmente, come lo è Nina.
Sono sedute una di fronte all'altra, separate dai loro panini e dalle patatine mollicce del McDonald's di London Road, vestite in modo tale da attirare le solite, classiche attenzioni.
Nina, dopo aver addentato il suo McChicken, guarda l'amica negli occhi.
Prende un respiro, 'ché per parlare di certe cose ci vuole tutto il coraggio che si vanta di avere: - Come va?
Zara arriccia il naso, presa in contropiede: Nina non è solita farle domande del genere. Nina non è solita fare domande, anzi.
- Tutto bene? - azzarda - Non dovrebbe essere così?
La mora fa spallucce, dedicandosi completamente al suo pranzo e lasciando credere a Zara che la questione sia caduta lì.
- Senti, ma con Calum?
Eccola, la schiettezza (irritante) di Nina. Adesso Zara la riconosce.
- Perché ti interessa?
- Perché siete miei amici.
Zara aggrotta la fronte, scrutando attentamente l'amica con i suoi occhi neri.
Sa perfettamente che c'è dietro dell'altro, perché altrimenti Nina non si azzarderebbe mai a chiederle una cosa del genere, rischiando di passare per quella curiosa.
- Va normale - dice, volutamente secca.
E qui avrebbero dovuto chiudere la conversazione, parlare del nuovo modello di Windsor Smith che Roberta Logan, della classe di letteratura, ha sfoggiato quella stessa mattina, piuttosto.
Ma se Nina è una testa di cazzo, Zara lo è il doppio.
- Solo normale?
- Qual è il tuo problema, Nina? - sbotta, portandosi una ciocca di capelli verdi dietro l'orecchio - Cos'è, ti piace Calum?
Nina allarga le narici: - Ma ti sembra? Quel coglione potrebbe piacere solo a te!
- A me non piace - sibila Zara, nervosa.
- E allora vaffanculo, smetti di usarlo!
- Ma ti sei drogata?
Nina trattiene l'impulso di tirarle direttamente un ceffone: - Io non sono Calum, non puoi trattarmi da deficiente ogni volta che ti pare!
Zara respira rumorosamente, incredula: - Non capisco dove vuoi arrivare!
- Con Calum che intenzioni hai?
- Intenzioni?
- Mh - annuisce Nina - Non fare la finta tonta.
Zara sbuffa, che le dà fastidio dover rendere conto a qualcuno delle sue azioni. Rotea gli occhi, portandosi una patatina alla bocca, sperando di non dover rispondere veramente.
- Sei una ragazzina viziata - le fa notare Nina, invece, gli occhi socchiusi e l'espressione corrucciata.
Si aspetta tutto, la mora, ma non che Zara si alzi e se ne vada.
E' quello che, però, fa davvero, lasciandola con uno "Stronza" che sa tanto di chiusura.


Sono le 3 pm e Lia ancora non sa dove Ashton voglia portarla.
A dire la verità, il suo essere così misterioso la intriga e la incuriosisce, tanto da farle aspettare quasi maniacalmente il ritorno a casa di quello che dovrebbe considerare quasi suo fratello.
Ashton si presenta sotto casa loro in ritardo di qualche minuto, ma con un sorriso al quale Lia perdonerebbe ogni (davvero ogni) cosa.
Indossa un maglione scuro, i jeans neri e dovrebbe avere freddo, ma non fa una piega, abbraccia Lia e le scocca un bacio sulla guancia.
Lei, con il beanie in testa, sente improvvisamente caldo.
Scuote la testa, ficca le mani in tasca e: - Dove mi porti?
Ashton è bello, profuma di qualcosa che Lia non saprebbe definire con precisione ed è il fratello, l'amico, la persona che ha sempre voluto nella sua vita.
- Non so, onestamente - confessa lui, camminandole vicino - Un giretto così?
Lia annuisce e non fa in tempo a replicare, che si sente chiamare dalla voce roca di Luke Hemmings, seduto mollemente su una panchina lì vicino.
Se il contrattempo infastidisce Ashton, di certo non vuole darlo a vedere: sorride, affabile come sempre, le fossette agli angoli della bocca, e saluta Luke come se non lo vedesse da anni.
- Cosa combinate?
Lia guarda Ashton negli occhi, prima di rispondere: - Un giro.
- Così, senza motivo?
Ashton fa spallucce: - Zara non è a casa e sua mamma è alla galleria, papà al lavoro e...
- Ok, ok - alza le mani Luke - Ho recepito il messaggio. Posso unirmi a voi? O è una cosa fra intimi?
Fissa insistentemente Lia, mentre parla, mentre l'angolo destro della sua bocca si alza leggermente. Luke adora l'effetto che è in grado di fare alle persone: ama sentirsi il centro e ama pensare di avere un certo ascendente, sulle ragazze in particolare.
- Certo - annuisce Ashton e il vento soffia forte.
Novembre è nel suo pieno e a Lia viene da piangere, se pensa che a quest'ora potrebbe essere ancora in Italia, se solo avesse dato retta agli altri.
Porta sulle spalle il peso di una scelta che avrebbe potuto ingobbirla, arrivare a distruggerla, ma sta orgogliosamente dritta, tra due facce diverse di quello che le mancava, a Bologna.
Luke, pungente e sicuro di sè; Ashton, divertente e protettivo.
Lia, in realtà, ha scelto già da tempo.















NdA: Ciaaaao!
Sono, tanto per cambiare, di corsa, che devo cominciare qualcosa come RIGHT NOW a studiare per la simulazione di terza prova, ma ci tenevo tanto a mettere questo capitolo :)
Il primo litigio, taaaadan! Zara e Nina, chi l'avrebbe mai detto? Ahahah
In realtà era abbastanza probabile, essendo entrambe parecchio sicure (e piene di sè), vediamo poi come si svilupperà il tutto :)
Vi mando un bacione grande grande e vi auguro un buon weekend!
A presto,

Eleonora




  
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