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Autore: purpleblow    24/01/2015    2 recensioni
Non era più la questione di dover imprigionare il topo in gabbia, perchè adesso quel topo era lui e non sapeva come uscire da quell'opprimente prigionia che si era creato.
[Velatamente shounen-ai]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Catene

 
 
 
Someone tried to do me ache. (it's what i'm afraid of)
Someone tried to do me ache. (it's what i'm afraid of)
4 7 2 3 9 8 5 - I gotta breathe to stay alive,
and 1 4 2 9 7 8 - feels like I'm gonna suffocate.

36 Degrees - Placebo




La catena stringeva il suo polso, limitava i suoi movimenti, lo imprigionava e allo stesso tempo lo univa a qualcosa di maledettamente importante, quanto sacro.
E dire che l'aveva voluto lui, nessuno glielo aveva imposto.
Ryuzaki si era legato le mani da solo, si era lanciato in un precipizio più profondo di quanto credesse. Non c'era una fine, solo oscurità.
Inizialmente credeva che legarsi a lui fosse la cosa giusta, ma no, non lo era affatto.
Non era più la questione di dover imprigionare il topo in gabbia, perchè adesso quel topo era lui e non sapeva come uscire da quell'opprimente prigionia che si era creato.
Certo era un'ottimo piano costringere Kira alla presenza assidua di L, così poteva controllarlo meglio, osservare ogni sua mossa. 
Però, -c'è sempre un però- non aveva messo in conto i sentimenti.
Il grande detective stava inaspettatamente perdendo il controllo di se stesso e della situazione. Adesso non era più lui a controllare Kira, era il contrario, cosa alla quale L non aveva minimamente pensato. 
E chi l'avrebbe mai immaginato?
La verità è che Ryuzaki si sentiva in trappola per via della parte razionale di Kira: Light.
L comunque non avrebbe mai anteposto i sentimentalismi al lavoro, però di fatto, semmai fosse riuscito a smascherarlo con delle prove concrete avrebbe sicuramente aperto una ferita all'interno dei suo cuore.
Stava cominciando ad avere paura, era una lotta contro la morte, contro i sentimenti. 
Vincere equivaleva a perdere, in ogni caso.
Se L smascherava Kira, egli era condannato ma Ryuzaki avrebbe perso.
Se Kira uccideva L, beh, chiaramente la sconfitta era di quest'ultimo.
Il detective odiava essere battuto, ma che senso aveva continuare a combattere se tanto i giochi erano fatti?
Non si trattava più di una sola catena, metaforicamente ce n'erano migliaia che lo stringevano, gli graffiavano la pelle fino a farlo urlare dal dolore. Fino a che non gli sarebbe rimasto più fiato per gridare, per respirare, per vivere.
Accadeva nella sua mente, però avrebbe voluto fosse realtà, per lo meno il dolore lo avrebbe portato a gridare e svuotare i polmoni, la mente.
Un urlo è liberatorio, nella maggior parte dei casi.
Forse non avrebbe fatto comunque effetto, ma era già un punto di partenza.
"Ryuzaki? Tutto bene?" no che non andava bene, ormai da un bel po' di tempo.
Fingere, annuire.
"Certo." No. Assolutamente no.
Light lo stava osservando da almeno dieci minuti, aveva notato quanto fosse strano -più del solito, almeno- il suo compagno. Aveva gli occhi persi nel vuoto, la tazzina del caffè era ormai stracolma di zollette di zucchero, come la sua testa lo era di pensieri.
"Certo. Va davvero tutto bene." il tono di voce che aveva utilizzato Light era sarcastico, provocatorio, ma questo non sbilanciò affatto Ryuzaki che se ne restò semplicemente in silenzio.
In fondo, cos'avrebbe mai potuto dirgli? Tutto ciò che poteva fare era ignorarlo.
Ryuzaki era già morto, e questo lo sapeva.
Forse non nel solito modo in cui Kira era solito uccidere, ma comunque per mano sua. E in quel caso la vittoria era sua.
Era certo di essere arrivato alla fine ancor prima di morire, prima che il suo cuore smettesse di battere. Il senso di oppressione che gli attanagliava i sensi, lo stava rendendo vuoto, privo di vitalità.
L era sicuro che presto sarebbe arrivato al capolinea e forse, chissà, avrebbe trovato un briciolo di tranquillità.
   
 
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