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Autore: Nadynana    24/01/2015    2 recensioni
"Era una normale sera, quando Freddie Benson tornò a Seattle dopo esser stato ricoverato in un ospedale di Los Angeles.
Si trovava davanti alla porta del suo appartamento e stava per aprirla, quando si bloccò all'improvviso, con un nome fisso in mente: Samantha Puckett."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una normale sera, quando Freddie Benson tornò a Seattle dopo esser stato ricoverato in un ospedale di Los Angeles.
Si trovava davanti alla porta del suo appartamento e stava per aprirla, quando si bloccò all'improvviso, con un nome fisso in mente: Samantha Puckett.
Sam.
Certamente, era stato a Los Angeles e aveva rivisto Sam, ma ora lei cosa c'entrava? Lui non pensava ad altro se non coricarsi immadiatamente in camera sua per una bella dormita, possibilmente ignorando bellamente sua madre la quale non sapeva nulla di ciò che era successo a Los Angeles, poiché convinta che lui fosse a casa di qualche suo amico, ma lo avrebbe, sicuramente, sgridato per varie cose come il suo orario di rientro, o il fatto che era stato fuori casa per troppo tempo e che era in procinto di chiamare la polizia, invece, poco prima di aprire la porta di casa, il nome della bionda si era fatto largo nei suoi pensieri.
Perchè?
Lui provava qualcosa per lei? No, forse lo avrebbe pensato tempo fa, ma ora era diverso: lei se ne era andata, lei non c'era più, non si sentono quasi mai... neanche per telefono! Se non era per Cat che lo aveva chiamato non si sarebbero rivisti. Era certo che la sua cotta per lei se ne era andata già da mesi. Forse era la foga, l'emozione di averla rivista dopo tanto tempo. Sì, sicuramente era per questo motivo. Non c'era altra spiegazione.
Freddie decise di non rientrare in casa, almeno per altri cinque minuti, neanche lui capiva perché, ma voleva rimanere lì ancora un po', così poggiò la sua schiena contro il muro vicino alla porta, si inginocchiò a terra, lo sguardo rivolto verso la porta dell'appartamento dei fratelli Shay, dove giravano il loro webshow. Ah, quanti ricordi! Sicuramente Spencer era in casa a costruire qualche sua diavoleria. Rise a quel pensiero: gli vennero in mente tutte le stramberie del fratello di Carly, tutte le loro risate, tutti i loro litigi, i loro sorrisi... loro erano un gruppo. Il team di iCarly. Ogni tanto sognava di uscire di case e ritrovarsi Carly che gli diceva: "Sono tornata! Possiamo ritornare a fare i nostro webshow, riapriamo iCarly! Dai, chiamiamo Sam con le sue ali di pollo!". Sognava il ritorno di tutto ciò che in una sola sera gli era stato rubato.
Carly aveva detto che sarebbe tornata e lui le credeva, continuava a sperare il suo ritorno ancora, ancora e ancora e lo avrebbe aspettato anche per i prossimi mille anni, se fosse stato necessario. Lei se ne era andata e dopo qualche tempo se ne era andata anche Sam. Tutto gli era stato portato via. Tutto.
Sam. Ancora Sam? Questa emozione per averla rivista durava fin troppo per i suoi gusti. Poi, però, un altro pensiero occupò la sua mente: la sua relazione con Sam.
Era stato con Sam ai tempi di iCarly, lei lo amava e anche lui amava lei.
Inaspettatamente.
Infatti si chiedeva spesso come sia potuto accadere. Loro si erano sempre odiati. lei lo pestava di botte, gli tirava gli oggetti, gli rendeva la vita impossibile e lui la odiava, come ogni persona di questo mondo odia una che lo maltratta come ha fatto lei. Invece, dopo quel bacio, dopo la sua sparizione, lui aveva capito che la amava. L'amore e l'odio sono due facce della stessa medaglia.
Ma anche dopo essersi messi insieme continuavano a bisticciare, così la loro relazione durò poco. Ma anche dopo averla lasciata lui continuava ad amarla. E glielo aveva detto dopo che si lasciarono e lei gli rispose: "Ti amo anche io". La sua rottura con Sam gli aveva lasciato una specie di vuoto, e quella volta che lei ci provò con Zayn lui era talmente geloso che avrebbe potuto rompere la sua adorata telecamera, sbattendola al muro.
Perché te ne sei andata, Sam?
Ecco un altro pensiero che si face largo tra tutto gli altri.
Perché te ne sei andata via da Seattle, da scuola... da me. 
"Da me"? Benson ma oggi stai fuori? Pensava. Ancora quella strana euforia non era terminata? Ma era davvero una strana euforia?

-Perchè io am... io voglio davvero bene a Sam e non voglio che si faccia male.


Così aveva risposto a Robbie, quando questo gli domandò perché era così in pensiero per la ragazza. Stava per dire che amava la bionda? Davvero? Cosa gli passava mai per la testa in quel momento?!
All'improvviso il suo telefono vibrò nella tasca dei pantaloni. Lo tirò fuori e vide che gli era arrivato un messaggio. Sbloccò il cellulare e quando andò a leggere il messaggio e chi lo aveva inviato, il suo cuore perse un battito.
L'autrice del messaggio era Sam, la quale diceva: 


"Ma allora questo appuntamento? Benson, non eravamo d'accordo di vederci dopo la tua guarigione? Guarda che se mi stai prendendo in giro giuro che ti stacco un piede e poi lo do' in pasto ai leoni!"

Questa volta era Sam, non era Cat. Gli angoli della bocca di curvarono, formando un sorriso. Stava sorridendo? E per cosa? Lo stava minacciando di dare il suo piede in pasto ai leoni e li rideva? Sapeva che Sam sarebbe stata capace di farlo... Perché rideva? E anche se si sforzava, il sorriso non accennava a sparire, sorrideva anche mentre le rispondeva:

"Scusami Sam, ma dovevo tornare a casa o mia madre, Dio solo sa cosa avrebbe fatto o pensato! E poi ero così messo male che alla fine non ho fatto altro che pensare a guarire presto e a tornare a casa. Me ne sono scordato. Scusa."

Aveva detto la prima scusa che gli era venuta in mente: sua madre. L'unica cosa che era vera era che se ne era proprio scordato. Neanche lui sapeva come: certe cose come si fa a scordarle?
Inviò il messaggio e attase la riposta di Sam, ma non arrivò, si alzò amareggiato. Certo non si aspettava molto, ma almeno una risposta.
Aprì la porta di casa e appena entrato c'era proprio l'atmosfera che si aspettava di ricevere da sua madre che era attaccata al telefono, quando lo vide farfugliò qualcosa e riattaccò. Guardò Freddie con gli occhi spalancati, infuriati. Il ragazzo, dal canto suo, mostrò un'espressione molto seccata e anche leggermente delusa, così fece come da programma: ignorare sua madre e rinchiudersi in camera sua e dormire, le spiegazioni gliele avrebbe date la mattina seguente. Nonostante la madre lo stesse inseguendo, lui fu più veloce e riuscì a chiudersi in camera. Si sdraiò sul letto seza neanche mettersi il pigiama, ci mise quasi due ore per addormentarsi, ma alla fine chiuse gli occhi e andò a dormire con un nome fisso nella sua mente, ormai neanche si chiedeva perché aveva ancora quel nome impresso nella mente.

La mattina Freddie si svegliò con dei brividi di freddo, provenienti dalla finestra che, ne era sicuro, la sera prima era chiusa.
Alzò il capo, gli occhi socchiusi, i capelli tutti arruffati... si mise a sedere girò la testa nella direzione della finestra per poi alzarsi e andarla a chiudere, ma quando vicino alla finestra vide una sagoma. Mise a fuoco la vista che era un po' annebbiata dal sonno, e riconobbe subito il proprietario della sagoma, anzi: la proprietaria la quale guardava le strade di Seattle che si mostravano sotto il palazzo.
Sam Puckett.
Sam era casa sua? Stava sicuramente sognando! Mostrò un'espressione  sbalordita e quando Sam si girò, disse: "Beh, Benson... non potevo rischiare che un ragazzo come te mi dasse una sorta di 'buca', quindi sono venuta a casa tua. Sono passata dalla finestra, dato che tua madre non mi avrebbe fatta entrare e sono arrivata verso le sei del mattino, non volevo distrurbare. E' stato faticoso salire il palazzo fin qui e aprire quella dannata finestra, ma niente è impossibile per Samantha Puckett."
"Tu sei matta!" replicò Freddie.
"...In realtà sono venuta qui perchè volevo andare a mangiare in quel fantastco ristorante dove fanno delle lasagne davvero squisite."
Freddie non le credeva molto, certo questa sarebbe una cosa "da Sam", ma venire da Los Angeles fin lì solo per un ristorante? Quale pazzo lo farebbe? Mostrò il suo disappunto con un'espressione di cui Sam colse subito il significato.
"Guarda che dico sul serio! E siccome passavo di qui sono venuta a trovarti..." si giustificò.
"E ti saresti presa la briga d scalare il palazzo? Per un ristorante? Capisco il tuo amore per il cibo, ma esageri..." disse Freddie con una puntina di maliziosità.
Sam non disse nulla.
"Sam, dimmi perché sei qui."
Dopo un attimo di esitazione Sam abbassò lo sguardo e disse: "Benson, senti, non sono molto brava con le parole, per questo te lo dirò un po' a 'modo mio'... Io vado dove mi porta la mia moto e la mia moto va dove la porta il mio cuore... Beh, la mia moto mi ha portata da te." alzò lo sguardo, il suo viso era rosso come un peperone.
Freddie era stranamente felice e lo mostrò con quel grande sorriso che gli si era formato, inconsapevolmente, in volto e non gli importava da quanto tempo ce lo mostrava, del perchè sorrideva... non gli importava. Non voleva neanche mandarlo via, neanche se avesse voluto lo avrebbe fatto scomparire dal viso.
"Così va meglio." disse lui.

"Credo di provare ancora qualcosa per Sam. E, personalmente, a me sta bene così."

"Credo di provare ancora qualcosa per Freddie. E, personalmente, a me va bene così."


Angolo autrice.
Salve a tutti! E' la prima volta che pubblico qualcosa in questo fandom e la prima volta che posto qualcosa dopo che sono stata ferma un intero anno senza postare niente di niente.
Questa idea mi balenava per la testa già da mesi (ho visto "Il Salto del tonno" in streaming questa estate) ma non ho mai avuto il tempo di scriverla. Oggi ho avuto il pomeriggio libero ed eccola qua.
Sì, è tutta confusa, non ci si capisce nada ma questo è quello che mi è venuto fuori. Insomma... è quel che è. (??)
All'inizio doveva essere una semplice One-shot dove Freddie ricordava Sam e tutto il resto, ma poi è finita come è finita. Insomma doveva finire con Freddie che apriva la porta di casa, ma sono andata avanti. L'idea di Sam mi è venuta mentre scrivevo. A dirla tutta non ci doveva essere neanche la scena dei messaggi. Pure quella mi è venuta in seguito.
Dato che non ho più Word ho dovuto usare un altro programma per scrivere che non mi segnala gli errori, quindi se ce ne sono sappiate che io non lo so e vi prego di segnalarmeli affinchè possa correggerli. Quelli di battitura come quelli sui verbi, punteggiatura, ecc.
Anche se rileggo sempre i miei elaborati spesso mi capita di non notare gli errori. Sono distratta, sì. Ahah
Accetto le critiche solo se costruttive, quelle dove insultate non le accetto e non mi impegnerò neanche a rispondervi se sono mirate ad offendere.
Detto ciò, penso di aver detto tutto.
Spero che la storia vi sia piaciuta, ho molte altre idee sulla Seddie, quindi penso proprio che scriverò altre storie.
Alla prossima!
-Nadynana 
  
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