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Autore: scImMIA    26/11/2008    5 recensioni
Due bambini alle prese con i compiti ... un piccolo pensiero per JoJo visto che oggi compie gli anni ^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo bimbo rimase seduto sulla seggiola quando vide l’altro, di un anno più grande, lasciar cadere la fronte sul tavolo

 

LA MATEMATICA E’ UN’OPINIONE

 

 

Il piccolo bimbo rimase seduto sulla seggiola quando vide l’altro, di un anno più grande, lasciar cadere la parte superiore della faccia sul tavolo di duro legno. La larga fronte del glicine, ereditata dal padre, si sollevò lentamente dopo poco e la mano destra si mosse spiccia per eliminare quel timbro creato dal rilievo della penna di plastica sopra la quale aveva battuto senza volere.

« Tutto bene Trunks? » disse Goten accompagnato dalla sua aria sempliciotta.

« Siii … » mugolò l’altro un po’ fiacco « … Passiamo a matematica che è meglio, con il giapponese è meglio smettere qui per oggi ». Il piccolo Son annuì facendo oscillare un pochetto i ciuffi birichini e poi, dopo aver afferrato il suo libro e averlo concesso al suo amico, iniziò a saltellare sulla seggiola smanioso di farlo esultare di gioia perché i giorni precedenti avevano faticato parecchio insieme e Goten voleva appunto mostrargli quanto fosse migliorato.

Trunks si portò una mano alla bocca e tossì imitando un tono autoritario « Bene, allora inizieremo subito con le moltiplicazioni … » con un rapido gesto le pagine del Sussidiario girarono una dopo l’altra fermandosi poi quando il professore di turno placò la loro corsa « … Eccole! Allora Goten, sei pronto? ».

« CERTO! » esclamò il piccoletto alzando deciso un pugno al cielo.

« BENE! … » rispose altrettanto entusiasta Trunks « … Quanto fa tre moltiplicato per cinque? ».

« Semplice … » bofonchiò il moretto un poco deluso per la domanda a suo avviso troppo facile e d’altro canto, il glicine, iniziò a sorridere un poco ebete pensando bene che il suo amico avrebbe detto giusto « … fa sedici ».

La mascella di Trunks creò un forte ciocco quando, cedendo, andò a colpire il tavolo …

« Scusa Goten, perché dovrebbe fare sedici? » domandò il figlio di Vegeta all’altro con aria interrogativa mentre il Son, risentito del fatto che l’amico lo considerasse un bugiardo, incrociò le braccia al petto e mise il broncio. « Me lo ha detto Gohan che fa sedici! E se lo dice lui è vero! » esclamò poi il moretto irritato e con aria saccente. Il sopracciglio destro si abbassò appena e pertanto gli occhietti vispi di quel bell’azzurro si assottigliarono un poco realizzando sul viso  un’espressione che era ben peggiore di quella di Goten « Sicuro che fosse sedici? Io avrei i miei dubbi … ». Il secondogenito di Goku incrociò le dita delle mani e iniziò ad osservarsi attorno piuttosto insicuro « Beh, sì … » iniziò balbettando « … Credo che fosse sedici. Se non mi credi però posso andarglielo a chiedere, tanto adesso è con Videl » aggiunse pensando di non creare problemi ai due piccioncini che di certo non avrebbero gradito un guastafeste tra i loro abbracci poco più amichevoli.

« Lasciamo perdere, passiamo alla prossima domanda » gli occhi azzurri si abbassarono nuovamente sul libro mentre nel frattanto il collo di Goten (ovviamente sospinto dal volere del padrone) si allungava in direzione del medesimo tomo per dare una sbirciatina alle risposte. Trunks, che ovviamente non si fece fregare, si spostò un poco più a lato facendo quasi cadere a terra l’amico che si era sbilanciato troppo e poi, accompagnato da un sorriso invidiabile, fece una sonora linguaccia « BLEAH! E no carino, le risposte te le dico dopo se sono giuste o sbagliate! ».

« Eddai … » lo supplicò Goten ma Trunks fu irremovibile: « No! Nuova domanda: quanto fa diciotto per otto? ».

« Trentotto »

Gli occhi del glicine si assottigliarono profondamente « Non ci hai nemmeno pensato … ».

Goten non fece una piega « Sei soltanto sorpreso perché ci ho messo pochissimo … Prossima domanda! » esultò infine il piccolino ma Trunks non ne volle sapere: saltò un poco sulla sedia iniziando a gesticolare con il libro « Ma pensaci Goten, perché diciotto per otto dovrebbe venire trentotto? ».

« Perché fa rima ».

Il glicine non rispose e per qualche secondo rimase una statua di sale.

Trunks tornò nuovamente alla pagina delle operazioni e adocchiò una moltiplicazione che potesse essere un po’ più facile « Allora … quanto fa sette per nove? ».

Goten si portò una mano al mento e iniziò a riflettere. In principio il “principino” pensò che l’amico stesse finalmente facendo sul serio ma poi, quando gli giunse la risposta, comprese che non avrebbe mai dovuto contare sulle apparenze: « Settantadue ». Trunks si schiaffeggiò la fronte un paio di volte e poi appoggiò i gomiti alla scrivania « Perché? Perché settantadue e non sessantatre? ».

Goten arricciò il naso « Sicuro di stare bene Trunks? Secondo me stai dando i numeri … » disse schietto stringendo con le mani il brodo della sedia prima di proseguire « … Perché sette per otto fa cinquantasei, sette per nove settantadue mentre sette per dieci fa settanta … » il piccolo Son cadde in profonda meditazione capendo che ovviamente una scala di numeri poteva o scendere o salire. Mica poteva fare quello che le pareva!

Trunks sospirò tornando calmo « Te lo spiegherò dopo ma adesso una facilissima per distendere il cervello, ok? ».

« D’accordo, sono prontissimo! » esclamò Goten nuovamente carico di grinta e smanioso di dare nuovamente la risposta giusta.

« Quanto fa … » momento di suspance per aumentare le spine immaginarie sotto il sederotto amico « … dieci per dieci? ».

« Venti? » chiese Goten insicuro ma bastò un solo sguardo del glicine per fagli capire che aveva sbagliato strada -------------> =_= …

« No, che sciocco, ho fatto l’addizione … » si corresse immediatamente il moro colpendo con il pugno destro il palmo della mano sinistra « … La risposta giusta è facile, è uno ».

Trunks si dovette trattenere alla scrivania per non cadere a terra colto dalla disperazione « UNO?! Ma perché?! ».

« La mamma dice sempre “Anche se ci fossero altre cento copie Goku, stai certo che tutte quante si comporterebbero come se fossero uno solo: si allenerebbero tutto il giorno e non porterebbero a casa nemmeno un soldo!” … ho pensato che valesse anche per il dieci … » mugolò il piccolino un po’ triste quando notò l’aria afflitta del suo amico che, in malo modo, cercava di nascondersi sotto al libro raffigurante in copertina degli sciocchi numeri ballerini con tanto di occhietti e scarpette gialle. Trunks fuoriuscì dal suo nascondiglio e non nascose al suo amico la sua stanchezza: erano ore che stavano sui libri di scuola e lui, nonostante fosse di un anno più grande e quelle cose le sapesse alla perfezione, aiutava l’amico che a scuola non andava proprio come il fratello maggiore.

« Ho sbagliato tutto, vero? »

« Lascia stare e preparati alla domanda di salvataggio … » il glicine si ricompose e l’amico parve tornare più sereno « … Sei per sette? ». Goten sorrise a trentadue denti e iniziò a sbracciare in direzione del maestro per essere il prescelto alla risposta. Trunks stette al gioco e così, dopo aver imitato un professore accigliato che scrutava attentamente le prime file dei banchetti immaginari, puntò il dito indice in direzione del fortunato dandogli la possibilità di rispondere. Il figlio di Goku si mise in piedi sulla sedia e sul suo viso si delineò lo stesso sguardo che anni prima lo stesso padre aveva regalato a Freezer: una occhiata sicura, decisa, che non lasciava nulla al dubbio. I piccoli pugni si strinsero a fianco del corpo e l’espressione del viso divenne ancora più seria « Quarantaquattro! ».

Trunks si maledisse da solo « Ma perché quarantaquattro!? La dice pure la canzone la risposta … »

Il Son si impuntò « Non è colpa mia se ci sono dei gatti imbucati! ».

Il glicine lasciò che il libro cadesse di peso sulla scrivania e poi, con aria piuttosto affaticata, si portò le mani dietro alla nuca e chiuse gli occhi colto da un moto di disperazione. La testa si mosse in segno di diniego e Goten, notando quel movimento e soprattutto quella pesantezza che non era stata mai presente nei suoi modi di fare, si rattristò nuovamente abbassando gli occhi al pavimento. Trunks udì dei rumori provenire davanti a sé e quindi riaprì gli occhietti per capire cosa fosse: il moro riagguantò il libro e dopo averlo aperto nella pagina delle moltiplicazioni, ivi affondò la faccia nascondendola completamente all’altro che, preso da una sorta di preoccupazione, tornò ligio avvicinandosi all’amico con fare premuroso. « Hei … » mormorò piano il glicine quando posò la sua mano destra sulla spalla amica stringendola un po’ « … Goten … ».

I lacrimoni scendevano copiosi da quegli occhietti già gonfi e le labbra lasciavano fuoriuscire tutte quelle moltiplicazioni che il Son, agitato e sotto pressione, leggeva a velocità folle senza riuscire (ovviamente) a raccogliere le informazioni che gli servivano e farle sue una volta per tutte. Trunks strinse nuovamente la spalla e non smise di fare ciò nemmeno quando Goten iniziò a singhiozzare: « Mi dispiace Trunks … Io mi impegno ma … » l’aria mancava e il piccino si dovette fermare per prendere fiato « … Non mi rimangono … ». Il libro cadde a terra e il bimbo si coprì gli occhi con entrambe le mani per oscurare quella figuraccia anche se l’amico non la pensava affatto a quel modo.

« E allora? Continueremo, no? … » disse schietto il figlio del principe dei sayan senza una sola punta di insicurezza « … Ci impiegheremo altri giorni se sarà necessario ma le impareremo! ».

L’immagine dell’amichetto appariva appannata alle sue iridi ma Goten continuò ad osservarlo con gli occhini lacrimosi mentre con una mano iniziava a togliersi di dosso tutta quell’acqua « Ma tu le sai benissimo, sei tanto bravo e poi fuori c’è il sole … » mugolò un po’ mogio ripensando a quanti pomeriggi aveva costretto Trunks a stare seduto ad una scrivania « … Non è giusto che tu stia qui mentre potresti giocare … ».

« Non ci penso nemmeno! … » esclamò il lilla gettandosi per un attimo a terra recuperando il libro per poi tornare seduto al proprio posto più motivato che mai « … Siamo amici no? Quindi ti aiuterò per tutto il tempo che vi vorrà e in più ho un anno in più di te quindi non me lo puoi impedire » la sua leggera risata contaminò l’aria a tal punto da far sorridere anche Goten che orami aveva recuperato gran parte del buon umore.

“Grazie …” negli occhi color dell’ebano si leggeva perfettamente quel messaggio carico di affetto.

Trunks sorrise maggiormente e puntò il dorso del Sussidiario sulla scrivania « SEI PRONTO GOTEN?! ».

« PRONTISSIMO!! »

Grinta, entusiasmo, energia. La stanza tornò ad essere briosa e nonostante le risposte del moretto continuassero ad essere per la maggiore strampalate e senza senso, i due proseguirono allacciati da quella forza che li univa perché una sola cosa è certa: la matematica può essere un’opinione, può essere difficile da comprendere o da imparare, ma l’amicizia é sicuramente una delle basi più sicure e forti dell’esistenza, talmente forte da scavalcare le soglie del tempo anche se però, in quel caso specifico, la figura di una Chichi inferocita per un possibile votaccio a scuola del figlio motivava i due a darsi maggiormente da fare XD

 

 

 

 

 

Studiate bambini ^-^

 

 

 

 

 

Piccolo dono da parte della maestra ormai out ^-^”

Tanti auguri di buon compleanno

Baci.

scImMIA

  
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