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Autore: bagnodonda    25/01/2015    0 recensioni
"Anche se te l'ho regalato, non vuol dire che diventa tua." La figura scuote la testa. "L'ho scritta io, è mia, roba intima, insomma. Un po' come l'amore, no? E' una cosa privata, che ci vuole del tempo tra te e te per risolverla; e appena lo doni a qualcuno, si, appena ti piace qualcuno, allora l'amore diventa automaticamente loro, e si sentono grandi, sai, potenti, perchè niente ti rende più ricco dell'amore, anche se è quello di qualcun'altro."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La campanella suona, risuonando attraverso le pareti ed i corridoi, entrando nella aule; i ragazzi si alzano, sorrisi eccitati sulle labbra, spostando le sedie, e con un grande stridore tutto l'edificio scolastico inizia a svuotarsi, aula per aula, piano per piano. Diciottenni con la barba e pochi libri sotto il braccio si avviano verso le macchine, i più giovani escono dal grande portone di metallo, riversandosi nella piazza illuminata dal sole del primo pomeriggio. Da dietro un muro sbuca una ragazzina, alta, con i capelli biondi e ricci. Tiene gli occhi azzurri fissi davanti a sé, una mano tesa a ripararsi il viso dal sole che buca le nuvole, accanto a lei un ragazzo alto cammina con un sorriso allegro ben stampato sul viso. Escono fuori da una porta, fuori dal cortile, fuori dalla piazza. La ragazza indossa un maglione bianco; ha una margherita tra i capelli che le cadono con dolcezza sulle spalle sottili. Cammina leggera, soprappensiero, fino a quando una mano dal tocco leggero non le sfiora la spalla. Il vento soffia ed è freddo, ed entra nelle magliette e tra le risate, si mescola e porta le note di qualche musicista ambulante. Stanno suonando musica classica. La ragazza vestita di bianco si gira, sorpresa, gli occhi azzurri tinti di confusione e di noia, interrotta nel mezzo di un sogno ad occhi aperti. Le macchine stridono sul cemento dietro di lei. Si gira, ed il suo sorriso è una splendida poesia.

"Buongiorno." Le sorride una figura, mentre la sua mano ancora sfiora la margherita poggiata nei capelli di Angela. La bionda spalanca gli occhi, mentre un sorriso compiaciuto si allarga a macchia d'olio sul suo viso dai lineamenti gentili. Anche il ragazzo vicino a lei sorride, il vento che soffia sembra portare quel sorriso lontano.
Senza una parola di troppo, la persona di fronte a lei le porge un fiore; è alto, sottile, dal gambo verde brillante, e dai petali candidi come perle. Una spina è tinta di rosso, quasi per caso. E' una rosa bianca. Angela socchiude le labbra, ed i suoi occhi sono romanzi e poesie classiche. La voce squillante le si blocca in gola, mentre un tenue rossore le si allarga sulle guance. Inizia a somigliare molto di più ad un fiore che ad una persona. Il suo migliore amico le poggia un braccio sulla spalla, qualche parola di scherno fuoriesce dalle sue labbra,ed Angela finalmente, si riscuote. Prende il fiore, senza ancora dire una parola. Un tenero 

"Grazie."
Le scivola tra i denti, seguito da un sorriso. La persona che la guarda sente un gran frastuono nello stomaco, e le viene da pensare che a volte bisogna ringraziare qualcuno per le cose belle, come lo sguardo ed il modo di camminare della ragazza bionda che porta un nome degno del paradiso, e che se anche non c'è nessuno da ringraziare, bisogna comunque farlo; perchè Angela può essere frutto del caso, ma anche le galassie sono casuali e meravigliose.

"E' una rosa particolare." La frase aleggia nell'aria, come uno spirito, illuminata dai raggi del sole. Diversi ragazzi continuano a scendere per la stradina ripida; Angela e Francesco fissano la persona di fronte a loro. "E unica."
Il ragazzo alto prende la rosa dalle mani della più bassa, la osserva, poi la squadra, la gira, la mette al contrario; nulla. Il fiore mantiene la sua impassibile perfezione candida. Angela la riprende con calma, ma non la strapazza. La tiene fra le dita sottili, mentre i suoi occhi azzurri la scrutano intensamente; sembra che stia aspettando qualcosa. Poi sposta le iridi sulla figura di fronte a lei. Scuote la testa.

"Osserva meglio i petali." La ragazza bionda avvicina il fiore al viso, fino a quando il suo profumo non le inonda le narici; sulle spanne bianche della corolla si intravedono piccoli segni, invisibili da lontano, poco chiari da vicino. Sono incisioni; le segue con lo sguardo, con gli occhi azzurri, riconosce lettere, poi parole, riconosce virgole e punti, congiunzioni e intricate elaborazioni, davanti a lei si forma una storia, scritta sui petali di una rosa bianca che, incredibilmente, profuma di felicità. La allontana.

"Cosa c'è scritto?" Chiede poi alla persona di fronte a lei, che la fissa con sguardo tranquillo.

"E' importante?"

"Certo. Perchè dovresti scrivere qualcosa che poi non si riesce a leggere?" Angela è curiosa, morbosamente attirata da quelle piccole parole che sembrano scritte dalle farfalle.

"Immagino che ci sia scritta la più grande opera di letteratura del mondo. O forse è una lista della spesa. Non importa. Qualsiasi cosa sia, morirà con la rosa. O no?"

"Si. Cioè, no. Se la leggerò non morirà con la rosa. Tu non vuoi che io la legga?"

"Non esattamente."

"Ma mi hai dato la rosa." Angela inizia ad irritarsi. La rosa trema. "Quindi vuol dire che devo leggerla."

"Anche se te l'ho regalato, non vuol dire che diventa tua." La figura scuote la testa. "L'ho scritta io, è mia, roba intima, insomma. Un po' come l'amore, no? E' una cosa privata, che ci vuole del tempo tra te e te per risolverla; e appena lo doni a qualcuno, si, appena ti piace qualcuno, allora l'amore diventa automaticamente loro, e si sentono grandi, sai, potenti, perchè niente ti rende più ricco dell'amore, anche se è quello di qualcun'altro." Fissa la margherita nei capelli di Angela. 

"Non puoi paragonare una rosa bianca all'amore."

"Non esiste nessuna regola su cos'è l'amore; per quanto ne sai la mia rosa, o quello che c'è scritto sui suoi petali, potrebbe essere l'amore. Ma come ho già detto, non è importante."

"E se per me lo fosse?"

"Allora dovrai leggere cosa c'è scritto sui petali, immagino." Angela è così bella, in quel maglione bianco. E' leggera come una nuvola.

"Ma se non si capisce!" La margherita le cade dai capelli, si posa a terra. Francesco sembra interessato.

"Già." La figura alza le spalle, chinandosi a raccogliere il piccolo fiore caduto per terra. Sembra così misera rispetto all'impassibilità dello stelo della rosa, così scura rispetto al candore dei suoi petali. Eppure avrebbe potuto giurare che la margherita, se poggiata nei riccioli biondi di Angela, sarebbe stata comunque più splendida della sua rivale. Angela è la margherita in mezzo alle rose.

"E da quando in qua l’amore si capisce?"
 







 




ti cerco oltre i venti
ti cerco oltre i trenta
ti cerco oltre i quaranta
ti cerco nei sorrisi degli altri che non sorridono mai come te.
 
 
   
 
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