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Autore: Margo Malfoy    25/01/2015    4 recensioni
|AU!HighSchool|
«Appoggia la tua roba sul banco e raccontaci un po’ di te» disse il prof.
Lei si avvicinò alla cattedra e scosse la testa. «Non sono molto brava con i discorsi» disse con un sorriso.
«Beh, puoi rispondere alle domande di questi scimmioni allora, che ne dici?»
«Prof., il fatto che io sia l’unica femmina in classe non mi classifica come ‘scimmiona’» disse una ragazza nel fondo della classe. Wow, solo due ragazze, pensò guardandola. Sperava di riuscire a farsela amica.
«Hai ragione, mi scordo sempre di te, piccola Brenda»
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Be cute, and smile.

Maggie vide una fila infinita di persone appena aver svoltato l’angolo della strada, al ché Teresa – una ragazza che le aveva presentato Brenda qualche giorno prima –, imprecò sottovoce impugnando il cellulare.
«C’è sempre così tanta gente?» chiese Maggie girandosi verso di lei. Brenda l’aveva lasciata sedere davanti, onore che aveva raramente quando lei e Park salivano in macchina con papà.
«Di solito no, ma stasera c’è la festa d’istituto, quindi ci sarà una baraonda infernale» disse digitando un numero al telefono.
«Chiami Tom?» le chiese Brenda sporgendosi dal sedile posteriore.
Teresa annuì leggermente e poi portò all’orecchio al telefono: «Dove siete? No, siamo ancora in macchina ma c’è troppa fila. Ah-ah. Va bene, ci vediamo lì. Il tempo di parcheggiare! Okay, ciao»
«Sono già dentro?» chiese Brenda.
Teresa scosse la testa: «Ci aspettano da Jorge».
Maggie guardava Teresa che faceva abilmente lo slalom tra i ragazzi che si lanciavano in strada per attraversare. Aveva i capelli castano scuro che le ricadevano sulla pelle pallida e che le valorizzavano gli occhi azzurro ghiaccio. La trovava bellissima e poi era stata davvero gentile con Maggie. Quando Teresa aveva saputo che sarebbe andata al Bloody Mary invitò lei e Brenda a casa sua per prepararsi e, dopo la festa, a dormire.
«Chi è Jorge?» chiese Maggie vedendo che nessuna delle due aveva intenzione di dirglielo.
«È il fidanzato di Brenda» gongolò Teresa.
«Non è il mio fidanzato» precisò Brenda.
«Non ancora» aggiunse Teresa.
In poco tempo arrivarono sul retro del locale dove le aspettavano Minho, Thomas, Newt e un ragazzo alto e muscoloso, con un forte accento ispanico, che doveva essere Jorge. Lui salutò Brenda (la sua non-fidanzata) con un bacio a stampo, Teresa con un abbraccio caloroso e si presentò a Maggie con un bacio sulla guancia.
«Dunque, Teresa ci ha detto che stasera ci sei  anche tu a dormire» disse Thomas a Maggie passandole un braccio intorno alle spalle.
“Ci sei anche tu a dormire”. Voleva per caso dire che non ci sarebbero state solo lei, Brenda e Tess? Voleva per caso dire che anche i ragazzi avrebbero dormito con loro?
«Già» si limitò a dire Maggie sorridendo, senza farsi troppe domande su cosa sarebbe successo dopo. In fondo, anche se fosse stato così e avesse dovuto dormire anche con lui, Minho e Newt, non si sarebbe lamentata più di tanto.
«Grande allora! La casa di Minho ti piacerà tantissimo» le disse Newt inserendosi nella conversazione.
Grandioso, casa di Minho. Maggie non sapeva perché, ma pensava che la cosa sarebbe stata meno strana se fossero andati a casa di Teresa. Forse perché ci era già stata, forse perché era una ragazza. Andare a casa di Minho, invece, la rendeva più nervosa.
Dopo qualche minuto Jorge li fece entrare nel locale dall’entrata sul retro. Salirono una ripida scala a chiocciola e si ritrovarono davanti al bar della discoteca. La musica era forte, così forte che ti era impossibile non iniziare a ballare.
«Vieni a prendere da bere?» urlò Teresa a Maggie prendendola per un braccio.             
Lei annuì e la seguì verso la fila di persone che aspettavano di essere servite al bar.
«Due birre» urlò Tess alla barista che le stava di fronte. Era una ragazza magra e alta, biondo platino. Aveva le labbra ripassate di rossetto rosa e gli occhi circondati di ombretto blu e stava masticando una chewinggum troppo vistosamente.
«Okay» biascicò con la cicca tra i denti. In un secondo appoggiò due Heineken davanti a loro, appoggiandosi sul bancone e mettendo in evidenza lo scollo a V della maglietta nera.
Teresa appoggiò i soldi di fronte a lei e scortò via Maggie, in direzione della pista.   
Avevano già perso tutti quanti, così si lanciarono tra la folla decidendo di preoccuparsi solo in un secondo momento di cercarli. Maggie portò alla bocca il collo della bottiglia più e più volte prima di finirla e lasciarla su un tavolino. Per un attimo perse Tess, ma si ritrovò con Brenda e Newt, così si diresse insieme a loro di nuovo al bar, non cercando l’amica. Prese un’altra birra e poi un’altra ancora, passando dal ballare con Thomas, a Newt, a Brenda, a Tess. L’unico che non vide praticamente tutta la sera fu Minho.
«Venite a prendere una boccata d’aria?» chiese Newt trasportando Maggie verso l’uscita sul tetto.
Una volta arrivati tutti fuori, capirono perché Minho non si fosse fatto vedere: era sul tetto del locale, che si limonava una ragazza appoggiata al muro. Era tutto un toccarsi e baciarsi e toccarsi di nuovo. Maggie, sempre con la birra in mano, la lasciò cadere per terra quando li vide, facendo cadere anche la mascella. Non era riuscita a capire perché, ma le era dispiaciuto vedere quella scena. Probabilmente, come disse Thomas, il giorno dopo l’asiatico non si sarebbe nemmeno ricordato di chi fosse quella ragazza, ma Maggie avrebbe preferito non vedere niente. La birra si era tutta rovesciata, i vetri erano ovunque sotto i suoi piedi, e Minho e la ragazza – che Newt le disse essere una ragazza dell’altra sezione che si chiamava Mary Elizabeth, che a quanto pareva ci provava con Minho dalle medie – si girarono nella loro direzione. Mary Elizabeth scosse la testa contrariata, mentre Minho si limitò a guardare Maggie con aria triste, le parve di vederlo dispiaciuto. Ma, dopo tutto, aveva appena buttato per terra una bottiglia di birra piena per aver visto un ragazzo che conosceva da una settimana baciarsi con un’altra, avrebbe potuto vedere un folletto a cavallo di un unicorno e pensare che fosse normale anche quello. Più probabilmente, Minho si aspettava una spiegazione.
«Mi è scivolata» disse Maggie spostando lo sguardo su Mary Elizabeth e poi tornando a guardare Minho. E aggiungendo un sorriso.
Non si aspettava che tutti quanti le credessero. Forse troppa birra le dava di volta il cervello e le faceva fare cose che non si sarebbe mai aspettata di fare. Forse la birra – o l’alcol in generale – era come un demone che si impossessava di lei dopo il quarto bicchiere. Aveva senso, in quel momento.
 
***
 
Erano passati a casa di Teresa, avevano preso su la roba delle ragazze e ora stavano guidando vero casa di Minho.
Fortunatamente non fu dopo che Maggie fece cadere la bottiglia che decisero di andarsene, ma quando Brenda guardò l’orologio e si accorse che erano le tre e mezza del mattino. Minho aveva iniziato a guidare, ma dopo che rischiarono di andare fuori strada in entrambe le curve che avevano percorso, arrestò la macchina e fece salire Newt al suo posto, che si rivelò un pilota molto più in gamba.
Proprio come aveva detto Newt, casa di Minho piaceva un sacco a Maggie. Era su due piani, di sopra le stanze. E i genitori di Minho non c’erano. Aveva detto che erano partiti per il weekend. Si sistemarono in mansarda (un terzo piano), dove Minho, aiutato da Tom e Newt, aveva preparato sei materassi quel pomeriggio.
Lasciarono tutti la stanza per andare a lavarsi i denti e mettersi il pigiama così, Maggie, decise di cambiarsi lì dentro da sola. Era girata, in reggiseno e mutande, quando Minho entrò nella stanza.
«Oh» disse fermandosi a fissarla mentre lei si girava verso la porta.
Maggie allungò la mano verso una coperta lasciata su uno dei materassi, se la mise addosso e fissò Minho che rimaneva lì fermo. «Vai!» si lamentò lei, che si infilò il pigiama a tempo di record per la paura di essere colta di nuovo mezza nuda.
«Posso entrare adesso?» chiese Minho fuori dalla porta.
«Vieni» disse Maggie sedendosi sul suo materasso.
Lui entrò e iniziò a spogliarsi, sfilandosi la maglietta e poi i jeans. «Forse è meglio che esca io adesso» disse lei alzandosi.
«Perché? Mica dormo nudo»
Non sapendo cosa rispondere – e pensando che fosse davvero sexy in boxer (maledetto demone-alcol) – si risedette sul letto e cercò di non guardare i suoi addominali che si contraevano quando si chinava.
«Allora, ti sei divertita?» chiese dopo un po’.
«Si, mi piace quel locale»
«Noi ci andiamo praticamente tutti i sabati, e ora sei costretta a venirci anche tu» disse con un ghigno.
«Non me lo faccio ripetere» sorrise. «Mary Elizabeth, è la tua ragazza?» MALEDETTO DEMONE-ALCOL.
«Non mi crederesti se ti dicessi la verità» disse lui. Stranamente sembrava piuttosto lucido nonostante non fosse sobrio. Poi Maggie si ricordò quello che le diceva sempre suo nonno “In vino veritas”.
«Quando hai bevuto non puoi dire bugie» le disse allora lei.
«È stata Mary Elizabeth a baciare me. Ha una cotta per me dalla seconda media e stasera sono stato al gioco»
«Scommetto che ti odierà d’ora in avanti»
«Può darsi» rise lui.
«E odierà anche me»
«Perché hai fatto cadere la bottiglia e hai rovinato il bacio? Figurati, non sono né il primo né l’ultimo che quella si limona in discoteca»
«Non l’ho fatto apposta» disse lei.
«Lo so, ma un po’ mi ha fatto piacere che ti sia scivolata»
Quando lo disse Maggie si chiese come fosse riuscita a mentire dicendo che le era solo ‘scivolata’ e si dipinse il dubbio sul suo volto.
«Non ti è solo caduta, vero?»
“In vino veritas”
«Non volevi vedermi insieme a lei»
“In vino veritas”
«Eri gelosa?»
“In vino veritas”. Neanche se qualcuno si sforza di mentire ci riesce? Maggie voleva provarci.
«Davvero,» disse «sono salita e mi è caduta». In fondo era la verità.
«Quindi era solo un caso che io stessi baciando Mary Elizabeth in quel momento?»
«Un caso» deglutì Maggie. Era solo un caso? Nemmeno Maggie sapeva spiegarsi cos'aveva fatto, non era riuscita a capirlo.
La loro conversazione venne interrotta da Newt che fece l’ingresso nella stanza seguito a ruota da Thomas, Tess e Brenda.
«Forza bambini,» disse il biondo «a nanna».

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Ciao pive! :*
Scusate il ritardo, perdonatemi :( La scuola è un incubo!
Anyway, ecco il secondo capitolo della storia. Spero che vi piaccia e che vogliate farmi sapere cosa ne pensate, critiche o apprezzamenti sono ben accetti, come sempre.
Bene, ho finito :)

Un bacio, a presto Fagio

 
   
 
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