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Autore: Jane_022    26/01/2015    0 recensioni
"Nello stomaco le bruciava un dolore che sembrava antico quanto il mondo, e lo vedeva riflesso negli occhi di Thomas.
Pur rimanendo uno accanto all'altra, stavano per perdersi."
La fanfiction parla di Thomas e Teresa prima degli avvenimenti del Labirinto, occhio ai possibili spoiler! Non mi piacciono come coppia, quindi la storia si basa soprattutto sul rapporto di amicizia tra di loro.
Spero vi piaccia!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Teresa, Thomas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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... non è possibile. Teresa! Non ci credo che non sei sveglia! Apri!

Ovvio che era sveglia, erano giorni che non chiudeva occhio.
Aveva rimuginato su quella notte per anni, ma non si era aspettata che sarebbe stata così insopportabile.
Se l'avessero uccisa avrebbe sofferto
meno.
Lui ricominciò a chiamarla, urlando
silenziosamente nella sua testa, scherzando ogni tanto col suo tono
sarcastico che tirava fuori quando più gli
faceva comodo.
Sorrideva e sapeva che Lui lo percepiva, ma non aveva il coraggio di rispondergli. Di  aprire la porta e di affrontare quella conversazione, di affrontare il suo viso.
Di affrontare Lui.

Teresa, ti prego.

Si arrese.
Si alzò di scatto e si dovette fermare un
attimo dietro la porta, lasciando che il
buio nascondesse dal suo viso la voglia
di vederlo, nonostante tutte le variabili. 
Aprì la porta.

Tu sei già uscito di testa, te lo dico io.

Lo spinse dentro e diede un' occhiata al
corridoio.
Non c' era un'anima.
Chiuse la porta, ma invece di guardarlo
appoggiò la fronte al metallo freddo e versò una lacrima.
Una sola.
Dopo che la lacrima rovinò al suolo come tutto il resto,Teresa guardò Thomas.
Era la sua vita, l'unica cosa che l'aveva
tenuta lontana dall'impazzire.
Thomas era l'unico motivo per cui
provava orgoglio di sé. Perché lo faceva
sorridere, perché lo aveva tenuto lontano dall'impazzire.
Era l'unica cosa preziosa che avesse. L'unico amico che avesse.
Avrebbe voluto urlarglielo nella mente ma non fece in tempo.
Perché Tom, il suo Tom, per un secondo
crollò.
Le corse incontro e l'abbracciò con una
forza che Teresa non credeva fosse
umanamente possibile.
Col viso sepolto nell'incavo del collo di Teresa, Thomas pianse.
Per il resto del mondo stava piangendo
in silenzio, ma lei lo sentiva. Percepiva ogni singhiozzo, ogni urlo di rabbia, capiva il significato di tutte le lacrime che il suo miglior amico versava, una per una

Mi dispiace.
Ho paura.
Scusami.
Perché?

Ma la maggior parte dicevano 

Grazie.




Lui le parló nella mente.

Sei l'unica cosa bella che mi sia mai capitata.

Teresa lo strinse più forte e quando Thomas si calmò gli diede un bacio sul collo e lo sentì sorridere.
Gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi.
Nello stomaco le bruciava un dolore che sembrava antico quanto il mondo, e lo vedeva riflesso negli occhi di Thomas.
Pur rimanendo uno accanto all'altra, stavano per perdersi.
Stava per fare una battuta, ma si rese conto di non esserne capace.
Thomas e lei erano l'uno l'ancora dell'altra da anni ormai.
Rivide Tom crescere, anno dopo anno. A ogni immagine di lui un po' più cresciuto associava un pezzo della sua vita.
E ora eccolo lì. Cresciuto. Bello, Dio se era bello. E in lui c'era quasi tutta la vita che Teresa avesse mai conosciuto.
Era una vita tremenda, sì, ma era la sua vita.
Tom stava per dimenticarla.
Teresa stava per dimenticarlo.
L'avrebbe rivisto pochi giorni dopo senza avere la minima idea di chi fosse.
Stava per perdere Tom, di conseguenza la sua vita.
La Teresa di sempre stava per morire. 
Le mancò l'aria e stavolta fu Thomas a doverla reggere.
Si reggevano a vicenda.

Ehi, Teresa. Guardami. 
Noi siamo speciali. Siamo sempre stati speciali. 
Magari arriverò lì e mi ricorderò ogni dettaglio della tua orrenda faccia!

Entrambi sapevano che non era possibile, ma quella frase fu un bene, per entrambi.

O magari avremo solo una forte attrazione e penseremo che forse prima stavamo insieme!

Ormai Thomas aveva preso il via con le battute, e Teresa gli fu grata.

Oh mio Dio! Non dirlo nemmeno per scherzo!

Quando terminarono gli scenari che sarebbero potuti accadere, Tom le sussurrò bella mente.

Mi dispiace, che tu debba affrontarlo da sola. Io sarò addormentato, nemmeno me ne accorgerò, ma so che posso chiederti quanto mi pare di non assistere. Lo farai comunque.

Sì. Non fingo con te, Tom. Io sarò lì. Sarò con te. Comunque.

Thomas le accarezzò una guancia e le baciò la fronte.

Comunque.

Appoggiò la testa sulla spalla di Teresa e si addormentarono lì sul suo divano. 
Dove erano cresciuti.
Dove avevano vissuto.


Stava stesa su una barella ultramoderna con una flebo nel braccio.
Intorno a Teresa ogni cosa era bianca.
Soffitto, pareti, tutto.
Ma il terrore di un paio di giorni prima nemmeno la sfiorava. Ora c' era solo rabbia.
Vedere Tom in quelle condizioni, impaurito, solo, arrabbiato, l'aveva distrutta. 
Per la prima volta dopo tutti quegli anni le venne un dubbio.
Forse quello che facciamo è sbagliato, forse ci stiamo solo uccidendo più lentamente.
Forse è tutto inutile.
Ma non poteva accettarlo.
Non poteva accettare di aver perso Tom, il suo Tom, inutilmente.
Semi cosciente allungò un braccio e raggiunse un pennarello indelebile nero.
Avrebbe potuto scriversi qualunque cosa sul braccio, ma scrisse quello.

LA CATTIVO È BUONA   
    
   
 
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