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Autore: Fly to the sky    27/01/2015    1 recensioni
"Il mondo è completamente grigio fino a che non posi lo sguardo sulla persona che amerai"
Ho letto di questo AU sul fandom inglese e non ho potuto fare a meno di scrivere una storia.
Il mare, distesa infinita di acqua, omogeneo, tranquillo, calmo e placido. Lì in mezzo, una barca.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Annie Cresta ha unidici anni e non le permettono di guardare gli Hunger Games, a casa. 
Per lei, va bene così, perché nonostante sia giovane sa già quali orrori si celano dietro quello show televisivo, e non ha alcuna intenzione di contestare la decisione dei suoi genitori. Però quell’anno ha vinto un ragazzo del loro distretto, e sono tutti obbligati ad accoglierlo quando esce dal treno.
Finnick Odair, dicono tutte le ragazzine, è bellissimo. Persino gli adulti e le mamme non fanno che parlare del fascino travolgente di quel giovane vincitore, e dei suoi occhi color del mare. 
Annie ama il mare e si è sempre chiesta che colore abbia. Le dicono che è il colore della pace, della tranquillità, della felicità, ma lei non riesce proprio ad immaginarlo. E’ così grigio.
In piazza ci sono telecamere ovunque per riprendere l’arrivo del giovane Odair, e sua mamma la tiene per mano mentre si sistemano in un angolino, cercando di non dare nell’occhio.
Molte ragazze, Annie lo sa, sperano che quando Finnick uscirà riusciranno a vedere i colori, e alcune dicono addirittura di averli già visti mentre lo guardavano nei Giochi. Ma stanno mentendo, Annie lo vede,  e poi non funziona in televisione.
La porta del treno si apre, e di lui Annie riesce appena a scorgere il sorriso vittorioso stampato sul volto.
Annie pensa che non abbia poi tanta voglia di sorridere, Finnick, perché i Giochi distruggono, ma sia costretto a farlo. Così, mentre tutte le donne della piazza sospirano alla vista di quel sorriso, Annie realizza che non le piace, e che Finnick sarebbe più bello se fosse sincero.
Ma è bello anche così, e arrossisce leggermente al pensiero.
Finalmente, Annie riesce a vedere meglio e volta lo sguardo dal sorriso agli occhi, perché vuole vedere se anche quelli fingono.
Sono così belli, gli occhi di Finnick. Hanno il colore del mare.
Ha sentito dire che alcuni lo chiamano verde, mentre altri lo chiamano blu, e non ha mai visto qualcosa di così meraviglioso. Sorride leggermente, e realizza soltanto dopo qualche secondo tutto ciò che questo significa. Si volta di scatto per guardare sua madre, e non ha mai notato la sfumatura di arancione dei suoi capelli, che è davvero bella. Papà dice che ha i capelli colore del tramonto, e adesso Annie riesce a capire.
Guarda di nuovo Finnick, e non può fare a meno di arrossire e di piangere in silenzio, perché sa che è impossibile, e sa anche che lui sta soffrendo. 
Sorride, Annie, e piange, e ha soltanto undici anni quando capisce che la vita non è giusta. 
 
 
Finnick Odair ha vent’anni, e una grandissima paura di continuare a vedere tutto grigio. Ne sono passati quattro dalla sua vittoria e ha incontrato più di quante persone potesse mai sperare, e il suo mondo è ancora irrimediabilmente, spaventosamente, noiosamente grigio. Ha paura di diventare come Mags, che ha ottantanni e vede ancora tutto di quel monotono colore. Lui vuole bene a Mags, che è come una madre per lui, ma non vuole fare quella stessa fine. Tutti i suoi amici gli dicono che i colori sono bellissimi, così vividi e allegri che puoi passare un’intera vita a trastullarti su quel mistero che è la meravigliosa natura.
A Mags ha rivelato tutte le sue paure, più e più volte, ma lei gli carezza sempre la guancia con tenerezza e gli fa capire, in quel suo modo di comunicare che solo lui riesce a comprendere, che è ancora così giovane, e che ha tantissimo tempo per incontrarla. Poi gli ricorda che per adesso il suo compito è quello di addestrare i giovani tributi per farne sopravvivere il più possibile e non disobbedire mai a Capitol.
Finnick ha spesso finto, in diretta tv, dicendo che lui i colori li vede già, illudendo l’intera città capitale e anche alcune persone nel suo Distretto.
Ma la verità è che tutto diventa di anno in anno più grigio di prima, soprattutto quando i tributi sono giovani come quelli di questa edizione.
Il maschio ha dodici anni. E’ un bambino mingherlino, le braccia deboli e lo sguardo già spezzato, e Finnick non può fare altro che sorridergli incoraggiante dandogli qualche pacca sulla spalla, cercando di ignorare le fitte dolorose al petto. Lei ha circa sedici anni, ed è bella, ma Finnick sa di non poter fare leva su questo con la capitale, perché non è il tipo di bellezza ricercata che vogliono loro. Annie Cresta, si chiama la ragazza, e possiede una bellezza scomposta, fragile, di ciò che ha la consistenza del cristallo.
Ha gli occhi pieni di lacrime e un leggero tremito l'assale mentre fa un cenno di saluto. Mags l’abbraccia, e Annie le sorride, e poi sorride a lui.
Basta un attimo, e quel sorriso illumina il suo mondo. Ogni cosa, dagli occhi di Mags azzurro trasparente ai capelli biondi del giovane tributo maschio, ogni cosa adesso è più bella, più viva.
I colori sono molto, molto meglio di quanto gli dicevano. I colori sono la cosa più bella che abbia mai visto, assieme a quel sorriso. A Capitol City lo costringono a sorridere sensualmente, in maniera accattivante, ma ad Annie rivolge il più sincero dei suoi sorrisi, senza malizia.
Farà di tutto per salvarla da quell’arena, e poi la sposerà e si godrà quel sorriso che nasconde la luce dei colori ogni singolo giorno per il resto della sua vita
 

 
Il mare, distesa infinita di acqua, omogeneo, tranquillo, calmo e placido. Lì in mezzo, una barca.
Amano allontanarsi dalla vita per un po’, Finnick ed Annie, su quella barca, e apprezzano il silenzio che si trova solo in mare aperto. A volte pescano qualcosa assieme, oppure studiano le stelle marine che trovano negli scogli. A volte si tuffano e nuotano tra gli abissi fino a dove riescono ad arrivare e poi tornano in superficie, maledicendo i polmoni che necessitano ossigeno.
In quel momento, Annie sta ridendo. Finnick ha iniziato a farle il solletico, e le risate della ragazza echeggiano nel vuoto del mare. Si sta rotolando per il lustro pavimento legnoso e bianco della barca a vela, tenendosi la pancia e cercando di difendersi dalle mani di Finnick che le pizzicano l’addome, il collo, la schiena.
Poi si ferma, e lei apre gli occhi. Ha il mare attorno,Annie, ma per adesso è interessata soltanto a quello negli occhi di Finnick.
Si baciano come se nient’altro al mondo importasse, come se fosse l’unica necessità rimasta. C’è solo il rumore delle onde e il silenzio del mare. Potrebbe esser durato in eterno.
“Io l’ho visto” gli sussurra Annie appoggiando la sua fronte a quella  di Finnick “L’ho visto nei tuoi occhi il colore del mare”
Finnick la guarda e ripete a se stesso che è fortunato. Lui ha un dono, ha lei, e non il contrario. Gli altri pensano che sia Annie la Pazza ad aver bisogno di lui per sostenersi, ma si sbagliano.
Si sbagliano sempre.
“Io l’ho visto nel tuo sorriso”
Perché Annie ha un sorriso che è tutti i colori del mondo. Ma il colore più bello, il colore che ognuno di loro ha dentro, è il colore del mare.
E lei lo ha visto negli occhi di Finnick.
E lui lo ha visto nel sorriso di Annie. 
 
~ 
 
E’ in mensa quando il suo mondo trema e ogni cosa si spegne.
Non sa come può definirlo in altro modo. Il mondo si è spento, non c’è più colore.
C’è Johanna, accanto a lei, e capisce subito che qualcosa non va.
Gli occhi di Johanna, pensa Annie, erano verdi come le foglie degli alberi. Se si sforza, forse riesce a farli tornare così: dopotutto li ricorda.
Ma non torna, il verde degli occhi di Johanna. E sa che c’è un altro colore che non tornerà più.
“Finnick”
Sta piangendo, Annie, e quasi automaticamente si porta una mano in grembo, dove quel bambino sta crescendo forte come suo papà. 
Non lo sapeva. Finnick non lo sapeva.
“Annie, cosa succede?”
Annie urla, inizia a urlare in mensa, così, le mani alle orecchie per fuggire dal quel mondo che le ha distrutto la vita.
Gliela ha distrutta due volte. Ai Giochi le ha portato via l’infanzia, l’innocenza, la purezza dell’adolescenza. Adesso, le ha portato via  l’unica cosa bella che aveva trovato dopo l’arena.
Johanna ha la paura negli occhi, ma Annie continua ad urlare, a stringere le palpebre così forte da farsi male. 
A volte lo faceva da bambina, e quando apriva gli occhi c’erano tante piccole palline colorate che le offuscavano la vista.
Magari è così anche adesso, magari se riapre gli occhi ci saranno ancora, e ci sarà anche Finnick a riabbracciarla, a tenerle la mano e a giocare con il loro bambino.
Non li riapre gli occhi, Annie Cresta, perché ha troppa paura che non sia così.
E’ buffo. L’ultimo pensiero prima che la sedino è che non rivedrà mai più il colore del mare
 
 
Ad Annie piace stare seduta a guardare il mare dal balcone della sua casa, accanto alla spiaggia. Un tempo, le piaceva anche camminare sulla battigia, per un tempo che sembrava infinito, ma adesso ha paura che la marea se la porti via. E’ sola, le manca un sostegno.
Suo figlio è così entusiasta, così pieno di vita e così simile a lui, che Annie, a volte, vorrebbe soltanto piangere. Ma non lo fa, perché deve essere forte.
Lui le chiede spesso di parlarle di Finnick, e lei lo fa, e sorride nel vedere gli occhi del bambino che si colmano di orgoglio e fierezza verso quel padre che, no, non ha mai conosciuto, ma che ammira con tutto se stesso.
A volte, suo figlio, allegramente, le chiede di che colore è quella scatola sul tavolo, o quella conchiglia che ha trovato su uno scoglio. Annie, non sa rispondergli, e si limita a tirare ad indovinare. La scatola, gli dice, è rossa, perché lei ricorda ancora il colore da quando riusciva a vederlo; la stella dovrebbe essere arancione, perché sugli scogli vivono soltanto quelle di questa specie.
Annie non può più vedere il colore del mare, e questo le dispiace.
Si siede in una seggiola spartana, sul balcone, e osserva l’infinito e grigio orizzonte della massa d’acqua, e sorride. Chiude gli occhi, li riapre, e sorride ancora di più.
Non può vederlo, è vero, ma lo ricorda ancora.
Lo ricorderà per sempre.





 
Fly's corner

Amo farmi del male, e quindi è nata questa storia. 
Se l'idea piacerà, probabilmente farò anche qualcosina sulla Everlark o sull'Hayffie con lo stesso AU (storie che ho già scritto ma che ho troppa paura di pubblicare), ma sono troppo pigra per farlo adesso, perciò accontentatevi.
Nel penultimo paragrafo ho fatto cenno al fatto che Finnick non sapesse di esser diventato papà (anche questo letto su Tumblr), e nonostante non sia troppo d'accordo, mi piace perché rende il tutto ancora più doloroso.
Ho scritto di getto, così come mi dettava il cuore, perciò cercate di non badare troppo ad eventuali errori di battitura o di mancata attenzione. Ce ne potrebbero essere a migliaia.
Detto questo, vi saluto 
*si rintana in un angolo a mangiare biscotti al cioccolato* 


 
 
  
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