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Autore: Alecraft Mounts    28/01/2015    3 recensioni
Tratto dal testo:
"Ciò che voleva era portarli al sicuro. Dopotutto, Tadashi l'aveva progettato per questo.
Il suo scopo era quello di aiutare gli altri.
E lo avrebbe fatto anche quella volta."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baymax, Hiro Hamada
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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.:IO RESTERO' SEMPRE CON TE:.

 


-Noi non siamo programmati per ferire altri essere umani, ma possiamo fare questo!- esclamò ironicamente il ragazzo dai capelli corvini, arruffati e disordinati, schiacciati dal casco viola che indossava.
Il robot, che si teneva in volo grazie a delle ali meccaniche che aveva all'altezza delle spalle e a dei propulsori, levò, con la sua grande mano, nera e rossa, la maschera telecinetica dalla faccia del professore, ancora stupito e spaventato dall'enorme mole della macchina che gli si stagliava davanti, il suo pugno a pochi centimetri dal suo viso. Era ricoperto da un'armatura rossa e viola, graffiata e spaccata in molti punti su spalle e torace, a causa dei violenti urti.
Con un rapido movimento delle dita, sbriciolò quella maschera telecinetica con la sua possente forza, conferitagli attraverso il chip che Hiro creò per lui.
Sbriciolata, venne risucchiata violentemente dal portale che si stagliava sopra le loro teste, e che in quel momento minacciava di cadere e di catapultarli all'interno di una dimensione, diversa da quella del loro universo.
Subito i microbot, comandati dalla maschera, oramai distrutta, cedettero, facendo cadere nel vuoto Callaghan, artefice di tutto quel disastro.
Tutto ciò provocato dal sentimento di vendetta che provava nei confronti del signor Krei.
Non riusciva a sopportare l'idea che sua figlia fosse morta all'interno di quella dimensione, imprigionata lì dentro.
Tutto a causa di Krei.
Lui e quei maledetti esperimenti di robotica e fantascienza, gliela avrebbe fatta pagare cara.
E tutto stava procedendo secondo i suoi piani! Solo che, sfortuna vuole che Hiro gli si rivoltasse contro con il “suo” robot. Quei due assieme formavano una grande squadra, erano legati moltissimo l'uno all'altro, nonostante fossero macchina e ragazzo.
Erano dei veri ossi duri.
E adesso si ritrovava a precipitare nel vuoto, osservando tutto il suo creato andare in frantumi e sfracellarsi al suolo.
Il robot, velocemente, afferrò l'uomo con le sue possenti braccia, e, con Hiro sulle spalle, volò al suolo, facendo stendere il nemico sul pavimento della vecchia sede del signor Krei, oramai risucchiata quasi completamente dall'azione distruttiva del portale.
Quest'ultimo, come previsto, si schiantò al suolo, aizzando una fitta e densa nube di polvere nera, che si espanse nell'atmosfera circostante.
I sei amici osservarono preoccupati il portale, ancora attivo nonostante il forte impatto della caduta.
Hiro, preso dal panico, si rivolse a Krei. La sua armatura, viola, nera e rossa, era segnata da numerosi graffi e ammaccature.
-Il portale è ancora attivo! Dobbiamo disattivarlo!- urlò, mentre i suoi amici lo osservavano preoccupati.
-Impossibile! C'è un collasso del campo di contenimento, il portale si distruggerà!- urlò l'uomo dai capelli biondi, osservando, con i suoi occhi azzurri, ricolmi di paura e terrore, la macchina che lui stesso creò, divorare ogni cosa che la circondava.
-Dobbiamo andare via di qui, ora!- urlò il quattordicenne, mentre cominciava a correre lontano da quel luogo, seguito da Honey, GoGo, Fred, Wasabi, Krei e Robert.
Tutti cominciarono a fuggire via.
Tranne lui.
Hiro si voltò, ed osservò Baymax, impalato di fronte al portale.
-Baymax!- urlò il ragazzino, correndo verso di lui.
-Rilevo segni di vita di genere femminile, attualmente in stato di ipersonno. Vengono da lì.- espresse con la sua voce robotica, indicando il fascio luminoso e azzurro della macchina infernale.
Hiro guardò per un istante il portale, poi si voltò, osservando il professor Callaghan.
-La figlia di Callaghan... E' ancora viva!- esclamò Hiro, correndo verso il robot e salendogli sulla schiena.
Robert Callaghan osservò il quattordicenne, incredulo della scoperta appena fatta. Sua figlia era ancora viva. Viva! Era felicissimo di questa cosa... Ma in quel momento era abbastanza preoccupato per il ragazzo.
-Non ce la farete mai, il portale sta per esplodere!- urlò Krei.
-Lei è ancora viva. Qualcuno dovrà pur salvarla!- esclamò, deciso sull'azione che stava per compiere. -Che ne dici, Baymax?- chiese al robot, progettato da suo fratello Tadashi.
-Volare mi rende un operatore migliore.- disse, ricordando della prima volta che dubitava sulle sue capacità.
-Si!- urlò, mentre il grande robot spiegava le sue ali meccaniche e attivava i propulsori.
In un baleno furono all'interno del portale, in quella strana dimensione, creata proprio dal genere umano.
Hiro per un attimo restò affascinato da tutto ciò. Era un cielo completamente formato da tante sfumature di blu e viola, numerose nubi padroneggiavano quell'universo, colorate di un'ametista opaco e sbiadito, alternato ad una colorazione rosea molto accesa. Piccoli puntini bianchi spuntavano da quel cielo immenso.
Baymax dovette virare velocemente verso destra per evitare di essere colpito da enormi massi che volteggiavano in quello spazio, senza sosta.
Facevano parte delle fondamenta della sede del signor Krei, risucchiati brutalmente dalla creazione di quest'ultimo. Se un solo di quegli enormi massi si sarebbe schiantato su di loro, sarebbe stata la fine. Quindi dovevano fare attenzione.
Baymax, con molta cautela, volò attraverso quello spazio senza gravità. Il suo scanner ancora attivato, intento a cercare tracce della ragazza.
-Ho localizzato il paziente.- parlò il robot, indicando col braccio sinistro la capsula che, tempo addietro, fu sparata all'interno di quel portale.
Lentamente e con cautela, si avvicinarono alla macchina, dove vi era la ragazza, addormentata in un sonno profondo.
Hiro scollegò mani e ginocchia dalle fessure che il robot portava sulla schiena, per poi salire attentamente sulla capsula, mentre Baymax si posizionava di fronte alla parte posteriore della macchina, pronto a spingere quella piccola cella al di fuori di quell'universo, così bello quanto spaventoso.
-Ok, portiamola in salvo.- parlò il ragazzo, osservando per una frazione di secondo il robot, pronto a spingere la capsula. Poi guardò la luce gialla, in fondo a quello strano universo.
-Ti guiderò fuori di qui, andiamo.- disse, mentre Baymax cominciava a spingere, pronto a virare nel caso ve ne fosse stato bisogno.
-A destra.... Ok, a sinistra... di lato, a destra... Avvitamento a destra... ok, stabilizzati.- lo guidò Hiro, facendo attenzione ai rottami che minacciavano di colpirli.

-WhoooWho! Ce l'abbiamo fatta Baymax!- urlò Hiro, gli occhi castani colmi di gioia.
Dopo che avrebbero portato in salvo la figlia di Robert Callaghan, avrebbero potuto divertirsi insieme e in compagnia dei loro amici. Avrebbero potuto trascorrere interi pomeriggi a volare ininterrottamente per la città di Fransokyo, come non avevano mai fatto prima.
Ricordò della prima volta che provò a volare con Baymax.
Era stato un vero disastro, ma si era divertito alla fin fine. Era stato bello poter volare come un uccello, quasi a velocità supersonica. Vedere i numerosi palazzi della megalopoli sotto di loro, sentire il vento soffiargli sul viso.
Beh, forse quello no, dato che il casco aveva una visiera.
Osservò Baymax. I suoi occhi neri e tondi, collegati da una linea del medesimo colore, così dolci, che infondevano coraggio e sicurezza. Lo sorprendeva come un robot potesse farlo sentire meglio con il solo sguardo.
Intento ad osservare il suo grande amico, non notò che un enorme masso stava per colpirli.
Si voltò, e non ebbe nemmeno il tempo di sgranare gli occhi che Baymax fece da scudo ad Hiro ed alla capsula.
Quei resti di pietra colpirono violentemente l'armatura del robot, sfracellandosi in mille pezzi.
Hiro, spaventato e incredulo per ciò che era appena accaduto, si voltò, cercando Baymax con lo sguardo, sino a quando non lo vide, pochi metri distante da lui e dalla capsula.
-Baymaax!!!- urlò, tendendo la sua mano verso di lui.
Oramai l'armatura del robot era completamente distrutta. Solo quella del braccio destro e delle gambe non era stata danneggiata gravemente.
Baymax aprì gli occhi, ed osservò Hiro. Cercò di attivare i suoi propulsori, così da raggiungere il ragazzo per poterlo portare in salvo, al di fuori di quella dimensione maledetta. Però non ci riuscì.
-I miei propulsori sono fuori uso.- scandì con la sua voce robotica, osservando il quattordicenne.
Gli occhi castani sgranati e ricolmi di paura.
-Forza, afferra la mano!- urlò Hiro, tendendo la sua mano sinistra verso Baymax.
Riuscirono a riavvicinarsi.
Il ragazzo s'osservava tutto intorno, spaesato e spaventato. Baymax, nel frattempo, aveva poggiato il suo ultimo pugno a propulsori sul retro della capsula, cominciando ad attivarlo. Poi guardò Hiro.
-Forse c'è ancora un modo per portarvi entrambi in salvo.- parlò.
Hiro lo osservò, per un momento, confuso e stranito. Poi capì tutto. Non voleva mica...
-Non posso disattivarmi se non mi dici che sei soddisfatto del trattamento.- continuò il robot.
-A...Aspetta, io non ti lascio qui!- cominciò ad agitarsi il ragazzo. Gli occhi gli cominciarono ad inumidirsi.
-Sei il mio paziente, il mio scopo è quello di...- cercò di parlare Baymax, ma fu interrotto.
-Basta! B...Baymax ma che s..stai dicendo?- balbettò il ragazzo, agitatissimo.
Non poteva abbandonarlo lì.
Non poteva!
Non ce l'avrebbe mai fatta a sopportare un'altra perdita.
Un'altra perdita che avrebbe lacerato per sempre il suo cuore.
-Allora, sei soddisfatto del trattamento?- domandò nuovamente Baymax, ignorando il ragazzo.
Ciò che voleva era portarli al sicuro. Dopotutto, Tadashi l'aveva progettato per questo.
Il suo scopo era quello di aiutare gli altri.
E lo avrebbe fatto anche quella volta.
-NO! D...Deve esserci un altro modo! Non ho intenzione di lasciarti qui, deve esserci un altro modo!- urlò Hiro, osservando Baymax, quasi sul punto di piangere.
-Non c'è più tempo. Sei soddisfatto del trattamento?- ripeté il robot.
- Ti prego... N...Non posso perdere anche te...- lo supplicò Hiro, disperato.
-Hiro, io resterò sempre con te.- lo rassicurò il robot.
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il ragazzo osservò Baymax, gli occhi ricolmi di disperazione e tristezza.
Per la terza volta, avrebbe dovuto dire addio ad una persona cara.
Prima toccò ai suoi genitori, quando aveva tre anni.
Poi a suo fratello, Tadashi Hamada, morto nell'incendio dell'università di robotica di Franstokyo.
E adesso a lui.
Baymax.
Quel robot che è riuscito a risollevarlo dalla morte del fratello, assieme ai suoi amici.
Quel robot che gli è stato sempre affianco, nei momenti più disperati.
Quel robot che gli ricordava Tadashi.
Che costituiva l'unico ricordo vivente su Tadashi.
Quel robot che, nonostante la sua testardaggine, lo aveva aiutato a ragionare, senza mai rinunciare, senza mai perdere la pazienza.
Lui... Non poteva perdere un amico del genere.
Non poteva perdere il suo migliore amico.
Eppure, sapeva di non poter sfuggire al destino.
Per la disperazione, di slancio, abbracciò il robot bianco, cominciando a piangere e a singhiozzare.
Quello sarebbe stato l'ultimo abbraccio che gli avrebbe dato.
L'ultima volta che lo avrebbe rivisto.
Baymax ricambiò, chiudendo i suoi occhi dolci.
Hiro, triste e rassegnato, sciolse l'abbraccio, per poi aggrapparsi saldamente alla capsula e pronunciare, con un filo di voce, rotto dai singhiozzi:
-Sono soddisfatto del trattamento...
Baymax, a quel punto, lasciò andare il suo pugno, che spinse la capsula verso la voragine del portale.
La luce violetta del propulsore illuminò gli occhi del ragazzo, ancora lucidi.
E mentre osservava il robot, sempre più lontano, ripensava ai momenti passati con lui.
Quando lo conobbe per la prima volta.
Quando scoprirono l'esistenza dell'uomo mascherato.
Quando volarono insieme per tutta Franstokyo.
Quando, insieme a GoGo, Fred, Wasabi e Honey, erano partiti alla ricerca dell'uomo misterioso.
Quando lo trasformò in una macchina da guerra, accecato dalla rabbia.
E fu così che diede un ultimo sguardo a Baymax, che a causa della forza del suo pugno a propulsione precipitava nel vuoto, osservando Hiro.

La capsula riuscì a ritornare nella dimensione Terra prima dell'esplosione.
Hiro era ancora lì, a reggersi sulla capsula, la testa appoggiata sul freddo metallo di quest'ultima.
Wasabi, appena li vide, urlò di gioia, cominciando a correre verso la capsula.
-Si! Ce l'hanno fatta!- esclamò, seguito da GoGo e gli altri.
Ma non si sarebbero aspettati di vedere solo Hiro, accanto alla navicella.
-Baymax?- chiese, con sguardo spento.
Hiro lo osservò con gli occhi arrossati dalle lacrime, poi abbassò il capo.
Non se la sentiva di rispondere. Aveva ancora quel groppo alla gola, fastidioso e doloroso.
Aveva perso un amico.
Tutti avevano perso un amico.
Eppure, loro non potevano ancora sapere, che sarebbe ritornato.
Tutto stava in quel pugno.

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Angolo autrice:

Salve a tutti! Questa è la prima volta che pubblico una One-Shot su Big Hero 6, il film più bello che abbia mai visto! Ho deciso di scrivere su questa scena tristissima, perché DOVEVO scriverci su qualcosa! Ho pianto come una fontana, pensate un po'.
Dedico, a tutti voi che avete letto, questa One-Shot, e in particolare alla mia cara amica Wolfie017 che, come me, adora Baymax! Ah, cosa farei senza di te, Ro.
Spero che vi sia piaciuta, un abbraccio da parte di Alecraft Mounts!
Ciao ciao!

 

   
 
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