Mi fa male la testa. Forse l'eruzione ha deciso dimuoversi più velocemente, forse diventerò uno spaccato ancora prima di accorgermi che sto piano piano diventando pazzo.

Sono furioso con Thomas. Eppure oltre a Minho è il mio migliore amico e non potrei mai essere davvero arrabbiato con lui.

Anzi ora che ci penso mi manca, mi manca anche Minho, mi mancano i radurai, la radura.

E pensare che non è passato così tanto tempo. Pensare, che in confronto a questo inferno che stiamo vivendo, che sto vivendo, il Labirinto sembrava un così bel posto.

Sono riuscito a lasciare quella specie di manicomio pieno di Spaccati.

Non so cosa mi abbia spinto a farlo, tanto, sarei diventato uno di loro prima o poi, come loro.

Lo sento già nelle ossa, nel sangue, sento l'eruzione percorrermi le vene e rendirmi uno di quei mostri.

Vorrei poter dare la colpa a qualcuno per trasformare questo dolore in rabbia e potermi sfogare fino a non sentirlo più.

Ma non c'è alcuna colpa da dare. Non c'è nessuno o niente su cui sfogarsi.

Ho persino cacciato via gli unici amici che avevo e ora che cammino in mezzo a queste macerie, sento che la colpa dovrei darla a me stesso.

Ma non riesco a fare neanche quello e penso che sia perché il mio cervello stia cominciando ad offuscarsi, o almeno parte di esso. Ogni tanto mi innervosisco o sento dei piccoli scatti di rabbia e comincio a trascinare i piedi serrando la mascella per trattenermi dall'urlare o sbattere la testa contro la parete di uno di questi palazzi abbandonati e decadenti.

“Sono Newt, un raduraio. Sono Newt un raduraio. Sono Newt-” continuo a ripetermelo per non lasciarmi del tutto andare, ma poi arrivo a metà e non riesco a finire le frasi, quindi devo ricominciare.

Ho paura. Ho così paura che quando ci penso il mio cuore batte più veloce ed il mio sangue pulsa nel mio corpo.

Non ho paura di morire, non ho paura della morte.

Ho paura di come morirò, se lo farò soffrendo, se qualcuno mi ucciderà, se sarò ancora lucido quando accadrà.

Mi intimorisce non sapere nulla di quello che succederà poi, tra forse giorni, ore o minuti.

Ho il timore di voltare un'angolo in questa strada vuota, uno qualsiasi e poi incontrare il male. Il male che c'è in me, o un male esterno.

Non riesco quasi più a respirare, perché mi sento un bambino che non vuole avvicinarsi all'armadio perché pensa ci sia un mostro. Mi sento così pieno di paura e rabbia e vuoto di tutto il resto.

E quando quel furgoncino mi passa davanti lento, quando intravedo Thomas dal finestrino, quando vedo che si rallenta e lui sta per scendere, sorrido quasi.

Riesco a respirare tranquillamente e so che dopo tutto, la mia morte non sarà dolorosa.

Perchè finalmente, dopo non so quando tempo, sono sicuro di lui.





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salve people!
i pensieri assassini di newt.
niente vorrei solo precisare che non è una newmas.
che sono triste quanto voi a scriverla perchè soffro ancora per il mio newt.
che mi scuso se alcuni dettagli non sono esatti, ma ho letto il libro un po' di tempo fa quindi non ricordo i più piccoli dettagli.
e anche di scusarmi per possibili errori d'ortografia perchè l'ho riletta più volte e mi sembra tutto più o meno giusto, se c'è qualcosa è solo un problema di distrazione c: