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Autore: pierre    29/01/2015    0 recensioni
...parole cariche d'amore del gladiatore Agron per il suo Nasir
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agron
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Libertà
Non ti avevo subito notato in mezzo alla confusione dei corpi straziati e le urla terrorizzate che ostacolavano ogni luogo della villa romana che avevamo appena conquistato.
E anche dopo, tra gli schiamazzi di quei luridi Galli non ti avevo ancora inquadrato: eri semplicemente uno dei tanti schiavi sconcertati che avevamo appena liberato.
Poi hai rischiato di morire nel giro di pochi minuti mentre il tuo tentativo di uccidere Spartacus era stato sventato per fortuna! Tu avevi dato la tua spiegazione, eri lo schiavo carnale del padrone, avevi un posto di privilegio, una specie di vita.
Sai cosa mi ha inevitabilmente attratto?
L’attenzione con cui, dopo essere stato schiaffeggiato da Crisso, hai ascoltato Spartacus, mi ha rivelato che eri intelligente, pronto a cambiare opinione in virtù di una parola che neanche conoscevi: la libertà.
Eri pulito e profumato, il tuo corpo non aveva ancora una massa muscolare adeguata alle future battaglie che avremmo condiviso insieme… eri… tenero.
Eppure fin da subito hai imbracciato un gladio di legno e ti sei dato da fare silenzioso, concentrato, anche se non ti sfuggivano le battute degli altri gladiatori che ti consideravano un fodero, certamente non una spada.
Io ti giravo intorno, incantato già dalla tua bellezza.
Ti sei subito ritagliato un ruolo all’interno del gruppo più ristretto intorno a Spartacus salvandogli la vita e dimostrando ancora una volta quanto eri sveglio.
Appena potevo, ti stavo accanto, non sapevo da dove cominciare, mi confondevi con la tua innata eleganza, le tue parole lievi, il tuo sorriso gentile ma distante.
Eri intimorito dalla mia prestanza, io ero feroce e senza freni in quei giorni subito dopo la fuga, non mi accontentavo di uccidere, facevo poltiglia dei miei nemici e mi accanivo sui loro corpi anche dopo la morte, ero un lupo che sapeva solo ululare feroce alla luna: odiavo tutti.
Per questo mi studiavi, cercavi di capire quanto fosse stupido starmi vicino ma non riuscivi ad allontanarti da me, non ti andava, i nostri corpi erano inevitabilmente attratti.
Già eravamo innamorati, anche se ancora non lo sapevamo.
Ancora oggi non sai raccontare bugie, l’inganno non ti appartiene, e pensare che in quei terribili, esaltanti e indimenticabili giorni, ho rischiato di essere ucciso da Crisso per colpa tua…
Invece di inquietarmi mi sono sentito nuovamente spiazzato dal tuo comportamento, eri puro nonostante tutto.
Una purezza che ancora oggi va in briciole quando, ancora e ancora, usi la tua esperienza di schiavo sessuale per farmi impazzire tra le tue braccia.
Tutto si era messo in moto dopo che per la prima volta avevi rischiato di morire: avevi sofferto terribilmente e per la prima volta una cicatrice aveva marchiato il tuo corpo perfetto. Il tuo volto pallido era insopportabile come l’idea di perderti ancor prima di aver dichiarato il mio affetto, di aver compreso la fatalità del nostro incontro.
La prima volta che abbiamo fatto l’amore è stata così intensa che ho un ricordo più spirituale che fisico di quei momenti rubati all’ineluttabilità della nostra scelta.
I nostri baci erano un insulto alla morte, gli abbracci un muro di cinta che ci allontanava dai nemici, i nostri orgasmi, un assaggio dell’aldilà dove, lo abbiamo giurato tante volte, fuggiremo insieme.
Dei del cielo quanto ti amo.
Le tue mani mi stordiscono ogni qualvolta mi accarezzi indirizzando tutta la loro attenzione sul mio sesso che reagisce scatenando il guerriero senza freni di cui tu un tempo avevi paura e che adesso ammansisci con maestria.
La tua lingua mi appartiene, penetra me mentre io penetro te, mi chiede di spalancarti e di farti crollare per merito dell’impeto che scateni.
Dismessi i panni del combattente, diventi la mia dolcissima puttana, vuoi esserlo imbambolandomi di parole cariche di sensualità e ammirazione: sono il dio che si arrende dentro di te, che condivide con il suo sposo i più intimi spasmi che lo conducono vittorioso alla resa.
E quando godi… sollevi il collo e inarchi la schiena, le tue labbra diventano morbidissime, il tuo sesso durissimo cerca rifugio nella mia mano mentre gli odori dell’amore si spandono sensuali mescolandosi insieme ai nostri fluidi.
E ancora oggi, lontani dalla battaglia e dal dolore, cullati dai ricordi esaltanti e terribili del passato, mi sussurri all’apice del piacere che sono io e solo io la tua libertà.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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