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Autore: SaturnV    29/01/2015    0 recensioni
Cosa successe mille anni fa? Cosa spinse Luna ad attaccare sua sorella? Chi è Elpidas? Forse in questo racconto c'è la risposta a queste domande. Probabilmente no.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Princess Celestia, Princess Luna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le Stelle negli occhi.

 

Capitolo 1

 

La Notte nella Everfree Forest era più fredda e ostile rispetto al resto di Equestria. Anche dopo la sconfitta del Caos, quel luogo continuava a simboleggiare l’ingovernabilità della natura, ma allo stesso tempo la sua selvaggia bellezza. Per questo a Luna piaceva. Sopra la foresta gli astri notturni brillavano più che mai, illuminando le folte chiome degli alberi quasi a giorno. Alla Principessa della Luna bastava spiccare il volo dal Castello delle Due Sorelle per sfrecciare con la brezza sopra questo spettacolo di ombre e luce. Scendendo a spirale, si sedette su di un prato, leggermente umido per la rugiada che vi si stava formando, e osservò la maestosità del suo operato con un mezzo sorriso di compiacimento. Nonostante l’enorme stima verso la sorella maggiore, sapeva che lei non avrebbe mai potuto capire a pieno la bellezza del cielo stellato, che di giorno viene nascosto dal bagliore accecante del suo Sole. Cominciò ad alzarsi il vento. Sapeva che si sarebbe potuta godere lo spettacolo ancora per poco, quindi decise di avviarsi sulla via del ritorno, ma appena prese quota alle sue orecchie giunse un urlo stridulo, seguito da un ruggito roco. Un lupo del legno. Scese in picchiata verso la sorgente del rumore e vide il lupo che puntava ad un albero. Atterrata fra il predatore e il suo obbiettivo, spalanco le ali, che facevano sembrare la sua alta statura ancora più imponente. Preso alla sprovvista dalla puledra piombata dal cielo e cominciando a sentire le prime avvisaglie del temporale in arrivo, l’animale decise di battere in ritirata, capendo che non era la serata giusta. Con sguardo inespressivo Luna si voltò quindi verso l’albero, cercando di capire chi avesse cacciato quell’urlo. Notò quindi che l’albero era cavo, e il suo volto non poté non esprimere tutto il suo stupore quando vide cosa v'era all'interno: un piccolo puledro in fasce. Un cucciolo di pegaso per l’esattezza, il manto di un giallo leggero ma deciso e privo di impurità, come il sole quando si trova nel punto più alto del cielo. La sua criniera  era di un blu chiaro, come il cielo di una notte giovane, subito dopo il tramonto, ma la cosa che attirò maggiormente l’attenzione della principessa furono gli occhi. Erano grandi e profondi, di un blu scuro come un abisso, ma avevano qualcosa di strano: qua e là c’erano delle imperfezioni, probabilmente dovute ad una carenza di melanina, che formavano piccoli puntini bianchi.

Nei suoi occhi aveva le stelle.

Il puledrino, dal canto suo, era ipnotizzato e osservava con occhi sgranati la fluente e stranamente familiare criniera della sua salvatrice. Per un indeterminato lasso di tempo rimasero così. Immobili ognuno ad osservare le stelle dell’altro, troppe domande giravano per la testa di Luna: Chi è questo qui? Come ci è finito nel tronco dell’albero? Forse lo hanno abbandonato, ma perchè? Anche se è un po' gracile sembra in ottima salute… Una goccia fredda sul fianco la riportò alla realtà. Visibilmente indecisa, fece l’unica cosa possibile: non potendolo lasciare sotto la pioggia, lo avvolse nel panno e lo prese fra le zampe, spiccando il volo verso il castello.

                *    *    *    *

L’ala principale del Castello delle Due Sorelle era egregiamente decorata, con stendardi raffiguranti le due regnanti e arazzi che rappresentavano epoche passate. Fuori stava piovendo a dirotto e a stento si potevano udire i leggeri parlottii della servitù reale. D’improvviso la porta principale si spalancò, facendo entrare la furia del temporale e ponendo fine all’aria di sobrietà che si respirava nella sala:

"TIA! TIA!" urlò Luna.

Celesta era nel mezzo di una discussione con il capitano delle guardie reali quando sua sorella irruppe nella sala, così si spaventò alla vista del suo volto preoccupato.

"Luna! Cosa succede? Stavo per ritirarmi nella mia stanza e…"

"E’ successa una cosa terribile! Io…"

"Fammi vedere" la interruppe la maggiore.

Fu allora che Luna si ricordò di star tenendo il pegaso ancora in braccio, così gli scoprì il volto e si avvicinò all’altro alicorno.Gli occhi del piccolo puledrino si spalancarono un'altra volta alla vista della nuova figura, anche se ne erano un po' spaventati per via della sua grandezza.

"I-io stavo volando… ho sentito il lupo… n-non potevo…"

"Hai fatto la cosa giusta."

A quelle parole la puledra si rilassò un po’, ma solo per agitarsi ancora con le successive:

"Ma non può restare qui." fece una pausa "Domani lo faremo portare all’orfanotrofio"

Luna non riusciva a sostenere lo sguardo severo di sua sorella.

"M-ma come… i-io credevo…" fece un respiro profondo e raccolse tutta la sua autorità

"Io credevo potessimo tenerlo con noi."

L'alicorno bianco inarcò un sopracciglio, ma anziché alla sorella si rivolse al capitano delle guardie reali, che nel frattempo era rimasto in rispettoso silenzio.

"Lasciateci sole."

E in men che non si dica, servitù e guardie lasciarono l'enorme stanza, che rimbombò per il rumore della chiusura di una pesante porta.

"Sorella mia" esordì Celestia con lo sguardo più apprensivo ma allo stesso tempo più deciso che Luna avesse mai visto "noi siamo principesse, abbiamo dei doveri e non possiamo accogliere ogni orfano del regno nel nostro castello."

"Si ma..."

"Inoltre sai quant'è doloroso per noi affezionarci ai mortali"

-Questo certamente non è un problema per te...- pensò la minore tra se e se.

"È solo che... dopo tutto quello che ha passato non voglio lasciarlo da solo!" disse infine stringendo il cucciolo a se.

"Non sarà solo, e presto troverà una famiglia che lo ami. Ma questo non è posto per lui."

"Sorella." disse allora la puledra della Luna quasi ricorrendo alla Voce di Canterlot "Non dico che dobbiamo occuparcene noi in prima persona, ma non posso lasciarlo ad un orfanotrofio qualunque. Ti prego di rispettare la mia decisione."

Celestia fu leggermente sorpresa dall'atteggiamento della sorella, ma alla fine annuì:

"D'accordo. Gli troveremo una badante, e quando sarà grande abbastanza studierà all accademia delle guardie reali. Ora bisogna trovarli un nome."

"Ha gli occhi di un sognatore... pieni di speranza." disse sollevata Luna ritornando ad osservare il cucciolo "Elpidas. Ecco come si chiamerà."

"Bene, adesso sorella mia, se non ti spiace ti lascio il regno e vado a riposare." Rispose Celestia lasciando la stanza.

"Certo... Buonanotte. E Grazie."

la congedò Luna, non riuscendo più a staccare gli occhi da quelli del pegaso che teneva fra le zampe.

   
 
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