Cap
8
La
giornata delle visite era
stata piacevole, se si escludeva il preludio che aveva avuto, e
rivedere sua
madre e Christopher l’aveva rallegrata e fatta sentire un
po’ meglio. Non aveva
pensato di poter avere nostalgia di casa, ma a quanto pareva almeno in
parte
era così.
Era
sovrappensiero e non prestò
attenzione alla persona che le andava incontro finchè non
gli si schiantò
addosso.
Si
trovò davanti un paio di
iridi scure come tizzoni ardenti che la fissavano con un luccichio che
era un
misto di divertimento e malizia. – Ehy, biondina, non ci
conosciamo ancora
abbastanza bene per saltarmi addosso in un corridoio. –
-
Ah, sei tu. –
Magnifico,
proprio l’unico
Intrepido in tutta la Residenza che non voleva vedere.
-
Già, sono io. Non ci sono
molte belle facce come la mia qui intorno –
replicò.
-
Questo è opinabile. –
-
Oh oh, adesso cominci a
tirare fuori paroloni da Erudita per impressionarmi? –
-
Magari fare colpo su di te
non è proprio in cima alla mia lista di priorità
… anzi, a voler essere
precisi, non è neanche in fondo. –
Fortunatamente
mentiva bene, altrimenti
sarebbe stato più che palese che non pensava davvero
ciò che gli aveva detto e
lei non voleva che Richard pensasse di essere l’argomento che
al momento le
ronzava maggiormente per la testa. La sera prima aveva chiarito
abbondantemente
che preferiva di quell’Intrepida fastidiosamente maggiorata
alla sua.
L’immagine
di lei che
disintegrava quella tipa, preferibilmente con una piallatrice, comparve
nella
sua mente.
Ah,
dolce fantasia.
Si
riscosse giusto in tempo per
vedere Richard che la scrutava con espressione perplessa, come se non
capisse
cosa avesse fatto per meritarsi quel trattamento tanto freddo e
distaccato.
-
Ho visto che tua madre ti è
venuta a trovare – disse, cambiando discorso, - Sembravi
contenta di vederla. –
-
Sì, è stata una bella
sorpresa … non che possa dire lo stesso di mio padre.
–
-
I padri fanno schifo. –
La
sua replica lasciava
intendere che ci fosse molta esperienza personale in quelle parole. Del
resto
era alquanto improbabile che un Capofazione come Jack Kang, che
disprezzava
immensamente gli Intrepidi, si fosse mai abbassato ad andare a trovare
il suo
figlio trasfazione.
-
Già – concordò.
-
E quel ragazzo? Eric non mi
ha mai parlato di un fratello … -
Lasciò
la frase in sospeso, ma
la domanda era implicita. Voleva sapere chi era per lei … ma
perché?
Probabilmente era solo semplice curiosità da ex Candido o
forse un semplice
tentativo di fare conversazione.
-
Infatti non è nostro
fratello. È Christopher. –
-
E Christopher è …? –
-
Un ragazzo – ribattè, decisa
a prenderla al largo.
-
Ma no, davvero? Se non me l’avessi
detto non ci sarei mai arrivato – replicò,
sarcastico.
-
Allora non ho capito il senso
della tua domanda. –
Sì,
stava facendo la finta
tonta e la cosa la divertiva immensamente.
-
Quello che intendevo era se
questo Christopher è il tuo ragazzo o un ex … o
qualcosa del genere – chiarì.
Possibile
che volesse saperlo perché
era … cosa, geloso?
-
È l’amico di vecchia data con
cui provi a frequentarti per vedere se c’è
qualcosa in più; una storia così,
senza impegni particolari, credo che tu sappia di cosa sto parlando
– concluse.
Ecco,
e tanti saluti alla
discrezione.
Quella
era una frecciata bella
e buona riguardo lui e la tipa tutta curve.
Il
sorriso sghembo vacillò per
una frazione di secondo, ma poi tornò nuovamente al suo
posto e, se possibile,
fu ancora più smagliante di prima.
Magari
era solo una sua
impressione … doveva essere
un’impressione,
perché l’alternativa l’avrebbe soltanto
portata a illudersi.
Richard
non era interessato a
lei, non nel senso in cui sperava, perciò tanto valeva
smetterla di
tormentarsi.
-
E c’è qualcosa in più? Tra di
voi, intendo. –
-
Vuoi saperlo per andarlo a
riferire ad Eric? –
-
Qualcosa del genere. Beh, se
fosse così buon per lui, ha conquistato l’iniziata
più carina dell’anno. –
Sentì
le gote assumere
lentamente una sfumatura sempre più intensa di rosa sotto il
suo sguardo
indagatore.
Dannazione,
non era quello il
momento di mettersi ad arrossire come una ragazzina sprovveduta alla
prima
cotta.
-
Non gli è andata bene quanto
a te, però, quella Alys è decisamente notevole.
–
Pronunciò
l’ultima parola quasi
sputandola velenosamente. Non era stata decisamente una buona mossa
tirarla in
ballo; aveva scoperto le sue carte, almeno in parte, perché
lo sguardo di
Richard la diceva chiara su ciò che gli passava per la testa.
-
Alys è una mia amica. –
-
Già, quindi immagino che ti
porti a letto tutte le tue amiche. –
-
Io … - cominciò, ma venne
interrotto dall’arrivo di una ragazza dai lunghi capelli
rossi e i grandi occhi
grigi da cerbiatta che gli cinse la vita con un braccio e
posò la testa sulla
sua spalla con la naturalezza di chi ripeteva quegli stessi gesti da
tanto
tempo da farli diventare automatici.
-
Ehy, ti ho cercato
dappertutto – disse la rossa, per poi voltarsi verso di lei
con un’espressione
affettata e decisamente poco amichevole, - Oh, che carina, una delle
nuove
trasfazione. Non ti ho interrotta, vero piccolina? –
Il
suo sguardo diceva
chiaramente che, anche se così fosse stato, non le sarebbe
importato affatto.
-
No, non mi hai interrotta. Io
e il Capofazione Richard avevamo giusto finito di parlare, me ne stavo
andando –
ribattè, oltrepassandoli e allontanandosi a passo di carica.
Colpì
con una spallata qualcun
altro.
Magnifico,
era proprio la
giornata degli scontri; ci mancava solo che fosse un’altra di
quelle persone
che non voleva vedere neanche per sbaglio. Gli occhi le luccicavano per
la
rabbia e l’umiliazione. Si sforzò di trattenere le
lacrime.
Non
si sarebbe messa a piangere
per un ragazzo, soprattutto non per un dongiovanni come Richard.
-
Ehy, terremoto, guarda dove cammini.
–
La
voce era femminile e
decisamente amichevole. Alzò lo sguardo su di lei,
trovandosi davanti Nicole, l’amica
di Fiamma e la ragazza di Zeke, che la fissava con
un’espressione di lieve
curiosità. Si capiva che aveva voglia di chiederle cosa ci
fosse che non
andava, ma che si stesse sforzando di non risultare invadente.
-
C’è qualcosa che non va,
vero? Puoi parlarmene se vuoi, so mantenere i segreti –
assicurò con un
sorrisetto.
Annuì
lievemente.
Parlare
le avrebbe fatto bene.
Si
lasciò condurre da Nicole
verso la zona appartamenti dei membri effettivi e dentro alla sua
piccola
abitazione.
-
Vuoi un caffè … o qualcosa di
più forte? –
-
Un caffè andrà bene. –
Nicole
mise su la caffettiera,
per poi sedersi accanto a lei.
Sembrava
una di quelle persone
che erano in gamba ad ascoltare i problemi degli altri
perché non le fece
alcuna pressione e rimase pazientemente in attesa che lei trovasse le
parole
giuste per cominciare a confidarsi.
-
È per un ragazzo … è un vero
idiota. –
-
Come il 99% degli uomini –, annuì
Nicole, - Fa parte del gruppo degli iniziati? –
Scosse
la testa. – È più
grande. –
-
Ed è carino? –
-
Tremendamente … e sa
perfettamente di esserlo. –
-
Uhm, anche qui non mi dici
nulla di nuovo; è pieno di bei ragazzi narcisisti che hanno
una considerazione
di se stessi fin troppo elevata. E, dimmi, lo conosco? –
-
È … è Richard – ammise, con
un filo di voce, imbarazzata.
Nicole
parve sollevata da
quella dichiarazione perché le rivolse un sorriso aperto e
solare.
-
Richard non è un cattivo
ragazzo, è solo un po’ -, tacque, alla ricerca del
giusto aggettivo.
-
Poligamo? Libertino? Sessualmente
disinibito? – suggerì.
Rise.
– Sì a tutte e tre le
cose. –
-
Magnifico – sbuffò,
passandosi stancamente una mano tra le onde bionde. Un conto era
pensarlo, un
altro sentirsene dare la conferma da qualcuno che lo conosceva da
più tempo e
meglio di lei.
-
Comunque, se ti piace
davvero, forse dovresti parlarne con Fiamma. Sai, lei è la
sua migliore amica,
si conoscono praticamente da sempre. –
-
Si è portato a letto anche
lei? –
Si
pentì all’istante della
domanda che aveva fatto e del tono che aveva usato. Fiamma le piaceva,
era una
tipa okay, e avrebbe voluto diventare sua amica. Ed era amica di
Nicole, nonché
la fidanzata di suo fratello, quindi avrebbe davvero potuto cercare di
essere
un po’ più gentile nei suoi confronti. Nicole
però non sembrava essersela presa
male, né essere sul punto di rimproverarla per questo.
-
Hai conosciuto Alys e Kestrel
– disse invece, per poi aggiungere, - No, tra Fiamma e
Richard non c’è mai
stato nulla più che un’amicizia fraterna.
–
Alex
sospirò, sollevata.
-
Per favore, non dirle che ho
pensato che lei … non voglio che mi consideri odiosa.
–
-
Non le dirò nulla, ma
dovresti proprio parlarne con Fiamma. –
-
Parlarmi di cosa? –
Fiamma,
appoggiata allo stipite
della porta, le osservava con espressione incuriosita.
-
Problemi di cuore – annunciò teatralmente
Nicole, passandole una tazza di caffè bollente, leggermente
macchiato con latte
freddo e con due cucchiaini di zucchero.
Fiamma
lo beveva solo così e
per questo Eric la prendeva in giro dicendole che il suo non era
caffè
zuccherato, ma zucchero bagnato con qualche goccia di caffè.
-
Siamo esperte in queste cose …
coraggio, raccontami. –
Alex
abbassò lo sguardo sulla
tazza che aveva tra le mani, puntando gli occhi sui disegni di pinguini
che vi
erano impressi. Dovevano essere gli animali preferiti di Nicole,
perché anche
le altre tazze li raffiguravano e sul letto c’erano almeno
una decina di
peluche dello stesso genere.
-
Credo di avere una cotta per
Richard … e questo è un problema,
perché lui è evidentemente incapace di
comprendere il concetto di “monogamia”. –
Fiamma
annuì in silenzio,
posandole una mano sull’avambraccio in una lieve carezza.
-
Hai provato a farlo
ingelosire un po’? I ragazzi come Richard si sbilanciano solo
quando temono che
la ragazza che gli piace abbia perso l’interesse per loro
… finchè è convinto
di trovarti ad aspettarlo non si darà una mossa. –
-
Gli ho detto di Christopher …
ha chiesto qualche informazione, ma sembrava più divertito
dalla mia reazione
che altro – ammise.
-
Perché non lo vede come una
minaccia visto che è tra gli Eruditi, devi concentrarti su
qualcuno che sia al
quartier generale. –
Arricciò
il labbro, pensierosa,
per poi proporle: - Quattro? –
Alex
scosse la testa, allarmata.
No,
quello non era decisamente
il suo tipo.
La
sua reazione fece scoppiare
a ridere Nicole. – Sembra che il nostro amichetto sia
destinato a rimanere
single in eterno – disse, tra una risata e l’altra.
-
E quel trasfazione Candido?
Jace, giusto? Lui è carino. –
Sì,
Jace sarebbe potuto andare.
-
Gliene parlerò, mi sembra un’ottima
alternativa. –
Fiamma
le rivolse un piccolo
sorriso, il genere di espressione che una sorella avrebbe potuto
rivolgere alla
sorellina minore. – Si sistemerà tutto, hai una
squadra di Cupido al tuo
servizio. –
Nicole
annuì, risoluta.
-
E … per quanto riguarda Eric?
–
Ci
mancava soltanto che suo
fratello venisse a sapere del loro piano per conquistare Richard o del
fatto
che avesse intenzione di fare la smorfiosa con Jace davanti a tutti
solo per
far ingelosire il Capofazione.
-
A tuo fratello ci penso io –
ribattè Fiamma.
E,
dal sorrisetto sghembo che
le rivolse, Alex seppe con certezza che l’Intrepida non
avrebbe avuto alcun
problema a mantenere la parola e a distrarlo dalla loro missione di
conquista.
-
Okay, è deciso: la squadra
Cupido entra ufficialmente in azione – annunciò
solennemente Nicole.
Si
scambiarono un cinque
collettivo.
Spazio
autrice:
Un’alleanza
tutta al femminile per aiutare Alex con la sua conquista. Che dite, ci
riusciranno
o Richard si rivelerà essere un Dongiovanni troppo arduo da
convertire? Ed Eric
scoprirà il piano che la sua ragazza ha ordito insieme alle
altre due? E se sì,
come reagirà? Tutto questo nei prossimi capitoli. Alla
prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt