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Autore: Sherlock Holmes    30/01/2015    2 recensioni
Sherlock Holmes è tornato dalla Svizzera, dove ha lottato e vinto sul professor Moriarty.
Ma anche il Colonnello Sebastian Moran è tornato a Londra…
Genere: Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irene Adler, Moran, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV Colonnello Sebastian Moran
 
Cavalletto: posizionato.
Fucile: montato.
Prototipo detto silenziatore: inserito.
Munizioni: sufficienti.
Nella casa vuota di fronte al 221 B, acquattato nell’ombra, osservavo i movimenti della mia preda dalla finestra del suo appartamento a Baker Street.
Sherlock Holmes era tornato a Londra; incoscientemente.
Il sottoscritto, infatti, era ancora a piede libero.
Davvero credeva che io, il Colonnello Sebastian Moran, avrei lasciato correre?
Pensava davvero che io non avrei fatto di tutto per vendicare la morte del professor Moriarty?
Era convinto che, dopo quattro anni da quel ferale momento alle Reichenbach Falls, dove Holmes aveva lasciato cadere nel baratro della cascata il mio capo, uccidendolo, io avessi dimenticato?
Se il suo ignorare tutto questo… se il suo ignorare me… era stato un azzardo… beh, aveva errato.
Infatti, ora, ero di fronte alla finestra della sua camera; pronto ad ammazzarlo. Tempo pochi secondi, e Sherlock Holmes si sarebbe trovato un proiettile in testa.
Fissai la mia preda attraverso il mirino. Perfettamente sotto tiro.
Sorrisi a mezza bocca.
“Anche se non la desiderava… Ecco la sua vendetta, professore.” mi trovai a pensare, col dito sul grilletto del mio fucile.

Vidi Holmes sorridere, apparentemente felice.
A chi sorrideva?
Aggrottai le sopracciglia, vedendolo chinarsi improvvisamente.
Quando si rimise in piedi… stringeva fra le sue braccia un bambino. Un bambino a lui molto simile.
Quanti anni poteva avere, quel ragazzino? Sei, sette?
Nel mio campo visivo, un istante dopo… comparve Irene Adler, anch’ella sorridente.
La donna si avvicinò poi ai due, e li strinse entrambi a sé.
Mi parve impossibile.
Holmes, ora… aveva una famiglia.
I tre si spostarono dalla finestra… e la tenda fu tirata.
Avevo perso l’occasione.
Sospirai, staccandomi dal fucile.
“Dannazione.”
 
Uccidere Holmes era stato il mio unico desiderio per ben quattro anni…!
Ma… avrei davvero ucciso un padre di famiglia?
Beh, ne avevo uccisi molti, in passato, per ordine del professore…
Ora, però… non avevo alcun ordine.
Non ero costretto.
Anzi…
Moriarty mi aveva detto, poco prima di raggiungere Holmes al passo delle cascate Reichenbach, che uccidere Sherlock Holmes sarebbe stato compito suo… non mio.
Avrei dunque davvero compiuto la vendetta del professore, ammazzando il consulente investigativo… o, così facendo, avrei disobbedito all’ultimo ordine di James Moriarty?
 
Illuminazione.
Ecco perché Holmes non temeva il mio fucile.
Aveva sentito le parole che mi aveva rivolto Moriarty… e le aveva interpretate come io avrei dovuto interpretarle anni addietro.
Se il professore non fosse riuscito nell’intento di mandar all’altro mondo l’investigatore… io non avrei dovuto occuparmi di lui.
 
Quattro anni di vita sprecati a braccare il prima imprendibile Sherlock Holmes.
 
Mi passai una mano sul viso.
Fissai il fucile, per un istante.
Un sospiro, e mi misi a smontare la struttura.
Silenziatore, arma, cavalletto.
Riposi il tutto nella custodia, che chiusi.
Mi sistemai il cappello sulla nuca; presi la valigetta, scesi le scale…
E me ne andai.
Lasciai Sherlock Holmes alla sua vita, come da desiderio del professore… e fui pronto ad affrontare la mia vita.
Una nuova vita.
 
Lasciando passato e vendette alle mie spalle.
  
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