Serie TV > The 100
Ricorda la storia  |      
Autore: arangirl    31/01/2015    2 recensioni
Lexa sa che l'amore è debolezza, l'ha sempre saputo da quando ha perso Costia.
Solo l'arrivo di Clarke nella sua vita riesce a mettere in dubbio questa sua convinzione.
[SPOILER 2x10- Le scene tra Clarke e Lexa dal punto di vista di quest'ultima]
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“L’amore è debolezza.”
 
 
Pensa Lexa nel vedere gli occhi lucidi e il volto disperato della giovane ragazza dai capelli luminosi come il sole che sta davanti a lei, implorandola di salvare l’uomo che ama. Potendo, avrebbe implorato anche lei per la vita di Costia? Un pensiero che non può permettersi di fare, non adesso.  A che scopo permettere al ragazzo di vivere per poi ucciderlo insieme a tutta la sua gente quando i suoi generali la obbligheranno ad attaccare il campo del Popolo del Cielo? Lexa fissa lo sguardo negli occhi della ragazza davanti a lei, sperando che possa capirlo; l’assassino deve morire, non c’è altro modo.
 
 
“L’amore è debolezza.”
 
 
Pensa guardando Clarke mettere in pericolo la fragile alleanza stipulata tra loro per concedere al ragazzo una morte indolore. Ma non è l’unica cosa che le passa per la mente. Prima che possa fermarlo, un sentimento di pura ammirazione la colpisce nel vedere il volto determinato della giovane donna in piedi davanti al cadavere dell’uomo che amava, con le mani lorde del suo sangue. Dopo troppo, tantissimo tempo si ritrova a pensare a Costia per l’ennesima volta in pochi minuti, e il ricordo è molto più doloroso di quanto dovrebbe essere. Mentre guarda Clarke prova una nuova emozione, qualcosa che non le era mai stato insegnato a provare; prova pietà per lei. Sa bene quanto possa essere gravoso il fardello delle persone che non hai potuto salvare.
 
 
“Riconoscendolo per quello che è… una debolezza.”
“Cos’è una debolezza? L’amore?”

 
 
Lexa annuisce mentre Clarke la guarda incredula e scoraggiata, ed è leggermente sorpresa dal fatto che la ragazza si aspettasse davvero un consiglio diverso da lei. E’ coraggiosa e determinata, questo Lexa riesce a vederlo in ogni sua azione, ma ha ancora molto da imparare; se vuole proteggere la sua gente, deve capire che non può lasciarsi trasportare dai sentimenti, che non può curarsi di ognuno, nemmeno di quelli che sono più importanti per lei. Eppure una flebile voce nella sua testa le chiede perché, perché allora le ha raccontato di Costia? Non ne aveva mai parlato con nessuno, rinchiudendo il suo dolore in un angolo della  mente, costipando i suoi sentimenti finché quelli non erano del tutto svaniti, o almeno così le sembrava. Una parte di lei pensava di averlo fatto solo per permettere a Clarke di diventare una leader migliore; non aveva bisogno di un’alleata debole, soprattutto quando i rapporti tra i loro due popoli erano così tesi. Ma non era quello che aveva provato nel vedere Clarke fissare il rogo da sola, tormentata dai suoi fantasmi; era stato più il desiderio di consolarla a farle raccontare la sua storia, e questo non era accettabile. Lei aveva smesso di preoccuparsi degli altri molto tempo prima, per il bene di tutti, e non poteva rompere questo suo impegno, nemmeno per Clarke del Popolo del Cielo.
 
 
“L’amore è debolezza.”
 
 
Urla nella sua testa, mentre guarda Gustus cadere avvelenato e sente la voce di Clarke implorarla di crederle. Sente le delusione impossessarsi di lei mentre guarda allibita Clarke, arrabbiata con lei, con se stessa. Non avrebbe mai dovuto permettersi di credere alla ragazza, di provare simpatia, se non ammirazione per lei. Aveva cercato di ucciderla, anche dopo tutto quello che lei aveva fatto per formare quest’alleanza, dopo quello che aveva rischiato nel convincere i suoi generali ad accettare quella nuova situazione. Il dolore per quel tradimento è molto più forte di quanto avrebbe mai potuto immaginare, e la cosa la rende ancora più furiosa, soprattutto con se stessa; lacrime di rabbia vorrebbero farsi largo nel suo volto, ma lei le ricaccia indietro; ha già speso tutte le sue lacrime per Costia, non ne ha più da versare. “Lexa, per favore…” la voce di Clarke è così sincera che per un momento Lexa vorrebbe persino crederle, ma la rabbia è troppo forte “Dimmi una cosa, Clarke. Quando hai conficcato il pugnale nel cuore del ragazzo che amavi… Non hai sperato che fosse il mio?” Il silenzio di Clarke vale più di qualsiasi risposta.
 
 
“L’amore è debolezza.”
 
 
Pensa guardando il ragazzo dai capelli scuri prepararsi per andare incontro alla morte. Gli si avvicina lentamente, studiando ogni movimento così che lui riesca a sentirla. Non ci vuole molto infatti perché lui si accorga della sua presenza “Comandante Lexa, a cosa devo l’onore?” C’è un tono quasi ironico nel suo modo di dire “comandante”, ma Lexa non ci dà molto importanza; non può dire che il ragazzo le piace, sarebbe osare troppo, ma l’ha visto combattere e difendere Clarke e non può fare a meno di ammirare la sua lealtà. “Bellamy, giusto?” Il ragazzo annuisce, mentre con gli occhi cerca di cogliere sul suo volto il motivo della sua presenza lì “Clarke mi ha parlato della tua missione. Non un compito facile…” Bellamy scuote il capo “Se sei venuta qui per dissuadermi Comandante, sappi che è una causa persa.” Lexa incrocia le braccia al petto, quasi divertita dal suo tono di sfida “Non ci proverei neppure. Lei ha la magica capacità di far fare a tutti quello che vuole.” Non c’è bisogno di specificare chi sia lei, per nessuno dei due. “Non penso sia così.” Il sorriso che Bellamy le rivolge ha un’ombra di tristezza che è impossibile da ignorare “Lei ti dà il coraggio di fare quello che vuoi, quello che non sapevi di poter fare.” Lexa rimane per un attimo interdetta mentre le parole del ragazzo la fanno riflettere, la riportano indietro a quando era l’unica a cercare di far ragionare i suoi comandanti, quando era l’unica che desiderava cercare una via diplomatica con il Popolo del Cielo. Se Clarke non fosse venuta da lei a chiedere una tregua, non ci sarebbe stata nessuna pace, nessuna alleanza. Si limita ad annuire nonostante quella nuova consapevolezza abbia scatenato in lei più emozioni di quante ne vorrebbe. Si stacca il simbolo che porta in fronte con un movimento fluido e lo porge a Bellamy “Quando troverai la mia gente nella montagna mostra a loro questo. Capiranno che sei lì anche per conto mio, si fideranno di te.” Bellamy la guarda con evidente gratitudine e sorpresa “Grazie.” Ancora una volta Lexa si limita ad annuire leggermente “Buona fortuna, Bellamy del Popolo del Cielo.”
 
 
“Pensavo che l’amore fosse debolezza.”
 
 
Clarke la guarda negli occhi mentre Lexa cerca di riprendere il pieno controllo di se, nonostante senta ancora sulla sua pelle il fantasma del suo tocco delicato. Lexa sa che dovrebbe esserle grata, ma non può permetterselo, in quel momento deve ribadire il suo punto di vista a Clarke, ma soprattutto a se stessa. Perché per un attimo, mentre Clarke la curava, essere deboli le è sembrato così allettante, così semplice, che per poco non aveva ceduto ai sentimenti che sentiva crescere dentro ogni minuto che passava in sua compagnia. Aveva protetto Clarke davanti ai suoi uomini, aveva condannato ad una morte orribile uno di loro per aver osato toccarla, trattenendosi dall’ucciderlo con le sue mani; le aveva urlato di lasciarla morire, dimettersi in salvo, ma lei l’aveva salvata.
“Ho bisogno di te.” Le dice Clarke in un sussurro riportandola alla realtà, e per quanto Lexa senta quello che dice dopo, il discorso sul suo successore, sulla reincarnazione del suo spirito, per quanto sappia che le motivazioni della ragazza sono puramente tattiche, non riesce a fermare il suo cuore dal battere leggermente più veloce del normale nel sentire quelle parole, nel ripeterle nella sua mente quando pensa che la morte si stia avvicinando. Ancora una volta Clarke si rivela più determinata di lei, salvandole entrambe, e Lexa comincia a dubitare di se, vedendosi molto più debole di quanto non vorrebbe essere.
 
 
“L’amore è debolezza.”
 
 
E’ un sussurro quasi dimenticato e senza speranza che si mescola ai ruggiti della bestia lontana mentre guarda Clarke dormire. Non si era mai fermata a farlo con nessuno, se non con Costia quando la ragazza si addormentava al suo fianco dopo aver fatto l’amore. Non ha mai visto Clarke così serena, la fronte spianata e quasi priva di pensieri. La sua mente non lo è. Clarke non è riuscita a smettere di preoccuparsi per lei, di volerla aiutare, ma questo non l’ha resa più debole, ma anzi, più forte. Clarke è forte perché ha qualcosa, un motivo per cui combattere,  la sua gente da salvare, un ragazzo che farebbe di tutto per lei da non deludere, persino tenere lei al sicuro… Quando Clarke si sveglia, non può fare a meno di ricambiare il favore “Sei al sicuro.” Clarke è al sicuro, perché lei la sta proteggendo; Lexa non può essere al sicuro, non ora che prova quelle cose, quei sentimenti a lungo sopiti dentro di lei tanto da crederli perduti per sempre.
“Mi sbagliavo su di te Clarke. Il tuo cuore non mostra alcun segno di debolezza.” E Lexa ci crede davvero. Loro sono diverse, e l’amore non è la debolezza di Clarke, ma la sua forza. E Lexa cerca di convincersi che nemmeno per lei l’amore è una debolezza, perché semplicemente non lo può provare, non dopo Costia, non dopo tutto quello che ha passato; per quanto ci sia qualcosa di diverso in lei da quando Clarke è entrata nella sua vita, non può pensare che sia amore, non se lo permette. Ma le basta uno sguardo al volto illuminato dalla gioia dell’altra quando le illustra il suo piano per capire che l’amore può anche non essere la sua debolezza, ma Clarke lo è di sicuro.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: arangirl