Candido, semplice, puro.
Il viso di quel ragazzo mi restò impresso nella mente. John.. così disse di chiamarsi. Lo conobbi qualche giorno fa ad una festa di paese, suonava assieme ad una band.. la sua band. Si fanno chiamare i Querrymen. Ad essere sincero ero lì per loro.. o meglio, per lui, per John. Non l’avevo mai visto prima di quella sera. Sentii parlare della sua bravura e così mi venne in mente di esibirmi davanti a lui e, perché no, magari anche scambiarci quattro chiacchiere.
Finita l’esibizione del gruppo lo vidi posare la sua chitarra e allontanarsi, quello mi parve il momento giusto per farmi avanti.
Avanzai lentamente..tenevo stretta tra le mani la mia fedele chitarra, ma per un motivo a me sconosciuto mi fermai; senza rendermene conto cominciai ad indietreggiare mentre il cuore mi batteva talmente forte che il suo ticchettio risuonava alle mie orecchie come un rumore assordante, sudavo.. ma perché poi?.. Non seppi darmi una risposta, e intanto “lui” stava per andare via.
“ Paul! “ La voce di un vecchio amico mi risvegliò da quella specie di incubo senza via d’uscita; mi voltai attonito verso di lui.
“ Paul?... tutto bene?.. sembri sconvolto” chiese guardandomi con una punta di preoccupazione.
“ N, no. E’.. è tutto ok! “ esclamai abbozzando un sorriso.
“ Sei riuscito a conoscere il mio amico John? “
“ Come? .. ah.. no purtroppo è andato via prima che riuscissi a chiamarlo “ mentii.
“ Oh ma guarda è ancora li, aspetta vado a chiamarlo “
“ No aspet.. “ non riuscii a bloccarlo prima che andasse da lui. Le mani presero a sudare, le gambe tremavano e per un attimo presi in considerazione l’idea di scappare via. Non lo feci.
“ Ecco guarda.. lui è Paul, ci conosciamo da parecchio tempo “ Il mio amico tornò con John.
Lo guardai negli occhi… stava d’innanzi a me. Il battito del mio cuore tornò a farsi sentire, avevo paura che anche lui lo stesse sentendo poiché vidi formarsi un sorriso sulle sue labbra. Non riuscivo a togliere i miei occhi dai suoi, come se nel suo sguardo ci fosse stata una calamita che attirava il mio…ma che cos’era?? Perché quella strana sensazione tanto simile alla paura?? E poi paura di cosa??
Ero talmente preso dalle mie domande che non lo notai mentre mi porgeva la mano. Il mio amico mi portò alla realtà scuotendomi con una leggera gomitata. Mi affrettai a stringergliela.
“ Piacere Paul.. Io sono John.. John Lennon. Sbaglio o quella è una chitarra? “
“ Che cosa? “ chiesi come se stessi scendendo dalle nuvole.
Lui si mise a ridere “ quella che tieni tra le mani.. è una chitarra? “ ripeté.
“ Come? Ah si si si si “ risposi imbarazzato.
“ John.. perdonalo ultimamente è… un po’ stressato “ intervenne il mio amico non capendo il perché di quel mio strano comportamento. “ Ma che ti prende??? “ sussurrò a denti stretti guardandomi.
John rise di gusto mentre io morivo dall’imbarazzo. Avrei preferito che ai miei piedi si fosse aperto un buco nero che mi avrebbe risucchiato.. ma nulla.
“ Beh.. la sai suonare quella chitarra? “ chiese John portandosi indietro una ribelle ciocca di capelli che gli ricadeva prepotentemente sugli occhi.
“ Si.. certo.. anzi se non ti dispiace mi piacerebbe farti sentire qualcosa “ azzardai a chiedere.
“ Volentieri! “ esclamò per mia gioia.
Cominciai a suonare il mio adorato strumento, in quel momento riuscii a rilassarmi. In quanto a John sembrava soddisfatto e interessato alla mia musica.
Da quella sera non riesco a togliermelo dalla testa, questa notte pensavo solo a lui.
A quanto pare l’aveva colpito il mio modo di suonare, poiché mi chiese di rivederci per provare insieme. Accettai e decidemmo di vederci a casa sua; ed era li che, quella sera, mi stavo dirigendo. Destinazione: Casa Lennon!


Spero che come primo capitolo vi sia piaciuto. Aspetto i vostri commenti ^^
A presto
Baci, Smile94!