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Autore: naley3gwain46    31/01/2015    2 recensioni
Bruce/CAT XD mi piacciono molto insieme sono cosi dolci e tenerelli e bruce mi ha spezzato il cuore nell'ultima puntata cosi .... XD bruce è solo solo e un amica arriva a fargli compagnia :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Wayne, Selina Kyle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bruce aveva spalancato gli occhi spaventato.
Un rumore come un lamento , flebile ma costante, lo aveva svegliato,ricordava il pianto di un bambino.
Qualcuno stava soffrendo avrebbe dovuto fare qualcosa si disse.
Ma così come era venuto quel rumore era passato, sostituito da quello del temporale.
Il cielo era grigio, un ammasso di nuvole informe, era mattina, ma non lo sembrava affatto.
Era una brutta giornata di pioggia, una di quelle giornate in cui vuoi nasconderti sotto le coperte e startene chiuso nel tuo mondo, chiudendo tutti e tutto al di fuori.
Come se quella soffice barriera potesse far sparire tutti i problemi, o magari far sparire te stesso.
La pioggia scendeva copiosa lungo le finestre, i lampi illuminavano la stanza a giorno, mentre i tuoni rimbombavano nell’enorme stanza vuota facendo tremare i vetri.
A volte l’imponenza e la maestosità della sua casa lo metteva a disagio.
Che poteva mai farsene un bambino di soli undici anni di una casa cosi grande solo per lui.
A volte aveva paura della sua stessa casa.
Ma non l’avrebbe mai confessato ad Alfred.
Forse non era dell’edificio in se che aveva paura, ma della sensazione di enorme solitudine e di angoscia che tutte quelle stanze vuote gli trasmettevano.
Di quel enorme spazio vuoto che da quando aveva perso i suoi genitori era diventato un riflesso della sua anima.
Certo non era completamente solo aveva Alfred.
Ma non era la stessa cosa.
Ma se lei fosse rimasta si sarebbe sentito meno solo, però lei se ne era andata, lo aveva riempito di bugie e poi lo aveva abbandonato.
Lui aveva fatto di tutto per farsi accettare,per farsela amica, ma non era servito.
All’improvviso di nuovo quel lamento, quel pianto che lo distolse dai suoi pensieri.
Due occhi verdi brillarono nel lampo che precedette il tuono.
C’era qualcuno fuori dalla sua finestra.
“Cat” pensò, precipitandosi ad aprire la finestra.
Forse ci aveva ripensato, forse era tornata a chiedergli scusa.
Spalancò la finestra e il vento gelido lo colpì in piena faccia.
Non c’era nessuno fuori la finestra, la delusione lo colpì come un pugno nello stomaco.
Si era illuso, quella ragazzina non faceva altro che illuderlo, costatò e lui come uno scemo ci cascava ogni volta.
Forse era questo che significava essere innamorati.
Significava negare l’evidenza?
Si sentiva ridicolo, portò le mani alle labbra pensando al loro primo bacio.
Al suo primo bacio.
Proprio mentre stava per richiudere la finestra un gattino tigrato con due profondi occhi verdi miagolò ed entrò nella sua camera.
Bruce si abbassò, avrebbe dovuto cacciarlo, Alfred non sarebbe stato contento.
Ma era cosi arruffato e bagnato e cosi piccolo, che non se la sentì.
-Forse ho un debole per i randagi-disse ad alta voce, a nessuno in particolare, forse proprio al gatto stesso.
Lo accarezzò e quello gli soffiò contro e gli graffiò la mano.
-Ecco quello che si ottiene a preoccuparsi per i randagi-disse arrabbiato. 
I suoi occhi erano di un verde intenso e gli ricordavano quelli di lei, lo fissavano con aria di sfida, ma forse erano solo spaventati.
-Volevo solo aiutarvi- disse di nuovo rivolto al gatto.
L’uso del plurale non lo sorprese, quel gatto gli ricordava lei cosi tanto, così agguerrito e al tempo stesso così spaventato e solo.
Voleva solo prendersi cura di lui, aiutarlo, ma lui non glielo permetteva esattamente come lei.
Prese il latte della sua colazione e glielo mise affianco.
Poi si sedette li vicino ad aspettare.
Il gattino lo fissava non sapendo se potesse fidarsi o meno, alla fine decise che era sicuro e iniziò a mangiare.
Bruce lo studiava ipnotizzato. 
Ad un certo punto il gatto si avvicinò a lui e iniziò a fargli le fusa.
-Sei un venduto lo sai?-disse ridendo.-Se solo le ragazze fossero semplici come te!-sospirò.
Iniziò ad accarezzargli la pancia e a grattargli le orecchie e a coccolarlo.
-Sei una lei!- esclamò sorpreso. -Avrei dovuto immaginarlo!-aggiunse sarcastico.
-Potrei tenerti con me che ne dici? Potrei chiamarti Cat e tenerti con me, potrei farlo lo sai? Alfred ne sarebbe esaltato sono sicuro!- rise della sua assurda e patetica idea.
Mentre fuori infuriava il temporale il piccolo Bruce e la sua nuova amica giocavano insieme.
Poi il temporale cessò e il sole tornò a splendere.
Faceva caldo e Bruce aprì di nuovo la finestra.
-Stai qui Cat che dici? Vado a chiamare Alfred e insieme ti troveremo una sistemazione!-ordinò alla gattina.
Quella lo guardò con i suoi enormi occhi verdi e sembrava davvero aver capito.
Si fermò come in attesa.
Bruce corse a chiamare Alfred.
-Devo farti vedere qualcosa!-gli disse entusiasta trascinandolo con se.
Ma quando entrò nella sua stanza ,quella era vuota.
Non si può tenere in gabbia un gatto randagio, pensò, era una lezione che avrebbe già dovuto conoscere.
  
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