Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: PervincaViola    01/02/2015    5 recensioni
{Terza classificata al Contest 'Pesca a Prompt' indetto da Ili91 sul forum di Efp}
È una creatura selvatica, selvaggia, che sa di foreste, neve e rabbiosa solitudine.
{Rickon/Shireen ♥ Future!fic}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cagnaccio, Rickon Stark, Shireen Baratheon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A tutti i miei fantastici amici, che hanno reso questo compleanno assolutamente indimenticabile 



 
Dietro il gelo
{ there you are }



 
   
   La prima volta che Shireen Baratheon incontra Rickon Stark, alla Torre delle Ombre, la sua attenzione è attratta immediatamente dall'enorme lupo nero che siede al suo fianco: è un metalupo, capisce, ed è la creatura più grande che abbia mai visto – sembra quasi uscito dai racconti fantastici del mondo oltre la Barriera.
   Eccitata e incuriosita, la giovane principessa si piega istintivamente verso l'animale, ma subito lui scopre i denti, ringhiando minacce, e il primo impulso che la colpisce è quello di allontanarsi il più velocemente possibile da lì, tuttavia non lo fa.
   Avverte un altro paio di occhi, fissi su di lei, impazienti di vedere la sua reazione, impazienti di scoprire se farà un balzo all'indietro e scapperà a gambe levate come una ragazzina qualunque. Ma Shireen si dice che è una Baratheon, figlia di suo padre, e non ha paura, non più di quanta possa scorgerne negli occhi dorati del lupo davanti a lei – un timore misto a curiosità e, forse, innocenza. Lentamente, con circospezione, allunga una mano in direzione della testa di quel lupo di cui non conosce neppure il nome – e forse sarebbe più facile avvicinarsi, conoscendolo –, finché il suo naso fremente le sfiora il palmo aperto. Le fauci spaventose si serrano d'improvviso, le zampe sono rigide, eppure Shireen non può non sorridere, perché con il tartufo le annusa le dita, esitando, lasciando dietro di sé una scia umida e fredda.
   «Cagnaccio» lo richiama Rickon Stark, e finalmente Shireen alza lo sguardo su di lui. È un ragazzo, non ha che un paio d'anni meno di lei, eppure la supera in altezza di tutta la testa. Ha i capelli rossi, ribelli, portati decisamente troppo lunghi per essere un lord, e occhi color ghiaccio, freddi e diffidenti; il suo abbigliamento è rozzo, composto da rigido cuoio e pelliccia di orso, e una spada lunga pende dal suo fianco. Non c'è ombra di gentilezza nei marcati lineamenti del suo volto dalla pelle ancora liscia, né nel silenzio con cui la scruta.
   Poco dopo essere rientrato dal lungo viaggio che lo ha portato sino al fratello del Giovane Lupo, il Cavaliere delle Cipolle le ha detto che Rickon Stark è cresciuto da solo, nascosto su un'isola selvaggia che lo ha tenuto nascosto dal resto del mondo, e che del bambino di alto lignaggio nato a Grande Inverno rimane poco o nulla. Gli anni trascorsi sulla temibile Skagos hanno forgiato il suo carattere, le ha riferito ser Davos in un bisbiglio, e il lord suo padre ha bisogno di lui e del suo lupo, vivi e vegeti, per assicurarsi una stabile alleanza con il Nord. È per questo motivo che Stannis Baratheon ha fatto condurre entrambi alla Torre delle Ombre, un luogo remoto, ma anche più sicuro del Castello Nero, lontano dai bruti e dalla minaccia degli attacchi degli Estranei.
   «Io sono Shireen» si presenta cortesemente e, mentre parla, lei accenna un sorriso, che tuttavia non viene ricambiato, se non da un breve corrugamento di sopracciglia. Rickon Stark le volta le spalle e se ne va insieme a Cagnaccio senza proferire parola, il mantello consunto che ondeggia silenziosamente dietro di lui.


   La prima volta che Cagnaccio si avvicina a Shireen di sua spontanea volontà avviene due mesi dopo il loro primo incontro. Il metalupo dal manto di corvo e dagli occhi dorati – nero e giallo, i due colori dello stemma dei Baratheon – compare dal nulla mentre lei si trova nel Parco degli Dèi di Grande Inverno, la cui parziale ricostruzione era stata l'unica condizione posta da Rickon nel momento in cui aveva accettato di allearsi con il lord suo padre, e che lui, digrignando i denti, era stato costretto ad accogliere.
   Cagnaccio muove lentamente le zampe sul manto di foglie secche, indolente, e alza il muso verso il cielo cupo di quel tardo autunno, umido e triste, preludio dell'imminente inverno. La raggiunge sotto una secolare quercia, annusando prima il libro che tiene fra le mani, accucciandosi poi accanto a lei.
   Shireen l'ha osservato per tutto questo tempo ed è arrivata alla conclusione che si tratta di una creatura selvatica, selvaggia, che sa di foreste, neve e rabbiosa solitudine – in questo sembra essere il limpido specchio dell'animo inquieto di Rickon Stark. Rickon che non parla se non quando è costretto, che si esercita con tanta foga nel cortile del castello che quasi sembra voglia vendicare lui solo la propria famiglia.
   E Shireen non sa spiegarsi per quale ragione, eppure avverte costantemente il bisogno di spezzare la sorta di barriera che tiene tutti lontani, che isola lui e il suo metalupo, e ora che Cagnaccio è accanto a lei e poggia la testa sul suo grembo, emettendo lievi sbuffi dalla bocca, accostarglisi non sembra più tanto difficile. Quasi avesse percepito i suoi pensieri, l'animale rialza il capo, osservandola con occhi vigili. Allora lei si china verso di lui e distende il braccio per carezzargli il dorso: il suo pelo è lucido e morbido, il suo corpo emette un calore confortante, che Shireen immagina essere stato l'unico riparo sicuro nell'infanzia del suo padrone.
   Gli occhi dorati di Cagnaccio non l'hanno lasciata neppure per un istante e improvvisamente la ruvida lingua del metalupo incontra un'unica volta la sua guancia sfregiata dal morbo grigio, quella che nessuno ha più osato sfiorare, e la solletica, facendola ridere piano.
   «Sembra che tu gli piaccia» osserva d'improvviso una voce maschile, atona. Cagnaccio drizza le orecchie e uno sbuffo più lungo degli altri fuoriesce dalla sua bocca; lei sussulta, non solo poiché non l'ha sentito arrivare, ma specialmente perché è raro udirlo parlare. È taciturno e solitario, Rickon Stark, e ha il passo silenzioso di un predatore.
   Shireen alza gli occhi, soffermandosi sulla snella figura di ragazzo che si trova di fronte e che tace nuovamente: lo sguardo ceruleo tradisce un'inaspettata vena di dolcezza, ma c'è sempre e comunque quel dolore di fondo, un sentimento a metà strada tra rabbia e amarezza, che non riesce ad andare via.


   La prima volta che Shireen comprende che il passato del giovanissimo erede di Eddard Stark è colmo di dolore e di fantasmi è davanti all'albero-diga di Grande Inverno.
   L'inverno a cui gli Stark si preparano da ere infinite è davvero arrivato: le battaglie infuriano sempre più raramente, l'acqua dei fiumi si cristallizza nel suo lento scorrere e la neve cade più spesso e abbondantemente, ricoprendo ogni cosa. Gli stivali di Rickon affondano in essa fino al polpaccio quando muove qualche passo in direzione dell'albero dalle foglie color sangue, mentre Shireen rimane indietro, stretta nel mantello di pelo.
   «Dicono che il lord mio padre amasse particolarmente questo luogo» dice lui ad un tratto, facendo scorrere le dita sul legno scabro dell'albero del cuore, testimone del credo dei Primi Uomini, ancora profondamente radicato nella cultura del Nord. «Eppure gli antichi Dèi hanno permesso che venisse decapitato come un traditore».
   La giovane Baratheon sobbalza, all'udire la rabbia nella sua voce: la tragica sorte legata alla Casa Stark è ormai storia, nei Sette Regni, ma questa è la prima volta che Rickon accenna al suo passato, la prima volta che le permette di affacciarsi in esso.
   «Mi dispiace per ciò che è successo alla tua famiglia» risponde, sinceramente dispiaciuta. «Posso solo immagin-».
   «No, non puoi» la interrompe lui, schernendola in quello che è quasi un ringhio animalesco. «Nessuno può immaginare cosa abbiamo dovuto passare. Nessuno sa cosa vuol dire conoscere il nome dei propri genitori e dei propri fratelli senza però riuscire a ricordare nitidamente i loro volti. Per me sono come fantasmi».
   Shireen boccheggia, non sapendo come ribattere a quell'amara constatazione, e l'improvviso vuoto di quel silenzio ostentato vale più di mille parole: racconta di un'innocenza divorata da una guerra che sta durando da troppo tempo e di un'infanzia felice strappatagli a forza, racconta di fantasmi dall'aspetto nordico di cuccioli di lupo e di memorie bambine che stanno svanendo nella foschia del tempo senza che ci sia qualcosa – o qualcuno – a ricordarle per lui.
   Rickon le dà le spalle, impedendole di vedere il suo viso; entrambe le sue mani sono poggiate sul tronco dell'albero, proprio sui due occhi del volto scolpito sulla bianca corteccia, e tremano visibilmente, forse di rabbia antica, forse di qualcos'altro, e Shireen avverte nuovamente l'irrefrenabile desiderio di avvicinarsi a lui e rompere le sue difese, proprio come è accaduto con il suo metalupo. Non si accorge di ciò che sta facendo finché le sue dita non toccano la mano stretta a pugno di Rickon: sotto le sue dita, il dorso è liscio, morbido come dovrebbe essere anche il palmo di quello che è solo un ragazzo, e che invece è ricoperto di calli causati dall'uso prolungato della spada.
   Il giovane Stark volta di scatto la testa verso di lei e la sua mano ha un sussulto improvviso, il movimento fulmineo di un animale ferito e non avvezzo al tocco di altri; la osserva senza muoversi, testardo e diffidente come è e sarà sempre lui, tuttavia non la scaccia, non la rifiuta.
   Vede, Shireen, che la sua timida carezza è come caldo balsamo su ferite mai rimarginate; circonda il suo torace con dolcezza e si sente infinitamente piccola mentre vede il sollievo che traspare dai suoi occhi liquidi, insieme alla voglia di fidarsi, almeno per una volta, di qualcun altro. 
   La neve ricomincia a cadere e fa freddo, un freddo terribile, eppure – assurdamente e meravigliosamente – Shireen vede sciogliersi un poco del gelo nello sguardo di Rickon.





 
Non riesco a resistere: sì, shippo anche i bambini di questa saga ^^ È che Shireen è troppo dolce, Rickon troppo solo e Cagnaccio troppo bisognoso di coccole - lei è quella giusta per loro! Poi persino il mio compiantissimo re Robert sosteneva che la Casa Baratheon e quella Stark dovessero unirsi, per cui se non sarà tramite Arya e Gendry (), per me dovranno essere Shireen e Rickon u.u
Preciso che anche questa volta la storia è stata scritta grazie ad un (altro) Contest di Ili91, il cui prompt era 'prima volta' (e fantasmi) e dovevo ambientare la ff in un luogo diverso da quello in cui i personaggi vivono: Rickon per ora è disperso, mentre Shireen dovrebbe essere al Castello Nero. Mi sono permessa anche di accorciare la differenza d'età perché secondo me Rickon nella serie sembra più grande (?) e quindi qui sono entrambi adolescenti. Inoltre avrei voluto trovare un attore diverso per il banner, ma non ho trovato interpreti più giovani e/o adatti a quello che avevo in mente, sorry Cx
Spero che i personaggi non risultino OOC, anche perché mi risulta piuttosto difficile immaginare un Rickon cresciuto, per cui questa è stata una sorta di sfida!
Le recensioni fanno sempre piacere e se me ne lasciaste una come regalino sarei molto contenta :3
Un bacio



   
   
 
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