Leonardo si ritrovò a guardare la sua accompagnatrice chiedendosi cosa l'avesse portato ad andare alla festa con lei.
Camille poteva risultare carina con quel naso alla francese e gli occhi color miele ma secondo lui quella ragazza non aveva nulla di attraente.
I suoi amici si stavano tutti divertendo, in un modo o nell'altro, mentre lui girovogava nella stanza annoiato cercando di evitare con lo sguardo Lily e Matt che amoreggiavano nell'angolino vicino allo stereo.
Si lasciò scappare un sorriso nervoso e Camille sembrò accorgersene.
- C'è qualcosa che non va? - chiese col suo accento francese che in quel momento risultava piuttosto fastidioso.
Lui scosse la testa, l'aveva portata lì per un motivo e ora non doveva fare altro che aspettare che Lily si voltasse verso di lui.
- Balliamo? - disse guardando in direzione della castana.
Camille annuì con un lieve sorriso sulle labbra carnose, e si aggiustò i capelli chiari e ondulati dietro le spalle.
La musica, ora più lenta, permetteva alla francese di appoggiare dolcemente le mani sul collo di Leonardo.
Lui le sorrise distrattamente, ma la sua mente vagava altrove, stava pensando a Lily.
Camille si avvicinò al biondo cercando con lo sguardo il motivo della sua attenzione che non riuscì a trovare.
Leonardo notò che la ragazza e Matt, ora, sempre legati l'uno all'altro si incamminavano verso il centro della stanza per iniziare lentamente a ballare.
Camille appoggiò lentamente la testa sulla spalla del ragazzo che continuava a guardare Lily, lei invece guardava Matt con sguardo sognante, non sopportava l'idea che fossero una coppietta sdolcinata.
Lui strinse le mani intorno ai fianchi della sua accompagnatrice senza smettere di fissare la ragazza dagli occhi azzurri che ballava a pochi metri di distanza da lui, poi, finalmente, Lily si girò verso l'amico guardandolo con aria rilassata.
Lui, prontamente e come si era promesso di fare prese con due dita il mento di Camille e lo avvicinò al suo viso, bastò poco che la ragazza allungò il collo e premette con fermezza contro le labbra di Leonardo.
E non si limitò a un semplice bacio, la ragazza francese poteva anche saperci fare ma per Leonardo era solo una prima esperienza, e tutto quel contatto lo portò a una sensazione di schifo e mai provata prima.
Non riuscì a resistere e si staccò dalla ragazza con un espressione schifata che cercò di nascondere invano, si precipitò immediatamente in bagno sputacchiando e sentì Lily seguirlo alle sue spalle, e non sapeva se fosse una cosa positiva o no.
Si chinò verso il lavandino sciacquandosi la bocca in tutti i modi possibili.
- E così non avevi mai baciato una ragazza - ridacchiò lei, lui si voltò.
- Ma certo che si - balbettò fingendosi sicuro - Non mi ricordo più nemmeno il numero - lei lo fissò e lui sperò con tutto il cuore di aver fatto una buona impressione.
- Ci ha dato dentro la francese eh? - commentò Lily divertita.
Lui alzò gli occhi al cielo - Fin troppo - disse disgustato al solo pensiero di quel bacio.
Poi guardò la ragazza nel suo abito non troppo elegante ma che le stava incredibilmente bene.
- Tu come te la passi con Matt? - azzardò dopo sebbene sapesse che la risposta non gli sarebbe sicuramente piaciuta.
- Ci stiamo divertendo - disse sinceramente felice, poi si avvicinò a Leonardo e gli prese la mano invintandolo fuori dal bagno.
- Ora dovresti tornare da Camille, credo ci sia rimasta male - lui la bloccò, non aveva nessuna intenzione di tornare a ballare con quella ragazza.
Fece spallucce - Non importa, tanto non mi piace - ammise il ragazzo.
Lily lo guardò con aria confusa - Cosa? Perchè l'hai invitata allora? - chiese lei senza capire.
Non avrebbe potuto dirgli che l'aveva invitata per farla ingelosire senza farle capire che era innamorato di lei così si limitò a - Dovevo trovare una ragazza - disse con aria disinteressata.
- Non è carino da parte tua - disse Lily contrariata - Mi dispiace per lei, le piaci davvero - spiegò ma a Leonardo ciò poco importava.
- Capita di non essere ricambiati - disse alludendo chiaramente a qualcos'altro ma lei non capì e si limitò a trascinarlo nella stanza sussurrando un - Dai, torniamo a divertirci - sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo.