Sapeva che quel posto non le apparteneva, che quel posto l'avrebbe calpestata. L'aveva capito dalla sola prima volta in cui aveva messo piede a Milano, per "rincorrere il padre ogni volta che doveva cambiare lavoro", come diceva lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Erano tre giorni che continuava a piovere. Bellissimo modo per cominciare la scuola, cosa che sarebbe accaduta praticamente il giorno dopo, praticamente poco prima di tre ore, praticamente erano le tre di notte, e non avevo nemmeno un po’ di sonno. Se non dormivo in quel momento, avrei dormito fino alle dodici e non sarei andata a scuola (anche se la cosa mi avrebbe fatto molto comodo). Andai in cucina, presi uno di quei sonniferi che usava il nonno e andai a letto.
Cosa è successo poi non lo so, so solo che mi sono svegliata cadendo dalla unica cosa che amavo davvero: il mio letto. Dopo questo risveglio traumatico le cose non potettero che peggiorare: colazione al latte di soia e biscotti integrali, doccia fredda e umiditarricciacapelli. Mi ero trasferita da poco a casa dei miei nonni italiani a Milano e avrei cominciato il liceo lì, lontana da i miei amici, dalla mia casa e dai miei genitori, che avrei visto solo al termine dei miei studi. Ma quel giorno di scuola cambiò qualcosa, qualcosa che mai mi sarei aspettata accadesse.