Quella notte, era una notte d'estate, calda e buia.
Era ormai notte fonda, ma mi trattenni ancora un po' sul mio libro preferito, che decisi di leggere per l'ennesima volta.
Chiusi il libro, spensi la luce e chiusi gli occhi.
Cercai di immaginare qualcosa, come faccio sempre prima di andare a dormire; ma mi vennero in mente solo visi inquietanti, e immagini raccapriccianti.
Pensai che dovevo addormentarmi al più presto, ebbi una sensazione di panico che mi preoccupava molto.
Ad un certo punto sentii un brivido percorrermi la schiena, e un gelido respiro sulla nuca.
Sapevo che non c'era niente dietro di me, ma sentivo come una presenza, qualcuno che mi stesse osservando mentre dormivo.
Avevo ancora gli occhi chiusi, li strizzavo forte, e chiedevo aiuto dentro di me. Speravo che qualcuno accorresse in mio aiuto, aprisse la porta all'improvviso, urlasse per rompere quel silenzio che era diventato sempre più angosciante.
Decisi di girarmi, per soddisfare quel desiderio che avevo di scoprire cosa fosse; chi fosse.
Mi prese. Sentii un urlo dentro le mie orecchie, un raccapricciante urlo di dolore che sembrava reale. Non riuscivo a respirare, mi contorcevo in un dolore che non provavo realmente, non riuescivo a chiudere gli occhi. Quelle immagini che scorrevano davanti ai miei occhi non potevano essere fermate. Immagini paurose, che neanche io ora saprei descrivere. Trasmettevano dolore, paura. Avrei dato qualsiasi cosa per ricominciare a vedere quel buio che, a confronto a quel che scorreva davanti ai miei occhi, sembrava sereno ed accogliente. Quegli attimi non finirono mai, e, quando si conclusero, era troppo tardi.
Ormai i visi inquietanti che prima immaginavo erano divenuti realtà.
Ed io ero uno di loro.