Mycroft scrutò per l'ennesima volta Sherlock - lo farai. Per la regina -
- perché mai dovrei? -
- perché ti servono soldi, Sherlock e io sono l'unico che te li possa dare -
- sai meglio di me che se volessi potrei rubare il diadema senza che nessuno se ne accorga -
- tua convinzione, fratellino - il più grande dei due fece uno dei suoi soliti sorrisi gelidi - in cambio ti regalerò il violino che desideri tanto, quello custodito nella stanza imperiale -
- per quale motivo? -
- perché il nostro regno ha bisogno di un principe che è stato rapito quando era piccolo -
- Lo trovo davvero noioso -
- noioso? Un ragazzo che sin dall'età infantile non è stato più rinvenuto in nessun luogo? Nemmeno gli esperti, che hanno studiato più di te la geografia di questo luogo non l'hanno trovato e tu davvero non vuoi tentare? - il moro lo guardó a lungo, non voleva dargliela vinta ma l'idea del violino più maestoso di tutti i tempi unito a un bel po' di soldi non gli avrebbe fatto male, ma non era solo per quello.. Anche la scomparsa del principe lo interessava molto, inoltre stimolava il suo intelletto, sempre a caccia di nuovi casi, sempre più complicati. Fece un grande sospiro - accetto. - il fratello aggiunse - non te ne pentirai, ti forniremo.. -
- niente rifornimenti, ci riesco da solo.. - all'improvviso vide un cavallo bianco andargli contro e lo schivó prontamente - Mh.. Voglio quel cavallo -
- ne sei sicuro? È indomabile... Come te. -
- lo voglio. E ora, se non ti dispiace, parto subito - mycroft annuì e lo guardó allontanarsi all'improvviso, mentre il cavallo lo inseguiva, quasi sapendo il suo scopo.
Non ci volle molto perché trovasse la torre, era stato abbastanza semplice, essa era nascosta da foglie e cespugli ed era al di fuori della città. Guardò le possibili entrate e notò che erano tutte bloccate, perciò inizió ad arrampicarsi, arrivando dentro la finestra in cima alla torre, ma quando la raggiunse qualcosa o qualcuno lo colpì, mettendolo fuori combattimento.
Al suo risveglio vide un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi di un azzurro penetrante, che lo fissava impaurito e che lo aveva legato ad una sedia - che.. Che ci fai tu qui?! E chi sei?! - il moro alzò gli occhi al cielo - mi chiamo Sherlock Holmes e sono un consulente investigativo, aiuto i gendarmi quando hanno bisogno di qualcuno che risolva i casi, ovvero sempre. Tu sei John Watson e ti hanno segregato qui fin dalla più giovane età, ad ogni tuo compleanno vedi le lanterne e hai una grande voglia di uscire ma non puoi a causa del pentimento che potresti provare nei confronti di sally, quella che tu consideri tua madre e che ti vieta di uscire.. È giusto? - il biondo rimase a bocca aperta - ah.. È.. Fantastico! - il consulente lo scrutò - stai parlando seriamente? -
- si! È stato meraviglioso - Sherlock arrossì e un leggero sorriso nacque sulle labbra del moro - credo si dica.. Grazie - John gli si avvicinò con gli occhi che brillavano.. Quegli occhi.. Sembravano due gemme dell'oceano.. Stupendi - come hai fatto? -
- ho semplicemente dedotto.. Hai le iniziali JW sul tuo cofanetto, quindi presumo che John Watson sia il tuo nome ,inoltre hai dipinto sul muro delle lanterne e tu che le osservi dal prato, da lì l'idea che tu abbia una grande voglia di uscire.. Per il compleanno te lo spiegherò a tempo debito.. Ma non l'hai ancora fatto, perciò qualcosa ti blocca.. Che cosa? Non certo l'altezza, sei abituato ad arrampicarti, perciò un legame affettivo, quello più stretto, quindi dei parenti, probabilmente genitori, una madre, dalla cura che ha verso di te, si chiama sally.. Ci sono dei disegni che hai fatto da piccolo lì e c'è scritto "mamma sally" con dei cuori.. Ho solo fatto un collegamento - John rimase a bocca aperta tutto il tempo del racconto - straordinario - Sherlock arrossì ulteriormente e il suo sorriso si allargò - sei il primo che me lo dice -
- e tu il primo ad essere entrato qui - lo slegò - perché sei qui? -
- non te lo posso spiegare.. Solo una volta arrivati a casa potrai capire.. -
- a casa? Ma è questa la mia casa.. -
- non più.. Vuoi restare rinchiuso qui dentro per l'eternità? Non potendo mai vedere la luce, sentire l'erba sotto i piedi, correre con l'adrenalina che ti scorre dentro, poter vedere le lanterne che desideri tanto? - il biondo lo guardò indeciso - vieni via con me, John, vieni via con me e dimenticati ogni cosa, chi sei, chi eri, chi sarai - il giovane chiuse gli occhi sentendo il sussurro del moro nel suo orecchio e con un respiro profondo ,annuì ,mettendosi in viaggio.
John non aveva mai visto né sentito quelle che ora stava provando, lui e sherlock avevano superato la foresta ed erano arrivati in città e il biondo non sapeva se essere più estasiato da tutte quelle persone che camminavano intorno a lui o se esserne spaventato.. Sherlock aveva da poco scoperto che il motivo per cui sally teneva nascosto john erano i suoi capelli biondi, i quali, appena il biondo provava una certa emozione, si illuminavano e facevano miracoli: potevano guarire, ringiovanire, salvare vite umane. Ecco perché la megera non aveva voluto che nessuno lo toccasse e ora li inseguiva come una forsennata con i suoi servi, ma ormai sherlock e John erano arrivati in mezzo al lago che conduceva al castello, scampando a mille ostacoli e a quegli scagnozzi e mentre stavano lì, all'improvviso, miliardi di lanterne si librarono in aria illuminando a giorno il cielo notturno ed il lago. Il moro guardò, perdutamente innamorato, il biondo.. Mai avrebbe creduto che avrebbe provato dei sentimenti.. Infatti, credeva di non avere un cuore per amare qualcuno, eppure John era riuscito ad entrare dentro di lui e riempire il vuoto che aveva avuto da sempre, tuttavia c'erano ancora degli ostacoli.. Oramai non voleva più il violino, né i soldi, solo il suo Jawn affianco a sé per tutta la vita, ma non sapeva come confessargli la verità, ovvero che quella che lui credeva sua madre non lo fosse realmente e che, all'inizio, l'unico scopo era quello di prendere dei regali in cambio di lui, come fosse stato un oggetto.. Ma se avesse reso il ragazzo non l'avrebbe potuto sposare, perché era impossibile che un ragazzo sposasse un maschio, per di più borghese e non nobile. Lo scrutò, era così bello ,circonda da tutte quelle luci che si riflettevano nei suoi occhi e nella sua gioia, non poteva fare proprio a meno di lui.. Gli si avvicinó lentamente e lo baciò con tutta la dolcezza che possedeva, sentendo quelle labbra meravigliose schiudersi al contatto con le sue - Sherlock - sussurrarono dopo - io ti amo - il consulente si sentì morire sia dalla felicità che dalla tristezza - non puoi. -