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Autore: Awesomissima123    02/02/2015    3 recensioni
27 febbraio 1919: nasce la Repubblica Socialista Sovietica Lituano-Bielorussa.
" molto astuto rispedirmi indietro le mie lettere fatte in minuziosi pezzettini misti a potpourrì rosa."
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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27 febbraio, 1919

 

Caro Polonia,

Non avrei mai voluto che lo scoprissi così. Ti prego, sono solo affari di stato e sai benissimo che non ho mai avuto molta scelta.
Ho provato ad avvisarti prima: molto astuto rispedirmi indietro le mie lettere fatte in minuziosi pezzettini misti a potpourrì rosa.

Confidando che aprirai questa missiva e confidando tu abbia smesso di essere così arrabbiato, ti saluto.


Lituania.

 

 

 

 

30 febbraio, 1919

 

Caro (ma tipo per nulla) Lituania,

Io non sono arrabbiato tipo nella maniera più assoluta, tipo non ho distrutto io le tue lettere anche se mi complimento per la scelta del puopurrì, chi l'ha fatto deve essere totalmente elegante.

Non sono tipo arrabbiato per nulla.

Confidando che presto riuscirò ad impiantare quei tipo di razzi nel sottosuolo della mia terra per tipo, distruggere totalmente casa tua e confidando che Bielorussia, quella psicotica totalmente fuori, ci resti sotto, insieme a te, non ti saluto per nulla.

 

Polonia.

 

 

 

6 marzo, 1919

 

Caro Polonia,

Non esiste il trenta febbraio. Ti prego di non scrivermi più certe cose su Bielorussia che intercetta la mia posta. Sono stato costretto a nascondermi nel bagno per quattro giorni, per questo non ho risposto prima.
Ti prego, calmati e ravvediti.

Ti saluto,

 

Lituania

 

 

9 marzo, 1919

 

Caro (ma totalmente per nulla, puoi anche tipo agonizzare tra le mani di Bielorussia) Lituania

il trenta febbraio è totalmente riconosciuto dalla legge polacca e non è colpa mia se tu, vivendo con Bielorussia, non lo sai: è evidente che tipo non ti interessa nulla della Polonia e delle leggi che viggono. Come del calendario.

Mi dispiace per essere stato la causa dell'incresciosa reclusione nel bagno. In ogni caso...
BIELORUSSIA è TIPO SUL SERIO UNA PSICOPATICA MANIACA, ANCHE TOTALMENTE RACCHIA.

E RUSSIA PREFERIREBBE FARSI RIFARE IL GUARDAROBA TOTALMENTE DA ME CHE SPOSARSELA.

Lo dicevi sempre anche tu.

Non ti saluto tipo per nulla.

 

Polonia.

 

 

 

 

20 marzo, 1919

 

 

Caro (ma proprio tipo per nulla) Lituania,

Confido che questa volta tu non sia riuscito a chiuderti in tempo nel bagno e che tipo Bielorussia ti abbia affettato le dita delle mani, vista la tua totale assenza di risposte.

Confidando che tu stia totalmente morendo dissanguato, ti sto facendo costruire un'elegantissima bara rosa.

Non ti saluto, neanche, tipo, per scherzo.

Polonia.

 

 

 

 

1 aprile, 1919

 

Caro (e spero tipo morto stecchito) Lituania,

Ti ho inviato la bara, spero tu ne faccia buon uso.
Non ti saluto, anche perché sarai tipo morto se continui a non rispondere.

 

Polonia.

 

 

 

 

 

 

16 aprile, 1919

 

LIET MA TIPO SEI MORTO SUL SERIO?
Cioè sei TOTALMENTE MORTO?

 

 

 

27 aprile, 1919

 

Caro Polonia,

Non sono “totalmente” morto. “Totalmente”: c'è qualcuno che muore solo per metà o solo per un quarto?

Sentitamente colpito per la tua preoccupazione,

 

Lituania.


 

 

30 aprile, 1919

 

Maledettissimo e tipo per nulla caro, Toris

Sei uno scostumato di prima categoria e, tipo, non transigo sul tuo silenzio. E IO NON SONO PREOCCUPATO.

Sentitamente costernato per il fatto che tu abbia ancora, tipo le dita con cui scrivermi.

 

Polonia.

 

 

 

2 maggio, 1919

 

Caro Feliks,

Scusami, sono stato in terapia intensiva per quasi venti giorni, dopo che Bielorussia ha letto le tue parole. Quelle che hai spacciato per mie.

Potresti smettere di minacciarmi di morte?

Sentitamente divertito perché TU NON SEI TOTALMENTE PREOCCUPATO.

 

Lituania.

 

 

 

 

6 maggio, 1919

 

Caro Polonia,

Penso che il delinquente che mi rispedisce le lettere indietro, si sia di nuovo impossessato della tua posta.
Signor delinquente... Potrebbe dire a Polonia che può essere arrabbiato quanto vuole ma io smetterò di scrivergli il giorno in cui lui smetterà indossare ridicoli abiti da donna rigorosamente rosa?

 

Lituania

 

 



7 maggio 1919

 

TU SEI TOTALMENTE IGNORANTE PER QUANTO RIGUARDA MODA E STILE.

Il delinquente che intercetta la posta di sua maestà Polonia.

 


 

10 maggio 1919

 

Esimio delinquente che intercetta la posta di Polonia,

Vorrebbe ricordargli, gentilmente, che in ogni caso, adoravo quando si presentava a casa mia vestito con i ridicoli abiti da donna rigorosamente rosa?

 

Lituania

 



15 maggio, 1919

 

Caro Lituania,

è totalmente divertente che tu sia così sfacciato con la penna ed abbia la prestanza e lo charme di un budino quando, invece, ci troviamo faccia a faccia. Tipo, pensa alle mie gambe totalmente perfette quando dormi CON QUELLA RACCHIA DI BIELORUSSIA CHE NEANCHE CONOSCERà CERETTA.

 

Polonia.

 

 

1 giugno, 1919

 

Caro Polonia,

sei osceno ed imbarazzante. Io, poi, stavo parlando con il delinquente, non con te.

Lituania.

 

 

 

 

5 giugno, 1919

 

Caro Lituania,

Ma tipo sei totalmente demente? Ma quale delinquente? Tipo non hai ancora capito che non esiste?
Liet, mi fai ridere e tipo potrei risparmiarti, in ogni caso, tu, aspettami.

 

Polonia.

 



20 giugno, 1919

 

Caro Polonia,

scusa se non ho risposto prima: dovevo riprendermi dall'incresciosa notizia che il delinquente non è mai esistito! Me l'hai fatta!

Ti ringrazio immensamente, sei un sovrano dal cuore generoso e pieno di compassione.
Polska, io ti aspetto, ma questa volta non riesco a capire in quale tipo di vaneggiamenti tu ti sia perso.

Se ti fa stare bene, sì, ti aspetto.

Con affetto,

 

Lituania.

 

 

 

 

 

 

 

25 agosto 1919

 

-Te l'avevo detto di aspettarmi.-

Lo aveva guardato di sottecchi, con la solita espressione sorniona e gli occhi verdi maliziosi, poggiato allo stipite della porta di casa sua, si guardava le unghie delle mani con fare disinteressato, come se quelle fossero più interessanti di lui. E Lituania davvero non sapeva come interpretare quella visita, restò, come sempre, bloccato, con la prestanza e lo charme di un budino, per parafrasare Polonia, che ora gli stava davanti.

 

-Chiudi la bocca, Liet, sembri tipo un merluzzo.-

 

L'aveva scansato ed era entrato in casa senza curarsi di chiedere il permesso, la mantellina verde aveva fluttuato e quasi aveva colpito Lituania negli occhi, quest'ultimo l'aveva seguito con lo sguardo ancora basito, poi un fulmine gli attraversò la mente e lui rabbrividì a quel pensiero: se Bielorussia l'avesse trovato lì, non ci sarebbero state porte capaci di arginare la furia omicida di quella donna. Avrebbe fatto a pezzi Polonia, per poi spargere sui suoi resti del puotpurrì rosa, 'chè la sua nuova coinquilina cose sadiche del genere le avrebbe tranquillamente potute fare. E questa era l'ipotesi più gioviale che riusciva a partorire la sua mente in quel momento.

Scattò accanto al polacco e lo bloccò poggiandogli, rigido le mani sulle spalle.

 

-Liet, quanta irruenza e pensare che sono totalmente sprovvisto di ridicoli vestitini totalmente rosa!-

 

E Feliks era sempre drammaticamente incosciente. Sospirò sconfortato, senza, tuttavia riuscire ancora a parlare diviso tra la contentezza di averlo lì e l'irritazione per la poca serietà con cui l'altro prendeva ogni questione, di qualunque cosa si trattasse. Prima o poi si sarebbe fatto male seriamente ma, Lituania, pensò che non voleva fosse quello il momento, pensò che se c'era lui con Polonia, non avrebbe dato modo agli altri di fare male al suo compagno, compagno che chiamare particolare era solo terribilmente riduttivo. Polonia si liberò della presa e con un gesto della mano si aggiustò i capelli biondi dietro ad un orecchio.

Toris, in tutto quel tempo, era stato terrorizzato dall'idea di dimenticare la sfumatura dorata di quei capelli, o il tono strascicato di quella voce. Non avrebbe mai voluto dimenticare quegli occhi perennemente colmi di malizia e disinteresse, persino di sufficienza.

Andavano bene i suoi modi strambi, i suoi vestiti da donna, andavano bene le sue pretese egoiste e le sue strategie militari inconcludenti.

Andava bene persino la passione viscerale per il rosa ed i pony.

Andavano bene, perché ora era lì.

Ma non poteva restare.

 

-Polska, se Bielorussia ti trova qui, dopo quello che hai scritto...-

-Ma tipo, neanche mi saluti? Sei così totalmente noioso!-

 

Si era alzato sulle punte e aveva incrociato le mani dietro il suo collo.

Troppo terribilmente vicino.

Perchè era così difficile respirare?
Perchè continuava a restare così vicino?

 

-Liet, ti ricordi che ho totalmente invaso Vilnius, che poi ho tipo invaso Minsk? Liet, legge polacca per tutti.-

-Pol, sì, lo so... ma?-

 

Si sbilanciò per poggiare le labbra sulle sue, fu un contatto tanto veloce da sembrare inesistente e con il viso infuocato, Lituania, si domandò se non se lo fosse immaginato ma Polonia non aveva sciolto l'abbraccio e continuava a guardalo dritto negli occhi.

 

-Allora oggi si è sciolta la Repubblica Socialista Sovietica Lituano-Bielorussa. Che tipo di nome totalmente cafone ed orribile!-

 

Lo baciò ancora, velocemente, come poco prima e questa volta si staccò, allontanandosi e iniziando a guardarsi intorno, si specchiava in ogni superficie possibile come se gli avesse dato la più normale delle nuove, come se si fosse presentato per dirgli che splendeva il sole. Lo osservò vagare per casa sua, quasi saltellando: vedendolo in quel momento, nessuno avrebbe creduto alle sue imprese militari, anche per non era mai stato famoso per un'arguta tattica. Anzi, spesso si limitava a piagnucolare o a millantare forze pontentissime che non aveva. O peggio, si limitava a farlo preoccupare per ogni minima cosa.

Ora era lì, a dirgli che l'aveva liberato di Bielorussia.

Prego, dopo che lui aveva rovinato una convivenza pacifica con Bielorussia. Quella donna era persino piacevole se trattata nel modo giusto e a Toris non disturbava per nulla la sua presenza. Poi Polonia aveva fatto di tutto per rendergliela un inferno.

Polonia che continuava a stupirlo ed aveva cacciato la forza, davvero, solo per tornare lì.

In cambio gli aveva chiesto solo di aspettare.

Lui aveva aspettato. Ed ora era intontito e bloccato con il viso rosso, gli occhi spalancati ed una mano sulle labbra, lì dove c'era stato il veloce contatto.

E con la prestanza e lo charme di un budino.

Polonia si era girato e gli aveva fatto un occhiolino, per poi mandargli un bacio da lontano che suonò come un debole “chu”.

 

-Inizia ad aggiungere, tipo, il trenta febbraio a totalmente tutti i tuoi calendari, Liet.-

 

 

 

 

 

   
 
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