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Autore: TheHappyHippyGirl    03/02/2015    3 recensioni
...Due cose completamente diverse ma tremendamente bene insieme...Come i tasti di un pianoforte, capaci di creare una magia meravigliosa...
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Bianco & Nero
Salve a tutti, sono una neoiscritta a questo sito, e questa è la prima fan fiction che io pubblico
Questa fan fiction è stata scritta da me e da un’amica non ancora iscritta a efp. Siate buoni con i commenti poichè siamo piccole…Spero vi piaccia, buona lettura!
 
A Nico Di Angelo piaceva il nero.
Tutti davano per scontato che essere figli del dio della morte significasse necessariamente amare il nero. E’ il ragionamento più semplice e apparentemente più logico.
Ma Nico amava il nero per altri motivi.
Perché gli ricordava i capelli corvini di Maria Di Angelo, sua madre, e la treccia da Cacciatrice della sorella Bianca, del medesimo colore.
Aveva anche un pianoforte nero quando viveva in un collegio con la sorella. Era in una stanza nascosta della grande scuola, i due fratelli vi si intrufolavano la mattina presto, prima che tutti si svegliassero.
Ricordava come Bianca lo prendeva per mano e lo trascinava accanto a sé, vicino al pianoforte, e gli insegnava a suonare.
Ma più del nero, Nico amava come il nero e il bianco si fondessero, come, anche nel pianoforte, i tasti neri e bianchi potessero insieme, creare qualcosa di magico.
Amava come due cose contrapposte potessero stare così tremendamente bene insieme.
Non a caso c’era un pianoforte nella casa per i figli di Ade, tutti lo credevano uno stupido mobile messo per riempire la stanza, nessuno sapeva che quelle poche volte che Nico restava al Campo, quel pianoforte, era l’ unica cosa con cui riusciva a relazionarsi…
Quella mattina Nico stava per uscire dalla casa, l’unica luce che illuminava la stanza era qualche raggio pallido che filtrava attraverso le tende nere della finestra. Il figlio di Ade poggiò appena la mano sulla maniglia, poi, presumibilmente senza alcuna ragione, si girò, attraversò a grandi passi la stanza  e si sedette velocemente al pianoforte, il tutto freneticamente, ma in modo naturale, come se non avesse fatto altro tutta la vita.
Nico non suonava spesso, era sicuro di non ricordarsi molto come si faceva, eppure mentre poggiava le dita sui tasti freddi i movimenti vennero da sé, fluidi, e il ragazzo si sentì a suo agio. Dopo tutto questo tempo era finalmente felice…
Non sapeva di preciso quale brano stava suonando, glielo aveva insegnato Bianca tanto tempo prima, se lo ricordava ancora e lo faceva sentire come se la sorella fosse ancora lì con lui.
Quella melodia era dolce, triste e allegra al contempo. Nico pensò a tutto quello che aveva passato, riguardando le scene migliori e peggiori della sua vita fino ad allora.
Vide il casinò Lotus negli anni ’40, poi il collegio con i due mostri come insegnanti, vide sé stesso, piccolo, suscettibile, nell’ incontro con Percy Jackson, vide sua madre che lo portava in braccio e gli cantava una canzone in italiano, vide la morte e il fantasma di Bianca, vide il Tartaro, il padre Ade che gli sorrideva intenerito, e infine vide la scena più atroce e umiliante: quella con Eros e Jason quando aveva confessato l’ amore per Percy. Sembrava passata un’ eternità… e invece era passato soltanto qualche mese.
Gli vennero le lacrime agli occhi, voleva urlare, fidarsi di qualcuno, voleva eliminare il fardello che da sempre portava nel cuore, voleva sentirsi parte di qualcosa, importante per qualcuno, essere libero di esprimere ciò che voleva.
Si meravigliò di ciò che stava suonando, che da qualche accordo inesatto messo insieme ad un altro era diventata una vera e propria musica. Questo andava ben oltre quello che gli aveva insegnato la sorella, esprimeva tutta l’ansia, la rabbia, la delusione, la felicità e l’ amore che provava.
Suonare il piano non era per niente una dote dei figli di Ade, ma per Nico era una cosa naturale, quasi meccanica… Aveva scoperto un nuovo mondo, dal quale non se ne sarebbe mai separato. Aveva scoperto qualcosa in cui era bravo senza far spaventare nessuno.
Il rumore della porta che si apriva destò il figlio di Ade dal mondo in cui era entrato mentre suonava.
“Ho bussato. Ehi, Nico. Devi venire a fare colazione. Comunque bella la canzone.” Disse un Will Solace sorridente mentre si passava una mano tra i ricci biondi.
“Vengo subito” borbottò il figlio di Ade, mentre la sua carnagione pallida assumeva una violenta colorazione cremisi dalla vergogna, asciugandosi le lacrime in fretta e furia.
Nessuno l’aveva mai visto o sentito suonare eccetto Bianca.
I due ragazzi uscirono dalla casa.
Da lontano sembravano una strana coppia: il buio e la luce, l’ombra e il sole, il nero e il bianco, due cose completamente diverse, ma tremendamente bene insieme…Come i tasti di un pianoforte, capaci di creare una magia meravigliosa…
 
   
 
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