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Autore: Sid Draco    04/02/2015    4 recensioni
questa non é una storia di una persona o di un personaggio. questa é la storia di un noi, un amore, nel mondo moderno, ma forse non abbastanza. o forse, semplicemente, alcuni problemi restano, nel tempo e nello spazio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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questa non é una storia di una persona o di un personaggio. questa é la storia di un noi, un amore, nel mondo moderno, ma forse non abbastanza. o forse, semplicemente, alcuni problemi restano, nel tempo e nello spazio.

 

questa storia comincia qui, su questo sito, EFP. 

da una recensione ad una storia.

 

Buonasera.

La storia è molto originale, complimenti. Ci vuoledavvero molta fantasia.

Complimenti.

 

Purtroppo peró ci sono innumerevoli errori grammaticali. I tempi sono tutti mischiati! Dovresti fare più attenzione mentre scrivi e rileggere per correggere, o se non tu senti in grado darlo da correggere a qualcun altro.

Continua così!

 

A presto

Sid Draco

 

da una risposta.

 

Grazie mille! Si,in effetti i tempi verbali sono la mia croce... Io rileggo,e di errori non ne trovo... Io in realtà ho una beta,anzi due,però non sono propriamente beta... La prima discute con me per le idee e la struttura,ma non corregge,e l'altra commenta e basta... Cercherò qualcuno,grazie comunque per i complimenti e le critiche,continua a farmi sapere se qualcosa non va,per favore. :)

 

da un offerta:

saró io la tua beta.

 

é cominciata cosí questa storia, da degli errori.

 

poi, un amo. un messaggio, che disse piú di quanto ci fosse scritto.

 

Ottimo! Saró felice di aiutarti il più possibile!

Per qualunque cosa sid Draco c'é :D

A presto

 

“ Per qualunque cosa sid Draco c'é”

 

forse, in fondo, non cercavo dei capitoli da betare.

forse, in fondo, cercavo solo qualcuno da amare. dietro uno schermo, perché, si sa, dai una maschera ad un uomo e ti mosterá chi é realmente. *

forse, in fondo, cercavo solo un mondo fatto di cristallo, bello e fragile, dove poter essere ció che sono. dove potermi mostrare.

forse, in fondo, ero solo stanca di una maschera.

 

cosí cominciammo a scambiare messaggi. inizialmente era solo “lavoro”. lei scriveva, io correggevo, discutevamo degli errori e di alcune modalitá di scrittura. fino al giorno in cui mi scrisse questo messaggio.

 

Grazie grazie grazie! Si,rimaniamo come hai detto tu,é meglio. Oggi cerco di scrivere il nuovo capitolo e mandartelo,ma non ti assicuro nulla perché lavoro... Spero di farcela!! Grazie,a presto. P.S. Ti va di conoscerci un po'?

 

lei non lo sapeva, ma io giá cominciavo ad aspettare i suoi messaggi con ansia, senza sapere come fare ad avvicinarla senza spaventarla. 

invece lo fece lei. 

 

mi chiese l’etá, e rimase stupita che non fossi una quarant’enne. forse in fondo la maschera l’avevo messa. 

ma era arrivato il momento di toglierla.

 

ci conoscemmo un po’ meglio, ci scambiammo i numeri di telefono, e chiaccherammo. ci sentimmo a voce, inizialmente era strano, gli accenti diversi, molte risate. ci raccontavamo di tutto, avevamo anni di vita da recuperare. ridemmo e, un giorno, anzi una notte, piangemmo. 

mi disse di chiamarla qualunque cosa succedesse, a qualunque ora del giorno e della notte. 

e cosí feci. la chiamai alle due del mattino, probabilmente in lacrime, non ricordo. un incubo, il passato che tornava. 

non si arrabbió, mi stette accanto, sussurrando parole di conforto. 

 

diventammo amiche, eppure volevo qualcosa di piú. piú ci avvicinavamo e piú sentivo che fosse troppo lontana. non mi sentivo abbastanza importante nella sua vita, mi narrava della sua migliore amica, a sentir lei una figa da paura, e volevo esserci io al posto di quella ragazza. 

proprio narrandomi della sua amica mi disse il suo piccolo segreto: il suo cuore era aperto anche alle donne.

io avevo il medesimo segreto, che segreto non era, visto che oramai lo sapeva tutto il mondo. il mio mondo.

 

un giorno, peró, mi scrisse un messaggio.

sua madre non voleva che ci sentissimo. per lei ero solo una sconosciuta possibile malintenzionata conosciuta su internet. non aveva nemmeno la certezza che fossi una donna. la voce, le foto, i video, nulla. non bastavano per rendermi reale.

eppure lei si oppose e la madre acconsentí a non farci troncare. non che ne fosse possibilitata, in effetti. 

 

tutto ció accadde durante le vacanze, io stavo all’estero e, per uno sfortunato imprevisto, per tornare alla mia cittá, che casa non chiamo, dovetti passare vicino a lei. qualche decina di chilometri. 

avremmo potuto incontrarci, eppure non accade. 

forse era troppo presto, sta di fatto che i suoi impegni e sua madre non ce lo permisero.

 

tornai alla mia cittá, e la nostra storia continuó.

ed é li che divenne storia.

cominciammo a preoccuparci, a pensare come sarebbe stato se ci fossimo innamorate. se una delle due avesse provato un sentimento non ricambiato. 

cominciammo a fantasticare, come sarebbe stata la nostra vita se fossimo innamorate?

 

parallelamente a questi pensieri si sviluppó il sentimento. non capivamo cosa fosse. era bello. era infinito. 

giornate da sogno, improvvisamente l’inferno non bruciava piú. non c’era piú quel gelo interiore. 

c’era solo lei. 

sorridevo tutto il giorno. io! che alle scuole medie avevo vergogna del mio sorriso e lo nascondevo. 

ci dicevamo molte cose, cercavamo di esprimere ció che provavamo, eppure messaggi infiniti, centinaia di parole, ore al telefono non riuscivano ad esprimere.

era troppo grande.

era troppo perfetto.

 

una sera, con la solita paura della notte e del sonno, le chiesi di restarmi vicino.decise di raccontarmi una storia.

lo facevamo spesso, narrare. si sceglievano i soggetti e le situazioni assieme, poi una delle due narrava. 

quella sera il soggetto eravamo noi.

la situazione era la nostra vita assieme.

 

cosí cominció la storia che, un giorno, spero di riuscire a pubblicare su questo stesso sito assieme a lei.

alcuni punti non coincidevano con il mio carattere, non mi sarei comportata a quel modo. cosí ci scambiavamo di ruoli. lei ascoltatrice, io narratore.

e fu cosi che le lo dissi, in una storia, con dei personaggi, che poi eravamo noi. 

ti amo. 

anche io ti amo.

 

la nostra storia era cominciata nuovamente, sempre attraverso una storia. 

 

non stavamo assieme. non mi sembrava abbastanza reale ed onorevole chiederlo cosí, con un messaggio.

chiesi a mio padre di andarla a trovare. i soldi li avevo. un treno lo sapevo prendere. 

disse si.

 

accadde velocemente, fosse troppo, ed i suoi genitori non ebbero la capacitá di impedircelo. tentarono, spaventati, ma non ne ebbero il tempo. 

era deciso. sarei ndata da lei, mezza italia piú in lá. 

ebbimo la spiacevole idea di rivelare il nostro amore ai suoi genitori solo due giorni prima del giorno del nostro incontro. probabilmente sbagliammo noi.

qualunque genitore, convinto ancora dell’infantilitá ed innocenza della propria figlia, che scopre essere omosessuale, innamorata di una ragazza conosciuta su internet, che tra quarantotto ore si presenterá a casa sua, resterebbe fortemente shockato.

 

quei due giorni non furono piacevoli. 

non ci sentimmo. il telefonino di lei era sotto sequestro. 

passai quarantotto ore in ansia, senza dire nulla a quella che dovrei chiamare famiglia, a piangere disperatamente.

poi, la sera prima, meno di dodici ore prima della partenza del mio treno, mi chiamó la mia bella. dal cellulare della madre.

ed io, cosí ferita e disperata, seppi solo urlarle contro in lacrime.

ripensandoci erano stati due giorni d’inferno per entrambe. non dovevo urlarle contro, aveva appena rivelato alla sua famiglia della propria omosessualitá.

 

alle sei del mattino andai in stazione, quasi persi il treno, ma ce la feci.

arrivai alla stazione dove lei mi venne a prendere. 

ero in contatto con la sua sorellina piccola, cosí ci trovammo quasi subito.

mi presentai al padre, abbracciai la sorella, ed infine lei.

la mia bella.

la mia amata.

il mio mondo.

 

fu bellissimo. l amavo davvero. nessuna foto o video potevano eguagliare tale perfezione. era lei eppure non lo era. era diversa eppure era uguale.

era lei.

ed era mia.

beh, teoricamente non ancora.

 

andammo al suo paesino. stettimo assieme a lungo. senza baciarci, solamente tenendoci per mano e abbracciandoci. eravamo imbarazzate eppure volevamo amarci anche col fisico, ora che potevamo.

io avevo nel portafogli un anello, comperato su internet. forse sembrerá un po’ rdicolo, un anello, alla nostra etá. ma non era un goiello vero, ma neppure un qualsiasi pezzo di plastica.

era l’anello ufficiale di priscilla corvonero, della saga di harry potter. attraverso quella storia ci eravamo conosciute, attraverso la sua fanfiction ambientata in quella novella. 

e lei é una corvonero in tutto per tutto.

stavamo alla finestra a parlare, quando passó una ragazza sotto di noi. lei mi disse il nome ed io la chiamai. era un paese piccolo, presto si sarebbe sparsa la voce che quela ragazza fosse mia. la mia ragazza.

eppure temevo non fosse il momento giusto.

 

pranzammo ed uscimmo di casa. andammo ad un campo, con un parco giochi ed un palco. non ho mai capito a cosa servisse quel palco. li accanto vi era un albero. lei lo chiamava il suo albero. mi volle mostrare la sua abilitá nel salirci, che peró fu subito battuta dalla mia. 

stavamo sull’albero, nel suo elemento, vosto che lei é una hippie sfrnata. 

tirai furi l’anello, tenendolo nella mano. non sapevo come chiederlelo, e non perché non fossi mai stata fidanzata e non sapessi come si facesse. nemmeno perché temevo un rifiuto. semplicemente perché era lei. ed era perfetta. cosí optai per una cosa emplice semplice. “eih, vuoi essere la mia ragazza?” porgendole l’anello.

gridó, e rispose di si. mi chiese se potesse baciarmi, ed alla mia risposta affermativa poggió semplicemente le sue labbra sulle mie, molto timidamente.

poi arrossimmo entrambe e mi mostró come scendesse dall’albero abilmente. stava per arrivare a terra quando sentí un tonfo. ero giá a terra, in piedi ad aspettarla. gli allenamenti di parkour ** erano serviti a qualcosa in fondo, a fare colpo sulla ragazza piú perfetta del mondo.

 

andammo sul palco, parlammo un po’, poi, non ricordo ne come ne perché, ci baciammo. lei sopra di me, insolito, nel nostro rapporto la posizione tende ad essere invertita, eppure era cosi. e non importava. eravamo solamente noi.

il mio primo vero bacio. ne uomini ne donne mi avevano mai dato una tale emozione. 

ero inamorata persa.  lo solo ancora.

fu il bacio piú bello della mia vita.

troppo felice per poter contenere nel mio esile corpo tanta emozione mi alzai e e mi buttai sul prato. mi srguí. altri baci.

andammo sulla riva di un fiume li vicino.

altri baci. altre coccole. altro amore.

 

ora. quattro mesi dopo, sto qui ad un computer. abbiamo avuto altre possibilitá di vederci, eppure non abbiamo potuto. i suoi genitori non mi hanno mai accettata realmente.

ci é vietato di parlare la sera.

ci é vietato di vederci fino ai diciotto anni.

persino, se la baciassi davanti ai genitori, a quanto pare, mi beccherei uno schiaffo.

 

tra pochi giorni é san valentino, e speravamo che fosse una scusa valida per vedersi. 

invece no.

l’omofobia vince.

la distanza vince.

 

ma vinceró io.

ti prenderó, phonix rouge ***

ti sposeró.

ti amo.

 

 

 

 

 

grazie a chi ha letto fino a qui.

non é riletto questo testo, é scritto di getto. é semplicemente cosa mi premeva sul cuore. 

spero qualcuno legga fino a qui. mi andava di raccontare questa storia.ne farei un libro, se non fossi impegnata a scriverne un altro. 

l’ho scritta anche per mostrare, a chi vorra leggere, che il mondo cambia, eppure certe cose restano. la distanza. l omofobia. non siamo abbastanza sviluppati per raggirare tali ostacoli? boh, sinceramente non lo so. forse semplicemente non vogliamo.

 

questa storia é dedicata alla ragazza che amo. 

 

*é una citazione, ma non rammento di chi. ho cercato su internet senza trovare nulla.

** é uno sport, il parkour, che consiste nel affrontare qualunque ostacolo si trovi sulla propria strada, che sia un muretto o un palazzo. saltandoci sopra.

*** é il nickname sotto il quale la trovate su questo sito.

 

spero mi rcensiate in tanti

sid draco

  
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