Capitolo 1
Alone In The Dark
La chiave girò nella serratura, la maglia si mosse e la
porta, dolcemente, si aprì. Ai entrò nella casa, anche oggi era rientrata prima
del fratello. Salì le scale, per poi arrivare nella sua camera. Buttò la borsa
sul letto e si mise davanti allo specchio. L’uniforme della scuola le piaceva
molto, soprattutto perché era stato suo fratello a regalargliela. Si spogliò e
si mise degli abiti più comodi. Si diresse nella cucina, ormai era ora di cena
e lui sarebbe rincasato in poco tempo. Indossò il grembiule e si mise ai
fornelli. Quella casa era troppo silenziosa per lei e le dispiaceva rimanere da
sola. Sentì un suono familiare, era la porta.
«Hikari?» chiese lei.
«Sono tornato.» rispose il ragazzo mentre si toglieva il
soprabito.
La ragazza, ancora intenta a cucinare, si voltò e i suoi
lunghi capelli rossi le si pararono davanti.
Quando suo fratello la vide si mise a ridere e lei si
imbarazzò.
«Cambiati e torna subito, che ormai è pronta!» disse Ai
sorridendo.
Hikari annuì e salì al piano di sopra.
La giovane, nel frattempo, notò che alcune ciocche di
capelli le erano rimaste tra le labbra, le prese e le spostò dietro
all’orecchio. Molte volte pensava di tagliarli, come quando era piccola, ma Hikari
più di una volta le aveva detto che a lei stavano bene lunghi.
Il ragazzo scese «Serve una mano?» chiese e la ragazza gli
rispose di sedersi, che aveva finito.
Hikari allora si sedette e il suo sguardo, incentrato sulla
ragazza, la metteva in suggestione. Ai mise al centro del tavolo la pentola e
si accomodò pure lei, di fronte al fratello.
«Buon appetito!» esclamò il ragazzo.
I due iniziarono a mangiare, ma l’attenzione della ragazza
era sul ragazzo. Recentemente lo vedeva cresciuto, nonostante fosse già un anno
più grande di lei. Tutti i giorni dopo la scuola, puntualmente lui andava a
lavorare e soprattutto non voleva che sua sorella facesse lo stesso, voleva
solo che studiasse e avesse una vita tranquilla. Ai lo scrutò dalla testa,
fissandosi su quelli spettinati capelli castani che le erano sempre piaciuti, al
viso, che guardava verso il basso e perciò non poté vedere gli occhi e infine
al ciondolo che aveva al collo. Quanti ricordi aveva quel pendente per lei. Si
portò una mano al petto e sentì il suo, di ciondolo. I pensieri della ragazza
iniziarono a viaggiare, portando a galla ciò che successe quasi sei anni prima.
I due bambini erano, come sempre intenti a giocare nel loro
cortile. I genitori li tenevano sempre d’occhio, mai che si facessero male o
chissà che cosa. Vivevano in città, in un piccolo appartamento, ma ogni tanto
passavano qualche giorno nella loro casa in campagna, come in quel giorno. La
notte stava lentamente coprendo il cielo, e i genitori fecero rientrare i
figli. La solita cena, il solito bagno, poi a letto. Eppure quella notte
sembrava agitata. Sarà il vento?
Il piccolo Hikari era sveglio e decise di destare dal sonno
anche la sorellina Ai. Gli disse di fare una collana, come quella che aveva la
mamma e lei, entusiasta, accettò. I due si impegnarono, usarono dei resti di
alcuni giocattoli. Ne fecero uno a testa.
Un rumore li disturbò, proveniva dal piano sottostante.
Magari era uno dei loro genitori, così la piccola Ai uscì di corsa per salutare
il papà o la mamma, per far vedere che riusciva a stare sveglia fino a tardi.
Raggiunse le scale e in fondo a esse intravide una figura maschile. «Papà?»
chiese la piccola incuriosita. La figura salì le scale, lentamente, e si fermò
davanti alla faccia impaurita della bambina, probabilmente aveva notato che era
un estraneo. Ai corse in camera e l’uomo la lasciò andare, che cosa avrebbe
potuto fare da sola?
Ai spiegò a Hikari che cosa aveva visto, il bambino si
sporse fuori dalla porta per vedere l’uomo. Era lontano e camminava, potevano
farcela a svegliare mamma e papà. I due uscirono e corsero verso la stanza dei
genitori.
«Volete svegliare mamma e papà?» disse tra sé e sé l’uomo
sorridendo, «Tanto meglio.»
I bambini urlarono e i genitori, preoccupati, osservarono
anche loro fuori dalla porta però non videro nessuno. “Magari i bambini avevano
avuto un incubo..” e con questo pensiero li rimandarono nella loro stanza.
Era stranamente caldo nella camera da letto dei genitori, ma
i due non ci fecero caso.
I figli non riuscivano a prendere sonno, avevano troppa
paura.
Qualcuno bussò alla loro porta e i due si nascosero sotto le
coperte. L’uomo entrò e i due lo videro bene i volto. Lunghi capelli neri, che
tendevano sul bianco, o forse grigio?
Gli occhi verdi, ma anche questi sembravano di un altro
colore, gialli. L’uomo si volse verso di loro e due file di fuoco entrarono
nella stanza, per ricoprire il tutto di un fuoco ballerino. E poi? Ai si
sforzò, ma cosa successe dopo? L’ultima cosa furono li occhi dell’uomo e il
fuoco, poi ricorda tutto bruciato, la casa era crollata e loro due, da soli, in
mezzo a quello che poco prima era il cortile.
Ricorda che Hikari gli diede il suo ciondolo e le disse che
l’avrebbe protetta, da tutto e da tutti, che l’avrebbe fatta vivere
serenamente. Si ricorda che anche lei gli diede il ciondolo, poi il viaggio per
ritornare dove si trovavano adesso, nel loro appartamento.
«Che fai? Non ti vorrai addormentare a tavola!» scherzò
Hikari e Ai distolse lo sguardo.
«Non mi stavo addormentando… ecco.. io..» tentò di spiegare
ma la vergogna ebbe il sopravvento.
«Ah Hikari!» esclamò, «Una mia amica mi ha detto che domani
nel terzo distretto ci sarà una fiera. Che dici ci andiamo? Daiiiiii!!!»
propose Ai.
Hikari si stupiva ogni volta, la sua sorellina era proprio
volubile.
«Non ho voglia.» rispose secco lui.
«Per piacere fratelloneeeee!» questa volta volta fu Ai ad
avvicinarsi al viso di lui, piantando i propri occhi rossi dentro i suoi.
Hikari sbuffò e annuì. La ragazza sorrise.
D’altro canto Ai non riusciva a chiudere occhio, era
veramente agitata. Non riusciva a pensare ad altro che a loro due alla fiera
del giorno dopo. Però sapeva che doveva essere al pieno delle sue forze, quindi
cerco la tranquillità nel cielo, però quella sera il cielo non era tranquillo,
o forse lo era troppo. Completamente nero, neppure una stella. Una ventata la
colpì in viso. Era un vento simile a quello della sera alla villa e ciò la
turbò. Notò che qualcosa scendeva dal cielo e pensò fosse neve, ma di nuvole
non ce ne erano e poi quelle cose sembravano grigie.
Anche una signora, incuriosita da tutto ciò, uscì di casa
per vedere meglio. Una di quelle cose, che stava cadendo dolcemente, si rigirò
su se stessa, e piombò sulla donna. Una specie di umanoide si formò sulla donna
e la passò da parte a parte. La donna scomparve in un fascio di luce e l’essere
che rimase al suo posto, stringeva in mano una sfera rosa. Altri lo
circondarono, come se volessero vedere. Quello mangiò la sfera e iniziò a
mutare, ma Ai era già rientrata in casa urlando.
«HIKARIIII!!! SVEGLIA!!» urlò davanti alla porta della
camera del fratello, che prontamente uscì.
La ragazza gli spiegò nei dettagli ciò che aveva visto e il
ragazzo, incredulo, vide gli esseri cadere dal cielo.
«Cambiati in fretta!» urlò anche lui, «Cosi non puoi
correre!» disse indicando la vestaglia della sorella che fece come le era stato
detto. Anche Hikari si cambiò.
Uscirono di casa e quei cosi gli caddero addosso ma Hikari
li evitò. Iniziarono a correre però Ai era troppo spaventata e non riusciva a
muoversi bene. Il ragazzo la prese di forza e la sollevò, prendendola in
braccio. Tutte le vie erano bloccate, sia da quei mostri, che da persone che ne
venivano assalite. L’unico punto libero era il canale che portava alla falda
sotterranea.
«Prendi un bel respiro e
trattieni il fiato.» ordinò alla sorella Hikari. Prese la rincorsa e saltò
dentro al canale finendo direttamente nella pozza d’acqua. Nuotarono poco,
perché vicino a loro trovarono a un gruppo di rocce, levigate dall’acqua, dove
si fermarono.
«Probabilmente qua siamo al
sicuro, stai tranquilla Ai.» Hikari tentò di tranquillizzare la sorella,
visibilmente agitata, ancora tra le sue braccia.
I due si osservarono intorno,
dovevano capire bene dove fossero finiti.
La stanza era molto alta e
spaziosa, tutta in roccia, come fosse una caverna. Accanto alle rocce su cui si
erano posati vi era una specie di pavimentazione, che terminava in un muro che
presentava due anfore vuote appoggiate a se, anch’esso circondato da un muro di
roccia. Davanti a loro, una concavità nella roccia, profonda qualche metro e
riempita da poca acqua, e in fondo a essa un enorme dipinto raffigurante la
luna.
«Lei...»
Hikari si mise sull’attenti,
cercando la fonte della voce.
«Lei...» ripeté la voce.
«CHI SEI!?» urlò il ragazzo.
«Io?» chiese la voce, «Dovresti
chiederti chi sei tu piuttosto..»
Questa volta Hikari trovò la
fonte, era un uomo, indossava un mantello bianco che copriva tutto il corpo e
nascondeva il viso.
L’uomo indicò verso di lui. Il
ragazzo sentì Ai agitarsi improvvisamente e quando la guardò vide un’enorme
dolore sul suo volto. E con una mano si stringeva il petto in corrispondenza
del cuore.
Faceva fatica a respirare.
«AI! AI! Che sta succedendo!?» domandò fulminando con gli
occhi l’uomo.
Gli spasmi della ragazza diventarono più violenti e il suo
corpo fu avvolto dalla luce. Hikari la strinse a se ma le sue braccia non
stavano più sostenendo niente. Scomparsa in una nuvola di luce.
Le lacrime scesero silenziose, il giovane non emise un solo
suono. Si alzò in piedi e puntò il bersaglio.
«Il suo cuore è ritornato,
ritornato all’oscurità. O forse, non ancora?» disse con voce profonda.
Il viso di Hikari si contorse in un’espressione furiosa e
urlando, gli corse contro.
«Tu ancora non comprendi.»
sentenziò la persona, ma Hikari non lo ascoltò. Era stata quella persona a far
scomparire Ai, e non poteva perdonarlo. Strinse i pugni fino a ferirsi la mano,
ma non gli importava. Urlò, urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Il
rumore dell’acqua pestata risuonò forte, aggiungendosi alle urla. La persona
con il mantello fece un movimento con la mano e il ragazzo non sentì più nulla
sotto di sé, cadde.
Non essere spaventato.
Hikari si guardò intorno, ma non vide nessuno.
Non sei da solo.
Una piccola luce lo avvicinò e dolcemente gli si posò sulla mano destra. Una sensazione di calore.
Hai ancora molto tempo.
I suoi piedi toccarono una superficie, eppure non riusciva a vederla.
La porta è ancora nascosta.
Una luce avvolse la sua mano con una luce flebile.
Non sai ancora nulla.
Il terreno iniziò a illuminarsi di un bianco acceso, mostrandosi come un cerchio ritraente sette simboli simili a cuori, ma il loro interno era nero, vuoto.
Sopravvivi, puoi farlo?
Hikari non capì, vide solo una
fessura grigia formarsi per aria poco distante da sé.
La fessura iniziò a incrinare lo
spazio vicino e ne uscì del fumo grigio, che si accumulò formando un pilastro.
Dal fumo, silenziosamente, uscì una creatura gigante, completamente
grigia, un grigio scuro, mentre gli
occhi e la bocca erano di un rosso forte. Sulla testa, dagli occhi e dalla
bocca usciva un fumo del loro stesso colore, come se la creatura non fosse
tangibile. Le braccia erano tremendamente lunghe e terminavano con delle mani
uncinate, mentre il corpo, esile e più corto, finiva con il disperdersi in
altro fumo. La creatura urlò, spalancando la bocca. Il ragazzo fuggì, ma
arrivato al bordo del pavimento, trovò solo il vuoto. Si voltò, e la creatura,
minacciosa, alzò il lungo braccio e lo lasciò cadere sul giovane.
Vide la luce intensificarsi, prendendo forma di fronte a se.
«AI!» le lacrime bagnarono ancora una volta il viso del
castano.
La ragazza emanava una luce intensa, tale che l’essere non
poté oltrepassarla.
«Ai… scusami.. io..»
La giovane fermò Hikari posando l’indice sulle sue labbra.
«Non posso trattenerlo ancora Hikari, voglio solo farti
sapere una cosa…» nonostante la situazione, la voce le tremava pesantemente.
«Cosa?»
«Io lo so Hikari. Io lo so e l’ho sempre saputo che non
siamo fratelli di sangue!» esclamò la ragazza.
Il ragazzo sobbalzò. Lui e i suoi genitori avevano fatto di
tutto per non farglielo sapere, per farla sentire parte della famiglia al
massimo, però, lei, lo aveva capito ugualmente.
«Ed è per questo motivo che posso dirtelo sinceramente..» Ai
spuntò gli occhi azzurri del fratello.
«Io.. ti… i-io.. aaahh!» la luce della ragazza si fece più
lieve e l’essere, con i lunghi artigli, si stava avvicinando. Ai sembrava
sfinita, respirava affannosamente. Cadde sulle ginocchia.
Hikari le andò vicino si abbassò. Le mise una mano sul viso
e lei, di risposta, mise la propria sopra quella del ragazzo. Il suo corpo di
Ai, ricoperto di luce, era ormai quasi trasparente.
La ragazza iniziò a piangere.
«Che è successo? Ho sbagliato qualcosa?»
La ragazza scosse la testa, « Sono felice, sono così
felice..» disse singhiozzando, «Sei sempre stato con me... Ma adesso lo sei
ancora di più.. Questa sensazione di calore che sento, io penso sia amore, anzi
ne sono sicura , io ti amo Hikari! Vorrei stare con te ancora per molto
ma...ma...»
Le labbra di Hikari fermarono le sue parole e quando vide,
per la prima, vera volta, il viso del ragazzo così vicino al suo, non poté far
altro che lasciarsi andare. Le sue lacrime inumidirono il viso di entrambi.
Quando si allontanarono, Hikari posò una mano dietro la testa di Ai e la fece
appoggiare al suo petto.
«Ai... Anche io...»
«Grazie di tutto, Hikari..» una luce avvolse i due e il
ragazzo dovette chiudere gli occhi.
Subito dopo, quando Hikari li riaprì, lei era sparita di
nuovo, di nuovo vide quella nuvola di luce, ma fu molto vaga, aveva gli occhi
umidi.
Sentì di avere qualcosa in mano, una spada dalla forma
insolita. Dietro all’impugnatura vi era attaccato il pendente che Ai aveva
fatto: una stella formata da cinque punte blu e nere, unite da una piccola
stella al centro, ma capovolta. L’arma aveva gli stessi colori, ed era
bellissima, il manico, protetto da entrambi i lati da delle guardie
raffiguranti delle ali blu e bianche, la lama si diramava in due, lasciando
vuoto in mezzo, per poi terminare sulla punta in un stella astratta, di tutti e
tre i colori.
«Ai, tu sarai sempre con me vero?»
L’essere indietreggiò e iniziò a volteggiare su se stesso
per poi caricare il giovane, il quale, con lo sguardo, puntò il mostro.
«Questo è per te, sorellina...» sussurrò.
La creatura lo assaltò frontalmente e Hikari gli corse
incontro urlando. L’impatto tra la creatura e la spada emanò un’onda d’urto
fortissima, seguita da un lampo di luce. Il ragazzo, che si sentiva ormai al
sicuro si lasciò cadere a terra, stremato. Si coprì il viso. Ormai non riusciva
più neppure a piangere. Prese la spada e la strinse al petto.
Una luce, forte e sicura, estranea al giovane, si avvicinò
ad esso. Un uomo, che si fermò a poco da lui. L’unica cosa che Hikari poté
notare fu solo la sagoma dell’uomo e lo sfondo dietro a quest’ultimo. Era di
nuovo nella caverna. La stanchezza ebbe la meglio sul ragazzo.
~KH Fate Of The Damned~
ANGOLO AUTORE: Vi ringrazio per la pazienza, questo capitolo ha richiesto parecchi ritocchi prima di arrivare a un livello accettabile... Vi prego di avere pazienza per il prossimo capitolo, visto che prima avrò da "radunare" almeno i protagonisti e i maestri! Vi ringrazio comunque e vi lascio qua sotto il regolamento per i personaggi, aggiornato con chi si fosse già prenotato! Ah devo fare anche i ringraziamenti:
kairifenicia96 che è stata la prima a recensire e a chiedere il personaggio;Nicholas_D99, secondo a recensire e a chiedere per un maestro;
EternalSunrise, che è stata la prima ad avermi già inviato il suo bel personaggio;
Lacrima_00, la quale mi ha aiutato a muovere i primi passi in questo fantastico sito;
e infine, ma non meno importante, anzi, SaxTheBest, che mi ha aiutato nella stesura del capitolo e di cui avete già avuto il piacere di conoscere il personaggio!
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!~
Regolamento per la creazione del personaggio di Kingdom Hearts Fate Of The
Damned
Le “classi” disponibili sono le seguenti:
-Stile
Nessuno;
-Stile
Heartless;
-Keyblade
Wielder;
-Elementale;
-Neutrale;
Lo Stile Nessuno Elementale si rifà ai membri dell’Organizzazione XIII quali Demyx, Axel, Larxene, Lexaeus, Vexen, Xaldin e Marluxia.
In questo Stile si ha la possibilità di usare un solo elemento a scelta e la possibilità di crearsi la propria arma.
In questo Stile si ha la possibilità di creare tecniche di
combattimento originali e la possibilità di crearsi la propria arma.
-Puro;
-Emblema;
Lo Stile Heartless Puro utilizza l’oscurità come arma e nelle tecniche di combattimento. Si ha la possibilità di avere dei potenziamenti al personaggio e di evocare molti Heartless puri di propria creazione (Non dovranno essere troppo forti.).
-Armatura;
-Dual wield;
-Incanto;
Ogni personaggio deve attivare la propria
modalità, non vi è da subito e questa ha un tempo limitato. Le tre modalità
sono divise come le armi all’inizio di KH, con dei bonus diversi.
Inoltre bisogna creare o
identificare uno stile di combattimento, oppure descrivere lo stile simile a
quello di un Prescelto del Keyblade nei vari giochi.
-Dual Wield(Att+;Dif-;Mag+): Si
parte con un Keyblade, con quale si ha più destrezza che nelle alter classi, e
due per un certo periodo di tempo. Il discorso della magia è identico a quello
per lo stile Armatura. È possibile un ulteriore potenziamento, cioè l’utilizzo
dei Keyblade come nella Triade o della Valore di KH2, avendo più abilità a
disposizione. Ciò, comunque, ridurrà la durata dell’abilità.
Nome:
Età:
Aspetto fisico(compresi i vestiti):
Segni particolari:
Carattere:
Storia (la provenienza non serve che sia specificata.):
Hobby:
Cosa ama:
Cosa odia:
Stile di combattimento e armi:
Le relazioni tra personaggi saranno scelte da me medesimo.
Protagonista 1(Maschio) | SaxTheBest |
Protagonista 2 (Maschio) | FireBlade97 |
Protagonista 3 (Maschio) | Lacrima_00 |
Protagonista 4 (Femmina) | EternalSunrise |
Protagonista 5 (Femmina) | kairifenicia96 |
Maestri:
Maestro 1 (Maschio) | Occupato |
Maestro 2 (Maschio) | DolceAmu |
Maestro 3 (Femmina) | Lacrima_00 |
Altri personaggi (Heartless, Nessuno e Keyblade Wielder) di qualsiasi sesso:
Personaggio | Destyno |
Personaggio | Chryses Dankares |
Personaggio | |
Personaggio | |
Personaggio | |
Personaggio | |
Personaggio | |
Personaggio |
Se i personaggi che mi proporrete saranno superiori ai 16, i migliori verranno usati e quelli in più, che sembrano più adeguati avranno comunque un ruolo nella storia. Sedici, comunque, è il minimo di personaggi richiesti.
LA SCHEDA VI PREGO DI INVIARMELA CON UN MESSAGGIO PRIVATO, GLI OC DESCRITTI NELLE RECENSIONI NON VERRANNO PRESI IN CONSIDERAZIONE!