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Autore: Ari1246    04/02/2015    0 recensioni
Qualcosa di nuovo
Qualcosa di speciale
Qualcosa di diverso
Qualcosa di magico
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sole scendeva lento dietro la montagna, portando con se tutta la malinconia di quella giornata, te ne stavi sdraiata sulla tua amaca nel tappeto verde davanti a casa, strano che non avesse ancora piovuto, per oggi avevano previsto grandi temporali.
Non avevano sbagliato così tanto però, dentro di te era davvero scoppiato un temporale, una tempesta, molto di più.
Eri appena tornata dal tuo viaggio e l'avevi vista, ti era bastato incontrare il suo sguardo per un paio di secondi per dimenticare tutto, persino come ti chiamavi.
Era sempre così con lei. 
Quella sarebbe stata l'ultima sera prima del suo di viaggio, la stavi accompagnando all'aeroporto. 
Ti aveva abbracciata, stretto forte, non dicendo nulla, rimanendo in silenzio con la consapevolezza che certi gesti valgono di più di mille parole.
A fine serata non avevi resistito, le hai detto di amarla. 
Non sai bene come ti possa essere uscito, eppure è successo. La stavi stringendo forte, lei aveva nascosto il suo viso nell'incavo del tuo collo e ti sei ritrovata inondata da quel profumo, dal suo odore. Non ti eri nemmeno accorta di quanto ti fosse  mancato, ti sembrava di riuscire a respirare soltanto adesso, soltanto con lei tra le tue braccia.
E proprio lì, nel mezzo di quell'abbraccio le hai sussurrato all'orecchio quelle due parole: ti amo.
Non hai mai fatto le cose a caso, senza sentimento e sapevi che ogni cosa che avevi fatto per lei nascondeva dietro un sentimento più profondo dell'amicizia.
Ti erano sfuggite da un pensiero che ti attraversava la mente, il cuore. Perché proprio quelle due parole, non potevano scappartene altre? Ad esempio pizza e marmellata? No. Tra tutte le parole proprio quelle due.
Lei si era immediatamente irrigidita, lo potevi sentire, era ancora tra le tue braccia. Piano piano però si era scostata, senza nemmeno guardarti in faccia e si era allontanata verso l'imbarco. 
Non hai trovato la forza per rincorrerla, come se andandosene avesse portato con se tutto ciò che ti apparteneva, ti sentivi vuota, priva di alcuna vitalità. Non stavi vivendo: stavi sopravvivendo.
La vedi correre lontano, ma le tue gambe sembrano piantate a terra. Non sta succedendo a te. Non può succedere realmente a te, a te che vai forte, a te che non stai ferma. Eppure nulla si vuole muovere, senti solo il tuo respiro che si fa sempre più affannato e ti manca l'aria. Sai bene cosa ti sta succedendo. Hai un attacco d'ansia.
Cerchi di controllarlo, di fare come ti hanno spiegato, lasciare che tutto questo ti travolga e poi partire da lì. Sembra funzionare, piano piano senti il cuore che si sta regolarizzando e ti sembra di tornare a respirare in maniera normale.
In quel momento decidi di muoverti e di andartene lontano. Passi a casa a prendere uno zaino dove metti dentro le cose necessarie per stare via duo e tre notti al massimo, scarpe da ginnastica, scarponcini, borraccia, cuffiette e parti.
Raggiungi a piedi quella sera stessa la tua casa in montagna.
E subito quando arrivi ti stendi sul divano e ti addormenti.
Quando ti svegli fuori è già giorno, non sai quante ore sono passate , ma ti sembra di essere rimasta nella stessa posizione per un'eternità, non senti più le braccia e la mandibola ti fa male.
Decidi di andarti a dare una rinfrescata e vedere se c'è qualcosa da mangiare, per fortuna i tuoi genitori sono scesi solo un giorno prima perciò la dispensa è ben fornita.
Dopo aver mangiato decidi di uscire ed andare a fare una camminata.
Mentre pensi a tutto questo, seduta sulla tua amaca inizi a sentire delle gocce bagnarti il viso, cavolo non ti sei nemmeno accorta di aver iniziato a piangere!
Ben presto ti accorgi che non stai piangendo, ma che sta iniziando a piovere. Perfetto: non avevano sbagliato. Rientri in casa e accendi il camino visto che la temperatura si sta abbassando velocemente. Ti metti vicino al fuoco e continua a leggere uno dei libri che hai iniziato.
Poco dopo senti qualcuno bussare alla tua porta, chi può essere?
È lei, bagnata dalla testa ai piedi che ti guarda con quei suoi occhi profondi, si avvicina a te con fare minaccioso e ti urla addosso
 
Non basta innamorarsi! - urla - Se decidi di stare con qualcuno non è così semplice, devi anche prendertene cura! – continua muovendo le braccia - Devi anche renderla felice, devi imparare a venirle incontro quando è necessario, quando ne ha bisogno. L'amore non basta, non basta maledizione! – esclama puntando i piedi per terra, scuotendo la testa disperata.
Piano piano si calma, continua a guardarti negli occhi tu sei di nuovo incapace di muoverti. Dio non è possibile.
Lei continua a parlare, questa volta però in maniera più tranquilla
 
- Ci si deve sopportare, spesso e volentieri. E ci si deve tenere stretti, soprattutto tenere stretti… - ammette infine sottovoce, abbracciandoti improvvisamente.
 
non reagisci, rimani immobile, con le braccia spalancate.
Inutile dire che non riesci ad articolare una parola sensata.
lei riparte di nuovo alla carica 
- Ho detto che ci si deve tenere stretti! Dannazione, devo ripeterti anche questo? – chiede senza spostare il volto dal tuo petto.
 
Finalmente reagisci, abbracciandola come non avevi mai fatto con nessun’altra donna.
 
Il cuore ti scoppia di gioia e incomprensione.
E’ la stessa persona di ieri? Non puoi fare a meno di chiederti.
 
- E’ tutto ok… - le sussurri in un orecchio, nello stesso orecchio dove la sera prima le hai detto quelle due parole.
E come prima, senti la necessità di dirglielo di nuovo. una volta, due, tre, infinite: sentendola singhiozzare ancora.
Le baci delicatamente i capelli bagnati, accarezzandoli subito dopo.
 
Forse, in mezzo a tutto questo schifo, qualcosa di bello è successo.
Qualcosa di eccezionale, qualcosa di straordinario ed incredibile.
Qualcosa che aveva dello strabiliante, qualcosa come l’amore, ma più forte.
 
Non sai esattamente cosa spinga due persone a legarsi.
Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole.
Probabilmente l'iniziare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di sé, a scoprire pian piano quel che il cuore cela.
Imparare a volersi bene.
O forse accade perché doveva accadere.
Perché le anime sono destinate a trovarsi.
Prima o poi.
La baci.
E ti sembra di non aver fatto altro in questi anni, hai la sensazione di trovarti al posto giusto, nel momento giusto.
 
Sembrava un giornata come tutte le altre, il tempo non era dei migliori, ma per fortuna ancora non pioveva. Eri appena tornata a casa dalla tua corsa mattutina, era agosto ma se non fosse stato per le foglie verdi sulle piante e per i fiori nel giardino avresti potuto dire che era novembre.  
Una volta entrata in casa trovi subito il gatto che viene a salutarti, ti si struscia contro come se volesse infonderti un po' di calore e un po' della sua tranquillità. 
È  da poco che sei andata a vivere da sola, non è stato facile prendere queste decisione ma avevi bisogno di più libertà. 
Ti sei trasferita in una piccola villetta in mezzo ai pini, È un posto spettacolare, si affaccia sul lago che  si trova appena sotto, per andare bisogna attraversare una parte del bosco e proprio quando la vegetazione si infittisce si apre una terrazza che dà sul lago. 
È un'abitazione modesta con due camere da letto un bagno un salotto la cucina, la parte forte è la proprio terrazza davanti che  offre uno  spettacolo mozzafiato.
Ogni mattina, quando ti alzi, ti concedi qualche minuto per ammirare il lago prima dell'arrivo di turisti. Ti era già capitato di ritrovartene qualcuno che aveva sbagliato strada e che gironzolava per il tuo giardino, si sedevano sulla tua sdraio e i bambini giocavano con l'altalena e la casetta sull'albero. Per fortuna a gestire queste cose ci pensava Lei. Non  si faceva nessun problema a chiacchierare con degli estranei.
Un giorno ti era capitato di tornare dall'allenamento e  di vedere dalla strada persone nel giardino. Non eri affatto di buonumore per gestire quel tipo di cose. Speravi fossero italiani così da non doverti concentrare a parlare inglese. Mentre pensavi già al discorso da fare senza risultare scortese una risata spicca tra le altre: la sua risata. 
Tu sei fermata all'istante, da li potevi osservare esattamente cosa stava succedendo.
Erano seduti sotto il gazebo, un ragazzo una ragazza e, sull'altalena si stava dondolando un bambino che avrà avuto si e no quattro anni. La coppia era molto giovane ed era vestita in tenuta sportiva, evidentemente anche loro si erano persi durante il giro del lago.
Sembrava che tutti e tre si conoscessero da anni, questa era una delle sue innumerevoli qualità, era in grado di far sentire a proprio agio chiunque. Indossava un paio di pantaloni corti e una canotta blu. Come al solito era scalza e le sue ciabatte giacevano abbandonate vicino alla sdraio. Aveva la gamba sinistra tirata su e se la stava abbracciando, ormai avevi capito che quella era una posizione che adottava quand'era rilassata o quando leggeva un libro. Le ricadevano delle ciocche di capelli dal suo chignon disordinato. 
Andavi matta per la sua nuca, per il suo collo e Lei lo sapeva bene, infatti aveva iniziato a raccogliersi i capelli praticamente tutti i giorni. 
Era qualcosa di illegale, non eri ancora riuscita a convincerla a portare una vera collana, sempre e solo la catenina senza ciondolo, l'unica differenza era che adesso quella catenina era la tua. 
Avresti avuto voglia di andare li, senza farti sentire e baciala in quella parte di pelle lasciata scoperta dai capelli, avresti visto la sua pelle tremare sotto il tocco delle tue labbra, come sempre. 
Ma non ti sembrava il caso: c'erano ospiti. 
Proprio in quel momento il ragazzo si era accorto di te, ti stava fissando con sguardo perplesso. Sicuramente ti avrà preso per un imbecille, quale  sano di mente se ne sta lì a fissare persone che parlano? 
Ma lui non poteva sapere che tu non stavi fissando delle semplici persona, ma la TUA persona. 
Come se lei avesse capito che la stavi osservando si era girata e ti stava sorridendo. 
-ben tornata! Andata bene l'allenamento? Ti stavamo aspettando- 
-abbastanza bene grazie- avevi risposto sorridendo. -vedo che hai fatto amicizia-  dici rivolgendoti alla coppia. 
- si! Anche loro si sono persi, pensi che dovremmo mettere dei cartelli per indicare la strada?- 
Il ragazzo si era ora alzato e ti stava porgendo la mano. Si chiamava Andrea e la ragazza era sua moglie Roberta e il piccolo che avevano insieme era loro figlio Lorenzo. 
Ti unisci anche tu alla conversazione fin quando non ti congedi per andare a farti la doccia. 
Entrando in casa speri che lei ti segua, che trovi una qualsiasi scusa per entrare, così da poterla finalmente baciare. 
E mentre stai pensando a questo, due braccia ti circondano la vita e due mani vagano per il tuo corpo alla ricerca delle tue che intreccia insieme, mentre le sue labbra si posano sul tuo collo. 
-hai il mio odore addosso- ti sussurra con voce roca. 
-si questa mattina non mi sono fatta la doccia, volevo allenarmi sentendo il tuo odore su di me- 
-come siamo romantiche oggi- 
-sempre- e detto questo ti giri per poterla finalmente baciare. 
Una volta separate ti dirigi al piano di sopra per andarti a lavare. 
Una volta finito torni sotto e ne approfitti per invitare i vostri ospiti a pranzo, ma purtroppo sei arrivata tardi perché lei ti ha già preceduta. 
Trascorrete il pranzo chiacchierando allegramente, tu e Lei trovare sempre un pretesto per sfiorarvi. Andrea e Roberta sembrano non essersene accorti. 
Dopo pranzo loro tre si rifugiano sulla terrazza per continuare a chiacchierare , Andrea e Roberta hanno frequentato lo stesso percorso universitario che aveva frequentato Lei, quindi avevano molte cose di cui parlare. 
Sei un po' gelosa di questo, anche se sai che è sbagliato. 
Mentre stai riordinando il giardino ti giri improvvisamente e ti accorgi che non sei sola, Lorenzo ti sta osservando da dietro un tronco, gli fai cenno di farsi avanti e lui timidamente viene vicino a te. 
Ti viene in mente una cosa così gli proponi di seguirti. Acconsente un po' titubante e camminate fianco a fianco per qualche istante, poi ti senti prendere la mano destra, la sua piccola manina scompare all'interno della tua e proseguite  mano nella mano all'interno del bosco. Dopo pochi minuti ti viene in mente di scriverle un messaggio per avvisare che Lorenzo è con te. 
Il tragitto che dovete percorrere non è poi così lungo, ma Lorenzo non sembra affatto preoccupato, continua a camminare imperterrito tenendoti per mano. Hai deciso di portarlo in un campo appena sotto casa tua che in estate si riempie di simpatici fiori colorati.
-WoW ma come bello qui!-
Esclamasti stupito Lorenzo
-Hai visto quanti fiori? Facciamo un mazzetto per la mamma?-
Lui sorride entusiasta e si mette a raccogliere qualche fiorellino qua e la . Dopo un po' si blocca e ti osserva.
-E tu non li raccogli  per lei?-
Ah… … I bambini!
Continuate a raccoglierne fino a formare due perfetti mazzetti. Durante il rientro ha preso un po' più di confidenza e inizia raccontarti della vacanza delle cose che ha visto e poi ti propone di fare un disegno da mettere con i fiori. Entrate in case dove prendete dei fogli e vi mettere all'opera. Lorenzo è molto concentrato sul suo capolavoro, mentre tu non hai idea di cosa disegnare. Quando Ha finito si offre volontario per portare alle due donne i mazzetti.
Scarabocchi qualcosa sul foglio, lo pieghi in quattro e l'osservi mentre corre verso i grandi. 
Non senti bene cosa stanno dicendo, sei concentrata su di lei, sei persa nell'osservare la sua naturale bellezza.
Quando apre il foglio capisce che non è opera di Lorenzo e così ti cerca con lo sguardo, una volta che ti ha trovata mima con il labiale che ti ama. 
Torni in casa per cambiarti per poi uscire ad allenarti. Saluti la coppia e il piccolo Lorenzo che si è addormentato. Probabilmente non riuscirai a salutarla come si deve o come vorresti e questo un po' ti dispiace.
Ti stai incamminando verso la strada che porta al parcheggio quando senti qualcuno dietro di te che sta correndo, ti giri e trovi il piccolo Lorenzo con un foglio in mano, evidentemente non era poi così addormentato, lo consegna è scappa via. 
È un suo biglietto, pensata te, come sempre. Resisti, come potresti allenarti senza salutarla, senza baciarla? Non ci pensi due volte, torni  indietro e corri verso il giardino, interrompi il loro discorso, la prendi per mano, la fai Alzare, la baci. 
Lì davanti a due perfetti sconosciuti. 
dopo averle dato un signor bacio scappi via con ancora il suo sapore sulle labbra. 
Quando torni a casa dopo l'allenamento lei non c'è, ne approfitti per fare le tue cose tranquillamente poi, stremata dalla fatica ti addormenti sull'amaca in giardino. 
Sei nel bel mezzo di un sogno  burrascoso e tormentato, quando senti qualcuno che ti si  posa addosso, vorresti  aprire gli occhi, ma sei troppo stanca.
Ti bacia prima il collo, poi l'orecchio evitando quello schiocco fastidioso, ti bacia sul naso, sugli occhi, le sue labbra sono umide, calde, invitanti. La circondi con il tuo braccio e la stringi forte.
Apri finalmente gli occhi e la baci a tua volta, un bacio lento, dolce. Ti mordicchia il labbro superiore per poi accarezzarlo con la lingua.  Ti stacchi per riprendere fiato e rimani per qualche secondo completamente persa nei suoi occhi. 
Desideri risentire le sue labbra incollate alle tue, quindi annulli la distanza che c'è tra voi, dopo pochi secondi ti viene voglia di mordicchiare la sua bocca proprio come aveva fatto lei poco prima.
Questo bacio ti sta piacendo così tanto che inclini la testa per assaporare meglio anche ogni centimetro del suo collo. Il suo sapore ti inebria i sensi, Il tuo cuore ormai batte furioso e anche il suo respiro è sempre più affannato, mentre cerca di star dietro a tutti i tuoi baci e carezze. 
I suoi occhi scintillano quando le afferri i glutei possessiva per farla avvicinare ancora di più a te e lei si fa scappare un piccolo gemito.
Non ti stancherai mai di provocarla, anche perché lei è così brava a raccogliere tutte le tue sfide. Infatti improvvisamente si alza e corre in casa e a te non resta che seguirla. 
- Sai,forse per te può sembrare facile, sei una che è sempre stata abituata a dire in faccia ciò che prova, ma per me non è così. Quindi tutto ciò che voglio dirti me lo sono scritto – dici estraendo un foglio dalla tasca. Ti schiarisci la voce e cominci -Questa è la mia lettera per te. La voglio urlare al mondo, voglio far sapere a tutte le donne che sono tua. Che ti appartengo. Ho sempre sperato in noi, ho sempre creduto che ce l’avremmo fatta. E ora siamo qui, insieme. Mi viene da sorridere ogni volta che penso a quanto sei gelosa, beh, lasciatelo dire, tu se l’unica che vedo. Non devi preoccupartene. Con questa lettera probabilmente scombinatissima, voglio farti capire che la nostra non si tratta di una fase momentanea. Tu sei la mia vita, anche se non ti merito… ma, ti prego, continua ad amarmi lo stesso.
E quando lo specchio ci urlerà in faccia che stiamo invecchiando, io non mi volterò dall’altra parte, ma vorrò guardarti negli occhi e dirtelo: tu sei la mia vita, il mio amore, l’unica persona con cui mi sento completa e con la quale voglio stare. E questa sarà l’unica cosa che non cambierà mai.
Quindi non smetterò mai di provarci, non smetterò mai di guardare la direzione in cui tu te ne vai, e non smetterò mai di perdere il respiro quando poi ti volti a guardarmi.
Non smetterò mai di stringere la tua mano, non smetterò mai di sceglierti, non smetterò mai di sognarti la notte. Ma, soprattutto, non mi abituerò mai a te.-
Lei si asciuga una piccolissima lacrima all’angolo dell’occhio, poi prende fiato e risponde rendendosi conto che il suo discorso non sarebbe stato niente in confronto al tuo. Ma ormai era tardi per cambiare.
- Ti ricordi quella notte? Stavo per partire, ma ti ho raggiunta in montagna. Ho gridato, ho sospirato e ho sognato.
 Ho voluto parlarti di questo, per ricordarti che 20 secondi cambiano la vita. Ti ricordi cosa diceva il primo film che abbiamo visto insieme? '20 secondi di pura follia sono in grado di stravolgerti la vita, o qualcosa di simile'. 
 Sono uscita dall'aeroporto perché volevo venire li è urlarti che ti odiavo, perché sapevi che sarei partita quella sera stessa, perché sapevi che non sarei potuta restare.  Avevo urlato per le vie della città che ti odiavo. Ma poi sono arrivata li, pioveva ed ero stanca e non sapevo nemmeno che cosa ci facessi li.  E io ero arrabbiata, ti odiavo, ma tu eri bellissima. E invece di uscirmi il discorso che mi ero preparata.. Ho detto tutt'altro.- 
Incatenate i vostri sguardi, ripensando a quella sera, al suo discorso e a tutto quello che è successo dopo. 
Venite interrotte da una voce al vostro fianco. Vi eravate persino dimenticati dove vi trovavate
- Ed ora, per il potere conferitomi dallo stato di New York , io vi dichiaro moglie e moglie!
 
                                                                                                                      
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