Questa
nonsense è nata in un momento di sconforto.
Una mia
amica ha detto che la dovevo pubblicare perché è bella…quindi eccola qui.
Buona
lettura.
Una, due,
tre, quattro, cinque...
Ogni giorno tu arrivi.
E una, due, tre, quattro, cinque…volte affondi la fredda lama nel mio corpo.
E’ un abitudine ormai, come quella del thè alle cinque del pomeriggio.
Tu arrivi e come sempre una, due, tre, quattro, cinque…e vai via di nuovo.
Ogni sera io ti aspetto, l’orologio il mio compagno più fedele, ma tanto sarà solo un attimo.
Il brillare della lama nell’oscurità e una, due, tre, quattro, cinque…
Le prime cinque fanno molto male, le altre poi non le conto neppure.
Una,due, tre, quattro, cinque…
Per quanto continuerai?
Per quanto mi vorrai tenere vicino a te?
Una, due, tre,
quattro, cinque…
E la tua lama non mi
abbandona.
E come sempre le lacrime mi escono furiose dagli occhi, ma io conto solo le prime cinque.
Ma tu non ti sei mai impietosito, non ti sei mai fermato e quindi…
Una, due, tre, quattro, cinque…